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Autore: Una Certa Ragazza    10/04/2013    3 recensioni
Una raccolta di poesie concentrata sul mio rapporto (o i miei rapporti?) con la scrittura, la letteratura e, più in generale, con "il raccontare". Dal momento che sono aspetti dell'esistenza inestricabilmente legati con la mia vita, si può dire che, a loro modo, queste poesie parlino della vita. Forse. Sì, insomma, speriamo.
Il titolo è la risposta ad una raccolta di poesie di Bukowski che si intitola "E così vorresti fare lo scrittore?"
questa raccolta fa parte della serie "I souvenir del viaggio"
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I souvenir del viaggio'
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Ciao a tutti! Sono successe tante cose da quando ho aggiornato l'ultima volta, molte delle quali sono curiose e affascinanti ma dovranno aspettare un'altra sede.
Certo è che il quinto elemento, la sfiga, è sempre con me, ma per ora tutto sommato è una sfiga bella: grazie ad essa ho sempre un sacco di cose da raccontare, e di sicuro non mi annoio mai.
Lasciando questi discorsi poco significativi, avverto qui, come già fatto da altre parti, che ho finalmente concluso la mia prima multicapitolo (grazie al cavolo, era una raccolta di drabbles!) e ho iniziato a pubblicare un romanzo su EFP. Però ora la smetto di essere noiosa e di fare pubblicità gratuita perché ho rotto le scatole persino a me stessa, fate voi.
Peace and love a tutti quanti, anche se la Juve è stata eliminata dalla Champions.

NOTA al TITOLO: Myricae è anche una raccolta di poesie di Pascoli. In latino indica quelle pianticelle apparentemente insulse che si arrampicano sui muri delle case, e propio per questo ha - nel caso di Pascoli, di cui io sono solo una banale citazione - assunto il significato di "cosa di poco conto". Come a dire, la dignità delle cose semplici.






Myricae e vastità

 

Perché ti devo dire che poesia

È solo traccia scura sulla strada

È solo una parola sopra il vuoto

Che per un attimo ricorda che c’è un senso?

Poesia di certo è questo eppure è poco

Perché è profumo e ciottolo, è conchiglia

È pianticella piccola, è titano.

Perché devo decidere che il mondo

Sta tutto in una scatola da scarpe

Oppure è spazio solo del sublime

Si guarda da lontano in mezzo a un tuono?

Del mondo sono i grandi sentimenti,

La luce ed il ricordo di un’estate

La polvere su un viso e l’infinito.

Voglio spiar dal buco della porta

E allontanarmi e diventar distante.

Non posso rinnegare il mio sentire.

Pensare come posso da me stessa

Ma mentre annoto il vivere

Da sola porsi limiti, nessuno.

   
 
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