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Autore: _diana87    13/04/2013    10 recensioni
[Questa storia fa parte della serie "Keep followin' your daily routine]
Due amori paralleli, due storie parallele, legate dalla stessa sofferenza del filo conduttore della guerra. 
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
- Questa storia fa parte della serie 'Keep followin' your daily routine'
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Mi sveglio sentendo l'aroma di caffè invadermi la stanza. Apro gli occhi: la stanza è fredda, le coperte tirate fin sotto il mento non assorbono il mio calore. C'è qualcosa di strano, è solo maggio, dovrebbe iniziare a far caldo.

E poi sento quel brivido percorrermi la schiena che mi preannuncia sempre che qualcosa andrà a sconvolgere questa giornata.

Di solito non è mai un buon segno.

Decido di scendere dal letto, togliermi il pigiama di cotone e infilarmi qualcosa di comodo pronta per andare al lavoro. Camicetta bianca con colletto contornato di fiori, jeans neri stretti, infilo le ciabatte e come un segugio seguo la scia di caffè.

Nella cucina c'è il mio uomo a prepararmi la colazione. Come sempre raggiante, si avvicina a me avvolgendomi con le sue grandi e forti braccia. Che bella sensazione sentirsi protetti nel proprio focolare domestico con qualcuno che si prende cura di me. Mi bacia i capelli sentendone l'odore, poi scioglie l'abbraccio facendomi vedere la tavola imbandita: oltre al nostro solito caffè c'è pancetta, uovo e succo di frutta. Rido.

"Hai intenzione di mettermi all'ingrasso?"

Mi porge la tazza di caffè inclinando la testa per osservare il mio esile corpo, stanco dal lavoro e dai pensieri notturni.

"Mi sto solo preoccupando per la tua salute, come un fidanzato dovrebbe fare."

Vedo il suo braccio tremare, ma lui per non farmi preoccupare, mi porge subito la tazzina.

"Mi sembra più un comportamento da marito questo!" mi lascio sfuggire coprendomi immediatamente la mano con la bocca. Come se tra i tanti problemi ora dovessi anche mettermi a parlare di matrimonio.

A Rick non sfugge la battutina, per mia sfortuna, ma dopo aver scosso la testa, decide di unirsi a far colazione insieme a me.

Arrivati al dodicesimo, alziamo la televisione quando vediamo una giornalista parlare in modo concitato e sullo sfondo c'è un paese in degrado. Case abbattute, gente che soffre e piange. Gente che trasporta in barelle i propri cari, che hanno il viso rosso sangue, qualcun altro si dispera su delle fosse comuni.

Mi mordo il labbro. Sapevo che qualcosa avrebbe sconvolto quella giornata.

 

Alì lo aveva ripetuto più volte: no. Non si sarebbe fatto esplodere in mezzo alla piazza per dimostrare ai miscredenti occidentali che Allah è potente ed è l'unico vero Dio. Così quella mattina si reca a fare spese insieme alla sua promessa sposa Aisha come se fosse una giornata come tante. Le donne contrattano per prendere il pezzo di stoffa colorato che più le si addice per la propria figlia, al che Aisha arrossisce pensando all'imminente matrimonio col suo fidanzato.

I due promessi sposi, vicini al banco della frutta, discutono del più e del meno col proprietario, "Mi allontano un secondo per salutare la signora Rahid", dice Aisha, lasciando Alì ad occuparsi della spesa per il pranzo. E' a prendere una mela con la mano, quella più rossa, quella più succosa, quando c'è uno scoppio improvviso e lui viene sbalzato in aria, dall'altra parte del mercato. Non solo lui, anche altre persone saltano in aria, come palloncini attraversano il cielo e poi cadono a terra doloranti. In mezzo alla piazza c'è un mucchietto di ceneri; una madre urla riconoscendo tra quelle ceneri il braccialetto che aveva regalato a suo figlio.

Basta un attimo perché si scateni il panico; Aisha corre verso Alì, ma lui non riesce ad alzarsi; è ferito alla gamba, sta perdendo molto sangue. In fretta e in furia, donne e uomini si danno da fare per aiutare i dispersi e i caduti, mentre un'ambulanza accorre per portare in ospedale i feriti.

La reporter del Daily News annuncia uno speciale in diretta.

"E' una mattina come tante, e c'è appena stato un attentato nel cuore di Gerusalemme."

