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Autore: MagdalenaHaloway    12/04/2013    2 recensioni
Roma, settembre 2013.
Emma ha 14 anni. Vive a Roma, in Italia. Nel mondo babbano. Una vita normale, la sua. Quando un giorno una lettera le sconvolge l'esistenza.
Non è chi credeva di essere. E' stata ammessa a The Accademy, un distaccamento della famosa Hogwarts, dove i giovani più promettenti del mondo magico vengono allenate per diventare eccellenze. Lì si impara a fare incantesimi, distillare pozioni, giocare a Quidditch. E addestrare Pokémon.
C'è amore, c'è amicizia, c'è avventura. E c'è un dono.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Roma, settembre.

 

“Come on, come on, we'll keep running 'till we burn out the sun...”

Emma canticchiava 'Come on! Come on!' di Morgan Laurence mentre si avviava verso la sua scuola, il famoso Liceo Classico Torquato Tasso, vicino a Porta Pia. Aveva la fama di essere il liceo più duro di tutta la città, ed effettivamente lo era. Ma lo studio estenuante era compensato dalla meravigliosa vivacità culturale che si respirava all'interno di quell'edificio storico, tra i corridoi ampi e luminosi, nelle classi polverose. Era un anno avanti rispetto alle sue coetanee, quindi aveva iniziato a frequentare il IV ginnasio l'anno precedente. E l'aveva amato.

Emma, spostandosi i lunghi capelli castano dorati dal viso, si guardò riflessa in una vetrina. Ciò che vide non la soddisfò, come sempre: una normalissima quattordicenne dalla pelle chiara, con una spruzzata di lentiggini intorno al naso a patata, un corpo asciutto e un'imbarazzante seno prosperoso che la rendeva oggetto di occhiate non richieste da parte dei ragazzi. Quel giorno -il primo giorno di scuola!- era stato aspettato con ansia per tutte le vacanze estive, trascorse a Portland, dalla famiglia di suo padre. Non vedeva l'ora di riabbracciare le sue amiche (Susanna, una rossa hippie dalle inclinazioni comuniste che per ogni interrogazione indossava la maglia del Che Guevara come portafortuna, Costanza, detta Connie, una bionda prosperosa dalla battuta sempre pronta, e Blanche, una francese dai capelli d'ebano che sembrava Biancaneve).

Era stata una lunga estate, quella. La prima, dopo la morte di suo fratello. Era passata lentamente, tra giorni sempre uguali e lo sforzo di non pensare, di non ricordare.

Una fitta lancinante la fece fermare in mezzo alla strada, come sempre quando si permetteva di indugiare su quel pensiero.

Basta. Oggi è il primo giorno di scuola, Emma. Sorridi. Tuo fratello ti aspetta a casa, non l'hai mai visto cadere dal motorino e battere la testa, non l'hai mai sentito freddo e immobile tra le tue braccia. Matteo non è morto, Emma. Convinciti di questo, e tutto andrà bene.”

Respirò profondamente per due o tre secondi, strizzò gli occhi azzurri per ricacciare indietro le lacrime, e raggiunse in fretta la scuola.

Davanti al portone la aspettava Connie, rossa come un peperone dopo tre mesi passati al mare, che guardava spazientita l'orologio.

<< Ah, eccoti finalmente! Stavo per impazzire. Suzie e Blanche ovviamente sono in ritardo, ma non volevo proprio entrare da sola.>>

<< Connie, ti devo ricordare che manca ancora un quarto d'ora alla campanella? Rilassati babe, all right? >> Emma sfilò dalla tasca dei pantaloni un pacchetto di Marlboro Light e se ne accese una, inspirando profondamente e lasciando uscire il fumo dalle narici e dalla bocca semiaperta.

Sentì una voce cristallina dal vago accento francese dietro di sé. << Vero che non negherai una sigaretta alla tua povera amica al verde?>> “Blanche.” pensò la brunetta con un sorriso. << Sei sempre la solita francesina cagacazzi. Ma vabbè, dai, oggi sono buona.>> Gliela porse e gliela accese. Blanche rise, gustandosi la Marlboro. Ormai era abituata agli scherzosi insulti dell'amica, e rispondeva sempre a tono. Connie le guardava sorridendo, felice per essersi finalmente riunita a loro. Prese un po' di tabacco e si rollò una sigaretta, facendo scattare l'accendino e fissando per un attimo la fiamma prima di avvicinare la bocca al filtro.

Ormai mancava solo Suzie, che arrivò correndo pochi istanti prima del suono della campanella. Salutò le amiche, e poi prese per mano Costanza e la baciò, mordicchiandole le labbra dolcemente.

La rossa e la bionda stavano insieme dall'anno scorso, e ormai Emma e Blanche non facevano una piega di fronte alle loro dimostrazioni d'amore. Certo, all'inizio era stato difficile accettare che fossero lesbiche, ma poi l'affetto che provavano verso di loro aveva avuto la meglio.

<< Quando voi due avete finito di slinguazzarvi, avrei un ultimo banco da occupare.>> Disse la mora, fintamente spazientita.

Suzie le fece una linguaccia, poi si fiondò su per le scale, seguita a ruota dalle amiche.

 

-Dobbiamo dirglielo. Al più presto.

-Prima che si abitui troppo a questa vita.
-Dobbiamo dirglielo, che non è come le altre.
  
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