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Autore: Danielle_Lady of Blue Roses    12/04/2013    5 recensioni
Da cosa nascono gli extra delle fanfictions se non da una dose massiccia di ideuzze varie impossibili da inserire nella storia principale, AU inverosimili, massicce inondazioni di sciocchezze sparate a caso e causa della morte di innumerevoli pecorelle innocenti, tutto ciò in nome del fangirlismo?
Ecco, questa è l'origine di questa raccolta di One Shots, scene eliminate per ragioni di trama e tutte quelle cose che possono passare per la testa delle due autrici di dubbia sanità mentale e tanta voglia di scrivere di "Fool's Revenge".
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, I Cinque Guardiani, Nuovo personaggio, Pitch
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Di Guardiani, Custodi ed Ex-Divinità'
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OS_standard Rieccoci qui con una nuova One Shot!
Ringraziamo calorosamente DreamFall e Mixxo98 per averla aggiunta alle preferite, DarkshielD e BlackIvy_Lay alle seguite e ovviamente Elelovett, la nostra Ultima Luce, che ha aggiunto la raccolta sia nei preferiti che nei seguiti ^^
Grazie mille anche a chi ha letto e recensito il capitolo precedente, speriamo che anche questa One Shot vi piaccia! :D

Titolo: Sugar Time!
Personaggi: Beltaine, Bunnymund
Pairing: Bel x Bunny ( Hot Chocolate)
Rating: Verde
Genere: Romantico
Avvertimenti: What if?, Scena Tagliata, Post Capitolo 9
Note: Scena mai avvenuta in Fool’s Revenge, scritta soltanto per soddisfare la voglia di zuccheri/fangirlismo delle autrici.




Un silenzio imbarazzato calò sulla stanza, smorzato soltanto dallo scoppiettio del fuoco nel camino.
Beltaine tossicchiò, scrutando la stanza vuota con lo sguardo, cercando di non soffermarsi troppo su Bunnymund, che si era seduto davanti al fuoco in silenzio.
Lo Spirito della Primavera si tormentò un lungo orecchio con una zampa, nervosa. Non capiva cosa fosse preso al Pooka. In fondo, era stato lui che le aveva chiesto di parlare in privato e poi, appena la porta della stanza si era chiusa alle sue spalle, si era sistemato davanti al fuoco, ignorandola completamente.
Beltaine tossicchiò, cercando di scacciare quel silenzio imbarazzante.
Bunnymund, però, non si mosse. Bel considerò l’ipotesi che si fosse addormentato davanti al camino, poi si diede una auto-testata immaginaria per aver pensato una cosa così stupida.
In fondo, magari lei si era soltanto illusa. Aveva sperato che, trasformata in coniglio, lui la vedesse in una nuova luce. Sperava che lui si accorgesse delle attenzioni che lei gli dedicava, dei sentimenti che provava.
Sperava che lui ricambiasse i suoi sentimenti.
Sperava, in silenzio.
Si trattenne dal sospirare, perdendo quel poco di pazienza che aveva.
E che cavolo! Lei si impegnava da secoli per conquistarlo, ma sembrava una battaglia persa. Poteva solo sperare.
Già, si disse, la Speranza è il centro di tutto qui. Anche di lui.
Digrignò i denti in silenzio, stringendo i pugni lungo i fianchi. Perché doveva esser tutto così difficile?
Poteva baciarlo e farla finita lì. Sarebbe stato più semplice e veloce.
Peccato che il suo cuore - come quel disgraziato di suo nipote le ricordava sempre - era diventato troppo cauto. Dopo Oberon, era stato tutto più difficile.
Non devi pensarci ora  pensò, facendo un passo avanti ed avvicinandosi al Coniglio di Pasqua.
Si sedette di fianco a Bunnymund, ad una distanza di sicurezza - né troppo lontana, né troppo vicina - e si mise a sua volta a guardare le fiamme danzare.
Silenzio.
Ok, forse si era addormentato davvero.
Si azzardò a lanciargli un’occhiata.
No, sveglio e in stato meditativo.
Senza riuscire più a trattenersi, sospirò, allungando una zampa ed afferrando qualche ricciolo di fuoco, giusto per passare il tempo in attesa che lui si decidesse a parlare.
