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Autore: DAlessiana    14/04/2013    2 recensioni
“Perché?” chiedi col viso rivolto al mare e con gli occhi pieni di lacrime, perché voleva chiudere la vostra storia dopo anni insieme? Avevi detto o fatto qualcosa di sbagliato? Impossibile, altrimenti ne avrebbe parlato invece di lasciarti. Ti tormentavi chiedendoti il perché, senza trovar alcuna risposta alla tua domanda. Lui era dietro di te, e anche lui guardava l’orizzonte, nessuno dei due trovava il coraggio per potersi guardare in faccia, ma tu sentivi che anche lui come te soffriva nel pronunciare quelle parole, ma allora perché le pronunciava? Ancora un’altra domanda, ancora senza risposta.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Perché?” chiedi col viso rivolto al mare e con gli occhi pieni di lacrime, perché voleva chiudere la vostra storia dopo anni insieme? Avevi detto o fatto qualcosa di sbagliato? Impossibile, altrimenti ne avrebbe parlato invece di lasciarti. Ti tormentavi chiedendoti il perché, senza trovar alcuna risposta alla tua domanda. Lui era dietro di te, e anche lui guardava l’orizzonte, nessuno dei due trovava il coraggio per potersi guardare in faccia, ma tu sentivi che anche lui come te soffriva nel pronunciare quelle parole, ma allora perché le pronunciava? Ancora un’altra domanda, ancora senza risposta.
Lo senti prendere un grosso respiro “Te l’ho già spiegato, non siamo fatti per stare insieme, è meglio chiuderla qui” senti che quelle parole le odiava anche lui, soprattutto le ultime, odiavate entrambi quella frase “Te ne accorgi solo ora? Dopo anni insieme?” chiedi con un po’ di ironia, ma quell’ironia scompare subito, non odiavi lui, odiavi le sue labbra per aver pronunciato quella frase, c’era dell’altro, altro che lui non voleva dirti, forse per non farti ancor più soffrire? Esisteva qualcosa di più doloroso? O era semplicemente perché non c’era niente? No, il tuo istinto non sbagliava mai, oramai lo conoscevi troppo bene.
“Meglio tardi che mai” risponde dopo minuti interminabili alle tue domande, volevi replicare, ma non avevi più la forza di farlo, il dolore già ti aveva attaccato ancor prima che lui se ne andasse.
Quell’odioso silenzio venne spezzato dal cellulare di lui, lo prende dalla tasca dei jeans, dove lo metteva sempre, prima che lui rispondesse tu riesci a leggere il nome sul display “Papà” c’era scritto, eri abituata a sentire la conversazione dato che il suo cellulare aveva sempre il volume al massimo, ma stavolta non lo fai e continui a fissare le piccole onde che abbracciavano la sabbia, per poi tornare indietro, lui stava facendo la stessa cosa, ti abbracciava per poi andarsene, però questa volta era per sempre.
Per un secondo distogli lo sguardo e ti giri verso di lui, lo vedi chiudere la chiamata seccato, che gli aveva detto il padre, per stressarlo così? Un’altra domanda senza alcuna risposta.
Viene verso di te, tu vorresti non guardarlo, vorresti girarti di nuovo per fissare il mare, ma non ci riesci “Devo rientrare” dice ancor più seccato di prima “Ah” sospiri “Deduco che stasera non mi riaccompagnerai a casa” dopo aver detto quella frase abbassi lo sguardo “Deduci bene, meglio di no, sai…” “Ssh” lo blocchi, non volevi provare ancor più dolore di quanto non lo provassi già “Ciao” dice allontanandosi “Addio” dici in un sussurro con lo sguardo abbassato, ma soprattutto con immenso dolore.
Era strano fare quella strada senza di lui, ormai anche i sassi vi conoscevano bene, sapevano che ogni volta che ti baciava lo faceva come se quello fosse l’ultimo bacio, prima che tu rientrassi in casa e non avrebbe voluto lasciarti andare, ma non sapevano che quello che ti aveva dato ieri sera per lui era davvero l’ultimo.
Appena entri in casa corri immediatamente in camera, non volevi farti vedere dalla tua famiglia in quelle condizioni, col cuore a pezzi e gli occhi pieni di lacrime.
Chiudi la porta e ti precipiti alla finestra con la speranza che ci avesse ripensato, ma non c’era, non era lì  pronto a ribaciarti e a restare con te.
Troppe domande, troppi dubbi e poche risposte, era strano, come se non volesse lasciarti, ma doveva.
