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Autore: Ria-chan    09/04/2013    8 recensioni
-La pioggia… lava via lo sporco.-
-Mh?-
Questa volta il maggiore sollevò un sopracciglio perplesso, si voltò completamente verso il compagno ed attese, silenzioso, che l’altro facesse leva sulle braccia per sollevarsi a sedere e portare il suo sguardo alla sua destra, lungo la parete e verso la piccola finestra che vi era su quella, prima di rispondere.
-La pioggia mi aiuta a sentirmi meno… sporco.-
Quella parola, quello “sporco” era ora uscito dalle labbra del minore già troppe volte e, sinceramente, a HyukJae non piaceva così come, specialmente, non gli era piaciuta quell’ultima frase.
Senza attendere oltre, allora, raggiunse con due dita il volto del compagno e lo costrinse a girarsi verso di lui, a guardarlo negli occhi: se poteva aiutarlo l’avrebbe fatto. Senza alcun dubbio.
-A me non sembri sporco da nessuna parte.-
....
-Non fuori, HyukJae. Dentro.-
-Mh?-
-Sono sporco… dentro.-
....
EUNHAE
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Donghae, Eunhyuk
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ho iniziato questa storia non appena ho visto le foto su Twitter.
Mi sono innamorata dell'idea e l'ho portata avanti fino, ieri sera, a terminarla.
Non è nulla di speciale e non è particolarmente impegnativa o interessante ma, una volta che avevo iniziato, dovevo finire.
Come ho detto si basta sulla conversazione su Twitter tra Hae e Hyuk che vi ho inserito come immagini. 
(* secondo traduzione la risp di Hyuk sarebbe: Bugiardo!*)
Detto ciò, mi scuso per la mia eccessiva presenza e mi auguro che la lettura possa piacervi. 
Grazie mille per tutto l'affetto che mi dimostrate.



La pioggia lava via lo sporco
 

Fuori piove e tu sei la persona con cui voglio guardare fuori, quando fuori piove.
Giulia Carcasi, Tutto torna




https://twitter.com/donghae861015/status/320409043288068096/photo/1 (Tweet di Hae)

 

-Yeob-
-Bugiardo.-
-Ah? Che vuoi?-
-Bugiardo.- (Risata.)
-E’ tutto quello che hai da dirmi dopo una settimana di lontananza?- (Sospiro.)
-Non è colpa mia se menti alle fans.- (Ancora una leggera risata.)
-E in cosa avrei mentito?- (Sbuffo.)
(Silenzio.)
-A te la pioggia piace solo quando ci sono io, con te.-
-Non essere così egocentrico.-(Sospiro.)
(Risata.)
-Ma è la verità. Io non dico bugie.-
-Mah. Sarà.-
(Risata.)

 
 

La pioggia lava via tutto. Specialmente lo sporco.
Donghae lo ha sempre pensato.
Ed è per questo che la pioggia gli piace tanto.
Gli piace guardarla dalla porta-finestra del salotto, accostando la testa al vetro in plastica e scostando delicatamente con le dita la leggera tendina bianca che la copre; ogni tanto sospira, ogni tanto chiude gli occhi ed il più delle volte pensa.
La pioggia lava via tutto. Compresi i pensieri. Soprattutto quelli sporchi.
E benché per qualche attimo Donghae si senta pulitosa che poi, presto, essi ritorneranno ancora.
Non può piovere per sempre, giusto?
Chi è che lo diceva?
Ah, già, forse lo aveva sentito in un film.
Ma cosa importa. Non può piovere per sempre, purtroppo, e prima o poi dovrà smettere.
Ma, per il momento, Donghae può sentirsi bene.
Pulito.

 
 
