Innanzitutto volevo scusarmi per l'enorme ritardo nell'aggiornare le mie fic... non ho mai tempo o comunque sono impegnata con la fic "Scambio di ruolo" che scrivo con Sweetgirl91. Però presto aggiornerò anche le mie fic in corso, perché in effetti i capitoli sono terminati e devo solo curare dei dettagli. Quindi per ora godetevi questa one-shot! ^^
Ti faccio un indovinello, papà!
«Aaaaah!»
Vegeta volò letteralmente giù dal letto,
portandosi dietro tutte le coperte. E
così il suo sonnellino pomeridiano era stato rovinato.
Strinse con forza il
cuscino che era caduto con lui e quasi gli venne da mordere la coperta.
«PAPINOOOOO!»
«Grrrrr!
Che c’è!» ringhiò Vegeta
balzando in piedi.
Bra
era entrata nella camera e stava allegramente saltellando sul lettone
matrimoniale.
«Papino!
Lo sai che ti voglio un mondo di bene?» affermò
Bra continuando a zampettare
allegramente.
«E
tu mi hai svegliato per questo?!» si arrabbiò
Vegeta.
Bra
sorrise e, con un balzo, fu addosso a Vegeta, a cui si
avvinghiò per bene.
«Perché,
non sei contento?» domandò ingenuamente la
piccola, continuando a sorridere.
«BRA!»
urlò Vegeta cercando di scollarsela di dosso, ma il polipo
continuava a
resistere imperterrito.
Bra
strusciò la testa come un gatto sul petto muscoloso del
genitore e continuò a
strillare:
«Ti
voglio tanto bene, papino!»
«Ma
perché strilli invece di parlare civilmente?!»
Vegeta, finalmente, riuscì a
scrollarsi di dosso Bra e la lanciò sul letto. Lei
continuò a fissarlo con quei
grandi occhioni azzurri. Vegeta allora capì. Seccato, si
portò le mani ai
fianchi e sbottò:
«Insomma,
che cosa vuoi? Lo so che tutta questa sceneggiata l’hai fatta
solo per
chiedermi qualcosa!»
Bra
sorrise e disse dolcemente:
«Oh,
papi, oggi...»
«No.»
la interruppe Vegeta, senza nemmeno sapere che cosa volesse. Il Sayan
si infilò
le scarpe e si diresse alla porta della camera, con Bra dietro che
continuò
testardamente:
«...visto
che è domenica...»
«No.»
ripeté Vegeta scendendo le scale.
«...
e i compiti per la scuola li ho finiti ieri...»
«Ho
detto no.» Vegeta percorse il corridoio per raggiungere la
cucina.
«...
e visto che la mamma non c’è...»
«Vuoi
capire? No, qualsiasi cosa sia.» Vegeta afferrò
dal frigo il contenitore del
succo di frutta e se lo portò alle labbra.
«Insomma,
papà, devi portarmi tu a casa Son! Oggi devo andare a
giocare con Pan!» esclamò
Bra tutto di un fiato.
Il
succo che Vegeta stava bevendo fu spruzzato contro il frigo. Il Sayan
tossicchiò, rischiando di strozzarsi, e si voltò
verso la figlia, urlando:
«No!
Te lo scordi! Chiama tuo fratello!»
«Lo
sai che è in gita scolastica...» gli
ricordò Bra incrociando le braccia.
«No,
non lo so!» sbottò Vegeta ed era vero: cosa poteva
interessargli a lui se
Trunks era in gita scolastica?
«Papi!»
si lamentò Bra «E dai!»
«Bra?
Lo capisci? N. O. NO!» sillabò Vegeta arrabbiato.
E allora gli occhi di Bra si
riempirono di lacrime. Fu un attimo, un piccolo attimo e quei bei
occhioni
azzurri divennero lucidi e supplichevoli. Vegeta si passò
una mano sul volto,
esasperato.
“Acci...”
imprecò mentalmente sospirando.
«Chichina,
vado io!» annunciò Goku avviandosi alla porta.
«E
sarà meglio!» urlò Chichi dal piano di
sopra «Ho un sacco da fare, sai?
Accidenti a te, Goku! Se ti azzardi un’altra volta a tornare
a casa tutto
sporco di fango a imbrattarmi tutti i tappeti e i corridoi, per non
parlare
dell’intero bagno, ti sbatto fuori di qui!»
