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Autore: _Even    14/04/2013    6 recensioni
Sei lune piene.
Sei mesi passati in una tomba per una shinigami che non è mai stata tale.
Sei mesi per trasformare una grande tristezza in un'inesorabile follia.
Sei mesi per dimenticare sé stessa e per fare suo un nome.
Grell Sutcliff.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Grell Sutcliff, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Six Fool Moons

 

Eric Slingby si trovò di fronte una scena surreale.

Un demone teneva sollevata una shinigami per la gola, con l’evidente intento di strozzarla e, dall’espressione trasognata della donna, sembrava proprio che la cosa non le dispiacesse.

Accanto a loro, un ragazzino con un occhio coperto da una benda diceva al demone di ucciderla. Il suo tono imperioso stonava terribilmente con il suo aspetto infantile. E, al suo fianco, un giovane guardava la scena terrorizzato ed incredibilmente sbigottito.

Noah Brooks, pensò subito Eric.

Egli non riusciva a staccare gli occhi dalla shinigami: era sicuro di non averla mai vista prima, ma lei gli ricordava terribilmente il suo collega, Grell. Forse era per la massa di capelli rossi. Oppure erano i denti aguzzi?

-Sembra che tu abbia causato un po’ di trambusto in questi giorni, non è vero?- le disse il demone, con calcolata gentilezza.

-Trambusto?- gracchiò con voce soffocata.

-Non ti ricordi più?- ribatté lui. –Non ti ricordi più di tutte le persone che hai ucciso? A cui hai portato via gli occhi, la lingua e chissà cos’altro?

-Che vai farneticando?- insisté. –Io non ho mai ucciso nessuno!

-È un peccato che io e Sua Maestà non la pensiamo come te, vero?

Sorrise, ma il suo non era un sorriso di cortesia. –Sono desolato, ma sono costretto ad ucciderti.- Strinse la presa attorno al suo collo e proseguì fingendosi dispiaciuto:- Si dice che gli shinigami possano morire solo se feriti da una Death Scythe. Chissà se c’è un altro modo... beh, ho tutta la notte per scoprirlo.

Le mancava il respiro, ma Eric riuscì ugualmente a scorgere la follia nei suoi occhi lucidi. La donna estrasse uno dei coltelli che aveva conficcati nella schiena e, mentre esplodeva in una risata rauca e incontrollabile, lo scagliò verso Noah Brooks.

Il coltello gli penetrò il cranio e il giovane morì sul colpo.

Quasi simultaneamente, uno schiocco secco indicò che il demone aveva spezzato il collo della shinigami.

Questa precipitò a terra, come una bambola di pezza. Era ancora viva, ovviamente, ma appena cosciente di ciò che le accadeva attorno.

Piantò i suoi occhi smeraldini su Eric e gli mormorò qualcosa di incomprensibile con un filo di voce.

-Sembra che questo non sia più un nostro problema.- sentenziò il demone, rivolto al biondo. –Fanne ciò che vuoi, purché tu la tenga a bada. O sarò costretto a farle molto più male di così.

Pensava che Eric la conoscesse.

-A noi non serve più.- aggiunse il ragazzino. Se ne andò e il demone lo seguì.

Eric rimase leggermente turbato, sia dalle loro parole che dalla shinigami misteriosa che aveva di fronte, sporca di terra e di sangue rappreso, che lo fissava con sguardo vacuo: più la guardava, più riusciva a vedere in lei una copia imperfetta di Grell Sutcliff.

Sospirò di nuovo, prima di mietere l’anima della povera, giovane vittima e prima di assicurarsi che la shinigami tornasse tra i suoi simili.

 

Grace aveva assistito, inerte, a tutta la scena. Il dolore era lancinante, ma non le impediva di vedere.

Finalmente aveva incontrato un dio della morte. Non era sicura che l’avesse sentita, quando gli aveva chiesto di fare una cosa per lei. Ciononostante, era riuscita nel suo intento.

“Riportami a casa”

 

Il suo collo non si era ancora ripreso dalla frattura e ciò la costringeva a piegare esageratamente la testa di lato. Ma quel che vide la fece sentire appagata.

Shinigami.