 

Lo sento, lo percepisco. La sensazione non mi lascia mai. Il brivido lungo la schiena si è fossilizzato.

Poi, un suono sordo arriva dritto al mio udito e al mio cuore, e quando mi volto cercando Rick con lo sguardo, lui non è intorno a me.

Castle! Castle! Castle!

Il suono è arrivato come un fulmine a ciel sereno. Mi sono bloccata dallo scrivere qualcosa sui miei documenti. Ho mollato la penna sul banco appena ho sentito il rumore di una tazza andare in frantumi mentre toccava terra. Mille pezzi buttati a caso che circondavano la saletta con la macchina del caffè.

Sono corsa verso una meta irraggiungibile, spostando chiunque mi si metteva davanti. Il corridoio è lungo, ma non mi fermerò finché non avrò trovato il mio Rick.

Castleeee!

L'eco del suo nome è disperato; anche le pareti del distretto sembrano averlo imparato a memoria... ah, se solo questi muri potessero parlare!

Giungo finalmente nella saletta.

Il corpo disteso a terra, con la stampella posata vicino alla macchinetta, è circondato dai pezzi di tazzina e dal caffè.

"Castle! Castle, ti prego rispondimi!" mi accascio vicino a lui, prendendogli la mano e dandogli dei colpetti sulla guancia per farlo riprendere conoscenza.

Dietro di me, accorrono Esposito e Ryan.

"Yo, Beckett, come sta?"

Lentamente Rick sembra iniziare a rivedere la luce appena sfiora il mio viso con la sua calda mano.

"Sono qui, Kate. Sono-sono scivolato... non ho visto la stampella... io-"

"Stai tranquillo, Castle. Adesso ti aiutiamo a rimetterti in piedi."

"Devo proprio essere un disabile per farmi aiutare dalla mia ragazza."

Le sue parole sono sarcastiche, è vero, ma non aiutano i nostri umori a stare su. Lui ha un amaro sorriso sulla faccia mentre si accinge a riprendere la stampella per aiutarsi a mettersi seduto. Ci costringe a guardare la sua amara condizione di scrittore condannato ad andare in giro con un supporto rigido perché si è ferito durante un reportage in Iran. Espo e Ryan annuiscono e ci lasciano da soli. Stringo la mano del mio scrittore.

"Non dire così, Rick. Tu non sei un peso per me e la squadra."

"Guardami... come puoi andare in giro con uno straccio che non sa neanche reggersi in piedi? Dovrei essere l'uomo della situazione, quello sempre al tuo fianco a proteggerti, a guardarti le spalle... invece non posso muovermi, non posso più venire in missione con te, e a malapena riesco a farmi un caffè..."

Cerco di farmi uscire le parole di bocca. Com'è possibile che i ruoli adesso si siano invertiti? Ora è lui ad avere il muro, e tocca a me farmi strada per buttarlo giù? Solo che non riesco a trovare il martello per abbatterlo.

 

In ospedale, Alì si dimena. La ferita continua a sanguinare. I medici intorno a lui tentano di fermare l'emorragia con una cinta, alla vecchia maniera. Stringono forte, più forte che possono, circondati da sangue, urla di disperazione e attrezzi medici, ogni dottore cerca di fare quel che può per salvare le vite umane.

Aisha è seduta in un angolo, stringendo il Tasbeeh* tra le mani e pregando.

Dopo qualche ora, un medico raggiunge Aisha. Si asciuga la fronte per il sudore e le dice che ha dovuto amputargli la gamba. Il Tasbeeh cade lentamente a terra, toccando il pavimento sporco di fuliggine, ma poco importa. La ragazza raggiunge il suo amato che è in lacrime. Si tira il lenzuola fin sopra la vita, vergognandosi per la sua condizione.

"Non guardarmi, Aisha, non ti piacerei."

"Smettila, Alì. Sei pur sempre il mio promesso sposo. Non mi piacerai di meno adesso!"

Con forza, la ragazza leva il lenzuola scoprendo la gamba destra mutilata fin sopra il ginocchio. Con gran sorpresa di Alì, che intanto ha scrutato la sua espressione per tutto il tempo, Aisha sorride e accarezza il pezzo di carne rimasto attaccato al suo corpo.

"Va tutto bene, visto?"

 

Un barattolo di pillole cade dalla tasca della giacca di Rick. Pillole bianche provenienti da una scatola color arancione scuro. Leggo l'etichetta.

