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Autore: Jessica Fletcher    14/04/2013    3 recensioni
E allora aveva deciso di fare finta di niente, di indurire il proprio cuore, di renderlo di ghiaccio, di chiudere con l'amore ed i sentimenti e di dedicarsi solo al lavoro
Un po' di tempo dopo la morte della sua adorata Jessica, Don Flack pensa che non ci sia più posto nel suo cuore per nessun altra. Ma forse si sbaglia.....
Disclaimer: Non possiedo Don Flack (peccato!), nè gli altri personaggi di CSI NY qui citati
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Don Flack, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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fra nuvole e lenzuola

Ricominciare ad amare ancora


Cap. 1 - Una brutta faccenda



Quanto tempo era passato? Quanti giorni, quanti anni da quando Jessica se ne era andata? Don Flack non lo rammentava più, non voleva ricordarlo, non aveva la forza di fare un conteggio così doloroso.
Quello che avrebbe voluto non era tanto dimenticarla ma solo che il ricordo di lei cessasse di fargli così male; ma non poteva, non poteva nemmeno lontanamente pensare a lei senza soffrire di nuovo come un cane; come il giorno in cui l'aveva persa.
E allora aveva deciso di fare finta di niente, di indurire il proprio cuore, di  renderlo di ghiaccio, di chiudere con l'amore ed i sentimenti e di dedicarsi solo al lavoro, che svolgeva bene, con solerzia, certe volte spietatamente, certe volte con umana comprensione per i più deboli e gli sfortunati, questo fino a quando le forze lo reggevano. Poi andava a casa e crollava addormentato in un sonno senza sogni, buio e cupo come la notte senza stelle.
Certe volte, oh certe volte, il ricordo di lei tornava a farsi vivo prepotentemente nella sua mente, bastava che passasse per caso davanti ad un locale in cui avevano pranzato insieme, o davanti ad un cinema in cui erano andati a vedere un film romantico, o in quel posticino tutto speciale di Central Park e allora sì, il dolore minacciava di riaffiorare alla sua mente. Allora c'era il bere, gli alcolici, i superalcolici a fargli compagnia, a non farlo sentire solo, ad anestetizzargli la mente. Strano: c'erano sere in cui si scolava un'intera bottiglia di Jack Daniels, poi andava a letto, e l'indomani faceva il suo ingresso, bello e fresco non non mai, nella stazione di polizia di New York, pronto ad un'altra giornata di lavoro come se niente fosse accaduto.

E così era riuscito ad andare avanti, a sopravvivere, a crearsi un suo equilibrio e tutto sembrava andare sufficientemente bene, c'era riuscito sì, o almeno così credeva, fino a quella mattina di gennaio; quella fredda mattina di gennaio.
Come tutte le mattine si era svegliato, si era lavato, vestito, rasato e guardando la propria immagine allo specchio si era soffermato a guardare non tanto le rughe di espressione che aveva sul viso o i primi capelli grigi che cominciavano a spuntare sulle tempie (eh, sì....ragazzo mio, stai invecchiando) quanto, piuttosto, quell'ombra di tristezza nel fondo dei suoi occhi color del mare meravigliandosi, quasi, di essere l'unico a notarla. Gli altri, tutti gli altri, vedevano in lui il solito compagnone allegro e divertente: la maschera che lui indossava ogni giorno; niente di più

