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Autore: Dama degli Intrighi    14/04/2013    4 recensioni
“Vi ringrazio per essere entrati nel mio blog e perché mi state leggendo.
Ah, vi do anche il benvenuto e vi ringrazio ancora. Io sono -Invisible Girl-, non dico il mio nome perché forse sono troppo timida o sono semplicemente stufa della mia condizione. Ho iniziato a scrivere questo blog perché cerco un amico, un amico che mi possa aiutare…”
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-Invisible Girl- “Sapete come possono essere duri i giovani di oggi con gli altri loro coetanei, con me è peggio! Sono presa di mira dal bullismo da sempre e ora sono stufa… Non voglio più ricevere scherzi telefonici da quelli del football, non voglio più essere presa di mira da quelle arpie delle cheerleader solo perché loro hanno una stupida divisa mini e io no… Non ne posso più, ma non so nemmeno come uscirne, se qualcuno non mi aiuta ho paura di finire come la maggior parte delle ragazze americane prese di mira dal bullismo. Chiunque stia leggendo, Help me”
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'Blog of an InvisibleGirl'
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“Vi ringrazio per essere entrati nel mio blog e perché mi state leggendo.
Ah, vi do anche il benvenuto e vi ringrazio ancora. Io sono -Invisible Girl-, non dico il mio nome perché forse sono troppo timida o sono semplicemente stufa della mia condizione. Ho iniziato a scrivere questo blog perché cerco un amico, un amico che mi possa aiutare…”
L’aria fuori dalla mia finestra tremava per il calore del sole di quel giorno. Tutti erano già in spiaggia ad abbronzarsi benché non fosse ancora estate, ma dopotutto qui a Los Angeles è sempre ora di spiaggia. Io sono rinchiusa in camera per mio volere.
-Invisible Girl- “Sapete come possono essere duri i giovani di oggi con gli altri loro coetanei, con me è peggio! Sono presa di mira dal bullismo da sempre e ora sono stufa… Non voglio più ricevere scherzi telefonici da quelli del football, non voglio più essere presa di mira da quelle arpie delle cheerleader solo perché loro hanno una stupida divisa mini e io no… Non ne posso più, ma non so nemmeno come uscirne, se qualcuno non mi aiuta ho paura di finire come la maggior parte delle ragazze americane prese di mira dal bullismo. Chiunque stia leggendo, Help me”
Mi staccai dalla tastiera del computer che avevo di fronte e con una spinta mi allontanai dalla scrivania facendo cigolare le ruote della mia sedia. Fuori ormai era sera, le poche parole digitate sulla pagina del mio blog mi avevano risucchiato tutto il pomeriggio senza che me ne accorgessi, incredibile!
Piano piano come i sole tramontava le luci dell’immensa metropoli andavano illuminandosi segno che la vita notturna stava per incominciare per i suoi abitanti. Era l’ultima settimana di scuola, l’ultima prima delle vacanze estive. Mi rannicchiai tra i cuscini del mio letto e cercai di immaginare un mondo diverso. Alzai il viso a guardare il soffitto della mia camera. I miei genitori mi avevano proibito di tappezzare di poster le pareti, ma non avevano parlato del soffitto, così su esso troneggiavano poster e immagini del più bel ragazzo del mondo che con i suoi occhi verdi mi faceva dimenticare tutti quegli scherzi crudeli e quelle assurde prese in giro: Josh Hutcherson.
Continuando a fissarlo mentre interpretava Peeta Mellark o Steve Leonard o il curioso Sean Anderson mi addormentai.
 