Evidentemente il tuo tentativo di non far sapere niente alla tua famiglia fallì miseramente, poiché dopo pochi minuti, anche se per te erano ore, senti bussare alla porta, chi era? Tuo fratello Franco, il ragazzo che non si faceva sfuggire niente e sicuramente era l’unico a notare che stavi male. “Ciao” dici in tono seccato, non ti andava di parlare “Ciao” dice Franco col suo tono sempre allegro, ma oggi non ti andava certo di essere allegra, lui lo nota ed entra in camera chiudendo la porta.
Con l’indice ti fa alzare il viso sfregato dalle lacrime “Che succede?” aveva il tono da fratellone preoccupato, forse era ciò di cui avevi bisogno, ti butti fra le sue braccia in cerca di affetto, di qualcuno con cui poterti sfogare, lui ovviamente ti stringe a sé, pronto a consolarti.
Dopo alcune lacrime e dopo avergli sporcato la maglia di acqua salata, ti stacchi e lo fai sedere assieme a te sul letto “Ora sei abbastanza tranquilla da dirmi che è successo? E non dirmi che non c’entra Matias” dice in un tono che non ammetteva di certo un “niente” come risposta, prendi un grosso respiro e cerchi di far uscire qualche parola dalla tua bocca “Matias mi ha lasciata, ma non è a causa sua, c’è qualcos’altro che lui non vuole dirmi” dici tutto d’un fiato e subito dopo le lacrime già minacciavano di scendere di nuovo “E cosa c’è sotto?” domanda perplesso “Non lo so”  eri di certo ancor più confusa di lui.
Dopo alcuni minuti: “Franco!” una voce maschile dall’altro capo della stanza, oltre le scale lo chiamava “Vai, papà ti sta chiamando” dici spronandolo per farlo andare via “Okay, ma appena scopro qualcosa ti dico” ti promette prima di aprire la porta, dalla quale attimi prima era entrato, tu ti sforzi di sorridergli.
Ti giri e rigiri sul letto stringendo il cuscino già bagnato dalle lacrime, cerchi disperatamente di prendere sonno per placare un po’ il dolore, ma era inutile. Il tuo cuore andava a fuoco, non riuscivi più a respirare, sentivi come se il dolore si stesse impossessando di tutto il tuo corpo, non riuscivi più nemmeno a muoverti, ti sentivi abbandonata e usata, come se il tuo mondo stesse finendo, come se la tua vita fosse arrivata alla fine…tutto era finito, tutto.
***
Tornavi da scuola e casualmente passi per casa sua, lo vedi mentre era intento a portare alcuni grossi scatoloni nella macchina del padre, morivi dalla voglia di andare da lui per baciarlo, per dirgli che avevi bisogno di lui per vivere e non doveva finire tutto così, ma ovviamente cuore e cervello non andavano d’accordo. Mentre pensi che cosa fare, vedi suo padre appendere un cartello sulla porta di casa con su scritto “VENDESI” e allora capisci, capisci il motivo per cui voleva chiudere la vostra storia, perché doveva chiuderla e non perché non eravate fatti per stare insieme, come mai doveva trasferirsi, che problema c’era? Per caso doveva andare al polo nord?
Corri da lui, così talmente in fretta che fai cadere i tuoi libri a terra, ma in quel momento non t’importava se si sporcavano, in quel preciso istante era importante lui, il tuo Matias.
Lui ti vede arrivare e posa gli ultimi scatoloni che aveva in mano per poterti raggiungere “Che ci fai qui?” ti domanda un po’ stupito, evidentemente non ti aspettava, non voleva che scoprissi la verità “Ho capito il vero motivo per cui mi vuoi lasciare” dici con un sorriso a trentadue denti “Ah…e ne sei felice?” domanda ancor più perplesso di prima “Sì, perché anche se cambi città possiamo continuare a sentirci! Senza lasciarci, la distanza non è un problema!” dici sprezzante di gioia, non volevi perderlo per alcuni km.  Lui fa un sospiro “Sì, hai ragione, se cambiassi città non dovremmo lasciarci…ma vedi Aurora io non cambierò solamente città, ma nazione” ti dice con lo sguardo basso “Cosa?!” esclami sorpresa “Vieni che ti spiego” ti porta su uno degli scalini che portavano all’entrata di casa sua e ti ci fa accomodare, lui si siede affianco a te “Be’ vedi noi dobbiamo trasferirci in Germania...” fa una pausa per poi ricominciare a parlare “…mio padre ha trovato lavoro lì e non sapevo come spiegartelo, quindi mi ha consigliato di lasciarti” pronuncia quelle parole con gli occhi lucidi, ma non era il solo ad averli. “Scusami per non averti detto la verità, mi dispiace…ma non sapevo come fare” dice alzandosi e porgendoti la mano “Non preoccuparti” dici prendendo la sua mano, amavi troppo stringerla, ti faceva sentire bene, protetta.