Sospirando si era vestito, era uscito di casa e, senza nemmeno fare colazione, si era recato alla fermata della metropolitana. C'era tanta gente, come ogni mattina, del resto, tutti come lui; lavoratori, gente normale, onesta che si impegnava tutti i giorni in un lavoro oscuro e mal pagato e poi, la sera, tornava a casa, dalla famiglia. La maggior parte di loro aveva qualcuno che li aspettava , mentre alcuni, come lui, sarebbero rientrati in una casa vuota e buia.
Don, che fai? stai diventando sentimentale? Dai scuotiti che arriva il treno!
Il treno arrivò, si sentì lo stridore dei freni e, proprio mentre le porte si aprivano si sentì un grido provenire dal marciapiede prospiciente le prime carrozze  e poi alcune parole concitate "E' caduto un uomo.....è sotto al treno...lo ha messo sotto! Aiuto! Aiuto!"
Don cercò di raggiungere velocemente, facendosi strada a spintoni fra la folla,  il luogo da cui provenivano quelle voci : "Polizia!" gridò per farsi riconoscere "Squadra Omicidi!".
Una volta arrivato sulla scena del delitto si rese conto che per il malcapitato c'era ben poco da fare:  steso sotto alle ruote del convoglio, completamente maciullato e totalmente irriconoscibile c'era il corpo di una persona; da come era ridotto era impossibile stabilire se si fosse trattato di un uomo o di una donna, e quale età avesse; si poteva solo capire che si trattava di una persona adulta.
Brutta faccenda, bruttissima! Qui nemmeno i ragazzi di Mac avranno un compito facile....figuriamoci io! Sempre di capire di che cosa si tratta: suicidio, omicidio o semplice incidente?  Okay, diamoci da fare!
Don, cercò per quanto possibile di tenere la gente lontana dal corpo, poi preso il telefonino, avvertì la centrale di polizia che c'era stato un incidente e in attesa dei suoi colleghi cominciò a cercare di fare luce sulla faccenda.
"Okay, sono l'agente Don Flack, della squadra Omicidi" si presentò "la persona caduta sui binari è indubbiamente deceduta sul colpo.....dov'è l'autista del convoglio? " gli fu indicato un uomo dall'aspetto visibilmente stravolto che, appoggiato al muro, si teneva il viso fra le mani e continuava a ripetere "Non l'ho visto! Giuro che non l'ho visto. Non è stata colpa mia"
Don capì che non era proprio il momento di interrogare l'uomo, lo avrebbe fatto più tardi quando si fosse calmato e comunque dubitava che gli avrebbe potuto essere di aiuto. Così si rivolse alla folla che si era radunata intorno al luogo dell'incidente:
"Qualcuno ha visto qualcosa?"
"Io!.... io l'ho visto" disse una voce proprio dietro di lui. Don si voltò e .....rimase per un attimo come stupefatto.
Credete nell'amore a prima vista? Lui non ci credeva, non ci aveva mai creduto. Eppure c'era qualcosa nella donna che aveva parlato che lo colpiva inesorabilmente. La guardò bene: un po' più alta della media, bel fisico snello, lunghi riccioli biondi che scivolavano fin sulle spalle e il più bel paio di occhi verde smeraldo che lui avesse mai visto (Caspita, che bella ragazza! ).
"Lei lo ha visto, signorina? Signorina....." rimase in attesa del nome;
"Rossi. Jennifer Rossi"
"Ah, italiana...."
"Di lontana origine italiana. I miei nonni paterni sono venuti a New York dall'Italia. Ma io sono newyorchese doc"
Jennifer, mentre parlava, si soffermò a guardare il bell'agente davanti a lei (Che mi venisse un colpo! E' proprio un gran figo! Guarda lì che occhi azzurri!)
"Diceva che ha visto cosa è successo.....ce lo può raccontare?" Don riprese l'interrogatorio, cercando di fare finta di niente. Ma non riusciva a distogliere lo sguardo dalla ragazza;
"Sì, ho visto un uomo che spingeva questo poveretto nei binari della metropolitana e poi l'ho visto scappare dentro alla galleria."
"Capisco. Probabilmente è fuggito lungo i binari contando sul fatto che il treno sarebbe stato fermato.....poi alla prossima fermata ha cambiato linea prendendo un altro treno. Sarà finito chissà dove..........uhm......ce lo potrebbe descrivere?"
"Più o meno....l'ho visto solo di sfuggita....più che altro l'ho visto scappare. Stavo avvicinandomi al binario per prendere il treno e lui mi ha dato una spinta per poter fuggire via.....poi è stato il caos e mi sono lascita prendere dalla confusione. Mi sembra non fosse tanto alto, corporatura normale, capelli e carnagione scura.....forse un ispanico....ma non ci giurerei"
"Beh, comunque ci pensi bene....vediamo se riusciamo a fare un identikit....si ricorda se portava dei guanti o roba del genere?"
"No, non ricordo guanti. Portava un cappotto scuro, non ricordo altro."
"Va bene, venga in centrale con me per la deposizione", lasciamo il campo alla scientifica. E Don si soffermò un istante a scambiarsi un saluto con Danny e Lindsay Messer, suoi colleghi delle scientifica nonché suoi buoni amici. Sorrise, poi, alla battuta del solito Danny il quale, ammiccando verso la bionda, gli aveva detto "Lo interroghi tu personalmente il teste, vero Don? E chissà come lo interrogherai bene!" dopodiché prese, per l'appunto, la testimone per il polso, delicatamente, e si diresse verso una delle macchine del NYPD ferme ad attenderli fuori dalla stazione.

Dall'interrogatorio non emerse niente di nuovo riguardante il caso, ma per tutta la durata, i  due non fecero altro che scambiarsi intensi sguardi appassionati.
(Giuro che se mi chiedesse di passare la notte con lui, non saprei proprio come dirgli di no)
pensava Jennifer;
(Adesso le chiedo se viene a cena con me, stasera)
era invece il pensiero di Don; e lo avrebbe fatto (non era timido) ma gli seccava avere gli occhi di tutti la centrale su di se ed era pressoché sicuro che Danny, Adam e Sheldon stavano già scommettendo se e quando lui sarebbe riuscito portarsi la ragazza a letto.
Decise di giocare di attesa e aspettò che lei fosse pronta ad uscire per aspettarla proprio davanti alla porta;
"Beh, allora arrivederci, signorina Rossi"
"Chiamami pure Jennifer, e, ti prego diamoci del tu!"
"Certo, Jenny, arrivederci, allora"
Eh, no, mica lo faccio scappare così......
"Ti volevo dire, Don...ehm....sei stato molto gentile con me. Vorrei contraccambiare......ti va di venire a cena da me, stasera?"
"Cucina italiana?"
"Certamente. Tradizione di famiglia....a stasera, allora? ci posso contare?"
"Okay" e Don le prese la mano per baciarne il dorso, da vero gentiluomo "a stasera".
La guardò allontanarsi  per poi tornare verso i proprio passi, all'interno della centrale, giusto in tempo per sentire Adam dire "Ve lo avevo detto che il vecchio Don non avrebbe perso tempo. Fa sempre centro, lui!"

Okay, e penso che, per ora, possa bastare così....
Dirò la verità, avrei voluto scrivere una one shot (come sempre del resto) ma mi sarebbe venuta troppo lunga, così ho deciso di provare una multi-chapter.
L'idea mi è venuta pensando che, dopo la morte delle sua fidanzata Jessica, non abbiamo mai più visto Don Flack fare coppia fissa con un'altra donna.  Da questa considerazione la mia mente ha vagato e sta tirando fuori questa fan-fiction.
Spero che vi piaccia e spero di riuscire a finirla in tempi non biblici

Buona lettura
Love
Jessie
  
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