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Autore: Winston_    09/04/2013    8 recensioni
«Mi manchi amico mio… scusa, ti ho lasciato da solo»
«Manchi tanto anche a me, Johnny»
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Harrison, John Lennon , Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Comincio a suonare, il pubblico applaude. Cerco di concentrarmi sulla canzone. Cerco di concentrarmi sui tasti bianchi del pianoforte e sulle mie dita che vanno a sfiorarli dolcemente.
 “When I find myself in times of trouble, Mother Mary comes to me…”
 
Ma stavolta non arriva solo lei. Stavolta non è un sogno.
Mentre continuo a suonare mi accorgo che alla chitarra non c'è più Brian. Non posso credere ai miei occhi. George è lì. George Harrison è sul palco a suonare.
 
Osservo le mie mani. Impossibile. Non posso essere tornato indietro nel tempo. Le rughe, i segni del tempo che passa veloce sono ancora lì.
Sto sicuramente impazzendo, penso. Strizzo le palpebre per vedere se effettivamente alla chitarra, dove poco prima c’era il mio chitarrista, era apparso George.

George è ancora lì.
 
Stai impazzendo, Paul ripeto di nuovo a me stesso.
 
«Non stai impazzendo»
Sento una voce familiare provenire da dietro di me, una mano calda si posa sulla mia spalla.
Non può essere.
«Jo-John» dico con un sussurro, mentre l’assolo comincia. Continuo a suonare.
 
John ora è davanti a me. Sorride. Non deve avere più di venticinque anni.
«Abbiamo provato a ritornare, più volte. Io e Georgie. Ma lassù» indica il cielo limpido, qualche stella ben visibile «continuavano a fare storie. Ma ce l’abbiamo fatta, meglio tardi che mai, no Paulie?»
Guardo verso George. Anche lui deve essere poco più che ventenne. Si accorge di me e mi saluta con un cenno del viso e sorride, con il suo sorriso storto.
Lascio che sia il pubblico a cantare il ritornello.
 
«Ma Ringo? Andrete anche da lui?» chiedo a John.
«C’è tempo.. Ora siamo qui per te» risponde, con un sorriso. Oh dio, pensavo di aver dimenticato la sua risata - ormai le foto non mi bastavano più – comincio a sentire un nodo in gola che si stringe sempre di più.
 
 «Mi manchi, amico mio… scusa, ti ho lasciato da solo» continua a parlare John. Il nodo in gola si fa più stretto.
«Manchi tanto anche a me, Johnny»
«Lo so, vedo tutto da lassù» risponde fiero, «Ma volevo accertarmi che tu sapessi che manchi anche a me»
 
Sorrido.
 
«Ci hanno dato il permesso solo per una canzone»
«Ma ci sono ancora solo due minuti! Amico mio…»
Ho troppe cose da dirgli.
 
«Continua a cantare»
 
“And when the night is cloudy, there is still a light that shines on me…”
John comincia a canticchiare.
“Shine until tomorrow, let it be”
La voce era ancora la sua.

La canzone sta per finire. George sorride di nuovo verso di me. 

«Dobbiamo andare, Paulie»
Non rispondo.
Sento le braccia di John che mi avvolgono in un abbraccio.
«A presto amico...» dice un momento prima di scomparire.

«A presto Johnny»
Una lacrima scende lungo la mia guancia, non faccio nulla per fermarla.
Nulla è cambiato da allora. Nulla. Solo il fatto che io sono qui e loro non ci sono più.

 
* * *
 

Nota dell'autrice: Giorno a tutti. Mi è venuta in mente questa storia ascoltando Let it be. L'idea a me sembra carina, non so come io sia riuscita a renderla scrivendo. Ma dettagli. Spero vi piaccia. Un bacio.

  
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