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Autore: Desiderya    13/04/2013    1 recensioni
Una giovane ballerina di Trento, un ragazzo sardo dalla pelle ambrata, due cuori, due destini che si toccano e subito si lasciano, si avvinghiano e si allontanano, sempre alla ricerca l'uno dell'altra, ma apparentemente irraggiungibili. Arianna, privilegiata danzatrice dell'alta borghesia, vede la propria vita improvvisamente stravolta quando scopre di essere incinta e i suoi genitori la scacciano da casa: da sola, deve trovare la propria strada e il modo di dare un futuro sicuro alla sua creatura.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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-Hey, hai sentito di Giovanna, quella della quinta D? E' al terzo mese! Non farà in tempo nemmeno a finire gli esami di maturità prima che la pancia le esploda!-

-Sì, ho sentito... povera sfigata, almeno fosse bello il tipo con cui è andata a letto!-

Arianna si stiracchiò le braccia, sollevandole sopra al capo. I suoi muscoli flessuosi si tesero con eleganza mentre lei si sollevava dal pavimento della palestra, dov'era seduta per fare stretching, con un unico movimento fluido; scosse poi di qua e di là la sua cascata di ricci castani, del delicato colore del miele di castagno e si rassettò il body grigio perla che indossava per l'allenamento di danza, battendo un paio di volte le mani:

-E poi non era lei quella che diceva a tutti che voleva iscriversi alla Bocconi, l'anno prossimo?-, ridacchiò la ballerina, prima di spiccare un salto in direzione della compagna con cui stava provando i passi, la sua amica Ingrid, una seducente bellezza per metà spagnola.

-Già, oltre al danno la beffa!-, commentò quella.

-Ma come si fa ad essere così stupida? E' dalla quinta elementare che i professori ci propinano le loro storie sul sesso sicuro e sui metodi anticoncezionali, e quella va a farsi mettere incinta dal primo arrivato!-

-Macchè primo arrivato! Sta assieme al suo tizio da almeno un anno! A proposito di flirt duraturi, come procede la tua love story? Gianluca è proprio un bel ragazzo...-, mormorò Ingrid, una punta di invidia nella voce, subito celata da un mezzo sorriso.

Arianna sospirò, gli occhi socchiusi. Stava con Gianluca da almeno un paio d'anni ormai e le cose tra loro procedevano bene: si erano conosciuti due anni prima al mare, a Jesolo, dove entrambi avevano passato le vacanze estive; lei originaria di Trento, lui della provincia di Cagliari, avevano la possibilità di incontrarsi di persona assai raramente, ma rimediavano a questo problema tenendosi quasi costantemente in contatto grazie a programmi come Skype o Facebook. Ma, nonostante i mezzi di comunicazione istantanea fossero veloci e comodi, ad Arianna mancava il contatto fisico col suo ragazzo: se chiudeva gli occhi, poteva immaginare di sentire il tocco caldo e delicato delle sue mani sul viso, riusciva a respirare il suo profumo forte, virile, ritrovava la luce vibrante del suo sguardo celeste nel cielo invernale del Trentino; quando però poi li riapriva, il dolore e la nostalgia si facevano sentire subito, acuti come colpi di spillo, e l'incanto svaniva.

-Tutto ok... -, rispose, assorta.

Finito l'esercizio ginnico, bevve una sorsata d’acqua fresca dalla bottiglietta che teneva appoggiata sulla trave di legno, sedendosi poi a gambe incrociate sul linoleum blu del pavimento. Ingrid le si accovacciò accanto.

-Non ne sembri molto convinta!-, le fece notare, sbuffando per la fatica: certe volte, due ore di allenamento quotidiane erano davvero eccessive, sebbene la danza, soprattutto per loro due, fosse vita.

-Va tutto bene, davvero. Solo...-

-Solo?-

-Sento la sua mancanza! Certe volte mi manca davvero, come il respiro.-, bisbigliò Arianna, nascondendo per un momento il viso stanco e sudato tra le mani.

