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Autore: Francy_92    15/04/2013    7 recensioni
What-if di "Let's blame it on September".
Come sarebbe andata se Gaia fosse tornata durante l'estate, subito dopo il matrimonio di Serena?!
Sono passati soltanto due mesi. Cosa succederà se i due dovessero incontrarsi?!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie ''A true love story never ends''
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Salve a tutti.
Inaspettatamente oggi mi è venuto in mente di scrivere questa piccola pazzia. L'ispirazione mi è venuta da una gif che troverete più in basso come collegamento.
Ci saranno due Pov: uno di Andrea e uno di Gaia e il periodo in cui si svolge il tutto è agosto dello stesso anno in cui si sposa Serena, quindi praticamente due mesi dopo l'epilogo ;)
Spero vi piaccia
Francy

 


Non vedo l’ora di riaverti con me

 
Pov Andrea
 
«Andrea! Ti vuoi muovere con quell’affare? Abbiamo pagato per un’ora e ne già passata mezza»
«Si, si… arrivo» controllo per l’ennesima volta il cellulare, ma non c’è nessun messaggio e nessuna chiamata.
Sono tornato da Milano qualche giorno fa e da allora non faccio altro che trascorrere il tempo in camera mia.
È la prima estate da quando ci siamo definitivamente lasciati e non so se tornerà per trascorrere qui le vacanze estive.
Gaia…
Non faccio altro che pensare a quanto sono stato stupido a lasciarmela scappare, eppure piangere sul latte versato serve a ben poco.
Serena non ha saputo dirmi niente, ma so che tra qualche giorno lei sarà qui o magari già lo è, perché non ho più visto Serena in giro e ai miei messaggi ha sempre risposto in maniera veloce e sintetica. Tipico di lei, quando sta per tornare Gaia o sta per partire per andare a trovarla. Si concentra totalmente sull’amica e non ascolta più nessuno.
Afferro il giubbotto nero e mi dirigo verso la moto d’acqua; meglio non pensare alla donna che mi sta rendendo impossibile la mia esistenza.
«Ah, finalmente ti sei deciso» mi urla Francesco.
«Si, stai zitto. Metti in moto quella cosa»
Lo sento ridacchiare e accendere il suo motore. Lo stesso fa Sam e io, finalmente, salgo su.
L’accendo in un secondo e impiego lo stesso tempo a schizzare fuori dalla zona di sicurezza.
Accelero più che posso spruzzando acqua a destra e sinistra. È una sensazione stupenda! Mi fa sentire libero da qualsiasi cosa e per un momento posso non sentire il dolore di non avere la persona che amo al mio fianco; riesco a non sentire la delusione nei miei confronti per tutto quello che è successo.
Decelero leggermente, cercando di non cadere e riprendo a correre nuovamente, allontanandomi sempre di più dai miei amici. Mi guardo intorno e, assicurandomi di essere da solo nelle vicinanze, mi spingo in avanti e poi in alto con il corpo, in modo da sollevare in aria la moto. Roteo su me stesso, lanciando un urlo euforico.
Accidenti! Mi piace troppo la moto d’acqua. Credo che me ne comprerò una.
Ricado in mare, finendo quasi sott’acqua e bagnandomi un po’ i capelli, ma quando ritorno in posizione riprendo a correre a destra e a sinistra.
Mi volto verso la spiaggia e vedo che tutti stanno guardando me e battendo le mani.
Si, modestamente sono piuttosto bravo!
Hai soltanto avuto fortuna” mi avrebbe detto Gaia. “Non ti montare troppo”, avrebbe aggiunto con quella sua lingua lunga.
Sorrido e guardo di nuovo tra la folla, concentrandomi. Spero di vederla da qualche parte, magari mentre scruta verso la mia direzione. Magari ha capito che sono io.
Preso da una voglia incontrollabile di assicurarmi che lei sia tra quella gente, mi dirigo verso la spiaggia, senza acrobazie, e spengo la moto.
«Accidenti, Andrea! Sei stato fenomenale!» urla Francesco battendomi la mano sulla spalla e trangugiando una generosa dose di birra.
Gli sorrido e mi tolgo il giubbotto che restituisco al proprietario della moto. «Grazie. È veramente fantastica» gli dico sorridendogli.
Lui risponde gentile e io mi volto verso i miei amici che stanno cercando di far colpo su un gruppo di ragazze. Siamo sempre alle solite. Ora magari cominceranno ad appiopparmene qualcuna e io, con uno sbuffo, mi allontano fingendo una chiamata improvvisa.
Balle, ma non ho voglia di conoscere nessuno.
Dopo il rientro dal matrimonio di Serena ho lasciato Eleonora su due piedi.
Beh, forse sono stato un po’ duro con lei… Insomma, nemmeno sono uscito dall’aeroporto e già non eravamo più una coppia, ammesso e concesso che lo siamo mai stati!
«Andrea? Vieni!» mi urla Sam scuotendo la mano e indicando tre ragazze bionde.