La sveglia suonò puntuale alle sette del mattino e mi alzai mugugnando per la poca voglia che avevo di andare a scuola. Sabato sera ci sarebbe stato il ballo scolastico di fine anno, tutti erano felici, insomma gli studenti aspettano questo momento da sempre. A scuola troneggiavano ogni dove i soliti e prevedibili striscioni con una scritta enorme, “Prom”, che stanno a indicare che un ragazzo ha appena invitato una ragazza a parteciparvi con lui. Stavo per varcare la soglia quando giunsero correndo verso di me dei ragazzi della squadra di football e mi spruzzarono addosso delle stelle filanti ridendo e poi battendosi il cinque se ne andarono via mentre tutti ridevano di me. Corsi in bagno e mi ripulii i capelli dai residui appiccicosi, fu allora che mi accorsi che il mio telefono vibrava. Lo tirai fuori dalla borsa e guardai lo schermo, mi diceva che avevo ricevuto una notifica dal mio blog. C’erano probabilità che mi avessero riconosciuta e mi stessero prendendo in giro anche lì così non guardai il messaggio. Mi fissai allo specchio mentre le lacrime mi scendevano copiosamente sulle guance.
-Invisible Girl- “Perché il mondo deve essere così? Il ballo si avvicina e io non voglio nemmeno andarci, non ho il coraggio di presentarmi ancora da sola, di stare lì tutta la sera seduta aspettando che qualcuno mi inviti a ballare? No, me ne sto a casa finché nessuno mi salverà!”
La campanella suonò e andai in classe ignorando ancora il cellulare che vibrava per i messaggi. Che mi prendessero pure in giro, intanto io scrivevo chissà che magari avrebbero capito lo stesso come mi sentivo.
 
Arrivata a casa corsi in camera e mi buttai sul letto. Afferrando un cuscino ci affogai dentro la faccia sperando che nessuno mi sentisse singhiozzare. Una volta calmata mi tirai su e mi accorsi di un pacco bianco sopra la panca. I miei genitori probabilmente mi avevano preso un vestito per il ballo. La mia curiosità era tanta anche se non volevo andare al ballo. Aprì il pacco e ne tirai fuori un vestito azzurro in seta e tulle senza spalline. Era semplice ma perfetto. Lo lasciai ricadere nella scatola e la chiusi riponendola infondo all’armadio.
Il computer suonava per le notifiche che arrivavano sul mio blog. Cedetti e pensai che tanto erano meglio le prese in giro scritte che quelle dette a voce così sedendomi sulla sedia davanti alla scrivania aprii la pagina.
-Invisible Girl- “Sta sera c’è il ballo, ho ricevuto un vestito carino, probabilmente dai miei, ma non  lo userò perché ovviamente nessuno mi ha invitata e io da sola non ci vado…”
Arrivò subito un commento e non potei non leggerlo.
“Perché?”
Era di un certo –redboy-.
-Invisible Girl- “Perché mi umilierei ancora di più!”
-redboy- “E se te lo chiedessero? Ci andresti?”
Ci pensai due secondi.
-Invisible Girl- “Penso di si”
I commenti non arrivavano più così decisi di vedere di chi erano quelli che avevo ricevuto fino a quel momento. Mi cadde l’occhio sul primo che era anche il commento del mio primo post, era sempre di –redboy-.
“Eccomi, ci sono io, sarò io il tuo amico e salvatore…”
I successivi erano tutti così, -redboy- stava cercando di consolarmi e aiutarmi. Il computer fece di nuovo *BIP* e guardai l’ultima notifica.
-redboy- “Vai alla Jefferson High School vero?”
-Invisible Girl- “Si come fai a saperlo?”
-redboy- “Ti porto al ballo io! Ti passo a prendere alle otto”
Mi staccai dal computer e corsi nel mio armadio. Afferrai il pacco e lo portai fino al letto dove lo lascia cadere. La mia mente era combattuta se andare si o no. E se era una trappola? L’ennesimo scherzo? Poteva essere, ormai non ci si doveva più fidare di niente.
‹‹Penso che ormai non ho nulla da perdere…››
Presi il vestito e mi andai a preparare in bagno.
 
