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Autore: violetsugarplum    14/04/2013    2 recensioni
[Seblaine Sunday] [AU!Eventi della 4x18]
Fuori da quell'aula c'è un'arma da fuoco che potrebbe ucciderlo e portare via con sé, oltre alla sua vita, anche i suoi sogni e quella flebile speranza di poter essere finalmente perdonato.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Istinto di sopravvivenza




Istinto di sopravvivenza.

 

Non ha mai prestato molta attenzione alle lezioni di biologia, poiché troppo impegnato a controllare lo schermo del cellulare, sperando invano che si illuminasse all'improvviso per un suo messaggio, ma è la prima parola che gli viene in mente quando, appoggiato alla parete e abbracciandosi le ginocchia in una morsa stretta, cerca di ritrovare un respiro regolare.

 

Fuori da quell'aula c'è un'arma da fuoco che potrebbe ucciderlo e portare via con sé, oltre alla sua vita, anche i suoi sogni e quella flebile speranza di poter essere finalmente perdonato. La sua sopravvivenza -ah! Questa parola lo accompagnerà spesso, fino a quando la persona dietro a quello che pensa sia una pistola, metterà fine a tutto- diventa meno importante rispetto al resto.

 

Sente i suoi compagni piangere, ormai nemmeno preoccupati di trattenere le lacrime, e vede sfrecciare di fianco a sé una zazzera bionda. Vorrebbe dirgli qualcosa, ma non ci riesce. Lo vede tremare e sussurrare parole che hanno poco senso. Lo ascolta pronunciare ripetutamente il nome della persona che ama, come se stesse scandendo il tempo.

 

Sembra un conto alla rovescia. Tre, due, uno... E si festeggia il nuovo anno, con il bacio della mezzanotte sotto i fuochi d'artificio. Tre, due, uno...

 

Davanti ai suoi occhi c'è un cellulare. Sbatte le palpebre più volte, confuso, e non capisce cosa deve fare. “Dì, qualcosa”, si sente dire. “Potrebbe essere la nostra ultima testimonianza.”

 

Non risponde e nasconde la faccia fra le ginocchia. Sente premere sugli occhi le rotule e, infantilmente, piega la schiena ancora di più, perdendosi in quei puntini bianchi immersi in uno sfondo nero che sembrano tanto una costellazione infinita.

 

Il ticchettio sui tasti gli fa capire che i suoi compagni stanno scrivendo ai loro cari un ultimo saluto, un'ultima promessa, un ultimo 'ti voglio bene' che sembra così distante da quella classe buia e silenziosa.. L'insegnante ha detto di non spiegare la realtà dei fatti, perché l'omicida potrebbe ritorcersi contro. Ancora di più.

 

Tra le dita si ritrova il suo cellulare. Non ricorda di averlo tirato fuori dalla tasca e non è nemmeno sicuro che sia stato lui stesso a prenderlo. Probabilmente gli è stato messo tra le mani da chi sta continuando a ripetergli di scrivergli. “Scrivigli. Scrivigli. Scrivigli.”

 

Non crede che l'istinto di sopravvivenza apprezzerà questo gesto.

 

Hey.

 

Basta una parola. La digita velocemente e, ancora più rapidamente, la invia. Sente lo stomaco fargli male, ma dentro di sé, sa che la risposta non tarderà ad arrivare.

 

Hey.

 

Arriva e porta con sé un po' di freddo, che non è paragonabile al pavimento duro sotto di lui.

 

Decide, allora, che dire la verità è la cosa migliore ed è una cosa che ha pagato, e continua a farlo, a caro prezzo.

 

Spari qui a scuola.

 

È uno scherzo?

 

No. Vorrei che lo fosse.

 

Sa che dall'altra parte c'è una persona che si sta facendo prendere dall'ansia e si maledice mordendosi l'interno della guancia fino a sentire il sapore arrugginito sulla punta della lingua.

