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Autore: niallhugmeplease    11/04/2013    5 recensioni
3 anni di sofferenza sono già abbastanza per una ragazza come me. Quando ero sola in camera fingevo di guardare i documentari, mi mettevo in un angolo, appoggiavo le spalle al muro e lasciavo scivolare tutto il mio dolore in una, due, tre, innumerevoli lacrime. Distendevo le gambe sul freddo pavimento e aprivo il cassetto del comodino che stava di fianco a m e guardavo il suo contenuto. C’era sempre qualcosa che mi rendeva.. indifferente, o solo più libera da quello che mi succedeva. Ma non ero libera, in realtà ero solo la schiava di quell’oggetto che mi provocava un dolce dolore che non poteva paragonarsi al dolore di un pugno, o di un calcio. Era la migliore eroina per me, era peggio di qualunque vizio, peggio del fumo e di qualsiasi droga.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: Nonsense | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Ero in quel bagno da un’ora e mia madre continuava ad incitarmi ad uscire ma facevo finta che la sua voce stridula non tuonasse nelle mie orecchie.
 Avevo scritto una lettera, lettera che spiegava i motivi per cui io volessi morire,perché proprio adesso.  
Speravo così tanto in una morte veloce e indolore da tempo.



Cara Mamma,
ho scritto io tuo nome in maiuscolo perché sei stata davvero importante per me, so che adesso crederai che questo sta succedendo perché non sei stata una mamma perfetta, ma ti sbagli. Io credo che tu sappia bene che nel profondo, nella parte più nascosta di me non è realmente così.
Ti sei sempre occupata di me ma forse non sei stata molto attenta, ma non importa, sarò più felice adesso, e una mamma vuole solo la felicità della figlia, vero?
Quando tu eri a casa, o a lavoro, o a fare la spesa, io, mi ritrovavo nei corridoi della scuola. Certe volte piangevo, altre sorridevo, ma non credo fossero sorrisi genuini e sinceri.
Piangevo
Tutte le volte che i ragazzi più grandi mi prendevano in giro per la mia statura, le mie forme, la mia voglia di apprendere e i miei occhiali. Non credevo e non ho mai creduto che io fossi abbastanza per qualcuno in qualsiasi cosa, anche nello studio. Non si limitavano solo alle parole, quando mi trovavo da sola o senza nessuno intorno, mi spingevano. Dalla spinta passavano allo schiaffo o ad un pugno. Più volte, fino a che non ero distesa per terra , senza speranza. Ridacchiavano, loro si divertivano a farmi del male, ne erano felici. Se la prendevano con quelli più deboli, perché loro erano forti. Ma io, io non mi sono mai divertita.

3 anni di sofferenza sono già abbastanza per una ragazza come me. Quando ero sola in camera fingevo di guardare i documentari, mi mettevo in un angolo, appoggiavo le spalle al muro e lasciavo scivolare tutto il mio dolore in una, due, tre, innumerevoli lacrime. Distendevo le gambe sul freddo pavimento e aprivo il cassetto del comodino che stava di fianco a m e guardavo il suo contenuto. C’era sempre qualcosa che mi rendeva.. indifferente, o solo più libera da quello che mi succedeva. Ma non ero libera, in realtà ero solo la schiava di quell’oggetto che mi provocava un dolce dolore che non poteva paragonarsi al dolore di un pugno, o di un calcio. Era la migliore eroina per me, era peggio di qualunque vizio, peggio del fumo e di qualsiasi droga.
Immaginavo la mia vita più bella, colorata, spensierata. Mi immaginavo bella, bionda, alta, molto alta. Volevo essere alla moda e “famosa”. Ma non lo ero. Erano solo illusioni che la mia piccola mente produceva. Tutto quello che ero è Demetria, una ragazza studiosa, triste e FRAGILE. Fragile non solo agli occhi degli altri ma anche ai suoi.  Mi sentivo come carta. Qualcosa molto facile da rompere, frantumare, strappare, fare in pezzi. Tutto ciò che mi circondava era migliore di me, anche le semplici carte fredde e arrotolate in quei marciapiedi.
Ho sempre preso l’autobus per tornare a casa per paura che qualcuno potesse seguirmi fino a casa e nel tragitto potesse frantumare e fare in pezzi quella carta. Ricordo l’unica volta che dovetti tornare a casa a piedi perché avevo perso l’ultimo bus. Un ragazzo mi seguiva, sentivo i suoi passi lenti dietro di me che si facevano più vicini da quando ero uscita da scuola. Avevo paura, tremavo come solo le foglie in autunno sanno fare. Mi girai solo una volta troppo velocemente per vedere il suo viso. Non riusciii a scolpire bene il suo viso nella mia mente. Portai subito il mio sguardo per terra mentre la paura che il ragazzo potesse picchiami mi rodeva dentro e percorreva tutto il mio corpo. Come un batterio che distrugge tutto quello che incontra.  Ormai aveva cominciato a correre verso di me, sentivo i suoi passi sempre più veloci, uno dopo l’altro. Non sapevo che fare. Mi misi a correre anche io e lui urlò il mio nome. Mi fermai di scatto e anche lui si fermò. Non guardavo verso di lui ma sentivo i suoi occhi su di me.
“Demetria” disse più piano. Mi voltai.
Un ragazzo dagli occhi color nocciola che spiccavano in quel viso dal colore tenue. Le sopracciglia folte che gli incorniciavano gli occhi. I capelli di un biondo scuro e le labbra rosee che sembravano quasi truccate, come se avesse il lucida labbra.
“Hai dimenticato la giacca e volevo dartela.” Disse con un piccolo sorriso e faceva scorgere appena una curva sul suo viso.
“Perché non lo dicevi prima? Ero spaventata.” Si avvicinò e mi porse la giacca. “Grazie” dissi io allontanandomi da lui.
“Sono  Justin comunque, piacere.”Ero ormai di spalle quando sentii quelle parole. Mi fermai per l’ennesima volta “Demetria.”
Continuai per la mia strada mentre lui era ancora lì.
Cara Mamma, sai bene che fino ad ora io e Justin non abbiamo mai litigato e siamo migliori amici da un bel po’ di tempo. Lui mi aiuta sempre e riesce a ritrovare nei miei sguardi la tristezza che provo, ma lui non sa e non sapeva quello che facevo al mio corpo, quello che faccio.  Lui è il mio angelo custode. E’ l’unico che mi accetta per quello che sono, ma io non mi sento comunque abbastanza.  Ti prego abbi cura di lui, ci tengo tanto. La tua piccola Demi. 















 

angolo scrittrice 
cieeeo questa è la mia nuova ff 
parla di demi e come avete notato uno dei protagonisti è Justin 
non avevo pensato di inserire demi come protagonista ma scrivendo pensavo che questo ruolo si sarebbe adattato meglio a lei che a qualsiasi altra.
cooomunque. so che questo capitolo è un po' corto. sorratemi. gli altri saranno decisamente più lunghi.

continuerò solo a 10 recensioni
quinidi se vi piace vi prego di recensire.. byee :)
su twitter sono @loveslikeasong per qualsiasi cosa chiedete ;)

link: https://twitter.com/loveselikeasong

  
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