- Scusami, Bel - esordì lui d’improvviso, prendendo di sprovvista lo Spirito della Primavera. - È difficile iniziare il discorso -
Beltaine spense il fuoco che aveva tra le zampe, abbassando le orecchie, senza sapere cosa dire. Sentire Bunnymund così insicuro l’aveva sconvolta, sembrava quasi un’altra persona.
Che lei, trasformata così, lo avesse sconvolto al punto tale da compromettere la sua natura sicura e scorbutica?
-Tranquillo, Aster - riuscì a borbottare, cercando di rassicurarlo. Si bloccò a metà, senza sapere che altro aggiungere.
Dirgli “prenditela comoda” era impossibile, cavolo! Dopo secoli di attesa, anche la più flebile speranza di migliorare quella situazione meritava di non essere soffocata da uno stupido “ prenditela comoda”.
Eh no, caro mio, non puoi prendertela comoda! Sbuffò tra sé e sé lei.
D’altro canto, dirgli di muoversi e parlare era troppo brusco, non osava spingere troppo. Rischiava di distruggere quel filo di speranza, se tirava troppo la corda.
Restava l’opzione di domandargli come mai le avesse chiesto di parlare in privato, ma non ne aveva il coraggio, dannazione!
Così rimase in silenzio, sperando che Bunnymund capisse l’antifona e si desse una mossa. In fondo, lei ci aveva provato per secoli, ora poteva pure far qualcosa lui se era interessato!
- Pesce ha un pessimo senso dell’umorismo - sbuffò il Coniglio di Pasqua. A quelle parole Bel sarebbe arrossita, se non fosse stata un Pooka.
Il Coniglio di Pasqua si voltò finalmente a guardarla, studiando con attenzione i suoi lineamenti. Erano secoli che non vedeva un altro suo simile. Secoli di rassegnazione, consapevole di essere l’ultimo della sua specie.
Ed ecco che, improvvisamente, il Destino gli riservava quella sorpresa.
Beltaine, sotto quello sguardo, si sentì a disagio. Inconsciamente, appiattì le orecchie al capo, segno che non sfuggì a Bunnymund. Senza saperlo, Beltaine aveva assunto una posizione impaziente e timida nel contempo, che agli occhi del Pooka appariva davvero dolce.
- Non mi dispiace per niente, sinceramente - borbottò lui senza pensarci, distogliendo lo sguardo da lei quando si rese conto di ciò che aveva detto.
Beltaine spalanco i suoi, di occhi, sentendo il cuore iniziare a battere più velocemente. Fece per dire qualcosa, ma sentiva la gola secca.
- Uhm - biascicò, schiarendosi la voce - S-sì, penso che rivedere un proprio simile sia..piacevole - borbottò, senza riuscire a guardarlo di nuovo.
- Già - concordò lui - Mi ero ormai rassegnato -
Beltaine sospirò, sentendo il cuore stringersi in una morsa.
Quel filo di speranza che aveva visto si era spezzato di colpo: Bunnymund voleva passare del tempo con un suo simile, perché i Pooka erano estinti e quindi lui - di sicuro - si sentiva talmente solo da cogliere al volo l’occasione per parlare con un suo simile, anche se era soltanto lei trasformata in Pooka.
Beh, Bel, si consolò Almeno l’hai reso felice facendogli rivedere un suo simile, anche se non era proprio lo scopo che ti eri immaginata.
L’umore dello Spirito della Primavera cadde di colpo verso un baratro nero di depressione. Dopo tutti quei secoli, anche quell’ultima spiaggia era stata inutile. Era un caso perso. Forse aveva ragione April, doveva lasciar perdere.
Sospirò di nuovo, visualizzando mentalmente la faccia soddisfatta - pipa inclusa - del Pesce d’Aprile.
Dannato lui e il suo pessimismo cronico!
- C’è qualcosa che non va, Bel? -
Beltaine alzò lo sguardo, voltandosi verso di lui e trovandoselo a pochi centimetri dal suo viso. Deglutì a vuoto, allontanandosi di scatto. Per riuscire a distogliere lo sguardo dagli occhi verdi di lui, però, le servì un grande sforzo di volontà.
Cosa c’è che non va? Ma che domande sono? Sbuffò mentalmente, inveendo contro di lui e la sua stupidità Maledizione, non posso rischiare di essere scoperta ora.
- Nulla Aster, davvero - si costrinse a rispondere con tono mite - Mi spiace soltanto che tu non possa rivedere un vero Pooka, è davvero brutto - il suo tono divenne dolce, sincero.