«Vado a prendere da bere» grido per farmi sentire e mi dirigo verso il bar della spiaggia.
Mentre percorro quei pochi metri continuo a guardarmi intorno; magari la incrocio per caso, ma non vedo nemmeno una ragazza che le somiglia e non vedo nemmeno Serena. Di solito viene qui con Massimo.
«Ciao tesoro, cosa ti porto?» chiede Monica, la barista. Credo abbia una cotta per me, ma faccio finta di niente e non le do troppa corda.
«Qualsiasi tipo di birra, purché sia ghiacciata» borbotto.
«Arriva!» esclama non perdendo, però, il suo entusiasmo.
Tamburello le dita sul bancone e mi guardo intorno poco interessato, stavolta.
«Ehi!» esclama qualcuno vicino a me.
Il mio cuore perde un battito e io mi volto lentamente per vedere di chi si tratta…
Rilascio il fiato che avevo trattenuto quando mi rendo conto che si tratta soltanto di… «Serena»
«Sei molto felice di vedermi, eh?»
«Non puoi immaginare quanto» mormoro prendendo la birra che mi porge Monica e dandole i soldi.
«Ma quanto siamo carini»
«Scusa. Sono nervoso»
«C’è un giorno in cui non sei nervoso?»
«E’ qui?» chiedo cambiando totalmente discorso.
«Chi?»
«Secondo te?» la guardo un po’ alterato. Insomma… era necessario chiedere a chi mi riferissi?
«Senti, cocco! Vedi di abbassare la cresta, perché i miei ormoni stanno cominciando a farmi incazzare con te»
«Ok, scusa» mormoro passandomi entrambi le mani tra i capelli. «Mi dispiace, è che… sono giorni che ti chiamo e tu mi rispondi in fretta e questo può significare solo una cosa»
«E che cosa?» chiede sorridendo.
«Che lei è qui. O che tra qualche giorno torna»
«E’ così» dice e io mi sento sciogliere dentro e questo non ha niente a che fare con le alte temperature all’esterno.
«E’ qui?»
«Si, è qui. È tornata ieri»
«Davvero?! Devo vederla»
«Ehi, aspetta! Lei non vuole vederti» dice bloccandomi per un braccio.
«Non sarà qui con quel deficiente di Jay?»
«Ora stanno insieme, ma lui non è qui»
«Meglio, così le faccio cambiare idea»
«Andrea… aspetta» mormora prendendo di nuovo il mio braccio, stavolta ci mette due mani.
«Cosa c’è Serena? Io devo vederla»
«Lei non sa che sono venuta da te. Siamo poco distanti da voi, ma lei non fa che guardarsi intorno e possiamo tutti immaginare il perché. Ha già visto Francesco e l’altro deficiente del tuo amico e immagina che tu sei da queste parti…»
«Quindi che devo fare? Far finta di sapere che lei non è a pochi metri da me?»
«Esatto»
«No! Serena, ma capisci quello che mi stai chiedendo?»
«Si, lo capisco, ma fidati di me. La porterò io da te, ma dovrai essere tu a fermarci»
«E come?»
«La obbligo a fare una passeggiata. Da quando sono incinta tutti obbediscono all’istante»
Sorrido e abbasso lo sguardo «Ok… quindi adesso che cosa devo fare?»
«Pagarmi da bere, visto questo enorme favore che ti sto facendo»
Scoppiamo entrambi a ridere e, dopo averla abbracciata e ringraziata, richiamo Monica per ordinare due bibite alcoliche e un succo di frutta per Serena.
Ci salutiamo e, mentre lei ritorna da Massimo e… Gaia, io ritorno dai miei amici.
«Ma quanto ci hai messo?» chiede Francesco.
«Scusa, ho incontrato un’amica. Cosa avete fatto?» chiedo cercando di portare il discorso su un altro piano.
«Mah, niente… quelle là non ci stavano»
«Ma come?! Non hanno abboccato ai tuoi meravigliosi racconti in Sud Africa?»
«Nah…»
«Chissà perché la cosa non mi stupisce» mormoro ridendo.
«Idiota! Non prendermi in giro» esclama cominciando a picchiarmi.
«Eh piantala!!» urlo cercando di non farmi buttare in acqua.
Che figura di merda, altrimenti.
«Oh, Andrea?» mi chiama Sam, ma non riesco ancora a liberarmi dell’altro idiota. «Andrea!!» urla togliendomi l’amico di dosso.
«Che cosa c’è?» rispondo ridendo.
«Ma quella non è la tua ex?» mi chiede guardando verso un punto della spiaggia.
«Chi? Quella con il nome strano?» chiede Francesco.
Lo fulmino con lo sguardo e ritorno a guardare dove Sam mi ha indicato.
Ed eccola lì… in tutto il suo splendore. Indossa un costume nero con delle decorazioni bianche sul pezzo di sopra e una specie di vestitino alla “vedo non vedo; no, vedo tutto” e un paio di occhiali da sole.
