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Autore: Tsukino Chan    30/10/2007    4 recensioni
Ash Ketchum, originario di Pallet Town, di 25 anni, single e master di pokemon, non pensò di rifiutare nemmeno per un secondo l’offerta dell’amico, e muovendosi a proprio agio non solo versò un’abbondante bicchiere di the ma si servì anche di un’ottima fetta di torta.
-Allora- chiese masticando un pezzo dell’ottimo dolce- cos’è che dovevi farmi vedere?- -Lì sul tavolo.- Disse Brock osservando in controluce il contenuto di una provetta.- Mi sono arrivati l’altro giorno.-
Sul ripiano tra pokeball incrinate, post-it ormai illeggibili e attrezzi da lavoro spiccava un paio di guanti blu scuro. Ash li prese in mano per guardarli meglio; erano molto simili ad un normalissimo paio di guanti senza dita, tranne che per una strana pellicola trasparente sul palmo, dove normalmente ci si sarebbe aspettati della comune stoffa, e per la strana sensazione che offrivano al tatto.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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PORTAL TECHNOLOGY

PORTAL TECHNOLOGY

Experiment n#1

 

La porta s’aprì cigolando sui cardini arrugginiti, lasciando abbastanza spazio affinché una testa dalla disordinata capigliatura potesse farne capolino.

-Brock, io entro.-

Un giovane uomo chino su un tavolo da lavoro agitò la mano guantata invitando l’ospite ad entrare; non dimostrava più di trentenni, con la castana chioma domata ed una bella doccia per lavar via la fuliggine dal volto lo si sarebbe potuto definire bello; non di una bellezza accecante, da rivista satinata, piuttosto un’armonia di lineamenti squadrati, specchi di dolci espressioni.

L’ospite, decisamente più giovane, rifletteva appieno la definizione di ragazzo carino; nonostante avesse ormai abbandonato l’adolescenza, manteneva nei tratti del viso un’espressione fanciullesca, quasi a voler mostrare anche all’esterno il suo animo candido, principalmente ingenuo, mai intaccato dalle lunghe peregrinazioni per il mondo.

-Arrivo subito Ash. Dovrebbe esserci del the freddo in frigo, serviti pure. -

Ash Ketchum, originario di Pallet Town, di 25 anni, single e master di pokemon, non pensò di rifiutare nemmeno per un secondo l’offerta dell’amico, e muovendosi a proprio agio non solo versò un’abbondante bicchiere di the ma si servì anche di un’ottima fetta di torta.

-Allora- chiese masticando un pezzo dell’ottimo dolce- cos’è che dovevi farmi vedere?-

-Lì sul tavolo.- Disse Brock osservando in controluce il contenuto di una provetta.- Mi sono arrivati l’altro giorno.-

Sul ripiano tra pokeball incrinate, post-it ormai illeggibili e attrezzi da lavoro spiccava un paio di guanti blu scuro.

Ash li prese in mano per guardarli meglio; erano molto simili ad un normalissimo paio di guanti senza dita, tranne che per una strana pellicola trasparente sul palmo, dove normalmente ci si sarebbe aspettati della comune stoffa, e per la strana sensazione che offrivano al tatto.

-Cosa avrebbero di speciale questi guanti? Hanno una stoffa strana, cos’altro c’è di spettacolare?-

-Indossali.- Suggerì Brock all’amico, mentre un sorriso gli increspava le labbra.

Scuotendo la testa Ash liberò le mani dai vecchi guanti, per poi indossare svogliatamente il nuovo paio. Finito di sistemarli la minuscola cinghia sul polso si strinse automaticamente, facendoli aderire sulle mani di Ash alla perfezione.

-Diavolo.. Brock! Non si tolgono!- disse Ash tentando invano di sfilarseli dalle mani.

L’amico si mise a ridere sguaiatamente, la testa appoggiata allo schienale della sedia.

-Brock! Non c’è nulla da ridere.-

Asciugandosi una lacrima l’uomo si voltò verso l’ospite.

-Calmo, calmo. È normale che facciano così. Per toglierli basta usarli una volta. -alzò le mani, mostrando su di esse un paio di guanti simili, solo color sabbia- Usciamo in giardino che ti spiego.- disse anticipando l’infinita serie di domande.

Ash lo seguì, intervallando domande sulla sanità mentale dell’amico con epiteti  mirati a minarne ogni parte del corpo.

 

Nel  giardino, o per meglio dire, nella foresta pluviale, sotto il torrido sole estivo li aspettava all’ombra di un melo una palla gialla a strisce nere. Man mano che i due gli si avvicinarono alla palla spuntarono due orecchie sottili, due guanciotte rosse ed una coda a forma di saetta: il fido Pikachu di Ash.

Il topo elettrico salutò i due umani senza troppo entusiasmo, esaurito dalla calura.

Quando finalmente Brock si fermò, Ash gli aveva augurato almeno una ventina di malattie diverse, consigliandogli contemporaneamente di farsi visitare da uno psicologo, un esorcista e magari anche da un esperto in vodoo.

-Per prima cosa devi far combaciare i palmi delle mani, uno ruotato di novanta gradi rispetto all’altro.- spiegò Brock mostrando i movimenti.- Poi  sempre tendo le due mani unite, stendi le braccia verso il masso qui di fronte.-

-Brock, non voglio lezioni di yoga. Spiegami solo come fare a togliermi questi guanti prima che venga li e li usi per strozzarti.-

L’uomo alzò un sopracciglio infastidito.- Guarda che ti sto già spiegando che fare.-

Sbuffando Ash eseguì le istruzioni.

-Ok fatto. Adesso?-

-Ora è la parte più difficile. Fai eseguire a Pikachu una coda acciaio e nel momento in cui sta per sferrare il colpo, stacca le mani e volgi i palmi verso il masso.-.

Ash guardò il compagno di tante avventure chiedendosi veramente se fosse ammattito di brutto, certo la fine della storia con Laisa era stato un brutto colpo, ma da lì a perder completamente la testa ne correva d’acqua sotto i ponti.

Comunque sperando che ancora un barlume d’intelletto risiedesse  nella mente dell’amico, chiamò il topo elettrico, chiedendogli un piccolo sforzo.

-Pikachu, Coda acciaio!-

Quando la coda del pokemon stava per toccare il terreno, il giovane staccò le mani, puntando i palmi verso il masso; tutto accadde in pochi attimi: tra i palmi di Ash si formò una specie di ovale inconsistente, da cui fuoriuscì la potenza del colpo del pokemon, che andò ad abbattersi contro il masso sbriciolandolo.

Il ragazzo rimase ad osservare a bocca aperta le schegge sparse per il terreno, sposando ogni tanto lo sguardo verso le proprie mani.

La poderosa manata di Brock sulla schiena lo fece rinsavire.

-Ash, sono lieto d’informarti che sei stato uno dei primi a poter provare con mano la Portal Technology.-

 

 

 

Experiment succeed

 

 

 

 

Next stage:

Experiment n#2;

Explanation and Inducement.

  
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