-Ah... Beh, ma non avevi detto che sarebbe venuto a trovarti per le vacanze natalizie?-

-Sì, ma è ancora tutto da programmare e non sono sicura che riusciremo a incontrarci!-

Ingrid rimase per un po'in silenzio, come se stesse meditando tra sè qualcosa di molto intelligente da dire. Alla fine, però, deluse come ogni volta le aspettative dell'amica e, messo definitivamente da parte quel discorso che stava così a cuore ad Arianna, ricominciò a spettegolare sulla loro compagna di scuola che aspettava un figlio:

-Parliamo di cose serie, adesso!-, esclamò, strizzando l'occhiolino alla ballerina, con aria complice, -Che ne diresti se facessimo uno scherzetto a Giovanna?-

Arianna la fissò, tentando di immaginare quale nuovo gioco crudele avrebbe potuto inventare quella piccola vipera, che certe volte riusciva persino a spaventarla per la sua innata cattiveria.

-Che hai in mente?-, domandò, abbassando la voce perchè le altre danzatrici non udissero.

-Sono ancora in pochi a essere al corrente del piccolo incidente di percorso della futura mammina... Se Dio ha inventato Facebook, vuol dire che voleva che qualcuno, cioè noi, lo usasse per rendere tutti partecipi del lieto evento!-, spiegò, ghignando.

Arianna deglutì, spostando gli occhi da quelli neri di Ingrid al pavimento. La ballerina accanto a lei si schiarì la voce, come per invitarla a parlare e quella alla fine annuì, sospirando: tanto, andare contro il volere della spagnola era pressochè impossibile.

-Va bene, però lo farai tu! Io me ne lavo le mani di questa storia!-

-D'accordo, mia vecchia Ponzia! Ora vado a casa: i miei grazie al Cielo sono via e ho invitato Marco a passare la serata da me... non so se hai afferrato il concetto! Ciao!-, disse Ingrid, lanciandole una lunga occhiata maliziosa, poi si alzò in piedi e corse via, senza nemmeno aspettare che Arianna ricambiasse il saluto.

 

Il freddo era micidiale, quella sera d'inverno: la neve fioccava sui tetti di Trento e da ogni comignolo usciva un filo di fumo; le luci delle decorazioni natalizie brillavano e lampeggiavano, appese ai lampioni e ai pini del parco e sopra agli arbusti secchi volteggiava una lattiginosa foschia.

-Brrr, è inquietante!-, mormorò sottovoce Arianna, mentre quasi correva verso casa con il pesante borsone della palestra sulle spalle, zigzagando tra quelle stradine alquanto strette, tutte piastrellate da sampietrini grigi.

Giunta in vista del suo giardino, tirò un sospiro di sollievo. Armeggiò un po' con le chiavi per trovare quella giusta per aprire il cancello alto, in ferro battuto nero, della sua sontuosa abitazione e, individuatala, la infilò nella serratura e la girò, ma mentre azzardava un primo passo all'interno della proprietà, sentì una mano appoggiarlesi sulla spalla, dietro di lei.

Sussultò, spaventata, e si girò subito per fronteggiare lo sconosciuto che aveva osato farle paura, ma non appena vide di chi si trattava, un sorriso le affiorò spontaneamente sulla labbra:

-Gianluca! Oh mio Dio, sei tu!-, gridò, saltando al collo del giovanotto dalla pelle olivastra e i capelli scuri che se ne stava ritto sotto ai fiocchi di neve e la contemplava con gioia.

-Ho aspettato qui fuori un'ora per farti una sorpresa!-, esclamò, con la sua voce dal curioso accento sardo che sempre affascinava Arianna, -Ma ora mi fai entrare in casa, vero? Sono congelato!-

La ragazza si mordicchiò le labbra, pensierosa.

-Ecco... -, sussurrò, incerta. E ora che faccio? Mia mamma mi uccide se lo faccio salire! Merda, perchè non mi ha avvertita prima di partire?!