«Si, è lei» mormoro guardando i miei amici. Francesco la sta guardando, anzi la sta squadrando. «Piantala di guardarla in quel modo!» esclamo.
«Se lo merita proprio. Quando è diventata così?» chiede leccandosi le labbra.
«Ti do un pugno se non la finisci di pensare porno su di lei»
«Hm… credo che abbiamo fatto uno sbaglio a farti rompere con lei» mormora Sam.
«Ma per piacere!!» esclamo allontanandomi da quei due idioti.
Faccio un respiro profondo e mi avvicino alle due ragazze.
«Ciao» dico subito appena sono davanti a loro.
«Grazie» borbotta Gaia all’amica. Probabilmente perché immaginava che sarebbe finita in questo modo la passeggiata. Si volta verso di me e mi sorride debolmente «Ciao» risponde.
«Come stai?» chiedo mentre Serena, piano piano, si eclissa.
«Bene, tu?»
«Anche, a parte il caldo» rispondo e mi do dell’idiota.
«Ti va di fare una passeggiata?» chiedo continuando ad insultarmi mentalmente.
«Beh, visto che quella traditrice mi ha lasciata qui, ne approfitto»
Le sorrido, riprendiamo a camminare e per un po’ restiamo in silenzio. Ovviamente ha capito tutta la messa in scena mia e di Serena. Mica è scema!
No, ma forse lo scemo tra i due sono io!
«Allora… da quanto sei qui?» chiedo cercando di trovare qualche motivo di conversazione.
«Sono arrivata ieri sera; non credo di essermi ancora ripresa dal viaggio»
«E’ stato movimentato?»
«C’era tanto vento, ma per fortuna sono arrivata a casa sana e salva»
«Per fortuna»
«Tu, invece?»
«Ah, uhm…» Quando sono tornato? Quando sono tornato? «Qualche giorno fa» la butto lì.
«Capisco» mormora e la conversazione muore.
Che cazzo dico adesso? Serena avrebbe dovuto darmi degli argomenti di cui parlare.
«Stai ancora con quella ragazza?» chiede improvvisamente, sorprendendomi e non poco.
«No, abbiamo rotto»
«Oh, mi dispiace»
«A me no. Tu stai ancora con… Jay?»
«Uhm, si… sto ancora con lui» risponde e non mi sembra tanto sicura.
Intravedo una piccola luce di speranza.
«Ti vedo bene, cioè, sembri felice»
«Lo sono»
Grande… è fantastico sapere che un altro rende felice la donna che ami.
La piccola luce di speranza muore!
Le sorrido e continuiamo a camminare sulla spiaggia. «Posso chiederti una cosa?» chiedo cauto.
«Certo»
«Come mai sei tornata? Insomma… dall’ultima volta pensavo che non saresti tornata tanto presto»
«Mia madre sta male e ha bisogno di me»
«Oh… Serena non mi ha detto nulla. Mi dispiace»
«Sono stata io a chiederle di non dirti nulla»
«Capisco. Sta bene adesso?»
«Non direi. Deve stare in ospedale per qualche giorno; poi, credo, starà meglio»
«Lo spero tanto. Cosa le è successo?»
«Frattura in più punti del femore. È caduta dall’impalcatura che aveva montato nel suo studio»
«Un’altra tela enorme?» chiedo.
«Già… non sai che colpo mi è preso quando Serena mi ha chiamata dicendomi che dovevo tornare assolutamente perché mia madre era in ospedale»
«Immagino. Quand’è successo?»
«Ieri mattina»
«Quindi non saresti tornata se tua madre non avesse avuto l’incidente»
«No, volevo tornare, una volta conclusi i corsi all’università, ma poi è arrivata la chiamata e sono corsa»
«Quindi… suppongo che Jay ti raggiungerà appena i corsi saranno finiti»
«Si»
Annuisco e restiamo di nuovo in silenzio.
Sento il bisogno di chiederglielo, di dirlo, di abbracciarla e stringerla fra le mie braccia; ho bisogno di baciarla e sentire il suo sapore nella mia bocca… ho bisogno semplicemente di lei.
«Gaia?» la chiamo mentre siamo arrivati nel punto un po’ più isolato della spiaggia.
«Dimmi»
«C’è qualcosa che io possa fare per…» ecco, il momento cruciale. «…te?» dico infine, maledicendomi senza sosta.
«No, ma ti ringrazio. Sei gentile a chiederlo» mi guarda con il suo sorriso dolce e ricordo perché mi sono innamorato di lei.
Così gentile, così pura, così perfetta, così lei… così Gaia! E io l’ho persa; me la sono fatta sfuggire come uno scemo.
«Uhm… in realtà non era questo che volevo chiederti, ma non trovo il coraggio per farlo»
«Di che si tratta?» chiede rallentando.
«Vorrei che mi dicessi qualcosa…»
«Cosa?» chiede togliendosi gli occhiali e abbagliandomi con il suo meraviglioso sguardo.