Ovunque c’erano shinigami che lavoravano, che parlavano, o semplicemente camminavano. Erano dappertutto.

-Ce l’ho fatta.- sussurrò, commossa.

-Will, vieni subito! Devi vedere una cosa.- urlò il tizio biondo che l’aveva salvata, rivolto a chissà chi.

Solo allora si accorse che lui l’aveva tenuta in braccio per tutto il tempo.

Grace si innervosì e si dimenò finché lui non la poggiò a terra: non voleva e non doveva dipendere da nessuno eccetto che da se stessa.

Lo shinigami che Eric aveva chiamato arrivò pochi secondi dopo. Aveva i capelli corvini e lo sguardo impassibile, distaccato. Il suo volto non tradiva neanche un briciolo di emozione. Grace sentì un istinto peccaminoso dentro di sé.

Si leccò le labbra, mentre pensava a ciò che avrebbe voluto fargli (e farsi fare) in quel preciso istante, lì di fronte a tutti. La sua freddezza era dannatamente provocante e lei non era affatto una donna mansueta.

-Che cosa ti prende, Slingby?- lo rimproverò lui.

Quando si accorse di Grace, però, la magia di quel volto stoico si ruppe miserabilmente: contrasse la mascella e il suo sguardo cominciò a saettare da una parte all’altra, pur di evitare ciò che aveva di fronte, evidentemente sgomento.

-Ma cosa...?!- cominciò, senza riuscire a continuare. Ebbe il coraggio di guardarla solo dopo qualche secondo. -Chi sei tu?- le chiese infine.

-Io sono Grace, DEATH!- scattò all’istante, mostrando i denti appuntiti in un sorriso.

L’espressione di William era di puro terrore. Era come se cercasse di far quadrare qualcosa nella sua testa, senza però riuscirci.

-Willy! Perché hai quella faccia, che cosa ti prende?

Quella voce.

 

Risuonò come un brivido di puro odio.

Come mille spilli acuminati che si conficcano nel cranio uno alla volta.

Come sangue che ribolle nelle vene, sul punto di scoppiare.

Quella dannata voce. Acuta, penetrante ed inconfondibile.

Rimbombava nel cervello di Grace praticamente da sei mesi. E, in quel momento, proprio dietro di lei.

-Hai bisogno di un po’ di riposo, Willy.- proseguì. –Io lo dico sempre: tu lavori troppo!

-Sutcliff, vattene via!- strillò il moro, che aveva di fronte il viso di Grace.

Aveva gli occhi spalancati e il fiato corto, come se stesse cercando di trattenersi. Digrignava i denti, la bocca contorta in un ghigno animale. Furia irrequieta.

-Spostati da lì o per te si mette male!- aggiunse in fretta Eric.

Tuttavia Grell non si mosse di un millimetro. Anzi, ne approfittò per ficcanasare:- Chi è quella lì? E perché è vestita come una prostituta?

Bastò una parola. Una piccola scintilla toccò la fragile mente di Grace.

Dentro di lei tutto esplose, lasciando nient’altro che fiamme e devastazione, fumo nero che la soffocava fino a farla impazzire.

Bastò che si voltasse per far riversare fuori da quel corpo usurato tutta la rabbia che la imprigionava.

I mesi in cui era stata in trappola. In cui aveva patito la fame senza morirne, in cui aveva creduto di soffocare per la mancanza di aria, senza che ciò accadesse mai. In cui la gola le si seccava sempre di più e poteva inumidirla soltanto con il sangue che le colava dal mento e dalla bocca, lacerata dalle sue stesse zanne.

I mesi in cui era stata sul punto di morire, senza morire mai.

Bastò un nome perché quell’incubo ritornasse.

-GRELL SUTCLIFF!

 

L’urlo arrochito perforò le orecchie di Grell: rimase leggermente turbato dalla cosa, ma non si spaventò seriamente finché Grace, con un balzo disumano, lo raggiunse e protese le braccia verso di lui.

Eric e William la afferrarono prontamente per la vita e la strattonarono via da Grell prima che potesse raggiungerlo. Lei muoveva ancora le mani verso la sua preda: desiderava lacerare quella pelle candida e vedere il suo sangue schizzare ovunque.