Tenti di guardarlo in faccia, ma non ci riesci, non volevi che ti vedesse piangere, non volevi dargli quel dolore, anche se probabilmente anche lui soffriva; “Ti amo” ti sussurra avvicinando il tuo viso al suo, per poi far incrociare le tue labbra con le sue, regalandoti un ultimo bacio, era diverso da tutti gli altri, stavolta nemmeno tu volevi lasciarlo andare via, non volevi perderlo, non volevi vedere il mondo senza di lui, poiché senza di lui ti sentivi morire, era mille volte peggio di una lama infilata dentro al petto, dritto al cuore “Sai che non posso vivere senza te” gli sussurri mentre i vostri nasi si sfiorano, facendo finire quell’ultimo bacio “E tu sai che senza te la mia vita non ha più senso?” ti domanda in modo retorico, anche lui sussurrando “Ora devo andare” dici con un groppo in gola dovuto alle lacrime che minacciavano di uscire “Non posso perderti così…è così ingiusto!” ti dice stringendoti a sé “Ti amerò per sempre” gli giuri, separandoti da lui, “Anche io, amore”.
***
“Veramente vuoi rinunciare ad essere felice?”, ti domanda, per l’ennesima, volta, Franco, “Franco, basta non voglio tornare su questo discorso ancora, sto male…mi sento morire e tu mi fai certe domande!” gli rispondi sbuffando sprofondando la testa nel cuscino del divano “Vai! Vai alla stazione! E digli di non partire! Te ne pentirai Aurora! Rimpiangerai il fatto che non hai lottato per il suo amore! Lui ti ama e non vuole perderti e la stessa cosa provi tu! Vuoi passare tutta la vita a piangerti addosso!?” stavolta era stato molto più convincente di tutte le altre, aveva ragione non potevi restare a piangerti addosso per non aver lottato abbastanza.
Ti alzi e senza minimente pensare al tuo aspetto, esci di casa e corri verso la stazione.
Arrivi lì e senti una voce che annuncia “Il treno Roma – Berlino arriverà con 25 minuti di ritardo” sentendo questa frase, corri facendoti spazio tra la gente per poter raggiungere il binario di quel treno, non t’importava di tutte le brutte parole che ti lanciavano addosso per averli urtati, avevi un solo obbiettivo in mente, quello di raggiungere lui e fare di tutto per non farlo partire, lo amavi troppo per poter permettere a quel maledetto treno di portartelo via per sempre.
Ti sembrava aver corso per un’infinità di tempo e iniziavi a pensare che fosse già partito, che fosse già parecchio distante da te, ma all’improvviso noti un ragazzo alto, occhi color castano scuro e capelli dello stesso colore “E’ identico a Matias” pensi, ma era solo una coincidenza? Una burla del destino? O era veramente lui?
L’unica cosa da fare era raggiungere quel ragazzo e sperare che fosse veramente lui, dopo alcuni minuti riesci a raggiungerlo e i tuoi occhi s’illuminano, era lui! Non era già partito come credevi.
Gli corri incontro e senza lasciarlo parlare lo stringi a te “Scusami se ho aspettato l’ultimo istante per dirtelo, ma prima non riuscivo a trovare il coraggio per farlo…” prendi un grosso respiro “Ti amo, non andare via…non voglio perderti, sei il mio tutto, il mio mondo! Se tu vai via io non ho più ragione per vivere, lo capisci? Non posso permettere ad uno stupido treno di portar via la mia vita…non mi sono mai e dico mai innamorata di qualcuno come lo sono di te, io ti amo veramente!” volevi dirgli molto altro, ma non ci riesci a causa delle troppe lacrime, lui si stacca e ti fa alzare il viso “Io non parto più amore, ho convinto mio padre, abiterò con i miei zii, poco distante da casa tua…neanche io potevo permettere ad uno stupido treno di portarmi via da te, ti amo anche io e non sai quanto! E non smetterò mai di farlo!” tu rimani sconvolta da quelle parole, sembrava un sogno, un bellissimo sogno.
Per minuti interminabili nessuno dei due parlava, fino a quando lui decide di prenderti il viso tra le sue mani, per poter assaggiare le tue labbra e stavolta non per un ultimo bacio, ma il primo di una lunga e nuova serie di baci. Così piano piano avvicina il tuo viso al suo, fino a quando non resta un piccolo spazio a dividere le vostre labbra, ma lui finalmente decide di riempire quel vuoto e così tutto diventa improvvisamente magico e il tuo cuore vede la fine di quel tunnel, pieno di dolore.


-Ciao a tutti! Sono una nuova autrice e non so se questa storia vi piacerà...ma comunque sia, grazie di averla almeno considerata! Con questa storia ho partecipato ad un concorso e sono arrivata in finale, spero tanto che vi piaccia! <3
  
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