«Qualcosa che mi faccia capire che la mia Gaia è  ancora lì dentro e che io posso provare a riprendermela, perché mi manca… mi manca la sua lingua tagliente, mi manca battibeccare con lei, mi manca annusare i suoi capelli, mi manca guardarla negli occhi ed essere guardato con quegli occhi, mi manca essere toccato dalle sue mani e stringere io le sue; mi manca davvero tutto di lei e non so veramente come fare senza la sua presenza. Vorrei davvero che tu mi dicessi qualcosa, qualsiasi cosa, per farla ritornare da me»
Credo di avere gli occhi lucidi e la lacrima pronta a scivolare giù per la mia guancia, ma faccio un respiro profondo e continuo a guardare lei che ricambia lo sguardo, anche se è un po’ sorpresa.
«Andrea, io…» scuote la testa e si siede su un tronco. «Come faccio? Come faccio a fidarmi di nuovo di te?» chiede scuotendo la testa e guardandosi le dita dei piedi insabbiati.
«A poco a poco. Non ti chiedo di fidarti subito, ma con il tempo. La fiducia è difficile da conquistare soprattutto se già una volta la si è persa, ma io ci riuscirò te lo prometto»
«C’è Jay… io no… non posso lasciarlo»
«Da quanto state insieme?»
«Poco più di due mesi, ma in realtà non siamo veramente una coppia… ci stiamo frequentando»
Inconsapevolmente mi lascio andare ad un sospiro di sollievo. Quella piccola luce di speranza continua a fare capolino dal buio nel quale ero caduto, ma non so quanto durerà.
«Lo ami?» chiedo.
Lei mi guarda e comincia a torturarsi le mani. «Non credo» risponde con voce strozzata «Lui mi vuole veramente bene…» aggiunge.
«E io ti amo veramente tanto» dico, trovando giusto dover specificare l’enorme dettaglio che rende me e l’inglesino totalmente diversi.
Lei mi guarda e anche i suoi occhi sono lucidi «E’ strano sentirtelo dire»
«Vorrei averlo fatto prima»
«Non potevi e mi pento avertelo fatto pesare per tanto, troppo tempo»
«Avevo bisogno di essere spronato e credo di aver trovato il coraggio di dirtelo soltanto quando ci siamo lasciati»
«Quando mi hai lasciata» precisa guardandomi.
«Si» rispondo ricambiando lo sguardo. «Avrei dovuto fermarti e zittirti quando ancora potevo farlo»
«Forse avresti dovuto, si…»
«Mi sfuggivi sempre»
«Ti sei mai chiesto il perché?» chiede guardandomi e togliendosi gli occhiali che si era rimessa forse per non farmi vedere le sue lacrime. Io non dico nulla e lei continua a parlare. «Ero combattuta tra il voler avvicinarmi di nuovo a te e il volermi allontanare una volta per tutte»
«Tu non hai idea di quanto mi dispiace»
«Non ha più importanza ormai»
Sospiro e mi guardo intorno fermandomi, poi, ad ammirare lei fare lo stesso. «Mi sono resa conto che questo posto non mi è mancato» dice.
«Davvero?»
«Si. Vorrei essere a Londra in questo momento»
«Perché sei qui con me?»
«Dopo il matrimonio di Serena mi sono promessa che non sarei mai più tornata qui soltanto per non doverti incrociare per strada»
«Perché sei qui allora?»
«In fondo, in fondo so di essere venuta qui per incontrarti, dovevo soltanto accettarlo»
«E ora sei felice di aver dato retta a questa verità molto nascosta?»
Mi guarda e mi sorride «Non lo so, devo decidere ancora» risponde continuando a sorridermi.
Le sorrido anche io e mi perdo, ancora una volta, ad ammirare il suo volto. Mi è mancata da morire in tutto questo tempo ed è più bella del solito.
«Ehi, Andrea! Stasera sei dei nostri, no?» mi chiede qualcuno, sbucando all’improvviso. Gaia si allontana e io mi affretto ad annuire e raggiungerla mentre annuisco a quel ragazzo.
«Ehi…» mormoro raggiungendola.
«Scusa, adesso dovrei andare. Devo andare in ospedale e…»
«Ti va se andiamo a questa cosa a cui mi hanno invitato stasera, insieme?»
«Non credo sia una buona idea»
«Perché? Quanti giorni resterai qui?»
«Credo fino alla fine dell’estate, finché mia madre non sta meglio»
«Ti prego, lascia che io passi del tempo con te»
«Non puoi Andrea…»
«Perché? Tu lo vuoi?» chiedo con disperazione.
Mi guarda negli occhi passandosi una mano fra i capelli e respira affannosamente.
Vorrebbe ma allo stesso tempo vorrebbe tenermi lontano.
«Non farlo…»
«Arriverà Jay tra qualche settimana»
«Vuoi stare davvero con lui?»
«Andrea non puoi farmi queste domande! Non adesso, non in questo stato»
«Che stato è?»
