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Autore: PollyTheHomeless    12/04/2013    5 recensioni
E il bello è che in questa cosa mi ci sono pure fatto trascinare in mezzo! Io! Che quando decido una cosa sono irremovibile.
"Idea geniale" diceva lui, "cadrà sicuramente ai tuoi piedi" insisteva. Io mi immaginavo dentro quel coso e solo un aggettivo si faceva spazio tra i tanti nella mia mente: patetico. Che poi dico: perché Takanori si era impuntato giusto sulle papere?
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Reita, Uruha
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Love me, pls!


Desclaimer: I personaggi non mi appartengono. I fatti narrati sono esclusivamente frutto della mia immaginazione e bla bla bla.





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Love me, please!





Ok, questa è la cosa più idiota che abbia mai fatto per qualcuno in tutta la mia vita -e bene che in genere passo la giornata a sparare cazzate su cazzate per farlo ridere da ormai non so più quanti anni-. 
Avevo appena dato inizio al piano "Conquista l'amore di Kouyou". Quattro punti semplici semplici:

1. Comprare una paperella (e intendo una vera, di quelle domestiche);
2. Comprare un costume da papera;
3. Presentarsi a casa di Kouyou con indosso il vestito e la paperella tra le mani;
4. Pregare che vada tutto per il verso giusto.

E il bello è che in questa cosa mi ci sono pure fatto trascinare in mezzo! Io! Che quando decido una cosa sono irremovibile.
Idea geniale
, diceva lui, cadrà sicuramente ai tuoi piedi, insisteva. Io mi immaginavo dentro quel coso e solo un aggettivo si faceva spazio tra i tanti nella mia mente: patetico. Che poi dico: perché Takanori si era impuntato giusto sulle papere?

«Rei-chan, tu lo conosci da molto più tempo di me! Dovresti sapere meglio di me cosa gli piace...»
Casa del nano, divano e una Asahi a testa. Gli ho chiesto di vederci perché avevo bisogno di parlare urgentemente con qualcuno che mi appoggiasse e consigliasse. In una qualsiasi altra situazione non avrei esitato a correre da Kou, ma la questione era più complicata del previsto.
«Beh... chitarre, birra, accessori, papere... Non lo so!» porto una mano ai capelli, tirando il ciuffo indietro in un gesto di puro nervosismo.
«Ma si! Geniale!» si drizza sul posto, batte un pugno sul palmo dell'altra mano con gli occhi sgranati come appena colto da un'idea geniale.
«Cosa?» mi volto in sua direzione, la lattina di birra alle labbra e un sopracciglio inarcato dalla curiosità.
«Papere!»
«Cazzo, Taka, ti vuoi spiegare?» Ah~ odio quando rimane così sul vago.
«Dai Rei-chan, lo sa praticamente mezzo mondo che va matto per le papere domestiche! Gli si illuminano gli occhi quando ne vede una!»
Vero. Ha sempre adorato le papere. Quando al parco le vedeva, piccoline, che nuotavano nel laghetto... impazziva. Letteralmente.
«Si è vero. Ma che devo fare io?!»
«E regalagli una paperella no? Anzi, possiamo fare anche di meglio!»

E così era uscito fuori il piano in quattro punti da mettere in atto in due parti: la prima comprendeva l'acquisto di papera e vestito alla vigilia della festa, la seconda gli ultimi due punti da compiere rigorosamente la mattina del 14 Febbraio.

Arrivato al negozio di animali -dopo aver camminato per una buona mezz'ora- iniziai a darmi un'occhiata intorno. Ero praticamente circondato da gabbie di uccellini e pappagalli di ogni specie, piccoli recinti dove giocano un gruppo di cagnolini di diverse razze, gatti, pesci, tartarughe -chi più ne ha più ne metta-. E mi stavano per spaccare i timpani con tutto 'sto casino 'sti cavolo di animaletti, però! Comunque di papere nemmeno l'ombra. Decisi quindi di chiedere alla commessa dietro il bancone, che quando mi ha visto entrare ha cominciato ad agitarsi e farsi aria con la mano. Ci scommetterei la nose-band mi ha riconosciuto pur essendo in borghese.
«Buongiorno...» salutai cordiale.
«Ah... buongiorno signore! Posso aiutarla?» lei rispose con un enorme sorriso, piegando leggermente la testa di lato. Era davvero carina, se non fossi già innamorato ci avrei fatto un pensierino.
«Si senta... Starei cercando una... paperella domestica»
«Le teniamo sul retro, vuole vederle?» uscì da dietro al bancone, facendomi segno con la mano di seguirla.
«Certo, grazie».
La ragazza mi condusse sul retro del negozio, dove a quanto pare tenevano gli animale da cortile -galline, qualche gallo, papere e una marea di pulcini di entrambe le specie.
La mia attenzione venne catturata da una piccola cosetta gialla che in mezzo a tutte le altre compagnie -relativamente tranquille- continuava a correre, cadere per terra e sbattere freneticamente le alucce per rialzarsi. Mi lasciai sfuggire una risata ad osservare quella scena. Puntai la signorinella con un dito guardando poi la commessa.
«Vorrei prendere quella, per favore».
«Benissimo! Ha già una gabbietta con cui trasportarla?» mi chiese mentre si chinava per prendere l'animaletto che continuava a correre come un razzo.
«In realtà no».
«Mi sa che le tocca comprarne una, allora» rise la ragazza, carezzando la biondina che ora si trovava poggiata sul suo petto.
Sorrisi anch'io di rimando e mi avviai a pagare tutto -chiedendo anche del cibo per la piccolina- per poi ritornare sulla strada con in mano il regalo per l'uomo che amo.

