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Autore: redvines    15/04/2013    0 recensioni
"Avevo più o meno quattordici anni quando comparve la mia prima piuma, impressa sulla schiena: era certamente uno di quei giorni che mi avrebbe accompagnato per il resto della vita.
Prima di allora avevo sempre avuto due piccole voglie all'altezza delle scapole, ma nessuno ci aveva mai fatto troppo caso. Quando però cominciarono a diventare sempre più rosse e a prudere, un dolore che oltretutto non smetteva mai, i miei genitori cominciarono a preoccuparsi, ma era già troppo tardi: infatti, qualche giorno dopo, una piccola piuma grigia con riflessi argento e blu petrolio apparì sulla mia pelle come dal nulla. I miei genitori divennero furiosi e mi misero in punizione per mesi, ma non potevano certo sapere che quei disegni sulla mia cute, durante quel periodo, si moltiplicarono, arrivando a ricoprirmi interamente fino all'altezza delle cosce, non lasciando più uno spazio di chiara pelle libero."
Sono semplici ragazzi con un dono speciale che dovranno imparare a combattere, lottare e amare insieme, condividendo passioni, amicizie e un nemico comune per la sopravvivenza della loro specie: divisi tra bianchi e neri, Luci e Tenebre, questi ragazzi impareranno a loro spese che ogni angelo ha bisogno del suo custode.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Brittany Pierce, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Santana Lopez, Sebastian Smythe
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve salvino a tutti!

Innanzitutto volevo fare un grosso CIAO collettivo a tutti, in quanto mi sono finalmente decisa dopo mesi di dubbi e insicurezze a pubblicare quello che puntualmente partorisce la mia mente malata!

Quindi ciao a tutti.

Ho avuto in gravidanza questa storia l'estate scorsa e non so come, ieri notte mi sono detta che si - può - fare!

Come ben scoprirete, se vorrete ovviamente leggere ciò che scrivo, sono una ragazza deviata e completamente fusa, ergo, se non vi piace assolutamente come e cosa scrivo, potrete prendermi a sassate ripetutamente. Essendo il mio primo scritto, comunque, mi farebbe davvero molto piacere sapere cosa ne pensate e soprattutto se vale la pena di continuare.

Avverto tutti che non è molto tradizionale come racconto, è un misto di cose che mi piacciono e che ho provato a inserire tutte insieme, e visto che nella mia testa i protagonisti sono sempre loro, ho dovuto inserirli per forza.

Capitemi se potete.

ATTENZIONE, ATTENZIONE nei primi capitoli non ci campanerete una fava!

Ebbene si, ho dovuto iniziarla in medias res perchè è una cosa che adoro, quindi sarete frastornati (ma tanto) e non capirete nulla: in questo primo capitolo vi introduco 4 personaggi nuovi, creati da me, anche se ammetto che nei nomi sono una frana e li troverete quanto meno familiari.. Spero. I nostri amici arriveranno col tempo e vi chiederei di non disperare se nei primi capitoli non compaiono molto, NIENTE PANICO GENTE ARRIVERANNO, è solo che per come è strutturata la storia non ho potuto farli entrare in scena in massa da subito. Credetemi però, se intraprenderete questo viaggio sarete soddisfatti del tempo che vi ho fatto aspettare. Anche perchè dal secondo capitolo in poi succederanno tante cose, e ci saranno sempre!

Si, è vero, ho scritto tantissimissimo ma ho dovuto perchè è la prima volta e volevo presentarmi per benino, quindi ringrazio tutti quelli che hanno letto questa piccola introduction e vi auguro una buona lettura.

 

 
 

Capitolo 1

Non era normale.

Non era assolutamente una cosa normale.

O semplicemente stavo sognando.

Mi pizzicai, forte.

Decisamente no, non stavo dormendo, avevo sentito fin troppo bene.

Ma allora perchè mi trovavo lì?

 

->>*<<-

 

L'unica cosa di cui ero assolutamente certa era che non ricordavo nulla. Avevo il vuoto più completo in testa, nemmeno una virgola, prima del mio risveglio.

