Letters
Ciao Sora.
Ciao...Notte,
Buonanotte...?
Non so come
iniziare questa lettera, dannazione!
Vediamo...Potrei
dirti la data, no?
Da
esattamente due ore e tredici minuti è il 30 ottobre.
Apparentemente,
nulla di così importante.
Semplicemente,
il sottoscritto non riesce a dormire.
E vorrebbe
dirti tutto ciò che la sua voce con le parole non sa dire.
O forse
potrei dirti...Dirti, poi...Tu sarai sicuramente dormendo sotto le tue calde
coperte, è ottobre, ma sai, qui fa freddo...Ed io posso solo scrivere.
Se un
giorno leggerai questa lettera notturna, sono sicura che una domanda affiorerà
alla tua mente.
Perché sono
sveglio, adesso?
Forse
perché la sveglia si è rotta e il suo naturale ticchettio non mi accompagna
più. Dev’esser stato quando ho suonato fino a tardi e non mi volevo svegliare.
Forse
quell’immenso pisolino di questo pomeriggio che era programmato per una
mezz’oretta e che è finito col durare tre ore e un quarto...
O forse
questo perpetuo ronfare proveniente dall’altra stanza.
Poveretto,
mio padre non dorme decentemente da
settimane...
Avrò delle
occhiaie spaventose.
Ma
soprattutto una domanda ti sorgerà spontanea.
Cosa vuoi,
Yamato, a quest’ora?
Già...Cosa
voglio, poi?
Non saprei
dirlo.
Tutto quel
che mi esce come risposta è un semplice volerti confessare i miei sentimenti.
Lo so, le
sento tutte quelle accuse che silenziose i tuoi occhi mi rivolgeranno.
Potresti
dirlo in faccia.
Potresti
scrivere una canzone.
Non una
stupida lettera che probabilmente non mi darai mai.
E sento
anche una leggera sorpresa.
Quali
sentimenti, Yamato?
E sai, in
questo momento mi rendo conto che non valgo granché come digiprescelto
dell’amicizia se non ho saputo discernere esattamente il momento in cui la mia
verso di te...si è lentamente trasformata in...
In amore,
Sora.
Amore.
Che parola
strana per me.
Può essere
definito amore, questo?
Tu una volta mi hai detto che se sei innamorato vedi il mondo in rosa, tutto ti
sembra meraviglioso e vorresti passare la vita solo con quella persona.
Bè...si
avvicina dannatamente a quello che sento io con te.
Solo che
non avevi parlato delle rivoluzioni dello stomaco e del cuore.
Guardo la
città, una macchia scura da questa piccola finestra sul mondo.
Tutte le
luci sono spente, tranne la luna che mi sorride dall’alto del cielo.
E...La
verità è che sono finito in un vicolo cieco.
Perché se
non mi addormento, ti sogno ad occhi aperti.
Perché se
riposo un po’, ti sogno.
E in
entrambi i casi, mi sembra di toccare così tanto il cielo che sospiro di dolore
ogni volta che mi rendo conto di essere precipitato sulla fredda terra.
Già
immagino la tua reazione, non appena ti consegnerò la lettera.
Ci metterai
ore per decifrare la mia grafia stanca ed illeggibile.
Curverai
leggermente le labbra in un sorriso.
Corrugherai
la fronte, guardandomi di tanto in tanto ed arrossendo.
Ed alla
fine, alzerai gli occhi, tremante.
Non te
l’aspetterai.
aspetterai.
, alzerai gli occhi, tremante.
in tanto ed
arrossendo.
ospiro di dolore ogni volta che mi rendo conto di essere preE nemmeno
io.
Voglio
dire, guardami.
Io, il lupo
solitario.
Io, che
litigavo col mio migliore amico.
Io, un
fratello ben lungi dall'essere perfetto.
Un semplice
ragazzo innamorato.
Innamorato.
Non avrei
mai usato questo aggettivo per descrivermi.
In sè,
contiene un'idea di debolezza, di arrendevolezza che io di natura non ho nel
mio carattere.
Che mi hai
fatto scoprire tu.
Oh, no, non
prenderla male.
Ti devo
solo dire grazie perché mi hai fatto provare sentimenti che conoscevo solo
sulla carta dei libri, sensazioni a cui mai avrei dato un nome, silenzi che
valevano più di mille discorsi, sguardi di cui non ho saputo calcolare la
preziosità..
Non fino ad
ora.
Adesso,
molte cose mi sono chiare, ed ancora di più son le cose che risultano oscure.
Sospiro,
faticando a scrivere queste tre parole.
Io ti amo.
Sono un
vigliacco a dirlo così, ma che ci vuoi fare, sono sempre stato più bravo a
cantarle, le parole.
Un altro
sospiro.
Non l'ho
neppure conclusa e gliela voglio comunque dare.
Sarò
impazzito, forse?
"Mi
dispiace, Yamato! Sora è agli allenamenti di tennis, ma dovrebbe tornare a
breve! Le dico che sei passato?"
Scuoto la testa.
"Non
si preoccupi, signora. Non è poi così importante."
La madre di
Sora chiude cortesemente la porta.