 

Seguono parecchi messaggi pieni di errori, dettati dalla fretta e dalla scarsa abilità di tener ferme le dita. Lo capisce; anche lui tremerebbe se solo non fosse immobile coi polmoni che quasi si rifiutano di collaborare.

 

Stiamo bene.

 

Quello che non si aspetta, è la seguente domanda.

 

Vuoi che ti tenga compagnia?

 

Digita con lentezza, soppesando ogni parola come se fosse un ingrediente per un dolce. Percepisce un tono più calmo, segno che la strafottenza con cui gli aveva parlato l'ultima volta ha lasciato spazio ad altro. In fondo, non c'è bisogno di essere cattivi con il prossimo pochi minuti prima di morire.

 

Sì. Scusami fin da ora se magari smetterò di risponderti.

 

Non preoccuparti. Anch'io avevo smesso di farlo tempo fa.

 

Passano minuti in cui nessuno, nemmeno i suoi compagni, mormora preghiere destinate a qualcuno che non ha intenzione di aiutarli. Si sorprende quando 'Ci sei ancora?' lampeggia sul telefono.

 

Sì.

 

Vuoi parlare di qualcosa?

 

No.

 

Sa di essere stato sgarbato e pensa a qualcosa per rimediare, tentando di non sentire i singhiozzi dall'altra parte della stanza che sono aumentati da quando un rumore di passi si è fatto strada nel corridoio.

 

Stai con me, se puoi.

 

Le risposte sono sempre più veloci, ma il battito già accelerato del suo cuore non gli permette di capire quanto.

 

Non vado da nessuna parte.

 

“Nemmeno io”, si ritrova a sussurrare.

 

Non voglio morir-

 

Ti ricordi quando mi dicesti che

 

Sei la prima persona a cui ho pensato di scriv-

 

Non voglio morire. Non voglio. Non vog-

 

Sai che ti ho sognato questa not-

 

Mi manc-

 

Ti amo.

 

Sono tutti messaggi che non invia. Buffo come sia riuscito a scrivere l'ultimo, il più importante, nella sua interezza con estrema calma, non facendosi prendere dal panico per una serie di motivi che nemmeno riguardano la persona armata a pochi passi da lui, nonostante qualcuno gli stia prendendo il braccio e lo stia sollevando da terra con uno strattone.

 

“Possiamo uscire. Andiamo, andiamo fuori.”

 

 

 

Guarda la scuola, con i vetri delle finestre che riflettono la luce abbagliante del sole, e sospira, passandosi una mano sul volto.

 

Senza dire una parola, osserva i compagni abbracciare gli altri con le lacrime agli occhi che contrastano coi sorrisi felici sulle labbra. Abbozza anche lui un piccolo sorriso e sente i lati della bocca fargli male. Del resto, non è mai stato abituato più di tanto a sorridere in modo genuino.

 

Con uno scrollone, si toglie dalle spalle la coperta che un'infermiera gli aveva posato pochi minuti prima e la lascia cadere in mezzo al prato. Si appoggia con la schiena contro il tronco di un albero, che lo ripara dal sole e da quei brutti pensieri che avevano affollato la sua mente, e nota che, nonostante sia scomodo, è più piacevole del muro dell'aula in cui è stato costretto a nascondersi.

 

Solleva il cellulare, che ha sempre tenuto in mano per tutto il tempo, e vede che ha ancora aperta la conversazione con la persona che gli ha permesso di rimanere tranquillo sapendo di poterle scrivere quando più ne sentiva il bisogno.

 

È tutto ok adesso. Grazie per avermi fatto compagnia, Blaine.

 

Spegne il telefono.

 

Se risponderà, lo vedrà quando passerà la notte in bianco nel buio del suo dormitorio. Se risponderà, si accorgerà che, in realtà, l'ultimo messaggio, il più importante, gliel'ha mandato per davvero.

 

Istinto di sopravvivenza, così lo chiamano.





 



Buona Seblaine Sunday a voi <3
  
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