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Autore: gossipgirl_dairies    09/04/2013    8 recensioni
Melanie ha cambiato la sua vita. Il cambiamento di stile di vita è trasversale: l'università, una nuova città, una nuova persona da conoscere..ma di sicuro non mancheranno colpi di scena e vecchie conoscenze che tornano dal passato..
Dal testo: " Se fossi mia tutto questo non sarebbe successo. Se fossi mia adesso non piangeresti."
"Ma se fossi tua verrei meno alla mia promessa."
"A volte vale la pena di rompere le promesse."

Spero davvero vi piaccia e se mi lascerete una recensione mi farete davvero davvero contenta! A presto, hope you enjoy! :)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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CAPITOLO I – Un giorno come un altro.

 

 

"Non è possibile. Non è possibile.". Feci un respiro profondo e cercai di calmarmi. "L'ho persa. Ne sono sicura!" continuavo a ripetere tra me e me. "Di nuovo! Ma come faccio?!" Mi chinai sotto la sedia per vedere se per caso era finita lì. Niente. Allora aprii il libro di Storia per vedere se per caso era rimasta dentro le pagine. Niente. Guardai dentro l’astuccio, così, per sicurezza. Niente. Andai a vedere in camera. Ancora niente. "Vabbè ne comprerò un'altra" mi dissi un po’ delusa.

 Era la quarta penna blu che perdevo dall'inizio dell'anno.

"Melanie!!!!" sentii chiamare. Ma doveva essere solo qualche brutto scherzo del mio cervello. A quest’ora i miei tre coinquilini erano ancora in giro (chi a lezione, chi a lavorare e chi, come al solito a far festa ed ubriacarsi). Era poco più di un anno che vivevo in appartamento. Avevo ormai conquistato la mia indipendenza da qualsiasi forma di autorità. Niente mi poteva più spaventare e nessuno poteva reclamare su di me alcun diritto. Nessuno tranne forse una persona.

La mattina dopo era come tutte le altre mattine. Silenziosa. La sveglia suonò, come tutte le altre mattine, tre volte, finché Olivia non venne ad accendermi la luce in camera per farmi capire che se volevo farmi la doccia era ora o mai più. 

Andando all'università la mia mente era bloccata in qualche pensiero fisso. Fisso ed ossessivo. Un po’ come tutte le mattine. E come tutte le mattine ero fisicamente e mentalmente troppo stanca per riuscire a staccarmi e a pensare ad altro. Stavo per chiudere gli occhi e abbandonarmi ai miei pensieri quando vidi qualcuno passare e fermarsi proprio davanti al sedile dell'autobus nel quale ero seduta. "Scusa, è occupato? Posso sedermi qui?". Mi sorrise. Il suo però non era un sorriso felice, era un sorriso di circostanza. Anzi, ripensandoci era solo il sorriso di una persona che non aveva voglia di fare il viaggio in piedi e voleva solo sedersi. Però era carino. Carino in un modo inquietante. Mi accorsi che stava ancora aspettando una risposta. Alzai lo sguardo, mi tolsi gli auricolari e annuì "Certo che puoi sederti, è libero!" Cercai di essere il più cordiale possibile.

Si sedette e io mi rimisi gli auricolari sprofondando nuovamente nei miei pensieri mattutini. Mi diede un colpetto sul braccio e mi fece segno di togliermi gli auricolari.

 "Stai andando all'università?"

Indicai cogli occhi la tracolla che stava ai miei piedi. "Sì."

Annuì. Non era molto soddisfatto della risposta. Allora feci uno sforzo di comunicazione. "Anche tu vai all'università?"

"Certo." Questa volta era lui quello poco espansivo.

"Cosa studi?"

"Sono al primo anno di architettura. Tu?"

"Io ho appena iniziato il secondo di giornalismo." L'autobus rallentò fino a fermarsi. Era la mia fermata. Dal finestrino potevo vedere il tetto dell’università. "Devo scendere! Questa è la mia fermata."

"Ah..” disse, “ cioè va bene!"

"Si..ehm..” ero un po’ in imbarazzo, "dovrei scendere, se mi fai passare."

"Si si.. Scusa non sono molto sveglio a quest'ora." Si alzò per lasciarmi passare. Io presi la borsa a tracolla e feci per avviarmi verso l'uscita.

"Comunque..il mio nome è Liam. E ho l'impressione che ci vedremo spesso."

Mi voltai e sorrisi. "Piacere Liam. Io mi chiamo Melanie e sì, se prendi questo autobus ci vedremo tutti i giorni."

"A domani allora." Mi sorrise e impacciatamente tornò a sedersi.