-Piove di nuovo, che rottura di palle!-
La voce di KangIn si espanse per l’appartamento quando, ad uno ad uno, i primi membri vi fecero ingresso al ritorno dalla piccola vacanza concessa loro per far visita ai propri familiari e luoghi natali: pochi giorni, ovviamente, non più di tre erano stati concessi loro e, essendo quello l’ultimo dei tre, piano piano tutti stavano facendo rientro anche se a scaglioni e con tempi diversi.
Un discreto gruppetto, invece, aveva avuto la fortuna di incontrarsi nella hall del grande palazzo:
-E dovremmo essere in primavera…-
La risatina di Leeteuk accompagnò il commento seccato e dal tono un po’ infantile di RyeoWook; non che non avesse ragione, a dirla tutta; un po’ di bel tempo sarebbe stato davvero ben accetto e non solo per la comodità negli spostamenti ma soprattutto per il loro umore, eppure sembrava non voler smettere di piovere da tutta la settimana.
-A qualcuno invece sembra piacere parecchio.-
Aveva allora ribattuto scherzosamente proprio il leader, accennando con un veloce gesto della testa alla porta-finestra del salotto davanti alla quale vi era un Donghae assorto e con lo sguardo rivolto verso il cielo plumbeo: i suoi tratti gentili erano resi ancor più dolci grazie alla leggera luce che, filtrando dalle nuvole ammassate, li accarezzava gentile, la bocca schiusa gli conferiva un’aria innocente e, quegli occhioni rivolti verso il cielo, affascinati e rapiti, lo facevano apparire ancora più ragazzino di quanto non fosse.
Sinceramente, dovendoci pensare davvero, i membri non sapevano da quando –o perché- Donghae avesse iniziato ad amare la pioggia, in verità molti lo reputavano solo un piacere un po’ infantile tipico del minore o, probabilmente, un ricordo della sua città che certo doveva mancargli così come in egual misura mancava agli altri. Eppure…
Eppure ci era appena stato, a Mokpo, quindi tanto interesse per la pioggia non si spiegava davvero e in più… quella sua espressione triste, contrita, quasi colpevole, fece subito scattare un sentore d’allarme in Leeteuk ed anche, alle sue spalle, appena terminata l conversazione con Siwon, in HanKyung che nonostante la scarsa espressione verbale fece qualche passo in avanti per accertarsi della situazione.
-No. Hyung.-
Fu Siwon stesso a fermarlo, bloccandolo per la spalla: evidentemente lui sapeva qualcosa che agli altri sfuggiva ma che, attraverso gli occhi di KyuHyun sembrò avere poca rilevanza al confronto con quell’espressione persa che il suo hyung mostrava riflettendo se stesso nella finestra.
-Hyung.-
La mano del minore si poggiò delicata sulla spalla di Donghae:
-Va’ tutto bene?-
-Mh?-
Donghae si voltò appena.
-Ah, sì KyuHyun-ssi. Gra-grazie.- Un debole sorriso. –Va tutto bene. E’ solo che… sai, mi piace la pioggia.-
No. Era chiaro che non andava tutto bene e, anche se poteva sbagliarsi, il maknae di solito si fidava del suo istinto.
-A me non piace. E’ noiosa.-
Scelse accuratamente le parole per ottenere una qualche reazione e, come aveva previsto, essa non tardò ad arrivare.
-Sì, forse.-
E la risposta risultò anche sinceramente atipica se considerato che usciva dalle labbra del suo hyung, segno, appunto, che non era affatto tutto “ok”.
KyuHyun allora non rispose, attese solo che l’altro continuasse.
-Ma… ma la pioggia è pulita.-
-In verità, hyung, la pioggia è completamente sporca. Tutti i gas si accumulano nelle nuvole e la pioggia…-
-No. La pioggia non è sporca! La pioggia,- e la voce di Donghae era diventata appena un sussurro, -lava via… lo sporco.-
-Una doccia è meglio.-
Aveva scherzato infine il minore conscio della profondità della questione: qualcun altro, forse, con una sensibilità minore o semplicemente con un’attenzione leggermente inferiore, non avrebbe colto quel piccolo sospiro che aveva accompagnato la parola “sporco”, ma lui sì, lui lo aveva udito in modo così chiaro che neanche volendo avrebbe potuto fingere di non averlo fatto.
Ma, per quanto desiderasse poter fare di più, era anche conscio che non era lui la persona giusta per aiutarlo.
 