Uffa.
Quell'unica
volta che ho raccolto il mio coraggio, lei non c'è.
Dev'esser
destino.
Il tramonto
tinge Tokyo di un cremisi sfavillante, ed io girovago per un parco nei pressi
di casa Takenouchi.
Non è così
male, riflettere su un'altalena illuminato dal sole morente.
Specialmente
quando sei grande, ed i bambini non ti contendono il territorio.
"Yamato,
cosa ci fai qui?"
Ecco.
Neanche in
un film.
Ma, d'altronde,
lo sapevo, altrimenti non avrei mai scelto un parco vicino casa tua, no?
"Ti
dovevo consegnare una cosa."
Mi copro
gli occhi per guardarti meglio, sudata, accalorata, nella tua tuta da tennis e
vagamente preoccupata.
Comunque
sempre tu.
"Oh, è
grave?"
"No." ribatto sorpreso.
Spero.
"Non
si direbbe, hai una faccia!"
Sorridi.
Grazie al
cielo c'è il sole che rende tutto rosso, altrimenti ti accorgeresti della
gradazione porpora delle mie guance.
"Ah,
no, tranquilla. E' semplicemente una lettera."
"Per me?"
Annuisco piano.
Rivedo
tutte le fasi che ho predetto in quel pezzo di carta.
"Cosa
c'è scritto qui?"
Decifri la
mia calligrafia.
"Sveglia"
rispondo quasi indifferente.
C'è gente
che mi odierebbe.
Eppure
riesco a controllarmi.
Sorridi.
Mi guardi
spaurita.
Poi finisci
di leggere.
"...Ebbene?"
sussurro, piano.
Questo non
c'era nelle mie elucubrazioni.
Questo
silenzio condensato di ansia.
"Ebbene?!"ripeti,
finalmente fissandomi.
Ti accasci
sull'altalena, ed io compio esattamente il movimento contrario.
"Sì,
ebbene?"
"Yamato...Sei
totalmente uscito di senno?!"
Ti prendi
la testa tra le mani, quasi volessi far uscire un pensiero doloroso.
"No.
Io le provo davvero...queste...queste cose."
Deglutisco.
"Perchè
non me l'hai mai detto prima?"
"Non avevo il coraggio."
Ti ergi
sull'altalena, costringendomi a guardarti dal basso verso l'alto.
Cosa c'è,
Sora?
Forse...Non
mi vuoi?
"Ed
ora, cos'è che ti spinge a scrivere queste cose? L'insonnia?"
"Anche."
"Almeno
le obiezioni le hai azzeccate."
Fai una piccola smorfia.
Poi noto,
nella luce crepuscolare, che le tue guance sono arrossate e che i tuoi occhi
sono lucidi.
"Cos'hai?"
mi ritrovo a chiedere.
"Cos'ho?
Torno dagli allenamenti, ti incontro, mi fai leggere una lettera d'amore
scritta alle tre di notte! Quando pensavo che tu mi odiassi!"
Piccole stille salate incominciano ad incorniciarti il viso.
"Non
ho mai detto di odiarti..." comincio, sentendomi improvvisamente un povero
folle.
"L-lo
so, non me l'hai mai detto chiaramente, ma...Pensavo che
quell'indifferenza..."
"Sora, io sono indifferente con tutti."
La mia mano inizia ad asciugarle le lacrime.
Le cose
stanno prendendo una piaga insolita e tu, tu mi appari così fragile.
Sorridi
piano.
"Mi
ami davvero?"
Una di
quelle domande che la gente non dovrebbe mai porre, per evitare le tachicardie.
Sento il
cuore che non ce la fa più ad aspettare.
E il palato
bloccato.
Cavolo,
sono due lettere.
Due!
Prendo
fiato, respiro, osservando i bambini che ci spiano.
"Sì."
Tu sembri
soppesare le mie parole.
Ho detto
che ti amo.
"Sì,
ti amo." ripeto.
"Ti
sei arreso." constati dolcemente, sfiorandomi la mano.
Ti stringo
a me, anche se ora la sproporzione è evidente.
"Wow,
sono più alta di te."ridi.
Poi mormori
piano: "Perchè non l'hai finita?"
"Non...Non sapevo cosa scrivere."
"Mi sembrava che tu non lo sapessi fin dall'inizio della lettera."
Ridi.
Ti amo.
Ti amo, ti
amo, ti amo!
E non
smetterei di gridarlo.
"Guarda
che aspetto una risposta." replico, sommessamente divertito.
Tu mi
accarezzi una guancia, guardandomi ancora negli occhi.
"...Un
bacio ti basta?"
"Oh
no. Non solo uno."
E mentre mi baci so che la mia richiesta verrà esaudita.
Semplicissima
oneshot per la mia tesora!!! Memi tvb!! Augurissimi per il tuo complex...Teso,
in realtà, questa fic è troppo dolce e smielata, quindi se non ti piace, non fa
assolutamente niente...!XD è che è stata scritta di getto, quindi non so fino a
che punto sia bella...Ma dopotutto è il pensiero che conta, vero?
HikariKanna