Certo che è strano pensare che alla fine mi sono innamorato del mio migliore amico da una vita! Del ragazzo con cui sono cresciuto, con cui ho condiviso gioie e dolori. 
E diciamolo, con cui ho fatto/detto delle cose che -alla luce delle nuove scoperte- sono terribilmente imbarazzanti. Come ad esempio fare il bagno a mare completamente nudi e poi misurarcelo a vicenda per vedere chi ce l'aveva più lungo (sono cose da quattordicenni, perdiana! terribilmente imbarazzante...) o guardarsi i pornazzi insieme e scambiarsi le riviste sconce. O raccontarci le nostre performance ai primi rapporti sessuali. La lista potrebbe continuare all'infinito. E questi sono alcuni dei tanti motivi per i quali avevo desistito dal dichiararmi al biondo. Ma alla fine ha vinto l'irrazionalità (e l'insistenza di Takanori, che continuava ad assicurarmi con un vai tranquillo, andrà tutto bene!).

Bene. Punto uno completato con successo. Potevo passare al punto successivo.
Mi incamminai dunque con la gabbietta in mano alla ricerca del negozio adatto allo scopo. Dopo poco tempo ne intravidi finalmente uno, accelerai il passo ed entrai nel locale, chiedendo -non con poco imbarazzo- se per caso avessero un kigurumi* da papera. Le commesse mi guardarono malissimo... che magra figura da fare a trent'anni suonati! E certo, girare con una papera che starnazzava alla ricerca di un costume del genere... non dovevo sembrare propriamente normale, ecco. Comunque, dopo qualche minuto la commessa mi informò di aver trovato ciò che cercavo e dopo essermi accertato dell'esattezza della misura, pagai il tutto il più in fretta possibile e mi incamminai nuovamente per le strade di Tokyo con un pacco in più. 
A passo lento mi diressi nuovamente a casa. Una volta arrivato lasciai la piccola libera di scorrazzare per casa. Mamma mia quant'era tenera! Le sistemai due ciotole con cibo e acqua e passai ad occuparmi del sottoscritto. Avevo bisogno di fare una doccia, assolutamente.
L'ansia mi assaliva da giorni... Avevo una fottuta paura delle possibili reazione di Kou. Insomma, passi ancora che il tuo migliore amico ti regali una papera, ma la cosa diventa sospetta quando te la regala per la festa degli innamorati, corredato da un completo giallo con becco e una dichiarazione d'amore. Anche se volessi omettere quest'ultimo dettaglio sarebbe impossibile non destare nessun sospetto in quella testolina dorata. Comincerebbe a chiedere, chiedere.. e alla fine sarei comunque costretto a spiattellare tutto! Certo, sarebbe bello uno di quei classici finali da film/libro: ti presenti da lui/lei, ti dichiari e il soggetto in questione viene a confessarti che anche lui ti ama alla follia da sempre! Seh, certo, come no.
Mi sarebbe scoppiato in cervello a furia di pensare. Tanto avrei potuto farlo all'infinito, ma la realtà dei fatti si sarebbe vista l'indomani.
O la va o la spacca.