 
Dopo l’ingresso in salotto, la maggior parte dei membri si disperse rapidamente facendo ritorno alle proprie stanze per svuotare le borse e cambiarsi d’abiti o anche, solo, per approfittare ancora di quella giornata che, fino alla mattina seguente, era pur sempre stata concessa loro come vacanza.
Anche Donghae, dal canto suo, era ritornato nella sua stanza momentaneamente vuota poiché Kibum non era ancora tornato e, stesosi sul letto, si era lasciato andare completamente, chiudendo gli occhi e respirando con calma. Se ne stava lì, steso sul letto inerme, le braccia spalancate così come le gambe divaricate, la testa riversa appena sotto il cuscino direttamente a contatto con il leggero copertino verde pallido utilizzato ancora di notte per i rimasugli del freddo, e semplicemente si concentrava su quel suono monotono, fisso, eppur musicale che era la caduta dal cielo della pioggia.
Se la pioggia era in grado di lavar via tutto, di sciogliere lo sporco dai tetti delle case e dalle strade della citta, così la sua melodia era capace di lavar via i suoi pensieri, il suo “sporco” interiore.
Bastava concentrarsi solo un poco su quel ticchettio continuo, su quel rumore incessante e penetrante per annullare qualsiasi capacità di pensiero e di immagine e, così, sentirsi finalmente giusto, pulito.
Ecco perché a Donghae, la pioggia, piaceva. Non da sempre, no, ma dalla nascita di una precisa immagine nella sua mente.
 
-Donghae?-
Silenzio.
-Dormi?-
-No.-
-Ti lascio riposare, dai.-
Donghae sospirò profondamente: la pioggia questa volta non lo avrebbe aiutato.
-No, rimani. Stavo solo ascoltando la pioggia.-
Ed era sincero, nel dire questo, e HyukJae lo intuì al volo sorridendogli debolmente di rimando. Era chiaro come fosse anche lui, appena tornato dal suo “viaggio”, stanco e voglioso di riposo ma… ma era andato da lui a cercarlo e di certo, Donghae, non avrebbe mai potuto cacciarlo via.
-Ti piace così tanto quando piove?-
Il maggiore si accomodò sul letto, seduto accanto al corpo ancora disteso del suo amico.
-A te non piace?-
-Mh, sì.-
-Piace anche a me. E’… rilassante.-
HyukJae deviò il suo sguardo sul volto di Donghae: gli occhi nuovamente chiusi ed il respiro, adesso, meno regolare.
-Suppongo di sì.-
Non trattenne un nuovo leggero sorriso ma, questa volta, anche lui chiuse gli occhi e si lasciò scivolare contro il muro, poggiando la testa e raccogliendo, poi, le mani in grembo.
Per quelli che parvero infiniti respiri e ticchettii di orologio, il silenzio cadde opprimendo la stanza, rotto solo dalla musica della pioggia che batteva sul vetro incessante.
-A te… perché piace?-
Il primo a spaccare quel sottile vetro opaco di disagio fu Donghae.
-E a te perché?-
Ma HyukJae non parve, benché con chiaro intento scherzoso, volergli dare corda.
E Donghae lo capì al volo.
-La pioggia… lava via lo sporco.-
-Mh?-
Questa volta il maggiore sollevò un sopracciglio perplesso, si voltò completamente verso il compagno ed attese, silenzioso, che l’altro facesse leva sulle braccia per sollevarsi a sedere e portare il suo sguardo alla sua destra, lungo la parete e verso la piccola finestra che vi era su quella, prima di rispondere.
-La pioggia mi aiuta a sentirmi meno… sporco.-
Quella parola, quello “sporco” era ora uscito dalle labbra del minore già troppe volte e, sinceramente, a HyukJae non piaceva così come, specialmente, non gli era piaciuta quell’ultima frase.
Senza attendere oltre, allora, raggiunse con due dita il volto del compagno e lo costrinse a girarsi verso di lui, a guardarlo negli occhi: se poteva aiutarlo l’avrebbe fatto. Senza alcun dubbio.
-A me non sembri sporco da nessuna parte.-
E mosse la testa dell’amico verso destra e sinistra facendo scorrere il suo sguardo su ogni dettaglio del suo viso.
