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Autore: Ai_no_Uta    05/11/2007    2 recensioni
Questa è la mia prima FanFic quindi vi prego siate clementi. ^^" Come avrete già intuito questa è una NearxMello... coppia che, a dirla tutta, non amo troppo. Però... alla fine era una promessa e, come tale è stata mantenuta. La fanfic comincia subito dopo la morte di L. Buona lettura e se potete, commentate. Ai_no_Uta
Genere: Romantico, Introspettivo, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Mello, Near
Note: Lemon | Avvertimenti: Spoiler!
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And if... E così sono riuscita a scrivere un nuovo capitolo ... dopo tanto tempo T____T Come volevasi dimostrare la scuola comincia a farsi più difficile del previsto e il tempo scarseggia.
Comunque ritornando alla fic, prima di augurarvi buona lettura, ci tengo a fare una precisazione. Purtroppo ho dovuto fare questo capitolo un po' più corto degli altri perché altrimenti mi sarei trovata a scriverne uno lunghissimo o uno solo di "riepilogo". Siccome queste due idee non mi piacevano troppo, allora ho adottato quest'altra. Spero non sia un problema (e comunque sto già scrivendo il prossimo *cici*).
Ringrazio, come sempre, tutte le persone che scrivono recensioni alla mia storia. Grazie e grazie mille ancora! Sono contenta che questa fanfic piaccia! ^___^
Non mi resta che augurarvi buona lettura!

Ai no Uta



Scoprii, forse con un po' d'amarezza, che il contatto con le altre persone non mi provocava la stessa reazione di Mello. Quando Jevanni mi scompigliava i capelli oppure mi aiutava a fare cose che, a causa della mia bassa statura non riuscivo a fare, non era la stessa cosa. Non volevo che fosse così... non volevo dover dipendere da Mello per provare quel genere di sensazioni.
E invece finiva sempre alla stessa maniera. Sempre lo stesso letto. Sempre il lunedì, il mercoledì, il venerdì. Sempre e solo con Mello. Tutto ciò non  mi distraeva dal cercare Kira, fissato com'ero a dover vendicare L, però il fatto che quel ragazzo biondo e tanto diverso da quello che conoscevo tre anni addietro ci fosse sempre quando ne avevo bisogno, mi faceva piacere. Volevo che stesse con me, ma non glielo dicevo e, ogni volta che tornava, rispondevo sempre che non era abbastanza e questo lo costringeva automaticamente a tornare ancora, di nuovo, fino a quando non gl'avrei detto quello che provavo. Ma alla fine... cosa provavo? Sicuramente qualcosa date le sensazioni che solo lui riusciva a darmi... però... cos'era che mi fermava? Perché non volevo dirglielo?