-Sì?-

-Vedi... I miei non sanno nulla di te, quindi è meglio se restiamo fuori in strada. Perchè non andiamo al Pub che c'è in fondo alla via? Fanno una birra buonissima!-, spiegò, imbarazzata, sperando di non apparire maleducata. Gianluca aggrottò le sopracciglia, ma non fece commenti e, soffiandosi sulle dita delle mani intirizzite dal vento freddo, si fece da parte, invitandola a fargli strada.

-Dopo di te.-, disse e quando Arianna lo oltrepassò, diretta al Pub, lui le afferrò un polso con delicatezza, per poi tirarla verso di sè e avvolgerla completamente con le braccia, stringendola forte.

-Mi sei mancata.-, le bisbigliò all'orecchio, gli occhi socchiusi, mentre le baciava piano le guance, la fronte e poi le labbra. Arianna sorrise, sentendosi in paradiso.

-Anche tu, amore mio.-

 

Al bar, tra uno spritz e l'altro, Arianna e Gianluca si divertirono così tanto, raccontandosi le esperienze e le storielle della loro vita quotidiana, che persero la cognizione del tempo. Verso le otto di sera, il cellulare della ballerina squillò e lei fece un balzo sulla sedia del locale, sbiancando alla vista sul display del numero di suo padre. Si fece il segno della croce e poi rispose:

-Pronto? Sì, papà, scusami tanto! Sono ancora in palestra, l'insegnante ci ha trattenute di più perchè dovevamo provare i passi del saggio di danza di Natale... Ma ora corro a casa!-, mentì, il cuore che batteva a mille nel petto. Bevuta la frottola, il padre mise giù la cornetta e lei riprese piano piano colore sulle guance.

-Sei brava a raccontare palle!-, esclamò Gianluca, ridacchiando, -Ma dovresti anche respirare tra una bugia e l'altra!-

-Ridi, ridi! Tu non sai come sono i miei, se solo sapessero che sono qui, con un ragazzo per giunta, mi spezzerebbero le gambe!-

Gianluca smise di sghignazzare e la guardò intensamente: -Perchè si comportano così? Hai quasi vent'anni!-

-Vaglielo a chiedere! Sono severi in un modo assurdo... Io posso frequentare solo la scuola, la palestra e la mia amica Ingrid, ma solo perchè suo padre è ricco e quindi la censura dei miei può chiudere un occhio, in questo caso.-

-Ti lasciano uscire con una ragazza perchè è ricca?-, domandò lui, incredulo, -Ma quindi uno che non sia pieno di soldi non ti si può nemmeno avvicinare?-

-Secondo loro, no. Se fosse per i miei, dovrei vivere segregata in camera a studiare o in palestra a danzare... Non che il ballo non mi piaccia, ma hanno risposto troppe speranze in quello che io faccio solo per passione! Vorrebbero che io danzassi dieci ore al giorno e che studiassi nelle altre quattordici.-, spiegò Arianna, con amarezza.

Gianluca ci pensò un po' su, poi le prese la mano e le disse, con aria di sfida: -Visto che ho capito che tanto non mi ospiterai per la notte, perchè non resti con me stasera? Dici ai tuoi genitori che dormi da Ingrid e invece vieni fuori con me!-, propose, allegro.

-Mi tenti, ma...-

-Ma? Che c'è? L'hai detto tu che non ti fanno problemi se esci con la tua amica!-

-Sì, è vero, però...-

-Niente ma o però! Stasera staremo insieme, è deciso! Non mi sono fatto sei ore tra aeroporto e volo solo per vederti qualche minuto in un Pub!-, insistette il ragazzo, guardandola con due magici occhi celesti che avrebbero fatto capitolare il cuore più deciso.

-Hai ragione. Sai che ti dico? Ora chiamo Ingrid e le chiedo di reggermi il gioco: questa notte resto con te!-, decise Arianna e così fece. Ingrid, dopo averle risposto in modo sgarbato, impegnata in chissà quali acrobazie erotiche col suo toy-boy di turno Marco, accolse la richiesta dell'amica e, prima di sbatterle giù il telefono, le urlò, ridendo a crepapelle:

-Speriamo sia la volta buona: sono stufa di avere per amica la Vergine Immacolata!-

  
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