Antidolorifici. Prendere 2 volte al giorno.

Il 2 è cancellato, sostituito da un 5 a penna.

Guardo seria in direzione di Rick, ancora seduto davanti la macchinetta del caffè.

" Kate..."

"Stai abusando della prescrizione medica? Castle, finirai per farti del male... Oddio, ecco perchè stamattina ti tremava il braccio! Sono gli effetti collaterali!"

"Ecco, lo stai facendo di nuovo. Mi tratti come se fossi impotente."

Sono arrabbiata con lui. Lo sono davvero. Adirata. Come può solo dire una cosa del genere?

Capisco che lui è sempre stato abituato ad essere l'uomo di casa. Padre affettuoso, fidanzato amorevole. Ma ogni uomo ha le sue debolezze, e prima o poi anche i migliori cadono.

"Ero io quello a guardarti le spalle, lo sono sempre stato. E invece ora, sono qui fermo a guardarti perchè non posso muovermi!"

Mi avvicino alla sua sedia, poggiando le mani sulle maniglie e lo guardo intensamente negli occhi. Ho i nervi a fior di pelle, tanto che posso dire che Rick riesce a vederle affiorare.

"Ascoltami bene, tu non sei malato. Limiteremo questa terapia perchè sono al 100% certa che riuscirai a cavartela anche da solo. Sei il mio fidanzato. E io ti amo. E magari adesso sarà il mio turno, proteggerti, guardarti le spalle, no?" lui accenna un sorriso e posa la mano sulla mia.

"Adesso è stato il tuo turno di abbattere il mio muro."

Sorridiamo, annuendo. E non servono parole per descrivere ciò che stiamo provando.

"Ovunque andrai, ci sarà sempre qualcuno a guardarti le spalle."

Mi siedo accanto a lui e ci baciamo dolcemente, incuranti che qualcuno potrebbe vederci scambiare effusioni in orario di lavoro.

Non ci importa. Non mi importa.

 

Aisha aiuta Alì ad iniziare la sua terapia. Lo aiuta a stare in piedi, ad abituarsi a stare con le stampelle per il resto della sua vita. Stanno sotto braccio mentre osservano le donne di casa scegliere il vestito perfetto per il matrimonio. Sorridono immaginando la vita che li aspetta da passare insieme.

 

Ovunque andrai, ci sarà sempre qualcuno a guardarti le spalle.

 

Buttiamo insieme qualche pillola antidolorifica. Rick ricomincia la sua terapia, e sta anche meglio senza prendere quei medicinali. E' più bello, sorride di più, e riesce ad essere autosufficiente da solo. Sta tornando alla vita che avevamo.

Ogni tanto ha bisogno di una mano per prepararmi da mangiare appena torno a casa dal lavoro. Non trema neanche più.

Voleva fare il pizzaiolo lanciando in aria la pastafrolla come fanno vedere in televisione, ma la pentola gli è caduta.

Mi sono avvicinata per raccoglierla, evitando che fosse lui quello ad abbassarsi.

Mi ha sorriso ringraziandomi, ancora una volta, per essere lì con lui. E chissà, magari, un giorno lontano, potrei restare con lui per tutto il resto della mia vita.

 

E quel qualcuno sarò io. Non ti lascerò mai, Rick Castle.

 

 

 

 

 

Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:

* tradizionale rosario arabo.

 

Ta-dan! Anche se c'è poco da stare allegri, ma vabbeh XD

Devo decidermi a fare una serie su "Keep following your daily routine".

E iniziare a maledire il mio iPod poiché di tanto in tanto risento vecchie canzoni che mi fanno venire ispirazione e allora comincio ad immaginarmi scene e dialoghi.

Spero si sia capito che ho descritto due storie parallele, quella di Kate e quella di Aisha; ho deciso di dedicarci una one shot a parte su come Alì ha perso la gamba, e su come Rick abbia iniziato a prendere i farmaci per star bene con la sua gamba.

Due sofferenze simili, ognuna vista in maniera differente.

Mentre Aisha è felice di sposarsi, Kate rabbrividisce al solo pensiero. Alì e Rick si sentono inermi di fronte le loro condizioni, entrambi lesi alla gamba, ma a Aisha e Kate non importa. Saranno loro due a far capire la consapevolezza di avere qualcuno a 'guardare loro le spalle' :)

Spero vi sia piaciuta, fatemi sapere :)

Baci,

D.

   
 
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