Ma Donghae sospirò, si liberò dalla presa che le calde dita dell’amico esercitavano su di lui e deviò nuovamente lo sguardo.
-Non fuori, HyukJae. Dentro.-
-Mh?-
-Sono sporcodentro.-
Questa volta HyukJae non riuscì ad essere composto, né tanto meno delicato, come lo era stato la prima volta: no, era inaccettabile per lui udire qualcosa di simile, anche solo pensare che Lui potesse sentirsi o considerarsi… sporco non era qualcosa di neanche considerabile.
Ecco perché, con più forza questa volta, catturò il volto di Donghae con entrambe le mani e, stringendolo tra esse, non gli permise di allontanarsi da lui neanche dopo le parole che avrebbe detto:
-Donghae, io ti conosco, e non ci vedo nulla di sporco in te.-
-Solo perché non puoi vedermi dentro.-
-Lo sai che posso.-
-No, non puoi.-
-Sì che posso.-
-No.-
-Sì-
-No.-
-Sì, Donghae! Posso eccome! E non c’è assolutamente nulla, di te, che sia sporco! Né dentro né fuori!-
Donghae sbuffò innervosito: non poteva fargliela vincere quando era lui che, chiaramente, sapeva bene di cosa stava parlando. HyukJae no.
Lui non poteva capire.
Un po’ per dispetto allora, un po’ per il puro desiderio infantile di averla vinta, si proiettò in avanti con forza, fino a liberarsi una volta ancora dalla presa di HyukJae ed incontrò le sue labbra, infrangendosi contro quella morbida e tiepida pelle proprio come, musicale, la pioggia si infrangeva sulla città baciandola senza sosta.
Non fu un bacio.
Non uno di quelli veri. Non uno di quelli con la “b” maiuscola.
Fu solo un contatto di pelle su pelle, di umido calore, di pressione forzata su un lembo di pelle senza alcuna delicatezza.
Non fu nulla.
Solo una stupida ed infantile sfida da parte di Donghae.
Solo tanta sorpresa da HyukJae.
Solo calore e sentimento.
Solo battiti di cuore per Donghae e risposte attraverso la stessa musica da parte di HyukJae.
Solo giusto epulito.
Solo questo e null’altro.
-Vedi? Sono… sporco.-
Questa volta fu il turno di HyukJae di sbuffare, tanto rumorosamente che sì, Donghae se ne sentì ferito.
-Donghae, smettila.-
-Di dire la verità?-
-Di dire assurdità.-
-Provamelo.-
-Vuoi che te lo dimostri?-
Il tono di HyukJae prese forza, volume e quasi, agli occhi di Donghae, divenne una sgridata bella e buona.
Donghae ebbe paura.
Gridò a sua volta.
-Sì! Provamelo!-
-Sei sicuro?-
-Sì, lo so-
E neanche riuscì a terminare la frase che, questa volta, furono le labbra del maggiore a posarsi sulle sue, leggere come quando il cielo calma i suoi singhiozzi e la pioggia scema, accarezzando piano ciò su cui cade.
E questa volta il bacio fu un bacio vero.
Uno di quelli in cui non servono movimenti, o lingue che lottano, o denti che sbattono per racchiudere tutta la dolcezza ed il sentimento che è celato nei cuori di chi lo scambia.
Uno di quelli che ti fa sentire bene. Tra le nuvole. In paradiso.
Ed in paradiso, se ci si pensa bene, non può esserci nulla di sporco.
-Ecco. Se-sei contento?-
Quando Donghae avvertì il freddo sulle labbra, sorpreso di non aver avvertito quel vento gelido anche prima di ricevere il calore di quel bacio, non riuscì a dire altro né con le labbra né con gli occhi, o almeno, nulla che non fosse il sincero ringraziamento verso colui che, con un gesto tanto semplice, gli aveva ridato la pace.
-Allora? Ti senti ancora… sporco?-
Azzardò HyukJae grattandosi la nuca coperta dai capelli lisci castani, imbarazzato e rosso in volto.
-O pensi che ora sia sporco anche io?-
A quelle parole la mente di Donghae reagì immediata:
-No! Tu non potresti mai esserlo!-
HyukJae gli sorrise, ancora visibilmente preda del rosso imbarazzo presente sulle sue guance.
-E neanche tu, Hae.-
La voce tremante e dolce.
-Non potresti mai essere sporco. Non per… me.-
 