Il rosso trasalì per la paura, ma si rilassò non appena vide i che due shinigami riuscivano a tenerla ferma. Si dimenava ed era sempre più irritata ogni istante che passava lontana dal suo carnefice.

-Oh Will, come sei dolce a proteggermi!- cinguettò Grell. –Sembri proprio un cavaliere senza macchia e senza paura che difende la sua amata.

-Ti sembra il momento?!- ansimò quest’ultimo.

Grell la osservò a lungo. Molto a lungo.

Forse un attimo di troppo.

Di certo la sua pelle smorta, i suoi capelli rosso scuro e suoi denti acuminati, fin troppo simili ai propri, l’avevano tratto in inganno. Ma i suoi occhi... spalancati e vitrei, da morta come da viva, li avrebbe riconosciuti ovunque.

Fu come ricevere uno schiaffo in pieno viso.

Ed era pienamente consapevole che nessuna sberla avrebbe fatto male quanto quella verità. Boccheggiò in cerca d’aria, orribilmente consapevole di ciò che aveva di fronte.

-Ma tu...Tu sei...?

-Grace!- gridò lei, sporgendosi ancora di più in avanti, verso di lui. –Non ti ricordi di me? Oh, ma certo che ti ricordi! Mi hai seppellita viva, brutto...

Con un ultimo sforzo, Eric scaraventò Grace sulla parete dietro di loro tanto forte da farle perdere i sensi.

Dovevano portarla via di lì, e dovevano nasconderla dagli occhi di tutti.

 

-Che diavolo sta succedendo?!

Grace si risvegliò e si ritrovò legata a una sedia con delle catene.

Era chiusa in una stanza insieme a pochi altri shinigami, compresi quel Will che lei aveva trovato tanto appetitoso, il biondo che l’aveva salvata dal demone e Grell Sutcliff.

Il suo corpo ebbe uno spasmo verso il rosso quasi involontario, non appena lo vide. Ma la sua sete di vendetta avrebbe dovuto aspettare ancora.

-C’è una cosa che devo dirti. Ho bisogno che tu sia concentrata su di me.- le disse William, guardandola dritta negli occhi per catturare la sua attenzione.

-L’unica cosa su cui riesco a concentrarmi è sul fatto che qui siete tutti uomini, siete in cinque e io sono legata a una sedia.- rispose Grace, guardandosi intorno con un sorriso malizioso. –Quante possibilità abbiamo secondo te?

Grell sbottò:- Certo, perché niente è più eccitante di una squilibrata incatenata che ti implora di metterle le mani addosso.

Il latrato bestiale della shinigami riempì la stanza. –Sparisci dalla mia vista! O per te si mette male. Quanto è vero che mi chiamo Grace, quando riuscirò a...

-Tu non ti chiami Grace.- la interruppe William.

Smise di botto di dimenarsi, allibita:- Che vuol dire che non mi chiamo Grace?

Il moro le si avvicinò, mentre lei fissava il vuoto alle sue spalle. Si chinò e le sussurrò qualcosa all’orecchio. Un nome, per la precisione.

Alice McKenzie.

Il fiato di William accanto al suo orecchio le provocò un brivido di piacere non indifferente. –Oh, caro Will, non so chi sia questa Alice McKenzie, ma sappi che potrai ripetermi il suo nome tutte le volte che vorrai!

-Non ricordi proprio niente.- constatò lui.

-E che cosa dovrei mai ricordare?

-Davvero?- quasi trasalì Grell. –Io sono stato il tuo insegnante! Hai fallito il tuo esame per diventare shinigami e hai iniziato a lavorare per le Risorse Umane. Eri inquietante, a dir la verità... mi seguivi in continuazione.- concluse, a metà tra l’esasperato e il compassionevole. –Non te ne ricordi più?

-Sta’ zitto!- urlò Grace, ma non si mosse. Voleva sentire di più, ma di certo non da lui.

-Ricordi qualcosa della tua morte?- chiese di nuovo William, indugiando sull’ultima parola: non si trattava di una vera e propria morte.

