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Autore: Just a Shapeshifter    12/04/2013    3 recensioni
Buio. Lampo. Luce. Tuono. Buio...
Era un ripetersi continuo ed affascinante, quel contrasto di luce e buio, silenzio e suono che creava il temporale.
Non aveva freddo il moro, anzi. Un fuoco ardeva dentro di lui.
Lui, abituato al più freddo dei geli.
Lui, che sapeva ambientarsi in ogni ambiente o situazione.
Lui, dagli occhi color ghiaccio e i capelli bicolore, come sempre.
Lui, con il corpo pieno di piercing.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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La pioggia batteva sui terreni.
Fulmini, saette... lampi sprizzavano energia nel cielo, sfrigolavano, creando quelle affascinanti ma temibili scintille blu e biancastre, seguite dai tuoni, i potenti ed incontrastabili tuoni.
Un ragazzo se ne stava esposto al diluvio, poco importava se i suoi vestiti oramai erano come una seconda pelle, fradici com'erano, e se il corpo sembrava ghiacciare, tremare, implorando il proprio possessore di comandare il cervello di andare dentro, davanti ad un camino... al caldo.
Non aveva freddo il moro, anzi. Un fuoco ardeva dentro di lui.
Lui, abituato al più freddo dei geli.
Lui, che sapeva ambientarsi in ogni ambiente o situazione.
Lui, dagli occhi color ghiaccio e i capelli bicolore, come sempre.
Lui, con il corpo pieno di piercing.
Non dimostrava mai la propria delusione, la disperazione, il rammarico, o il semplice senso di colpa. Questi quattro sentimenti erano stati banditi da molto, molto tempo da Duncan.
Ghignò, d'istinto, appena vide il cielo buio della notte illuminarsi, per poi scoppiare in un frastornante tuono.
"Prima ti fanno la foto e poi ti urlano contro" Sussurrò il piercing, gettando via la sigaretta fradicia. Che senso aveva fumare se non riusciva nemmeno ad accenderla?
Fissò il mondo sotto di sé, dall'altezza di quell'immenso grattacielo, dove era solito rifugiarsi durante quei diluvi. Mille e mille lucine vedeva, appartenenti a lampioni, case, veicoli. Ma poco gli importava perché, sebbene fingesse di rifugiarsi lì perché gli piaceva... In realtà quelle visite avevano un senso più profondo.
Il primo urlo esplose, insieme al tuono, confondendosi nella bufera.
Capelli gocciolanti, piercing sempre più freddi, come la pelle del moro, occhi pieni di dolore. Le aveva lasciare scappare, abbandonate. Se ne era andato, come sempre.
"Nessuna relazione seria."
"Non sono pronto"
"Voglio solo divertirmi..." Queste le sue solite parole...
Prima Courtney, poi Gwen... e poi un mucchio di altre... Una notte, un'unica notte in compagnia di una donna e poi scappava.
Non ne voleva più sapere dell'amore, dei sentimenti... o dell'innamorarsi. Credeva di non esserne più capace, a dir la verità.
Erano passati anni, le cose erano cambiate...

Court? Al momento stava con un damerino, avvocato pure lui. Ma erano felici insieme, nonostante le iniziali litigate. Ce l'aveva fatta la principessa, era riuscita a toccare il cielo con un dito in sua compagnia poi, era caduta, sempre per colpa sua. Si era rialzata, cacciando via delusioni, ingoiando ogni boccone amaro. Era andata avanti, senza di lui. E sembrava stare bene.

Il secondo urlo partì, mentre il ragazzo si inginocchiava a terra, fissando il cielo, ora nero, ora biancastro e ora ancora nero, esponeva il viso al furore della pioggia, del vento. Come per far prima confondere le lacrime con le gocce di pioggia e poi farle volare via, confonderle nella tempesta.
Odiava sentirsi debole...

Gwen? La dark? Felicemente sposata con "Elvis". Trent aveva chiarito con lei, era seguito prima un sorriso, poi un bacio, un matrimonio e... ora un marmocchio in arrivo. Anche lei stava bene, o di sicuro meglio di quando l'aveva lasciata sulla soglia di casa in lacrime...

Si lasciò andare al furore della tempesta, scosso dai brividi per le pungenti gocce sulla pelle, tremante per tutto ciò che si era creato.
Perché si, viveva un inferno oramai, il moro... Di giorno bazzicava in giro, senza meta precisa... quando non era ubriaco o quando non doveva smaltire la sbornia della sera prima. Era sempre in discoteca,la sera, in cerca di una ragazza abbordabile, con cui passare la notte, illudersi, ogni volta, che quella fosse una delle due che aveva mai amato, ora distanti da lui.

Ogni vita è come un filo, che si srotola dal gomitolo. Il tuo filo ha incrociato quello di Courtney e Gwen, per poi allontanarsi. E ora, Duncan... non potranno più ritrovarsi.

L'ultimo grido di dolore si confuse con la tempesta, lasciando il punk infreddolito e stremato sul tetto di quel grattacielo. Sospirò, rassegnato, tornandosene dentro, rinchiudendo di nuovo tutti i sentimenti in un angolo remoto del proprio animo.
Sarebbe tornato presto, ad esporli, rivelando la parte più sensibile e vulnerabile di se, quella ferita dall'amore.
Sarebbe tornato presto, o meglio...alla prossima tempesta.


Angolo di M:
Ehilà belli...
Credo che i temporali, un poco di buona musica e la notte... siano la mia arma vincente per un testo. :D
Chi abbiamo qui? Un punk con i sensi di colpa? L'idea... mi è frullata in testa dopo l'ennesimo tuono ed... ecco la storia :)
Spero sia stata di vostro gradimento ^^
Aloha!
  
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