Goku
sorrise imbarazzato aprendo la porta. Così il suo sorriso
mutò in un sorriso di
felicità a trentadue denti.
«Ciao
amico!» esclamò Goku.
«Io
non sono tuo amico!» sibilò Vegeta, ma Goku lo
ignorò e salutò anche Bra:
«Ehilà,
principessa! Come sei carina oggi!»
«Grazie
zio Goku!» esclamò Bra felice, poi chiese subito:
«C’è
Pan? Lo zio Gohan mi ha detto che era qui da te!»
«Oh...»
a posto di Goku fu Chichi a rispondere involontariamente dal piano di
sopra,
gridando disperata:
«Pan!
Anche tu sei tutta sporca! Corri subito in bagno a lavarti! E... GOKU!
La
prossima volta che tu e tua nipote tornate a casa così
ridotti... beh, meglio
non sai cosa ti accadrà!»
«Ecco,
vedi? Pan è di sopra.» disse Goku imbarazzato,
indicando il primo piano.
«Oh,
vado subito allora!» esclamò Bra e corse su per le
scale.
«Come
fai a vivere con un’oca strillante come quella?»
chiese allora Vegeta a braccia
incrociate.
«Beh,
per quanto ne so anche Bulma è solita alzare la
voce...» sorrise Goku alzando
le spalle.
Vegeta
sbuffò.
“Già
e Bra sembra proprio aver preso da lei...” pensò
il Principe scocciato.
«Vegeta,
non entri? Dai, ci facciamo quattro chiacchiere e...» Goku fu
interrotto da
Vegeta che sbottò un secco:
«No,
non ho voglia di passare del tempo con te.»
La
sera stava lentamente calando. Le ultime esplosioni risuonarono per i
Monti
Paoz e Vegeta e Goku si fermarono a qualche metro uno
dall’altro, ansimanti. I
loro vestiti erano laceri in diversi punti, ma non erano feriti
gravemente.
Solo qualche livido o taglio superficiale. Incredibilmente, stavano
combattendo. Alla fine Goku aveva accettato di combattere contro
Vegeta, giusto
per passare un po’ di tempo insieme. Però non si
stavano impegnando seriamente,
tant’è che non si erano nemmeno trasformati in
Super Sayan. No, quel giorno
avevano poco tempo per ingaggiare il combattimento “della
resa dei conti”.
Perciò quello si poteva considerare un semplice
“scontro amichevole”...
«Sei
bravo, Vegeta.» confessò Goku mettendosi in
posizione d’attacco.
«Considera
che non sto utilizzando nemmeno la metà della mia vera
forza!» affermò
orgoglioso Vegeta posizionandosi a sua volta.
Goku
sorrise.
«Mi
sto proprio divertendo.» disse preparandosi.
Anche
Vegeta sorrise.
«Lo
stesso vale per me.» ammise in un sussurro, ma Goku lo
udì comunque.
«Sto
arrivando!» gridò quest’ultimo partendo
in volo.
Anche
Vegeta partì in volo e i due si scontrarono a
mezz’aria, con un forte boato.
Goku tentò di colpire Vegeta con un pugno, ma questo lo
schivò facilmente. Il
Principe si voltò su se stesso e, con un calcio,
colpì Goku al fianco. Il Sayan
precipitò di un poco, ma poi si rivoltò subito e
lanciò una piccola sfera
energetica verso Vegeta, che si scansò di scatto per
evitarla. Goku approfittò
della sua distrazione e lo colpì allo stomaco con un pugno,
per poi spedirlo
verso terra con un calcio alla spalla. Vegeta, poco prima di
schiantarsi al
suolo, si bloccò in volo e, alzando nuvoli di polvere,
scattò immediatamente
verso l’altro, allungando il braccio, aprendo il palmo e
spedendo diverse sfere
di energia in direzione del suo avversario. Goku prese a schivarle
agilmente e,
quando il flusso di sfere fu terminato, si accorse che Vegeta era
scomparso.
Sorpreso si guardò intorno cercandolo, ma senza riuscire a
trovarlo.
«Sono
qui, Kakaroth!»