«Credo di essere mezza brilla»
Sorrido e allungo la mia mano per prendere la sua «Io credo che tu sia lucidissima»
Lei cerca di liberarsi dalla mia presa ma io non glielo permetto. «Vorrei baciarti» azzardo e sento il mio cuore andare a mille all’ora.
Quanto spero che non mi respinga!
Lei mi guarda cercando di mantenere il controllo, credo, e quando sono vicino a lei, pronto per chinarmi e baciarla, lei si ritrae alzando le mani come per difendersi. «No» dice.
«Gaia…»
«No, Andrea. Non posso cedere adesso. Non posso permettermi di ritornare a Londra con il cuore spezzato»
«Non ti spezzerò di nuovo il cuore, te lo prometto»
«Non mi fido, Andrea!» urla e i suoi occhi si riempiono di lacrime.
«Dammi una possibilità, accidenti. Io ti amo, non ti farei mai del male. Voglio poter avere la possibilità di farti capire che non puoi stare con Jay. Io voglio che tu stia con me, perché ti amo, perché ti renderò felice, perché ho capito di aver sbagliato e perché sto male al pensiero di perderti per sempre o al pensiero che tu sia soltanto mia amica. Non posso accettarlo, perché non ti voglio come mia amica… Io voglio di più per me, per te, per noi…»
Ho il fiatone per l’intensità delle parole che sono uscite dalla mia bocca ma, incurante del cuore che batte furioso nel petto e che fa quasi male, continuo «Voglio poter avere la possibilità di viverti davvero; non sono stato abbastanza intelligente da tenerti con me quando era ancora il tempo di farlo e vorrei che tu cominciassi a fidarti di nuovo di me. Mi dispiace, tu non sai quanto, ma voglio amarti e voglio dirlo a tutti. Voglio che tu sia mia perché non ho intenzione di lasciarti andare mai più»
Lei sbatte le ciglia completamente frastornata dalle parole che le ho detto, o almeno così sembra. «Non… non mi spezzerai il cuore?» chiede mentre alcune lacrime le rigano le guance.
«Non voglio ripetere l’esperienza»
«Posso… posso pensarci?» chiede deglutendo.
Non è una risposta affermativa ma almeno è qualcosa. Capisco che non è facile prendere una decisione così su due piedi «Si» mormoro sorridendole.
Lei annuisce e riprende a guardarmi «Dovrò spiegare tutto a Jay»
«Se avrà dei problemi a riguardo, mandalo pure da me»
Sorride e abbassa lo sguardo, mentre io le prendo le mani e l’avvicino a me, mentre faccio qualche passo indietro per sedermi sul tronco dove eravamo seduti prima.
Le sue dita si muovono tra le mie mani, fin quando non le incrocia alle mie.
La faccio appoggiare al mio corpo, mentre guardiamo le nostre mani le une nelle altre. «Non ho smesso un attimo di pensare a te» mormora «Ma ammetto che è stato brutto quando ti ho rifiutato al matrimonio»
«Anche per me, ma prometto che riconquisterò la tua fiducia»
«Lo spero e comunque io non ho ancora detto di si»
«Sono sicuro che presto lo riceverò» le dico sorridendo. Lei mi guarda e si sporge per  abbracciarmi, così da ritrovarci con i nostri corpi spalmati l’uno sull’altro.
Le sue braccia mi circondano il collo mentre il suo naso traccia piccole scie sulla mia spalla. Io ricambio il gesto incrociando le braccia dietro la sua schiena e accarezzandogliela. «Mi è mancato tanto stringerti» mormora tenendo ancora lo sguardo nascosto nell’incavo del mio collo.
Cerco di vederci da fuori e come potremmo apparire. Ammetto che la scena non mi dispiacerebbe per niente.
È un momento tenero e romantico e se lo dico io, vuol dire che è la verità.
Improvvisamente mi rendo conto che ne voglio tanti di momenti come questi o forse l’ho sempre saputo ma non ho mai avuto la certezza così forte come ce l’ho adesso che lei, finalmente, è di nuovo fra le mie braccia.
«Non hai idea di quanto sia mancato a me» rispondo baciandole una tempia. «Scusa» aggiungo dopo qualche attimo di esitazione.
«Scusami anche tu»
«Per cosa?»
«Per non averti dato l’occasione di spiegarti prima, ci saremmo risparmiati tanta sofferenza»
«Possiamo rimediare se mi dirai di si»
«Tu cerca di guadagnare la mia fiducia, ok?»
«Ok» rispondo guardandola. «Ti amo»
Sorride e ritorna nella posizione di prima, lasciandomi un delicato bacio sul collo e so, con questo gesto, che anche lei mi ama.
Restiamo abbracciati per qualche minuto, forse ora… non saprei dirlo con precisione.
Il tempo sembra passare così in fretta, ma allo stesso tempo sembra che tutto sia stato congelato in quell’istante.
Stringo forte al mio corpo la donna che ho sempre amato e che credo non smetterò mai di amare.
«Andrea?» mi chiama con voce roca. L’ho trovato estremamente eccitante, ma spero che qualcuno non reagisca alla stessa maniera, anche perché lei è letteralmente spalmata sul mio corpo e lo sentirebbe.