Alle otto ero pronta, ma nessuno bussava alla mia porta. Ero seduta sulle scale davanti a essa e con il mento appoggiato alla mano destra la fissavo intensamente sperando che si aprisse e magari rivelasse la figura di Josh perché era solo lui che in questi momenti poteva tirarmi su di morale. Avevo perso il conto delle giornate orribili che terminavo davanti alla tv mangiando gelato e guardando un suo bellissimo film.
Il cellulare mi vibrò e istintivamente lessi il messaggio che era apparso sulla pagina del mio blog.
-redboy- “Scusami, ho trovato traffico, ti va bene lo stesso se ci incontriamo al ballo?”
-Invisible Girl-  “Sarò come al solito quella seduta da sola sulle gradinate della palestra”
Uscii dalla casa e prendendo l’auto andai a scuola.
La musica si sentiva anche dal parcheggio. Scesi dall’auto e respirando profondamente entrai in palestra. Le luci erano soffuse lampeggiavano colorate sui muri. Tutti stavano ballando nei loro abiti eleganti. I ragazzi del football si aggiravano intorno al punch probabilmente già corretto. Le cheerleader se la ridevano nella parte opposta della sala giudicando i vestiti di tutti quanti meno che i loro o dei loro cavalieri.
Raggiunsi le gradinate e mi sedetti.
‹‹Ma guarda chi è venuta… Potevi startene a casa tanto nessuno ballerà mai con te!›› mi accolsero le arpie avvicinandosi a me.
‹‹Sto aspettando il mio cavaliere…››
‹‹Non arriverà mai nessuno, era uno scherzo ci scommetto!››
La capo delle cheerleader scocciata dal mio non risponderle salì sul palco e fermando la musica prese il microfono e iniziò a prendermi in giro davanti a tutti dicendo che ero venuta al ballo da sola illudendomi che qualcuno mi avesse invitato, che sarei morta da sola e cose così. Stavo per alzarmi e andarmene, una lacrima ormai mi stava percorrendo tutta la guancia destra quando mi accorsi che nessuno mi stava più prendendo in giro, anzi nessuno fiatava più. Alzai il mio sguardo e alle porte della palestra c’era un ragazzo alto dai capelli marroni e gli occhi verdi. Portava uno smoking nero con un gilè azzurro come il mio vestito. Reggeva un fiore da polso, una rosa rossa, uguale a quella appuntata al suo petto. Era inconfondibilmente Josh Hutcherson e tutti lo avevano riconosciuto.
Si diresse dalla mia parte e allungò una mano verso di me. L’afferrai e incredula mi alzai in piedi per avvicinarmi a lui. Tenendo ancora la mia mano tra le sue mi infilò il bracciale del fiore.
‹‹Scusami il ritardo Invisible Girl, io sono redboy… Vuoi ballare con me?››
Anche se pareva una domanda non lo era. Josh senza aspettare risposta mi portò al centro della pista da ballo; un lento risuonò nell’aria e le luci diventarono tutte delle sfumature del blu rendendo il momento assolutamente perfetto e magico. Ero ancora estasiata e incredula per quel che era successo e appoggiando la testa sulla spalla destra di Josh chiusi gli occhi e assaporai quel lungo e bramato momento che pareva uscito direttamente dai miei più segreti e perfetti sogni.
 
Quando riaprii gli occhi ero distesa sul mio letto, indossavo il vestito per il ballo ma mi pareva di non essermi mai mossa di lì. Mi convinsi che avevo sognato così mi diressi in bagno per sciogliermi l’acconciatura. Nel mentre mi stavo togliendo le forcine mi accorsi che sul mio polso sinistro c’era un bracciale fatto di nastro azzurro come il vestito che ancora indossavo e aveva una rosa rossa che luccicava. Una lacrima mi scese di gioia mentre lo fissavo, non era stato un sogno. Corsi al computer e aprii la pagina del mio blog e ancora gioiosa scrissi il mio ultimo post…
-Invisible Girl- “Ora sono felice perché sono stata salvata, grazie redboy!”
 
  
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