Quasi divertita, rispose:- E come dimenticare? Quel bastardo mi è piombato addosso e mi ha squarciato l’utero! E poi...- respirava affannosamente. –Mi ricordo di una donna in rosso che mi inseguiva. Anche lei voleva uccidermi.

-E le persone che hai ammazzato, quelle te le ricordi?- fece Eric all’improvviso.

Grace sbuffò:- Ancora con questa storia?! No, non ho mai ucciso nessuno.- si bloccò. –Eccetto stanotte, ma l’ho fatto per...

William sollevò una mano per fermarla. Doveva capire.

-E che mi dici del tuo passato, Grace?

Si rilassò improvvisamente: quell’interrogatorio era estenuante e abbandonarsi ai ricordi la rilassò. –Beh, Will, siamo diventati shinigami insieme. Questo tu te lo ricordi, mio caro? Il sedici dicembre del 1799, se non erro. Mietemmo l’anima di uno scrittore e in quell’occasione io ti salvai la vita.

-E poi?

-Beh, poi sono stata costretta a fare da insegnante a un gruppo di sciatte reclute.- inorridì al solo pensiero. –E poi il resto è un po’ confuso.

William asserì nervosamente. Inspirò ed espirò, come per togliersi un peso, e con un gesto si fece aiutare da alcuni colleghi a toglierle le catene.

-Hai ricordi reali e concreti di tutto ciò che mi stai dicendo? Ti ricordi di tutto, istante dopo istante?

-Beh, non proprio, ma...- con un gesto, William la interruppe una seconda volta.

Il suo volto era una maschera di confusione. Non riusciva a spiegarselo, non ce la faceva.

Quella donna era un abominio e uno scherzo della natura e lui non poteva fare a meno di sentirsi responsabile.

Lui, che era sempre stato attento e impeccabile in tutto ciò che faceva.

Lui, che non si era mai lasciato sfuggire niente.

Lui che non aveva calcolato il fattore Grell, e le conseguenze devastanti che questo avrebbe potuto avere non solo su sé stesso, ma su chiunque fosse capitato sul suo cammino.

Lui che stava assistendo a un evento a dir poco epocale.

Davanti a lui c’era una shinigami che aveva perso la ragione, e lui non aveva fatto nulla per evitare che accadesse.

-Ali... Grace.- si corresse, visibilmente nervoso. -Abbiamo ragione di credere che tu sia impazzita.- disse tutto d’un fiato.

Passarono alcuni secondi prima che Grace potesse registrare l’informazione e ripetere con un ghigno sprezzante:- Impazzita?

William prese un lungo fiato per dire, tutto in una volta, ciò che doveva dire. Non avrebbe mai più trovato tanta forza e doveva approfittarne.

-Non è il tuo passato, quello che ricordi. È il passato di Grell Sutcliff.- espirò di colpo. –Il tuo vero aspetto non è questo. L’hai copiato da Grell Sutcliff, ma non sappiamo come. E tu... Potresti non credermi per ciò che ti sto dicendo. Quindi sarò costretto a...- la sua voce si spezzò, mentre afferrava la sua falce della morte e la stringeva talmente tanto forte che le nocche gli divennero livide sotto i guanti neri. –Fidati, farà molto più male a me che a te.

William giunse dietro di lei e, con tutte le sue forze, le piantò la falce dritta nella schiena.

Il sangue cominciò a sgorgare copiosamente dalla ferita e, insieme ad esso, sgorgò anche dell’altro: i suoi Cinematic Records. I suoi veri ricordi.

I ricordi di Alice McKenzie.

Alice McKenzie. Lei.

Angolo dell'autrice:
Rieccoci di nuovo qui :D
Nonostante le scarse recensioni dello scorso capitolo sono ancora qui, e ringrazio amanotsukiko4evr e ShinigamiGirl per le recensioni.
Ringrazio soprattutto ScratchGlissando per le continue correzioni. Anche se ti ringrazio "a modo mio", è sempre troppo poco per ciò che fai.
Ringrazio tutti quelli che mi seguono, e mi auguro di rivedervi anche la prossima volta.
Siamo al quarto capitolo. Ancora due capitoli di agonia, su su!
  
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