14 Febbraio -esattamente le 11.37 minuti (orario appena controllato). Ero in macchina, sotto casa di Kou da almeno 10 minuti che continuavo a stringere spasmodicamente il volante. Cazzo, Akira! Datti una calmata! Sembri una checca di 17 anni alla prima esperienza!
La biondina continuava a pigolare nella sua gabbietta poggiata sul sedile accanto al posto di guida. Le avevo messo un nastro di raso rosso con un bel fiocco al collo, a mo' di collare. Il colore così intenso spiccava tra le sue piumette di un giallo chiaro.
Era ora di dare inizio al terzo punto del piano.
Presi un bel respiro, sbattei le palpebre un paio di volte e finalmente mi decisi a scendere dall'auto con la paperella stretta tra le mani. Non mi sembrava carino portarla nella gabbietta. 
Cercai di essere il più veloce possibile ed entrai nel palazzo in cui abita Kou. Fortuna il cancello esterno era aperto, altrimenti avrei dovuto aspettare che mi aprisse e non ci tenevo a farmi vedere da tanti con quel coso addosso -potete ben immaginare come fossi vestito, no?
Non aspettai l'ascensore e presi direttamente le scale; tre piani a piedi non erano poi molti. Una volta arrivato davanti la porta del suo appartamento mi fermai un attimo per riprendere fiato. Non lo avevo avvisato del mio arrivo, ma secondo i miei calcoli doveva trovarsi in casa a quest'ora. In genere Kou è una persona abbastanza mattiniera (il contrario del sottoscritto) e quando abbiamo la mattina libera da impegni riguardanti il gruppo, si alza presto per andare a fare almeno un'ora di jogging. Poi torna a casa a fare la doccia e solitamente per rilassarsi -dopo non so quanti chilometri di corsa- o suona o guarda la tv fino ad ora di pranzo. Anni di amicizia facevano davvero molto. Sorrisi al pensiero.

Scossi energicamente la testa e finalmente mi decisi a premere il campanello per avvisarlo della mia presenza.
Ora non mi restava che il quarto punto: pregare.

Mi tirai su il cappuccio del vestito, sfoggiando così un vistoso becco arancione imbottito posizionato quasi come una visiera. Sentì dei passi avvicinarsi alla porta e la voce profonda di Kou chiedere chi fosse.
«Sono io, Kou!» la porta si aprì con uno scatto, mentre Kou aveva già iniziato a parlare.
«Aki, che ci fai qua? Perché non mi hai detto che-» Aprì completamente la porta e si bloccò a guardarmi.
«Quack-quack!» e io che pure me ne uscivo con queste frasi intelligentissime, davvero.
Sgranò gli occhi e rimase con le labbra socchiuse per qualche secondo. Poi scoppiò a ridere piegandosi in due, una mano sulla pancia e una sulla maniglia della porta per reggersi.
«Ma che cazzo... Perché sei conciato così? Ahahah» continuava a ridere, lo stronzo! E io che mi stavo pure umiliando per lui!
«Che cazzo ti ridi, scemo?» chiesi imbronciato «È il tuo regalo di S. Valentino!» esclamai recuperando il sorriso. Presi lo scricciolo che tenevo tra le braccia -che Kou a quanto pare non aveva ancora notato- e lo avvicinai al mio amato «Tanti auguri!» esclamai sorridendo. Sorriso che si allargò quando vidi l'espressione di Uruha cambiare da stupita ad emozionata e poi tremendamente felice.
«Ma... una paperella!!» urlò prendendola tra le mani e cominciando a farle i grattini sulla testolina piumata. Quella per tutta risposta prese a pigolare e agitarsi come una dannata «È un amore! Grazie Aki-chan!» mi stampò un bacio sulla guancia ed io risi nervoso a quel piccolo gesto d'affetto. Entrò in casa lasciando l'animale libero di scorrazzare per il nuovo ambiente e io lo seguii in silenzio. Non avevo idea di come cominciare il mio discorso.
«Aki...» mi chiamò il biondo senza staccare gli occhi dal suo regalo «Perché?»
«Perché cosa, Kou?» feci finta di niente.
«Non fare il finto tonto con me per favore» e finalmente si voltò guardandomi negli occhi, colmi di dolcezza e affetto «Ti conosco troppo bene... guardati! Tu, con un costume da papera?» ridacchiò per poi tornare più serio «Cosa c'è?».
Presi a torturarmi un'unghia con le dita, lo facevo sempre quando ero nervoso. Presi l'ennesimo grande respiro della giornata, cercando di prepararmi alle possibili reazioni alle mie parole.
«Ecco, io l'ho fatto per te Kou, per farti felice... So quanto ti piacciono le papere e hai sempre desiderato averne una, così ho pensato fosse il regalo migliore da farti in questa occasione...» rimasi inizialmente sul vago.
«Già, ma questo non spiega il motivo del regalo proprio in questo giorno e soprattutto del tuo vestito da papera» mi guardò leggermente di traverso. Sbuffai. Effettivamente non aveva molto senso.
«Non lo so nemmeno io il perché! Mi sono lasciato convincere da Takanori.. sembrava un idea carina: visto che ti piacciono tanto le papere magari ti sarei piaciuto di più vestito così» feci spallucce per alleggerire la tensione che sentivo addosso.
Si avvicinò lentamente, scrutandomi da capo a piedi. Mi diede un buffetto sul becco/visiera ridendo. «Effettivamente sei tanto carino vestito così!»
Eh si, carino, ok.
«Beh, grazie» feci una pausa, poi continuai «Senti Kou, io...»
«Si?» mi guardava negli occhi, impaziente di conoscere il resto della frase.