La pioggia lava via tutto. Specialmente lo sporco.
Donghae lo ha sempre pensato.
Ed è per questo che la pioggia gli piace tanto.
Gli piace guardarla dalla piccola finestra della sua stanza che ora, poggiato con la testa sulla sua spalla, divide con HyukJae.
Gli piace ascoltarne il leggero suono musicale quando, unito ai battiti del cuore di HyukJae, convoglia ogni suo pensiero su di lui.
La pioggia lava via tutto. Lo ha sempre pensato.
Compresi i pensieri. Soprattutto quelli sporchi.
Ma HyukJae non èsporco e, neanche pensare a lui può esserlo.
Eppure lui si è sempre sentito sporco, proprio per quell’assurdo motivo.
Ma forse, adesso, la pioggia lo ha lavato davvero, rendendolo pulito.
O forse, più semplicemente, bastavano solo le labbra di HyukJae a farlo sentire tale.
 

 

*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*

 
 

-Yeob-
-Allora?-
-Allora cosa?-
-Ancora a guardare la pioggia?-
-No.-
(risata)Lo sapevo! A te non piace la pioggia se con te non ci sono io.-
(sbuffo)Ok ok, è vero. Contento?
-Sì.-
-Tsè!-
(Silenzio.)
-Donghae?-
-Mh?-
-Sto tornando a casa. Mi aspetti… a letto?-
(Silenzio.)
-Ne. Ma datti una mossa! Non mi piace guardare la pioggia da solo!-

 
Quando HyukJae raggiunge il dormitorio è ormai tardi: ha guidato più velocemente che poteva ma, comunque, sempre in modo coscienzioso e sicuro. La pioggia non ha smesso un solo attimo e… anche se davvero la pioggia non gli  è mai davvero dispiaciuta, ora gli piace davvero, davvero tanto, specialmente quando può ascoltare la sua musica unita ai gemiti di Donghae e guardarne il suo cadere dalla finestra della sua camera poggiato con la testa sul petto largo e muscoloso di Donghae.
Donghae.
E’ merito suo se la pioggia gli piace.
E’ colpa sua se non gli piace più guardala da solo.
Donghae…
HyukJae accelera ancora un po’, sempre nei limiti del possibile, e fissa il cappellino che il suo “amico” ha lasciato nella sua macchina durante una delle solite uscite: forse dovrebbe restituirglielo o forse, meglio, lasciarlo lì per non sentirsi solo, anche quando, come adesso, sta piovendo sulla città.
 

-Dormi?-
-Tu che dici?-
-Se lo avessi fatto mi sarei offeso.-
-Pff. Ti offendi troppo facilmente.-
Donghae sbuffa, HyukJae ridacchia; gattona sul letto e si avvicina al minore: lo guarda negli occhi penetrando la penombra della stanza, si avvicina al suo viso fino a fermarsi ad un centimetro dalle sue labbra.
 Ci soffia sopra.
E ghigna divertito quando, allontanandosi, avverte lo sbuffo di Donghae in risposta al suo gesto.
Ma HyukJae lo ignora: semplicemente se ne sta disteso sul minore facendo leva sulle braccia.
Lo guarda.
Sorride.
-Sei sporco.-
Gli dice.
E Donghae sussulta.
La pioggia copre la città.
La lava.
La pulisce.
La libera dallo sporco.
E Donghae ha, dopo molti anni, ancora quella sensazione di sbagliato addosso, specialmente ora che sente quella parola uscire dalle carnose labbra del suo HyukJae.
Volta lo sguardo leggermente ferito.
Fissa il muro.
HyukJae sorride.
Poi si cala piegando le braccia e gli lecca le labbra: fa scorrere la sua lingua lungo il sottile labbro di Donghae fino a tracciarlo tutto, da sotto a sopra. Lo assaggia e lo scalda con il suo calore, con la sua passione. Lo mordicchia appena ridacchiando nel mentre.
E Donghae sospira, chiude gli occhi e soffre ancora un po’ ma, dopo tutto questo tempo, dopo tutto ciò che l’altro ha fatto per lui, sa che non dovrebbe.
E infatti…
-Hai mangiato di nuovo il dolce al cioccolato di SungMin hyung, vero? Possibile che tu debba sporcarti sempre come un bambino?-
Donghae sbuffa.
Il suo cuore ed il suo spirito si calmano.
La pioggia, dentro di lui, si ferma.
Non c’è più nulla da pulire, ormai.
A parte la sua bocca, certo.
Con la bocca e la lingua di HyukJae. Certo.
-Idiota.-
-Sì. Forse.-
Fa’ il finto tonto HyukJae, muovendo le spalle.
-Ma tu ammetti almeno che lo fai solo per farti pulire da me.-



http://twitpic.com/chwtp9 (Tweet di Hyuk non in risposta a quello di Hae ma quello da cui ho tratto la foto)

 


Oh, beh, non ho altro da aggiungere per cui non vi tratterrò oltre :D
Voglio solo dire che sì, mi rendo conto che la struttura non è particolarmente chiara XD per cui, solo, volevo spiegarvi com'è divisa:
Il primo pezzo centrale è presente. (Una telefonata a seguito del messaggio su Twitter)
Il resto episodio passato.
La seconda parte è tutta al presente.
Detto questo, davvero, mi dileguo :)
Alla prossima

   
 
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