<< Ok, niente panico >>

Cercai di rimanere calma e di riordinare le idee nella mia testa: mi chiamavo Beth e avevo diciassette anni. Frequentavo la Galsen Academy, anche se non riuscivo a ricordare cosa ci studiassi esattamente.

<< Bene, è un inizio >>

Anche sforzandomi non riuscivo a collegare nessun particolare della mia vita a quello che mi stava accadendo in quel preciso momento. Non avevo la minima idea di cosa mi fosse successo e cominciai ad agitarmi: in poco tempo il mio respiro divenne affannoso e il cuore cominciò a battere sempre di più, all'impazzata.

Avevo paura.

Solo in quel momento mi accorsi di essere totalmente immersa nel buio, ma la cosa che davvero mi spaventò più di tutte, era che io ci vedevo benissimo ugualmente. Com'era possibile? Non ero un gatto o qualche strano animale notturno, ne ero più che certa. Ero solo.. Io. Immersa nell'oscurità.

<< Prendiamo la cosa con filosofia, dovrò farmi ricoverare, ma almeno in questo momento mi è utile >>

Perfetto, ora parlavo anche da sola.

Ancora frastornata e indolenzita, mi alzai e con un grande sforzo cominciai a osservare dove mi trovavo. Fino a pochi secondi prima ero seduta sul pavimento, in un angolo della lunga stanza senza finestre dove mi ero svegliata.

Un attimo.

Dove si trovava la porta da cui ero presumibilmente entrata?

Non c'èra.

Beh, a questo punto un pò di panico mi venne.

 

->>*<<-

 

Portai in fretta entrambe le mani sulle tasche dei jeans alla ricerca di.. Qualcosa, di qualunque cosa, mentre il cuore rischiava davvero di uscirmi dal petto. Per fortuna lo trovai: il mio inseparabile cellulare. Impossibile che avessi campo li dentro, eppure provai lo stesso: menù, rubrica, cerca contatto.. Giusto, non ricordavo niente. Scorsi la lista di nomi senza apparente significato sul display: nessun volto mi tornava alla mente, nessun ricordo a esso legato, niente di niente. Chi avrei potuto chiamare? La paura prese il sopravvento e mi resi conto di non avere tempo. Guardai nel registro quale numero era tra i più frequenti e lo chiamai: Rachel, così era salvato. Realizzai di non sapere cosa dire e il nervosismo si fece quasi insopportabile, tanto che le mani cominciarono a tremarmi e per poco il celluare non cadde per terra, rischiando oltretutto di rompersi.

"Tu tu tu tu"

Ovviamente non c'era segnale.

Il tempo scorreva lento mentre cercavo di raggiungere almeno una tacca di campo, mi muovevo confusamente, ancora spaesata e sembrava dovesse passare un'eternità quando, eccola.

E fui più veloce di un fulmine.

Composi il numero e..
Uno squillo.
Due squilli.
Magari non risponderà.
Tre squilli.
Andiamo, ti prego, ti prego.
Quattro squilli.
Persi le speranze e stavo per riagganciar..

<< Mio Dio, Beth! E' da ore che ti stiamo cercando! Ma dove ti sei cacciata?! >>

La ragazza misteriosa aveva risposto, e adesso?

<< Rachel giusto? Ascoltami, non so chi sei, a malapena ricordo chi sono io, ma ho bisogno subito che qualcuno mi tiri fuori di qui.. L'aria comincia a farsi pesante e non penso di riuscire a resistere ancora per molto >>

Era vero. Respiravo sempre più a fatica, e la testa già mi girava, non so per quanto ancora sarei riuscita ad andare avanti.

<< Oddio, oddio è successo. Beth, tesoro.. No l'ha presa, lasciami finire! Tesoro, ascoltami bene, qualunque cosa succeda non guardarlo negli occhi, mi hai sentito? Non farlo per nessuna ragione! Gale lasciami, ti ho detto di farmi finire! Beth ti prego, ti prego stai attenta, sai di cosa è capace.. >>

Recepivo a malapena quello che mi stava dicendo da quanto rumure c'era al di là della cornetta. Urla, colpi, sembrava quasi di essere in guerra.