Bunnymund continuò a fissarla, cercando il suo sguardo. Si grattò una guancia, nervoso. Era davvero difficile, quel discorso.
- Dopo tutti questi anni - esordì, imprecando mentalmente contro sé stesso e contro quell’insicurezza aliena che lo aveva posseduto -Pensavo fosse impossibile -
Beltaine si voltò, finalmente, verso di lui, cercando il suo sguardo. Qualcosa, nel tono in cui lui aveva pronunciato quelle parole, aveva risvegliato la speranza dentro il suo cuore.
Lo guardò, in attesa, impaziente.
Non poteva tergiversare così a lungo, insomma!
- Dopo Oberon, anch’io pensavo che fosse impossibile andare avanti - si decise a dire lei, ormai completamente spazientita. Buttò alle ortiche tutto, ritrovando un po’ di quella decisione che la caratterizzava.
Era passato, ormai, troppo tempo.
Beltaine si sporse verso Bunnymund, avvicinando il suo muso a quello di lui. Sentiva il suo cuore battere all’impazzata, ma ormai aveva ritrovato lo slancio determinato e non aveva intenzione di lasciarselo sfuggire. Se Bunnymund l’avesse rifiutata, a quel punto avrebbe mandato tutto il genere maschile a cagare, rassegnandosi a restare la zia zitella di quella peste di Cup.
I due si guardarono negli occhi, cercando di decifrare i sentimenti che vi vorticavano dentro, entrambi insicuri, tesi. Beltaine, così vicina a lui, sentì morire lo slancio di poco prima, cosa che la spinse a picchiarsi mentalmente da sola.
Sapeva di non poter tornare indietro - non voleva tornare indietro -, ma nel contempo non riusciva a fare il passo decisivo.
- Credevo, ormai, di essermi rassegnato - sussurrò lui, appoggiandole d’improvviso una zampa sulla guancia.
Beltaine spalancò gli occhi, sentendo il respiro accelerare.
Aprì la bocca per ribattere, ma venne zittita nel modo più piacevole possibile: con un bacio.
Bunnymund la baciò, prendendole il muso tra le zampe, in ginocchio di fianco a lei. Beltaine, in un primo momento, rimase immobile, stupita, poi sorrise contro la bocca di lui, passandogli le braccia intorno al collo e ricambiando il bacio con dolcezza.
Dopo qualche secondo, i due si separarono. Bunnymund appoggiò la fronte contro quella di Bel, che sorrideva apertamente.
- Io non mi sono mai rassegnata, Aster - sussurrò lo Spirito della Primavera, senza smettere di sorridere. - Per tutti questi secoli, ho cercato di fartelo capire -
Il Pooka tossicchiò - Uhm, devo dire di esser stato abbastanza cieco - ammise, con un mezzo sorriso - Credevo che mi considerassi solo un amico. Non pensavo che, dato il mio aspetto.. -
- Oh zitto, stupido - sbuffò lei, scherzosamente - Sono una ex-dea greca, ne ho viste di tutti i colori, te l’assicuro, mio tenero Puccioniglio –
- Chissà perché, ma non sono minimamente curioso di scoprire cos’hai visto - borbottò lui, allontanando il viso da quello di lei.
- Eddai, Aster - ridacchiò lei, avvicinandosi a lui e strofinando il suo naso contro quello del Coniglio di Pasqua - Era per dire, cioccolatino - ridacchiò di nuovo, dolcemente.
- Cioccolatino? - ripeté lui, scandalizzato - Bel, per piacere, non esagerare coi soprannomi strambi -
Beltaine, in risposta, sorrise innocentemente.
- Ok, dolcezza - acconsentì con tono innocente.
Senza riuscire a trattenersi oltre, abbracciò con slancio Bunnymund, affondando il viso nella pelliccia calda di lui.
- Oh sei così morbido - sospirò soddisfatta lei, arrivando quasi a fare le fusa dalla felicità.
Il Coniglio di Pasqua, suo malgrado, si ritrovò a sorridere. Nonostante, in passato, avesse finto rassegnazione davanti a quegli scatti di coccolosità che minavano la sua aria da duro, doveva ammettere che non gli dispiaceva, in fondo, essere abbracciato da lei.
Ricambiò l’abbraccio, stringendo Beltaine a sé con dolcezza ed abbassando il viso verso di lei, senza riuscire a smettere di sorridere teneramente.

   
 
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