Era un venerdì come tanti altri, solamente un po' più nuvoloso. La pioggia cadeva fitta dal cielo e il campanile vicino a quella che ormai potevo considerare "casa" suonò le quattro. Puntuale come un orologio, si presentò Mello, come sempre, solo. "La collaborazione con Mello sta andando bene?" mi chiese ad un certo punto Jevanni, quando m'alzai dalla mia postazione. Non mi voltai a guardarlo. Non amavo mentire alle persone e per far finta che io e Mello stessimo collaborando per trovare Kira, lavoravo anche la notte, il più possibile, per arrivare più in fretta alla conclusione del caso. "Sì" gli dissi per subito aggiungere "E mi dispiace di non potervi rendere partecipi, ma Mello ha i suoi termini perché la nostra collaborazione avvenga". Jevanni probabilmente sorrise, lo faceva sempre. "Non ti preoccupare. L'importante è che stiamo migliorando" rispose, dichiarando concluso il discorso.
Mello, che possedeva il doppione delle chiavi della stanza, mi aspettava già lì. Era seduto sul mio letto, che usavo praticamente solo con lui... neppure più per dormire, e sembrava più attraente del solito. Non capivo se era colpa dell'abbigliamento o forse era solo il mio corpo che immaginava il contatto con il suo. "Ciao" mi disse quando entrai e mi richiusi la porta alle spalle. "Come te la passi?" gli chiesi piano, senza però avanzare verso di lui. "Bene... Matt non fa neppure troppe domande sul perché vengo qui. Dichiara "importante" la nostra collaborazione... la nostra relazione" spiegò sottolineando l'ultima parola con molta più enfasi del dovuto. "La nostra cosa?" domandai piano, inarcando leggermente un sopracciglio. Mello sorrise e mi fece cenno di avvicinarmi. Mi allontanai dalla porta solo un po', fino alla sedia non lontana dal letto. "Che c'è oggi? Hai paura di me?" mi chiese stupito. Facevo così tutte le volte, non vedevo cosa ci fosse di strano. Scossi leggermente la testa. "C'è qualcosa che non va?" mi chiese ancora guardandomi negli occhi. Color del cioccolato... intensi, profondi. Distolsi velocemente lo sguardo. Non volevo che lo facesse. Avrei potuto perdermi in soli dieci secondi e dimenticare persino il mio nome, sia vero che non. E poi, in un attimo, leggera, dolce, la sua mano sulla mia guancia, sui miei capelli. "Non è che sei troppo stressato?" mi chiese con quel tono dolce che gli usciva solo quando era in quella stanza. Solo quando parlava con me. Scossi leggermente la testa e la sua mano si spostò al mio collo. "Sicuro?" domandò ancora. Ormai non ascoltavo più le sue parole, ma il modo in cui le pronunciava. Scossi di nuovo la testa solo per spirito contraddittorio. Sentii la sua mano scivolare sino alla spalla e poi attirarmi a se. Non con violenza o prepotenza, ma con abbastanza forza da farmi cadere sul letto, sopra di lui. "Io..." cominciai cercando di spostarmi da lì. Era una posizione scomoda ed era anche tutto il contrario del solito. "Rimani" mi ordinò il ragazzo con voce ferma e mettendomi le braccia attorno al collo. "Oppure preferisci che oggi non valutiamo se non è ancora abbastanza?" mi domandò attirandomi a se e baciandomi leggermente le labbra. "Mello, io..." cominciai piano. Mi seccava dirgli che lo volevo con me, ma neppure volevo dirgli che avrebbe potuto andarsene anche subito. "Near... ti sei... stufato di me?" mi chiese piano il ragazzo guardandomi negli occhi. "No! io... Questo mai!" reagii d'impulso senza pensarci. Quando mi accorsi di quello che avevo detto, mi morsi leggermente un labbro. "Questo... significa... che mi ami?" mi domandò altrettanto piano. Io arrossii violentemente ed evitai di guardarlo negli occhi. "Near, rispondimi!" esclamò prendendomi il viso fra le sue mani. "No" dissi piano. Non volevo che la considerasse come una debolezza, come qualcosa che avrebbe potuto mettermi nei guai. Qualcosa che ... avrebbe intaccatto il mio amore per L.
Mello mi spinse sul letto, al suo fianco e s'alzò di scatto. "Avresti potuto dirmelo prima" mi disse prendendo la giacca che aveva appoggiato alla poltrona vicino alla porta e senza neppure guardarmi. "Mello...per favore..." mormorai sedendomi sul letto. Non volevo che se ne andasse, non volevo che mi lasciasse di nuovo solo. "Per favore cosa?" mi domandò alzando la voce. Aveva già la mano sulla porta quando scesi dal letto e lo presi per la manica della maglia. "Non mi lasciare" gli dissi tutto d'un fiato. Probabilmente ero rosso rosso in viso e facevo fatica a mantenere il respiro costante. "Cosa hai detto scusa?" mi chiese piano il ragazzo biondo. "Ti ho chiesto di non andartene..." ripetei sottovoce evitando di guardarlo. "Ora sono io a chiedertelo, perché dovrei?" domandò togliendo la mano dalla maniglia della porta e costringendomi a guardarlo. "Perché il mio non è abbastanza era un modo per trattenerti. Volevo che tu tornassi ancora una volta dopo la tua visita. Volevo sentirti vicino, volevo ...." le parole si fermarono prima di uscire. Volevo solo lui. Non avevo il coraggio di dirglielo. Avevo paura della sua reazione, del cosiddetto "dopo". "Near... io devo saperlo ora altrimenti non posso più andare avanti così. Voglio sapere se mi ami... non posso più continuare a far finta che vada bene anche così!" mi disse appoggiandomi entrambe le mani alle spalle. "Io... Mello... insomma... con te è tutto diverso. E soprattutto quando non ci sei il tempo sembra non passare mai, sembra che manchi qualcosa... è come sentire più freddo del solito..." mormorai evitando di guardarlo. "Solo perché sei senza sangue e hai sempre freddo non ti è concesso dire queste cose" mi disse avvicinandosi a me e appoggiando la sua fronte sulla mia. "Dì che mi ami" mi sussurrò poi all'orecchio. Lo guardai negli occhi, stupito. Pensava davvero che sarei riuscito a pronunciare una tal frase davanti a lui? "O preferisci che me ne vado?" domandò, vedendomi incerto. "No, io... insomma... lo dico" risposi stringendogli istintivamente la manica. "Ho tutto il tempo che vuoi" concluse lui sorridendo verso di me per poi andare a sedersi sul mio letto. Era giusto che lo facessi? Cosa sarebbe cambiato? Cosa sarebbe successo? E Mello, come avrebbe reagito? Si aspettava davvero che lo facessi oppure no? "Io..." cominciai piano. "Tu?" domandò il ragazzo incalzandomi leggermente. "Taci Mello altrimenti non riesco a dirlo!" esclamai arrossendo ed evitando di guardarlo. Lui rise, una risata cristallina, allegra che fece sorridere anche me, nonostante la situazione in cui stavo. "Mello... io ti amo" gli dissi piano, talmente piano che forse l'avevo solo pensato. Un pensiero avrebbe fatto sicuramente più rumore delle mie stesse parole. "Anche io" rispose il ragazzo sorridendo e porgendomi la mano come ad invitarmi ad avvicinarmi a lui. La presi e lui mi tirò a se, facendomi cadere di nuovo sul letto sopra di lui. "Oggi fai tu allora" m'incitò sorridendo e il lo fissai stupito. "Cos'è che dovrei fare?" domandai non sapendo più come comportarmi. La situazione mi stava sfuggendo di mano più di quanto già non mi fosse sfuggita. "Questa volta deciderai tu cosa fare... Io farò solo quello che vorrai..." concluse prima di baciarmi una guancia e lasciarmi sconvolto.

Continua...
  
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