«Dimmi» mormoro schiarendo la voce.
«Come faremo se io dovessi dirti di si?» chiede e so che si riferisce al fatto che lei a Settembre dovrà ritornare a Londra.
«Potrei trasferirmi con te e studiare in Inghilterra»
«Non ci sono facoltà di Archeologia nella mia università. Quella più vicina è a Cambridge»
«Lo affronteremo quando sarà il momento, ma se devo essere sincero non mi importa granché. Voglio soltanto stare con te»
Lei mi guarda e mi sorride, prima di avvicinarsi, esitante, e lasciarmi un dolce e casto bacio sulle labbra.
«Vedi di impegnarti» mormora prima di staccarsi da me e dirigersi verso la folla di gente.
Scuoto la testa e sorrido.
Di sicuro questa volta non me la lascerò scappare via e farò di tutto per riaverla di nuovo fra le mie braccia!  
 
Pov Gaia
 
Accettazione.
Pazienza.
Trepidazione.
Paura.
Eccitazione.
Ansia.
Amore…
Tutti sentimenti che ho provato nell’esatto momento in cui Serena si è allontanata per andare a prendere da bere. Non ha preso soldi con se, quindi ho immaginato che l’unico motivo per cui si stava allontanando era per parlare con lui, perché è sicuro che anche Andrea sia in mezzo a questa folla.
Massimo ha cercato in tutti i modi di intrattenermi, ma con scarsi risultati e questo mi ha dato la conferma di ciò che sospettavo dal momento in cui siamo usciti di casa.
Sapevo, comunque, che sarebbe stato inevitabile incontrarlo, ma forse un po’ lo volevo anche io.
Abbiamo passato l’intero pomeriggio insieme e non pensavo nemmeno che avremmo resistito così tanto. Credevo che avremmo parlato, massimo, dieci minuti e poi avremmo finito per litigare, così io sarei andata via, ferita dal suo comportamento o dalle sue parole o, peggio ancora, dai sentimenti che provo per lui, e lì sarebbe finito tutto, di nuovo.
Invece, con mia grande sorpresa, abbiamo chiacchierato, con un po’ di imbarazzo certo, ma almeno ce l’abbiamo fatta.
Più volte ho voluto scappare a gambe levate, tipo quando mi ha aperto il suo cuore. Mi ha talmente spiazzata che diverse volte non ho saputo che dire.
So che mi ama… il suo sguardo lo dice per lui e il suo cuore non ha fatto altro per tutto il tempo da quando ci siamo abbracciati, e dubito che anche prima sia rimasto calmo.
Il suo sguardo triste nel dovermi lasciare per ritornare a casa con i suoi amici e io con Serena e Massimo, lo ha dimostrato, o almeno è quello che io ho voluto credere.
Nel profondo avrei voluto davvero restare con lui, tornare a casa con lui, fare la doccia con lui, prepararmi per la serata con lui, passare più tempo possibile con l’uomo che veramente amo e che mi ha fatto capire che non è giusto continuare ad illudere Jay.
Altro dilemma.
Ho capito cosa è veramente giusto per me e non voglio essere ingiusta nei miei confronti e, per questo, non posso essere ingiusta nemmeno nei confronti di Jay, quindi, non posso semplicemente telefonargli e dirgli che non possiamo più frequentarci perché ho capito di amare profondamente Andrea come mai ho smesso di fare.
Devo confessargli tutto di persona, ma nel frattempo non posso comportarmi con Andrea come se niente fosse successo.
Sospiro e mi lascio andare sul sedile dell’auto di Massimo.
«Allora, principessa? Come è andata con Andrea?» chiede Serena.
«Direi piuttosto bene. La cosa mi ha sorpresa e non poco. Credevo che non saremmo durati più di dieci minuti e invece abbiamo trascorso il pomeriggio insieme»
«E’ un ottimo passo avanti» esclama la mia amica guardandomi sorridente dallo specchietto.
Le sorrido anche io e ritorno a guardare fuori dal finestrino.
«Hai deciso che cosa metterti stasera?»
«Si, credo di avere qualcosa di adeguato per un party in piscina dopo una giornata passata al mare»
«Devo dire che la tua mise ha lasciato piuttosto aperte alcune bocche»
Mi lascio andare ad una risata e annuisco «E’ vero» rispondo e non posso che sentirmi soddisfatta degli sguardi che gli amici di Andrea, quegli amici, avevano su di me.
Il mio sorriso si spegne quando mi rendo conto che, probabilmente, loro non si comporteranno tanto diversamente da come si sono comportati l’ultima volta. A questo pensiero mi rabbuio e non parlo più.
La conversazione con i miei amici non continua fin quando non arriviamo davanti casa mia. «Grazie» dico ad entrambi guardandoli con le lacrime agli occhi e grati di quello che hanno fatto per me e per Andrea.
Loro mi rispondono che non volevano perdersi altre scene da “Gaia e Andrea” e mi salutano con la mano.