<< Cosa? Gli occhi? Perchè, io non capisco, non.. Non so di cosa stai parlando! >>

La ragazza stava urlando, con la voce rotta dalle lacrime. Mi spaventai.

<< Vorrà usare ciò che sei per i suoi scopi, ma non lasciarti ingannare da lui. Devi essere più furba, più scaltra.. Noi arriviamo, non ti preoccupare, arriviamo nel minor tempo possibile >>

Ma di cosa diavolo stava parlando?

<< In gamba Beth, non farti uccidere >>

Ed ecco l'insopportabile suono, segno che la chiamata era appena finita.

 

->>*<<-

 

No, non potevo aver capito bene. Non farmi uccidere? Ma in che razza di guaio mi ero cacciata? Tante, troppe domande mi si affollarono nella mente. Domande a cui però non sapevo rispondere. Come avrebbe fatto quella ragazza a trovarmi se non mi aveva nemmeno lasciato il tempo di spiegare dove fossi? Non che io lo sapessi, certo, ma non mi aveva nemmeno chiesto nulla. Decisi di mantenere la calma e di comportarmi da donna adulta quale ero. O quasi. Ma cavolo ero terrorizzata.

Percorsi tutta la stanza, tastando con le dita ogni muro o sporgenza, il pavimento, il soffitto, ma era completamente vuota e non trovai nulla. Non so quanto tempo passò, ma ripercorsi quella camera ben tre volte. Mentre ancora cercavo, caddi a terra. Mi presi la testa tra le mani e chiusi gli occhi, respirando a fatica. L'ossigeno stava finendo e non ragionavo più bene. La mia mente era annebbiata. Non sapevo che fare e probabilmente stavo per morire. Un'altra fitta alla testa e crollai, sdraiata, sulla schiena. Pensai che durante i miei ultimi attimi di vita non avrei nemmeno potuto rivedere tutti i miei ricordi o semplicemente le persone che amavo, perchè per un qualche strano segno del destino, non riuscivo a ricordare nulla.

Boccheggiavo.

Sentivo il cuore pulsare e rimbombarmi nella testa. Il petto si alzava e si abbassava, sempre più veloce. La vista era confusa e tutto intorno a me cominciò a girare. Chiusi gli occhi e rimasi ancora più al buio. Ero da sola e spaventata a morte. Da sola. In una stanza senza entrata e senza uscita. Ma che diavolo era successo?

I miei pensieri ancora si intrecciavano senza sosta, quando, inevitabilmente, persi conoscenza.

 

->>*<<-

 

<< Rachel, dimmi immediatamente perchè non mi hai fatto parlare con lei! >>

Aveva il viso contratto da quanto era infuriato, le mani chiuse a pugno lungo i fianchi e mi guardava con occhi ribollenti di rabbia e colmi di preoccupazione.

<< Gale, mi.. Mi dispiace, ma.. Non ricordava nulla, non potevo passartela! Non ti avrebbe riconosciuto, n-non sapeva nemmeno chi fossi io.. >>

Avevo ancora il viso rigato dalle lacrime da quanto ero in pensiero per lei e Gale sembrava non voler capire quanto anch'io stessi male.

<< Non mi interessa! Avevo bisogno di sentire la sua voce, di sentire che sta bene, che è ancora viva! Dio! >>

Si prese il volto tra le mani e mi diede le spalle. Non era veramente arrabbiato con me, lo sapevo in fondo. Era in pena per Beth.

<< Gale ti capisco e dispiace anche a me, ma non c'è tempo. Dobbiamo andare, subito, o non ce la farà da sola, lo sai >>

Gli stinsi l'avambraccio e lui si girò, guardandomi comprensivo. Gli sorrisi, anche se era ovviamente una forzatura.

All'improvviso rumore di passi, in lontananza.

Ci girammo all'unisono solo per vedere Kurt e Santana avvicinarsi, correndo.

<< Ragazzi, finalmente! State bene? >>
<< Si San, noi si, è solo che.. >>
<< Dov'è Beth? >>

Chiese Kurt, rivelando una leggera punta di timore nella voce che però non feci a meno di notare. Probabilmente aveva già intuito che qualcosa non andava.