Vai tranquillo, andrà tutto bene!

Takanori sembrava così sicuro di sé...
«... dopo tutti questi anni è strano, lo so, l'ho pensato anch'io, infatti non sapevo se parlarne con te o meno ma alla fine tu sei sempre stato il mio migliore amico, ti ho sempre parlato di tutto e non poterlo fare è un'autentica tortura. Io credo che.. l'amicizia che provavo per te...» sospirai, e ne approfittai per osservarlo meglio. Trattenne il fiato per qualche secondo, prima che continuassi la frase «...  adesso sia diventata qualcosa di più... Ho capito di essermi innamorato di te, Kou».

Già, l'ho capito dopo tre mesi d'ansia costante e notti insonni. Ho capito, quando un abbraccio o un bacio sulla guancia non mi bastavano più. Quando avrei voluto tenerlo stretto a me, magari coccolarlo mentre abbracciati sul divano guardavamo un film a cui nessuno dei due prestava attenzione. Quando il mio letto era diventato troppo grande per me solo.

Silenzio.
Non parlò, si limitava a guardare in terra ed ogni tanto in mia direzione, per poi sfuggire nuovamente al mio sguardo. Assecondai il suo silenzio: volevo dargli il tempo per assimilare la notizia. Scoprire che il tuo migliore amico è innamorato di te non è cosa da poco. Dopo qualche minuto però, l'ansia che già mi attanagliava lo stomaco diventò una vera tortura, così decisi di spronarlo a parlare.
«Kou, dì qualcosa, per favore...» giocherellava con le dita intrecciate. Era nervoso anche lui. E come dargli torto.
«Possiamo provarci...» un sussurro appena udibile e un flebile sorriso in parte coperto dai lunghi capelli mori e biondi. Ma mi resero l'uomo più felice sulla faccia della terra in quel momento.
Mi avvicinai a lui e quando fui abbastanza vicino lo abbracciai, passando le mie braccia intorno ai suoi fianchi. Con mia grande gioia ricambiò l'abbraccio, allacciando le braccia intorno al mio collo. La voglia di baciarlo era troppa. Mi abbandonai all'istinto e lento mi avvicinai al suo viso, lasciando un leggero bacio sulle sue labbra. Erano sofficissime, avrei voluto rimanere così per sempre. Un semplice sfiorarsi di labbra, niente di più. Quando ci allontanammo scoppiò a ridere felice, ancora stretto tra le mie braccia.
«Ho appena baciato una papera!» e lasciò un veloce bacio sul becco/visiera.
«Baka!» e scoppiai a ridere anch'io. Alla fine con lui non riuscivo a rimanere serio per tanto tempo!
«A proposito» vagò con lo sguardo per casa -quel tanto che la posizione gli permetteva- finché non trovo la piccola peste che correva ancora felice «Come la chiamiamo?»
«Ah beh, io l'ho regalata a te, no? Decidi tu» gli accarezzai lentamente un fianco, sorridendo. Lui pensò per qualche secondo.
«Che ne dici di Aiko?» chiese raggiante.
«Figlia dell'amore? Mi piace ma... Come mai proprio questo nome?» chiesi curioso.
«Beh, perché insieme a lei mi hai regalato il tuo amore» detto ciò si avvicinò al mio viso «Grazie Aki-chan» e mi baciò, stringendosi ancor di più in quel caldo abbraccio.

Sentimmo Aiko pigolare tutta felice.





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*Kigurumi: è un tipo di costume... non so dirvi altro, qui il link da Wikipedia

Bene, questo è il periodo delle shot, mi sa xD
L'immagine ad inizio storia è la causa di tutto ciò. L'ho vista su fb ed era troppo tenera... Non ho resistito! Il pairing ReitaxUruha non mi passava proprio per la testa, non ci avrei mai scritto una storia sopra se non avessi visto quel disegno, perché io li vedo come due buoni amici, niente di più. Tanto che non mi sono voluta dilungare molto sulla relazione tra i due, e per questo è anche una raiting verde. Lo scopo era di scrivere qualcosa di carino e comico ma allo stesso tempo con uno sfondo romantico (o qualcosa di romantico con uno sfondo comico?). E anche per questo non ho voluto approfondire molto il punto di vista di Uruha. Insomma... Non so nemmeno spiegare quello che penso xD Vedetela come vi pare a 'sto punto u_u
Le fic con le papere stanno aumentando xD Io la vedo come una cosa molto idiota, voi fatemi sapere che ne pensate con una piccola recensione!
Non credo di avere altro da aggiungere per il momento! Solo spero vi piaccia e vi strappi un sorriso C:
Un bacio,

Polly~

   
 
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