Stasera Serena e Massimo non parteciperanno alla festa in piscina e un po’ mi sentirò a disagio ritrovandomi da sola con Andrea, soprattutto se penso a come è finita l’ultima festa a cui ho partecipato.
Entro velocemente in casa e faccio il numero di mia madre. Mi dispiace non essere passata a trovarla ma spero capirà e che mi perdoni.
«Ciao tesoro» dice rispondendo al primo squillo.
«Ciao mamma. Mi dispiace non essere passata oggi, ma la giornata al mare mi ha tenuto un bel po’ impegnata»
«Hai rivisto Andrea?» mi chiede.
«Si, come lo sai?» le chiedo salendo in camera e cominciando a cercare ciò che vorrei indossare stasera «Era davvero così prevedibile?»
«No, Serena mi ha telefonato spiegandomi il motivo per cui non saresti passata»
«Ah. Wow, fantastico! Comunque sia, mi dispiace tantissimo. Volevo portarti qualcosa di buono da mangiare»
«Tesoro, non preoccuparti davvero. Pensa a te stessa adesso e pensa a divertiti»
«Stasera vado ad una festa in piscina»
«Stai attenta, mi raccomando»
«Certo»
«Vado Gaia. Sta passando il dottore e poi l’infermiera con la cena»
«Ok. Passerò domani mattina presto, ok?»
«Non preoccuparti»
Alzo gli occhi al cielo e le rispondo «A domani mamma»
Mi lascia con una risata e lo stesso faccio io prima di chiudermi in bagno per una bella doccia rilassante.
Quando finisco, mi rendo conto di star fischiettando tranquilla e spensierata. Mi fermo qualche secondo al centro della mia stanza, guardandomi intorno e rendendomi conto che questo è dovuto soltanto ai risvolti con Andrea.
Evito di pensare al senso di colpa che provo nei confronti di Jay e mi preparo per la serata.
Estraggo un paio di pantaloncini a fiori dalla valigia e li indosso; stessa cosa faccio con un top marrone ricamato al centro e con delle aperture ai lati. Metto al collo qualche collana, al polso qualche bracciale e sono pronta. Cerco i miei sandali alla schiava da qualche parte sotto il letto e indosso anche quelli.
«Gaia?» mi sento chiamare e la voce di Andrea mi sorprende.
«Ehi!» rispondo quando lui entra in camera.
Indossa un paio di bermuda azzurri, una t-shirt e delle Converse. Porta anche gli occhiali, come avevo pensato di fare io e un cappello.
«Scusa se sono entrato, ma ho bussato e non mi ha risposto nessuno. Ho visto che era aperto e sono entrato»
«Tranquillo. Non preoccuparti» rispondo sorridendogli. È bello da togliere il fiato.
«Dovresti chiudere a chiave. Poteva entrare chiunque»
«Direi che stavolta mi è andata bene» rispondo sorridendogli.
Lui sorride e scuote la testa.
«Stai bene» dice alzando di nuovo lo sguardo e indicandomi.
«Grazie, anche tu» mormoro sorridendo e spero che il mio incarnato sia rimasto sul naturale.
«Faccio la borsa e sono pronta»
«Si, tranquilla»
Afferro la prima borsa che trovo e butto dentro portafogli, cellulare, occhiali da sole, acqua e chiavi.
«Ok, pronta» rispondo voltandomi verso di lui.
«Andiamo allora»
Annuisco con vigore e un po’ mi sento a disagio se ripenso a com’ero fino a qualche ora fa.
Forse mi sto comportando in maniera sbagliata o forse è soltanto il mio cervello a pensarla così; resta il fatto che ho deciso che stasera ascolterò soltanto il cuore.
Ho smesso di soffrire!
Prima di chiudere a chiave accendo la luce della cucina e del salotto ed esco, seguendo Andrea che apre la portiera dal mio lato.
«Grazie» mormoro quando salgo e lui mi richiude lo sportello.
Lo vedo sorridermi e non posso fare a meno di notare che lui è veramente felice.
Quando entra in macchina, continuo a sentirmi un po’ strana ma so che questo è perfettamente normale e mi convinco che con il passare dei minuti l’imbarazzo e il senso di inadeguatezza sparirà, o almeno è quello che ho sperato per gran parte del viaggio, trascorso senza dire una parola.
Forse anche lui ha sentito l’imbarazzo tra di noi, ma nonostante ciò ha fatto finta di niente.
Quando scendiamo dall’auto mi guardo intorno cercando di individuare qualche conoscente, ma per il momento vedo soltanto il caos.
«Ci sarà qualcuno di mia conoscenza?» chiedo voltandomi a guardarlo.
«Si, Alessia, Elena, Luigi e un po’ degli altri ragazzi»
«Oh, capisco…» mormoro e immediatamente mi pento di essere venuta senza Serena.
«Tranquilla. Non ti diranno niente»
Annuisco leggermente e stringo le braccia al petto.