<< Ecco.. >>
<< L'hanno presa, lui l'ha presa. Dobbiamo muoverci, non ha molto tempo >>

A quanto pare non dovevo parlare.

<< Cosa?! Ma.. Ma com'è possibile? Denny era con lei, doveva proteggerla! >>

Per l'appunto.

<< Lo so, e non voglio discuterne in questo momento >>

Risposi con più rabbia di quanto avrei voluto. Una morsa mi prese all'istante, alla bocca dello stomaco. Avrei potuto rimettere da un momento all'altro, ma due braccia mi avvolsero e semplicemente mi lasciai cullare, stringendomi a Kurt e lasciando che calde lacrime rigassero il mio viso.

<< Shh, tranquilla, tranquilla. Vedrai che c'è una spiegazione, la troveremo insieme ok? No, non piangere, va tutto bene, tutto bene >>

Mi accarezzava la schiena con quel suo solito modo gentile e a poco a poco i singhiozzi che mi scuotevano finirono. Ero davvero fortunata ad avere un ragazzo come lui in squadra.

<< Grazie Kurt, ma non è importante, davvero, mi passerà. Andiamo da Beth adesso, ne ha più bisogno di me >>

No, non mi sarebbe mai passata, lo sapevo, ma al momento avevo cose ben più importanti a cui pensare.

<< Ti voglio bene, ma ora davvero, smetti di piangere >>

Disse, spostandomi dalla fronte una ciocca di capelli fuori posto. Gli sorrisi e mi girai verso Gale. Forse stava cominciando a capire: aveva uno sguardo inquisitore che parlava da sè. Nel mentre Santana si avvicinò, e anche lei, comprensiva, mi prese per mano.

<< Dove si trova Beth? >>
<< Alla Torre, San. Andiamo a fare un pò di casino, che dici? >>
<< Oh si, non vedo l'ora di prendere a calci in culo quel bastardo di Hunter. Mi occuperò di lui personalmente mentre voi, ovviamente, salvate Beth >>

Disse sorridendo come una bambina e accompagnando il tutto con un occhiolino non troppo modesto, assolutamente adatto alla situazione.

<< Sempre fine vedo >>

Si lamentò Kurt ridendo e guadagnando così dalla mora una gelida occhiataccia.

<< Che vuoi Kurtie, è un marchio di fabbrica! >>
<< Andiamo adesso, si è fatto fin troppo tardi >>

 

Ci rimproverò Gale, spiccando il volo subito dopo.

Facemmo lo stesso.

Era l'unico che ancora non aveva abbozzato il minimo accenno di un sorriso.

 

->>*<<-

 

No, cavolo, un'altra volta.

Ci misi più del necessario a mettere a fuoco gli oggetti, intorno a me. Ero seduta su qualcosa che, almeno stavolta, non era un pavimento. Era qualcosa di morbido e mi concessi un minuto su quello che realizzai fosse un divanetto, per riposare e fare il punto della situazione: ricordavo la telefonata, la stanza, il mal di testa e il buio. Ricordavo tutto prima dello svenimento, tutto tranne la mia vita, ovvio.

Mi misi a sedere. La testa mi doleva ancora ma era sopportabile, per lo meno più di prima. Il divanetto su cui mi trovavo attirò la mia attenzione: era di una bellezza incredibile, con ampi e morbidi cuscini blu come la notte e la struttura in oro, impreziosita da una miriade di lapislazzuli che luccicavano al minimo movimento. In più, chiamarlo divanetto era totalmente sbagliato: la struttura era lunga almeno una ventina di metri. Alzai lo sguardo e vidi che tutto il salone in cui mi trovavo era addobbato in quel modo stravagante: oro e altre pietre preziose ovunque, abbinate a mobili di legno antichi. Anche le pareti erano del blu dei cuscini e il soffitto era formato da un'enorme cupola di vetro, che lasciava filtrare la luce della Luna piena. C'erano un sacco di stelle quella notte. Davvero tante. Mi sembrava così strano essere in un posto tanto bello, dopo aver passato ore in quel conteiner, al buio. Mi incantai a guardare il cielo, tanto da non accorgermi che una figura nera era appena entrata dal portone principale.

