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Autore: R Artemis    10/04/2013    2 recensioni
Angeli e demoni. L'eterno conflitto tra bene e male. Ma chi ha deciso cos'è il bene e cos'è il male?
L'amore, puro sentimento umano, è bene o male?
Gwen, protagonista di un mondo più grande di lei, non sa trovare risposta a ciò.
Entrambe le fazioni sembrano opporsi a lei e ad un batterista che entra nel suo mondo per caso.
Che lo scontro abbia inizio.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'uomo davanti a lui indossava una giacca e pantaloni rossi, con strisce fosforescenti, e un caschetto legato intorno alla testa. 
Jared guardava il pompiere con aria di sfida, ma questo non sembrò turbarlo. "Sono entrati pompieri lì dentro, troveranno suo fratello e lo tireranno fuori."
"Sono entrati dieci minuti fa! Non c'è neanche un incendio, chi cazzo ha fatto scattare l'allarme?" Jared quasi urlava a quel povero pompiere, la voce piena di ira che nascondeva paura e disperazione. "Ad ogni modo, devo andare a cercare mio fratello!" 
"Io vengo com te" Tomo arrivò da dietro, mano nella mano con la moglie.
"Non posso farvi passare, signori, mi dispiace." L'uomo in divisa era fermo e serio, del tutto intenzionato a non cedere a nulla. 
"Ma.." il cantante era proto a ribattere quando intravide una figura uscire dall'hotel, e non indossava quella di divisa rossa che iniziava a non sopportare, ma teneva sottobraccio una donna. "Oh, è arrivato il signorino." riconoscendo il fratello in quella figura che ora si era fermata a parlare con i pompieri davanti all'edificio. Jared sorpassò l'uomo davanti a lui con decisione per raggiungere Shannon. 
"Dove sei stato? Ma dico..sei impazzito! Cosa è successo? Mi hai fatto spaventare.." il minore aveva iniziato con il suo tono più canzonatorio possibile, ma era finito con il sussurrare, vedendo l'espressione sul viso del fratello. Sembrava devastato, come se avesse appena perso una battaglia. E infatti sulla giacca c'erano strane macchie che sembravano..sangue.
"Cosa.."
"Lascia stare. Torniamo a casa, ti prego." disse solo, lasciando un ultimo sguardo a Melissa, che era uscita dall'hotel con lui, decisamente sconvolta dopo i recenti avvenimenti, e poi al palazzo dove sapeva si trovava lei, la sua Gwen. 
Jared annuì semplicemente, percependo che non avrebbe ottenuto nessuna risposta da Shannon così. Aveva solo bisogno di un po' di risposo. "Andiamo a casa"
 
 
Il sole stava tramontando e le sue luci disegnavano ombre sul volte di Gwen, intenta ad osservare lo spettacolo. Sotto di loro si estendeva l'angelica città di Los Angeles, ancora in movimento nonostante l'ora. Da lassù vedeva l'irrefrenabile traffico per le strade, gruppi di ragazzi andare in giro per negozi, coppie tenersi per mano..esseri umani che vivevano la loro vita, la loro mortale, ma vera vita. Vedeva le dolci acque del mare, le piccole onde che si scagliavano contro la spiaggia e la profondità di quel blu, in lontananza, che si rispecchiava nei suoi occhi.. 
Vedeva quegli occhi, quello sguardo puntato all'orizzonte, perso e sognante. Non conosceva quello sguardo, non quella particolare sfumatura che i suoi occhi avevano assunto, ma capì di cosa si trattava. 
Osservò il corpo esile ma abile della ragazza al suo fianco, seduta sul cornicione del tetto di uno dei palazzi più alti della città, le gambe dondolanti nel vuoto, i capelli sciolti mossi delicatamente dalla leggera brezza di quella sera.
Le sue ali erano rinchiuse nel suo corpo, a differenza di lui che le teneva ancora libere: candide come la neve, sembravano stagliarsi sulla città. 
Restavano spesso in quel posto ad ammirare il tramonto e ad aspettare l'oscurità, ma quella sera c'era qualcosa di diverso. 
"Non hai ancora spiaccicato parola, mio caro loquace Matt, non è da te! Cosa succede?" 
La dolce voce della ragazza lo riportò sulla terra. Si riscosse e le sorrise. "Pensavo.."
"Mille parole tutte rinchiuse nella tua testa..potresti esplodere, sai?" un piccolo sorriso si allargò anche sul suo volto. "Dai, sputa fuori tutto." 