Goku
si voltò di scatto e riuscì a parare di un soffio
il pugno di Vegeta con una
mano. Il Principe dei Sayan non si arrese e preparò un altro
pugno, che Goku
riuscì di nuovo a fermare in tempo. Rimasero quindi
così, ognuno con la mano
dell’altro stretta alla propria, a guardarsi negli occhi. Ad
un reciproco cenno
presero a spingere uno contro l’altro, urlando per aumentare
la propria forza.
Intorno a loro si creò una barriera luminosa biancastra e si
alzò un forte
vento che fece vorticare polvere e foglie tutt’intorno.
Aumentarono ancora la
loro potenza e presero a spingere ancora più forte. Le loro
forze si
eguagliavano. Si chinarono entrambi in avanti e spinsero ancora
più forte. Ci
fu un boato sordo e la barriera intorno a loro si ingigantì
ancora di più. Lentamente
i loro capelli assunsero sfumature dorate. Gli occhi di entrambi
lampeggiavano
tra il nero e il verde ghiaccio. Infine, nello stesso istante, si
trasformarono
improvvisamente in Super Sayan. La loro forza aumentò a
dismisura, riuscendo ad
alzare un vento carico di energia tutto intorno a loro. Niente poteva
fermarli.
Erano scatenati. Niente poteva interrompere quello scontro di forze.
Niente e
nessuno! ... o no?
«PAPINOOOOO!»
«NONNINOOOO!»
«Aaaaah!»
urlarono contemporaneamente i due Sayan, staccandosi l’uno
dall’altro.
Sbalzarono indietro di diversi metri, sospinti da una grande energia.
In un
ultimo vorticoso ruotare di foglie e vento, tornarono entrambi allo
stato
normale e atterrarono lentamente, facendo ridiscendere le loro auree.
Appena a
terra si piegarono sui ginocchi, ansimanti.
Bra
e Pan corsero verso di loro e si aggrapparono rispettivamente a Vegeta
e Goku.
«Nonnino,
che forza! Sei fortissimo!» esclamò felicissima
Pan, avvinghiata alla gamba del
nonno.
«Eh,
eh! Grazie dei complimenti, piccola!» fece imbarazzato Goku,
portandosi una
mano dietro la nuca.
«Papi,
sei bravissimo! Quanta energia! Oh, sono tanto orgogliosa del mio
papà!»
strillò Bra appoggiando il capo sul ventre di Vegeta e
continuando a
stringergli la vita. Vegeta arrossì leggermente e
preferì non rispondere. Alzò
però gli occhi verso il suo
“amico/nemico” e accennò un sorriso.
Anche Goku lo
guardò e, al contrario, si aprì in un sorrisone
da un orecchio all’altro.
«E
bravo Vegeta!» esclamò Goku avvicinandosi e dando
una pacca sulla spalla
all’altro «Spero che un giorno potremo
proseguire!»
Vegeta
sghignazzò:
«Non
credere che ti lascerò vincere, Kakaroth. Oggi ti avrei
battuto, sai?»
Goku
sorrise divertito.
«Um?»
«Posso
farti un indovinello?»
Vegeta
era seduto sul divano a casa Son. Avevano appena finito di cenare e
Chichi era
intenta a lavare tutto in cucina, borbottando tra sé e
sé:
«Non
bastava un Sayan... me ce ne volevano due a cena! Guarda te la roba da
lavare...»
Goku,
seduto vicino Vegeta, guardò incuriosito Bra ed
esclamò:
«Oh,
sì! Adoro gli indovinelli! Coraggio, fai questo indovinello
a tuo padre!»
«Non
ci pensare nemmeno!» sbottò Vegeta scocciato.
Bra
incrociò le braccia.
«Uffi!
E va bene, vorrà dire che lo farò allo zio
Goku!»
«No!»
la fermò Vegeta «Fallo a me.»
Bra
sorrise compiaciuta. Conosceva bene i punti deboli di suo padre.
«Va
bene, me lo ha fatto Pan, prima e io ci sono arrivata subito. E
semplice.»
iniziò la piccola. Anche Goku si mise in ascolto, curioso.
«Allora?»
chiese impaziente Vegeta.
«Dunque...»
Bra si mise seduta a terra e iniziò:
«Ascolta
bene papà. Una quercia ha quaranta
rami.