<< Buongiorno, vedo con piacere che ti sei svegliata >>

Per poco non mi prese un colpo.

Mi girai di scatto e lo osservai. Probabilmente era di lui che mi aveva parlato Rachel.

Cavolo, era bello da star male.

Aveva lucenti capelli corvini e gli occhi di un azzurro intenso che si comportavano come le onde del mare: si increspavano, cambiando svariate tonalità e sfumature a ogni suo movimento. Non stavano mai fermi e non riuscivo a non guardarli. Erano ipnotizzanti e avrei voluto perdermici dentro.

Momento, momento.

Rachel mi aveva avvisata, non dovevo fissarli. Con uno sforzo incredibile cambiai punto del suo corpo: aveva un viso giovane, ma allo stesso tempo vissuto. Non aveva più di vent' anni, comunque. Teneva le braccia incrociate sul petto, dove due cinghia di cuoio fasciavano perfettamente i suoi muscoli, stretti jeans neri gli avvolgevano le lunghe gambe, e fu così che notai la sua statura: era un ragazzo davvero alto. Mi superava di almeno venti centimetri e io non posso definirmi bassa, sono più di un metro e settanta in fondo.

<< Parli del primo o del secondo risveglio? Nel container non è stata proprio una piacevole vacanza >>

Stava sorridendo e, accidenti, era da togliere il fiato.

<< Già, mi scuso con te per il malinteso, i miei ser.. Compagni non avevano capito che eri un ospite speciale >>

Si stava avvicinando.

<< Stavo per morire.. >>

Era a poco più di un metro da me.

<< Non ti avrei lasciato morire >>

Era.. Era bellissimo da così vicino.

<< Mai >>

Concluse, accarezzandomi una guancia con la punta delle dita, in un modo quasi dolce, ma che rimaneva stranamente freddo al contatto.

<< Mi ero dimenticato quanto sei bella >>

Il suo volto si avvicinava, si avvicinava sempre di più, pericolosamente.

Stava per baciarmi.

Ma mi spostai in tempo per evitarlo e gli scivolai alle spalle. Quello che vidi mi scioccò, ma era allo stesso tempo qualcosa di stranamente familiare: aveva un bellissimo tatuaggio, che gli copriva la schiena per intero, o almeno, non sapevo definirlo in altro modo. Due lucenti ali da corvo partivano dall'attaccatura delle scapole e finivano dentro l'orlo dei pantaloni. Erano nere come la notte, ma anch'esse avevano piccole sfumature azzurre. Non era quello, comunque, il motivo per cui rabbrividì: le ali si muovevano sulla sua pelle, come un'immagine sullo schermo del televisore. Minimi movimenti dovuti alle mosse del ragazzo che mi trovavo davanti. Volevo chiedere, ma non potevo.

<< Non so nemmeno chi sei.. >>

Rimase stupito e contrariato dal mio rifiuto.

<< Lo so, ma è solo questione di tempo. Non sarei mai riuscito ad avvicinarti se tu avessi ancora la memoria >>
<< Quindi è colpa tua se non so chi sono! >>

Ero arrabbiata, ma non eccessivamente. Mi rincuorava il fatto che i ricordi sarebbero tornati in poco tempo.

 << Si, ma l'ho fatto per una buona causa, dovevo parlarti >>
<< Avanti allora, sto aspettando >>
<< Potrebbe non avere senso, per te, quello che sto per dirti ma.. Quando ricorderai di nuovo lo avrà sicuramente. So che saprai collegare le cose >>

 Mi prese una mano e se la portò alle labbra, baciandola.

 << Vedi, io.. >>

 E d'improvviso la cupola sopra le nostre teste si infranse, in mille pezzi.

 

...

 

Sempre io..

 Allora, ci ho preso quando ho detto che non avreste capito niente?
Seeeeee.
Volevo solo aggiungere che direi di aggiornare una volta a settimana, salvo meteoriti o inondazioni varie (non dico terremoto perchè, hey, già fatto) e prenderei come giorno fisso la domenica. Oggi è un'eccezione in quanto ho appena scoperto che il mio computer è palesemente scemo e ieri non ci sono riuscita.
A presto.

 
  
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