"L'altra sera sei stata davvero brava." rispose, ed era vero, lo era stata. Non era questo a tartassare la sua mente, ma ci andava vicino. Ripensò a quando lei era scappata da quella stanza per affrontare le bestie da sola, al terrore che lo aveva invaso. Ma lui doveva proteggere Melissa, e così fece, quando una di quelle bestie si presentò davanti alla loro stanza e lui, con un'abile mossa, gli tagliò la gola. Melissa era salva, ma Gwen? Sentiva che qualcosa non andava, e infatti appena tornò giù, nell'atrio, vide Crowley con il suo ostaggio..l'umano. Quell'umano. L'abbraccio e poi quel bacio che si erano dati subito dopo la liberazione dal demone bastò a Matt per capire i sentimenti della ragazza. Era tutto vero. L'amore della profezia era vero. Tutto stava seguendo quel disegno. Avrebbe avuto la forza di impedirlo? 
"Non mi freghi. Cosa c'è in quella testa?"
L'angelo abbassò lo sguardo e trovò l'oceano. "I tuoi occhi sono un libro aperto. Questo ora non è il tuo posto, dovresti stare con lui." 
Gwen non nascose lo stupore nel sentire quelle parole. Lui. "Non posso." rispose infine, dopo un istante interminabile. "Questa è la mia casa, ho un lavoro da svolgere qui, con te." 
Matt sorrise e riportò lo sguardo sulla ragazza. La conosceva dalla sua nascita, ma ogni volta che la guardava negli occhi, la sua mente lo riportava a sua madre. Quella bellezza straordinaria, quella caparbietà, quell'abilità nel combattere..quel ricordo lo feriva ancora, dopo tutti quegli anni. Era stata come una sorella per lui..ma l'amava, l'amava con tutto se stesso e aveva giurato di crescere sua figlia e di farla vivere, vivere per davvero. "Da giorni ormai ci sono solo piccoli demoni in giro..nulla che non possa combattere da solo per un po'."
"Ma..sai che non posso..la profezia.."
"Non lasciare che qualche profezia ti rubi la vita." e avrebbe tanto voluto credere alle sue stesse parole. Lei non sapeva tutta la profezia, Arianne aveva taciuto una parte di essa. Ma non avrebbe impedito a Gwen di vivere, di amare. Stava sbagliando? Forse, ma vedere quella sofferenza nei suoi occhi, ogni giorno che restava lontana da quell'umano, lo distruggeva. "Và da lui."
 
 
Toccò il suolo con le punte dei piedi, silenziosamente. Era notte fonda ormai, ma non voleva far nessun rumore. 
Era in piedi, vicino alla piscina. Abbassò lo sguardo e vide il suo riflesso nell'acqua limpida ed immobile. Una ragazza le restituiva lo sguardo, lunghi capelli le ricadevano sulla schiena, qualche ciocca davanti agli intensi occhi blu, una maglietta larga ed un paio di jeans stretti..una ragazza come tutte le altre, se non fosse stato per le ali che le spuntavano da dietro la schiena, maestose e potenti. Osservò il riflesso delle piume rosse e bianche sull'acqua..oh no, lei non era come tutte le altre. Lei era diversa. 
Con la punta del piede sfiorò quello specchio d'acqua creando piccole onde e distruggendo così il suo riflesso, raggiunse la porta finestra che dava accesso alla casa, mentre ritirava quelle ali dentro di sé. 
Come pensava, era aperto. Sorrise ed entrò, ritrovandosi in sala. 
Si aspettava..cosa si aspettava? Di trovarlo lì, ad aspettarla? Un brivido le passò dietro la schiena e pensò per un attimo di andarsene, semplicemente di uscire di nuovo da quella porta e volare via..
Si guardò intorno, qualche coperta sul divano, le bacchette sul tavolino di fronte, un iPod con accanto le cuffie.. Ma nessun altro nella stanza.
Cercò di percepire qualche suono, qualche movimento, ma la casa sembrava deserta. Quando poi sentì piccoli passi dirigersi verso la stanza. Non era il passo di un uomo ma..certo, un cane. Vide entrare il piccolo Sky e correre verso di lei, con la lingua che gli penzolava fuori dalla bocca, ansimando. 
