La serata è iniziata normalmente, a casa di qualcuno con cibo, alcool, le solite liti per la musica. Le ragazze stasera vogliono ballare, non è la serata giusta per mettere De André.
Si fa i cretini come sempre, con mosse tamarre da discoteca, ballando in cerchio in mezzo al salotto, con in mano sigaretta e rum. A un certo punto si spengono le luci, la stanza minuscola diventa un po’ una discoteca per davvero: Alcuni sullo specchio della porta della cucina per girare una sigaretta alla luce, altri seduti sul divano che cercano sul computer la prossima canzone da far partire. Adesso il fermento dell’inizio è sparito, chi balla non ha più l’agitazione di prima addosso: lui la vede ballare con le altre e si avvicina.
 
Ha i capelli scuri che le scendono su una spalla raccolti in una treccia, il maglione verde smeraldo è l’unica nota di colore sopra a gonna, calze e stivaletti neri. Arrivando da dietro le ruba il bicchiere di mano, dando un sorso e sorridendo quando lei si gira indispettita, la treccia che ricade sulla nuca a causa del movimento improvviso, il profumo dello shampoo fortissimo. Il momento in cui allunga il braccio per avere il bicchiere è lo stesso in cui lui con un ghigno le mette una mano sul fianco e la invita a ballare con lui, scherzando sul fatto che le donne non dovrebbero bere, le fa apparire meno “principessa in difficoltà”. Lei ride, lo asseconda, gli toglie il bicchiere dalle mani e sfrontatamente lo vuota prima di appoggiarlo sul tavolo, affermando di essere completamente sobria.
 
Ballano, chiacchierano, sicuri entrambi che non ci sia nessun significato dietro ai loro gesti, d’altronde l’hanno già fatto migliaia di volte, sia in compagnia degli altri che senza nessun altro, ma man mano che la canzone va avanti spariscono i sorrisi e le battute, le loro espressioni incredibilmente serie,
 
questa volta non ha niente a che fare con tutte le altre,
 
i loro amici di una vita lontani,
 
 non mi sono mai sentito così,
 
le mani di lui sui suoi fianchi,
 
o la va o la spacca, da qui non si torna indietro,
 
 la migliore amica di lei che di certo non è cieca all’avvenimento che se la ride in un angolo,
 
non mi sentirò mai più così.
 
 I migliori momenti nella vita vengono sempre interrotti nel modo meno opportuno, e in questa particolare situazione ci pensano un ballo di gruppo e un amico che forse ha bevuto troppo a attirare la loro attenzione; il momento volato via, la magia sparita. La serata continua senza che loro parlino più.
 
 
Alle due, sul marciapiede, ridono un po’ brilli della serata, lei ha il casco già in testa ed è seduta sul motorino, lui si sta facendo promettere di avvertirlo tornata a casa sana e salva.
E’ vero che l’alcool inibisce la visione periferica e il senso della profondità, perché la buonanotte sulla guancia finisce per sbaglio, o forse no, sulle labbra, e nessuno dei due dice niente: sulla scia del ballo, si abbracciano attraverso maglioni, cappotti, sciarpe, a lungo e senza farsi domande.  Per quelle c’è tempo domani. 



NOTE DELL'AUTRICE: Sto pensando di cominciare una serie di storie su questa riga, mi recensite con le vostre opinioni? Grazie grazie grazie :)

-Chiara