Sai cosa c'è?

Mi sono stancata...

Sono arrabbiata, incazzata...

E sai perchè?

Mi sento soffocare...

Faccio una cosa per gli altri e... << Nielsen, questa non è adatta al musical, rifalla. >>

Ed io? Ovvio:

<< Certo professoressa. >>

Ma perchè poi?

Mi ritrovo a piangere nel letto, come una bambina, come quando avevo cinque fottutissimi anni, quando mia madre mi negava il piano.

Mai un fottuto "Grazie Kelsi"...

Non chiedo troppo, o sbaglio?

Il mio specchio ormai non ce la fa più ad ascoltarmi. Il mio cuscino... beh, non mi sorprenderei se se ne andasse in tintoria da solo. A questo punto...

Domani è un altro giorno!

Io vorrei tanto sapere chi è stato quel minchione e prenderlo a schiaffi. Domani è uguale a oggi. Non un grazie, non una parola gentile.

Perchè effettivamente, chiedo troppo. Ovviamente.

<< Cosa c'è che non va, Kelsi? >> grandioso. Uno... due... e tre... sì, hai indovinato.

Si è allontanata, senza aspettare una risposta. Beh, avanti, anche io... cosa pretendo?

Che mi stiano ad ascoltare almeno una volta?

Neanche, solo una cazzo di parola. Grazie. E' così difficile da capire?

Eppure... non m sembra di essere circondata da idioti.

O sì?
Dubbio esistenziale. Pari a quello di Amleto.

Essere o non essere, questo è il dilemma... Se, certo, la fai facile tu Shakespear (?), amico mio.

Amleto... devo dire, che io so solo quello di Amleto. Sono le undici. E' finita un'altra giornata.

Mi corico nel letto ed eccole... le stronze...
Lacrime che scendono dagli occhi... quasi, sento il cuscino minacciare di andarsene se piango ancora.

Vattene. Vattene anche tu. Avanti. Non aspetto altro.

Domani è un altro giorno.

Ma vattene al Diavolo.
---------------------
Ecco. E' uno sfogo personale, scusate, ma ho passato una giornata di merda e sono stravolta. Perdonatemi, perchè evidentemente non c'entra un emerito cavolo.
Volevo solamente ringraziare due persone.
Gaia e Nathalie. Grazie di cuore per tutto.