"Ehi mio piccolo amico.." sussurrò la ragazza, accarezzando la pancia del cane che si era subito sdraiato aspettando le sue coccole. "è bello rivederti. Il tuo padrone non c'è, vero?" Sky aveva ormai un'espressione di assoluta felicità sul viso, mentre la sua coda scodinzolava ovunque. "Pensi sia stata la decisione migliore restare? Che ne dici di aspettarlo fuori?" propose, e il piccolo cucciolo, come se l'avesse capita, si alzò e si diresse verso la porta finestra da cui Gwen era entrata poco prima. Lei sorrise e, stupita, lo raggiunse. Non era la prima volta che un animale sembrasse come..risponderle.
Entrambi uscirono e lei si richiuse la porta alle spalle. Il cucciolo era intento a girare intorno da solo cercando di mordere la sua stessa coda. 
"Sei molto astuto, piccolo mio" 
Gwen si guardò intorno, cercando una buona sistemazione, poi optò per il pavimento. Si sdraiò lì, al fianco della piscina, il suono e il profumo dell'acqua e del cloro che le facevano compagnia. Sky si era ora sistemato al suo fianco, sdraiato anche lui e rannicchiato vicino a lei, con la testa poggiata sulla sua pancia. 
Un milione di stelle li sovrastava, avvolte da una fitta oscurità. La luna era coperta in parte dalle nuvole, solo una piccola parte era visibile, ma la coltre scura si muoveva come seguendo lo sguardo della ragazza, rivelando ogni volta diverse zone di quel corpo celeste che tanto ammirava. Aveva passato molte delle sue notti così, sul tetto di qualche edificio ad osservare il cielo, la massa di tenebre che si stendeva sopra di lei, sopra tutti loro. E quei piccoli corpi luminosi che la facevano sognare, ognuno con la propria storia, ognuno con il proprio gruppo di stelle. 
"La stella polare..lei c'è sempre." sussurrò, mentre accarezzata la testa del cucciolo. "E quelle..Andromeda. La sua storia è un mito..Andromeda era la bellissima figlia del re di Etiopia: Cefeo. Un giorno, la madre della ragazza, Cassiopea, si proclamò più bella delle Nereidi, le ninfe del mare, tra cui Anfitrite, la moglie di Poseidone, il dio del mare. Il dio, convinto dalla moglie, mandò un mostro per punire e devastare le coste dell'Etiopia. Cefeo, disperato, si recò dall'Oracolo per sapere come allontanare il mostro, e questo gli rispose che l'unico modo per porre fine alle devastazioni, era sacrificare sua figlia, la principessa Andromeda, al mostro. Il padre accettò, pur di salvare il suo paese, così la ragazza venne incatenata ad uno scoglio in attesa della sua fine. Fu allora che Perseo, di ritorno dalla sua impresa contro Medusa, capitò da quelle parti ed il suo cuore venne rapito dall'ingenua bellezza della ragazza. " Gwen si fermò un attimo ricordando quando molti anni, forse secoli prima, Matt le aveva raccontato la stessa storia. Ne era rimasta così affascinata che ci pensava ogni volta che alzavo lo sguardo verso il cielo notturno, cercava quella costellazione. "Inizialmente, Andromeda, molto timida, non osò rivolgergli nemmeno uno sguardo, ma alla fine raccontò al giovane la sua storia. Appena il mostro spuntò dall'acqua per uccidere la ragazza, Perseo lo trafisse con la sua spada. I due giovani si sposarono, ma dovettero affrontare anche l'inganno della geloca Cassiopea, prima di vivere finalmente felici e innamorati, insieme, in Grecia."
Una voce la riportò sulla terra, lontano dai miti. "Non conoscevo tutta la storia..un amore a lieto fine.." Riconobbe quel suono un po' roco, ma penetrante, sensuale e dolce. Si voltò e vide Shannon appoggiato alla parete, braccia conserte, osservarla intensamente con un dolce sorriso sul volto. 
Non l'aveva sentito arrivare, non aveva percepito i suoi passi, il loro suono..era così persa nella sua mente.. 
"Direi che hai un problema di sicurezza. Dovresti chiudere le porte e..il tuo cane non dovrebbe correre incontro agli intrusi scodinzolando e implorando grattini sulla pancia." rispose, lo stesso sorriso sul suo viso. 
"Se l'intruso sei tu, sono felice di avere questi problemi di sicurezza."
"Dovresti essere più prudente.." ribatté la ragazza, che ora era poggiata su un fianco, un braccio piegato con la mano tra i capelli, e osservava dolcemente l'uomo. 
Lui annuì e poi le sorrise "La porta era aperta per te, aspettavo te e..ora sei qui. Sei con me..sei tornata da me"
"Tornerò sempre da te, era una promessa."
  
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