 

 La mattinata scivolò via tranquilla: passata tutta ad ascoltare un tizio alquanto strano - a quanto pare l'insegnante più bravo dell'intera facoltà - parlare del modo in cui l'invasione dell'Iraq sia stata giornalisticamente messa in rilievo. Il pomeriggio invece si proiettava frenetico, più di quanto lo erano stati tutti gli altri. Perché cavolo mi sono iscritta a quel corso di fotografia?? Forse l'influenza, che poi più che altro era fascino, del mio ex insegnante di filosofia con la passione per le fotocamere? Mi rifiutavo di credere che ero arrivata a questi livelli di indecenza ma purtroppo per me sapevo che era proprio così.

            Poco più tardi, cercando l’aula in cui si sarebbe svolta la lezione di oggi, cominciai a ripensare all’incontro avuto la mattina. Il ragazzo aveva qualcosa di particolare, qualcosa di magnetico che però mi lasciava dubbiosa. Il suo sorriso era strano, il suo modo di porsi era strano, perfino la sua parlata era strana. Ma la cosa che più di tutte mi aveva colpito era il suo essere educato. Nel frattempo, mentre rimuginavo, attraversai più di mezza università alla ricerca della famigerata aula del corso di fotografia. Senza però alcun risultato.

“Wei!!!! Cosa ci fai tu qui?!?”

Non avevo nemmeno avuto il tempo di accorgermi che il corridoio si era improvvisamente popolato che Nathaniel si era piazzato dietro di me e aveva iniziato a spettinarmi i capelli.

“Ehi! Sto cercando l’aula del corso di fotografia.. ma non la trovo e sto seriamente pensando di arrendermi. Tu, piuttosto? Ti trovo fuori posto tra i corridoi dell’università..” gli risposi mentre lui continuava a passarmi le mani tra i capelli nel tentativo di darmi fastidio più che poteva.

“Sei dolcissima e io ti odio, lo sai?” mi rispose. Ormai il turpiloquio e lo spettinarsi era diventato il nostro modo per salutarci, o per dirci che ci volevamo bene. Nathaniel era il mio migliore amico da 3 anni. Ci conoscevamo dalla prima media ed eravamo sempre stati amici ma l’ultimo anno delle superiori la nostra amicizia si era consolidata a tal punto da poter dire che era l’unica cosa buona della mia scuola. Eravamo veri e sinceri tra di noi e nessuna cosa è stata finora abbastanza forte da farci litigare. Cominciai a ripensare a quei primi giorni di primavera di tre anni fà, così difficili eppure forse i più belli di tutto l’anno e alla festa dopo-matura in cui tutto era cambiato e in cui la nostra amicizia era diventata più profonda che mai.

“Ehi ci sei??”

Yup, sono qua!” dissi tornando sulla Terra.

“Senti ti faccio una proposta. Lasci perdere la lezione di fotografia e andiamo a fare aperitivo. Come suona? Secondo me benissimo.”

“Mi stai portando su una pessima strada, lo sai? Una volta, tanti anni fa, ero una studentessa seria!”

“Ah sì? Non mi sembra di ricordare niente..”. Lo guardai e lui mi sorrise. Poi continuò col discorso. “Comunque non ho ancora capito perché ti sei iscritta a questo corso.. Le macchine fotografiche non sono difficili da usare: la prendi in mano, guardi lo schermo e premi il pulsante.”

“Accidenti quanto sei intelligente!” gli feci una smorfia “Io voglio imparare a fare delle belle foto, delle foto artistiche, di quelle che quando le guardi ti suggeriscono le emozioni, ti fanno provare sensazioni fino ad ora mai provate, che quando ci ripensi hai un brivido nel profondo.”, lo riguardai e gli feci un sorriso soddisfatto. Ma lui mi aveva sgamata. Di nuovo.

“Te la sei imparata bene a memoria la prima lezione, eh?”

“Oh uffa. .non sono riuscita a persuaderti?”

“Neanche un po’. Non ci sei mai riuscita.” Ci scambiammo un’occhiata e questo bastò.

Mentre ci avviavamo verso il bar più vicino cominciai a raccontargli la mia mattinata e l’incontro che avevo avuto sull’autobus. Questo era per me il momento più bello di tutta la giornata. Ero finalmente me stessa e potevo dire e fare tutto quello che volevo. E mentre gli parlavo mi venne da sorridere. Difficilmente sarei mai potuta essere più felice.

 

 

 

Ehii! Questa è un’esperienza completamente nuova per me, è la prima storia originale che scrivo, quindi vi prego, siate indulgenti! Spero davvero vi possa piacere e aspetto con tanta (ma proprio tanta) ansia i vostri commenti/recensioni/insulti.. A presto! 

 

 

 

   
 
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