Ogni ramo ha due rametti. Su ogni rametto c’è una
ciliegia. Quante ciliegie ci
sono in tutto? Rifletti bene prima di rispondere, mi
raccomando!»
Vegeta
e Goku rimasero un attimo spiazzati. Poi si ricomposero. Vegeta si
schiarì la
voce, poi rispose fieramente:
«E’
chiaro, no? Le ciliegie sono ottanta, in tutto. E’
semplicissimo.»
Goku
ancora era intento a ragionare. Aveva incrociato le braccia pensieroso
e la
spiegazione di Vegeta non lo convinceva affatto.
Bra
sorrise furbamente ed esclamò:
«Beh,
il pollo direbbe ottanta!»
Vegeta
si alterò. Gli era stato dato del pollo?
«Ma
è giusto!» scattò arrabbiato
«Quaranta rami per due fanno ottanta! E su ogni
rametto c’è una ciliegia! Quindi ottanta
ciliegie!»
«No,
no!» gli assicurò Bra «Non è
così! E tu zio Goku? Cosa pensi?»
«Uhm...»
fece Goku pensieroso «Aspetta, ci devo ancora
pensare...»
«Ma
lui è un idiota! Come credi che possa sapere la
risposta?!» Vegeta incrociò le
braccia, seccato che non fosse ancora arrivato alla soluzione. Goku
ignorò il
commentò di Vegeta e ripensò quindi al testo
dell’indovinello:
“Una quercia ha quaranta rami...
quante
ciliegie... una quercia... una quercia... ciliegie... ma
sì!”
«Sì,
ci sono!» esclamò radioso Goku.
«Come...
“ci sei”?» fece Vegeta dubbioso.
Bra
incitò Goku a parlare.
«Le
querce non fanno ciliegie!» affermò Goku
soddisfatto di essere arrivato alla
soluzione.
«Bravissimo,
zio Goku!» si complimentò Bra abbracciandolo.
“Quercia...
ciliegie...” continuava a pensare allibito Vegeta.
Quell’idiota di Kakaroth lo
aveva battuto... in intelligenza?
«Vegeta?»
domandò timidamente Bulma aprendo di un poco la porta della
camera matrimoniale
sommersa dall’oscurità.
«Non
c’è!» sbottò Vegeta al buio.
Erano
le undici passate. Bulma, tornata appena un’ora prima, aveva
messo a letto Bra
che, naturalmente, le aveva raccontato tutta la sua giornata.
Perciò Bulma
sapeva che doveva trovare un modo per calmare lo spirito bollente del
suo uomo.
Si era già messa in camicia da notte e quindi
entrò silenziosamente in camera.
Accese un’abat-jour e così illuminò di
un po’ la stanza. Vegeta era supino sul
letto e continuava a fissare il soffitto, con una dura espressione in
volto.
Bulma si sdraiò con cautela su letto e si infilò
sotto le coperte. Allungò
lentamente una mano sul petto del suo uomo e si avvicinò a
lui, posando la
testa sulla sua spalla.
«E
dai, amore... non te la prendere così...»
cercò di rassicurarlo Bulma.
«Lasciami
stare, donna.» scattò Vegeta voltandosi di colpo
di fianco. Bulma però non si
arrese e si avvinghiò dolcemente alla sua vita,
sussurrandogli all’orecchio:
«Posso
farti un indovinello anch’io?»
«Cos’è,
ti ci metti anche tu?» si arrabbiò lui.
Bulma
sorrise e si avvicinò di più, accostandosi
completamente a lui. Posò il capo
sul suo braccio e sussurrò sensualmente:
«Mi
sai dire cosa succede se io ti abbraccio in questo modo...»
Lo
rigirò a pancia in su, gli salì sopra e si
avvinghiò al suo collo.
«...
se ti accarezzo il petto...» proseguì Bulma
vogliosa accarezzandogli il petto
muscoloso.
«...
e se... ti bacio così...?» lo baciò
leggermente e poi tirò su di un po’ il
capo, per guardarlo negli occhi. Vegeta sorrise furbamente e la
baciò a sua
volta. Poi si staccò dal bacio e allungò
lentamente la mano verso
l’interruttore dell’abat-jour e
sussurrò, in tono malizioso:
«La
soluzione è semplice. Si passa la notte in
bianco.» e spense la luce,
lasciandosi andare alla passione.