«Ehi… sanno quello che provo per te e quello che ho passato dopo il fattaccio. E poi non sono più così amico di Luigi come prima. Il nostro rapporto si è un po’ raffreddato. Un bel po’ direi…»
«Davvero?» chiedo confusa. Pensavo che la loro amicizia sarebbe durata nel tempo.
«Si. È stata anche un po’ colpa sua se io ti ho persa. È vero che sono stato io a combinare il casino, ma nessuno mi ha fermato quando ho ceduto con Elena»
«Ok, basta!» esclamo scuotendo la testa.
«Scusa, hai ragione»
«Tranquillo… prima o poi dovremmo parlare di tutto quello che è successo no?»
«Si, è vero, ma ti va se per stasera ci divertiamo e basta e alle responsabilità di tutto quello che è successo e succederà ci pensiamo domani?»
Annuisco e gli sorrido «Mi sembra perfetto»
«Bene, allora, direi che dobbiamo assolutamente festeggiare noi due»
«Andrea, non c’è nessun noi due. Non ancora almeno»
«Lo so, ma lo faccio per augurio»
Ridacchio e dico che vorrei un gin tonic. Lui annuisce e si allontana per andare a prendere le bevande.
Mi guardo intorno e mi rendo conto di quanto la mia vita, negli ultimi mesi, sia cambiata drasticamente rispetto alle vite dei miei coetanei.
Io vivo da sola, a volte lavoro per racimolare qualcosa, studio in un college prestigioso e tutto questo ha come sfondo Londra. La città dei miei sogni. La città dove voglio vivere per il resto della mia vita; dove voglio trovare un lavoro, dove voglio sposarmi e un giorno crescere i miei bambini.
È il sogno di una vita, in pratica.
Non per vantarmi o sentirmi superiore a tutti questi ragazzi, ma io credo di aver davvero vinto alla lotteria.
«Gaia? Sei tu?» mi sento chiamare mentre sono ancora persa nella contemplazione della mia vita fino ad ora.
Mi guardo intorno e intravedo Elena.
«Ehi… si, sono io» mormoro un po’ titubante.
È ancora la stronza che era al liceo? Sembrerebbe di no, ma a volte le apparenze possono ingannare e sicuramente non mi sarei mai aspettata il suo abbraccio super amichevole.
«Ciao!» esclama con troppa enfasi.
«Ciao» mormoro un po’ a disagio.
«Come stai? Non eri a Londra?»
«Si, sono venuta qui per l’estate» spiego evitando di entrare troppo nei particolari.
«Grande! È fantastico. Sei qui con Serena?»
«Uhm, veramente no. Sono venuta con… Andrea»
«Oh… siete tornati insieme?» chiede sinceramente interessata. Forse è solo apparenza perché in realtà vuole mettermi di nuovo il bastone fra le ruote, o forse la questione le interessa realmente. Fatto sta che non sono minimamente costretta a raccontargli della mia vita privata, tanto meno di ciò che succede con Andrea.
«Ci frequentiamo» rispondo decisa e guardandomi intorno, sperando che il mio accompagnatore si decida a ritornare.
«Sono contenta!» squittisce alzando le braccia al cielo. La cosa mi sembra sospetta, ma fingo un sorriso e continuo a guardarmi intorno chiedendole di Alessia.
«Non è ancora arrivata» risponde lei «Ma credo che arriverà a breve con Giorgio. Si sono messi insieme e adesso credo che stiano facendo sul serio»
«Oh, wow» rispondo cercando di mantenere un certo contegno. Gli ultimi ricordi che ho di questo gruppo di amici è che Giorgio stava con Elena, mentre adesso sta con Alessia. La cosa che assolutamente non devo fare mentre sono da sola con Elena è gioire per la relazione di Alessia e Giorgio.
«Eccoti!!» esclama Andrea porgendomi un bicchiere di plastica.
«Ehi. Grazie» rispondo assaggiando un po’ del liquido trasparente.
«Ciao Elena» saluta lui e poi torna a guardarmi.
Anche lei ricambia il saluto, poi si eclissa, lasciandoci da soli. «Ti ha dato fastidio?» chiede.
«No, no… è stata quasi gentile nei miei confronti. Voleva sapere se siamo tornati insieme» gli dico sorridendo e bevendo ancora.
«Ah si?» chiede lui mandando giù un sorso di birra direttamente dalla bottiglia di vetro.
«Si» rispondo sorridendo.
«E che cosa le hai risposto»
«Potrei aver detto che ci stiamo frequentando» rispondo cominciando a camminare per il prato.
«Davvero?» chiede raggiungendomi di corsa.
«Si»
«Ma lo hai detto per togliertela di mezzo o perché lo pensi sul serio?»
«Lo scoprirai!» rispondo sorridendo e mandando giù un altro sorso di gin tonic.
«Dai… non mi tenere sulle spine»
«Non ti tengo sulle spine, ma credo che ti darò una risposa alla fine della mia permanenza in Italia»
«Ho un paio di settimane per dimostrarti che ti amo e che resterò sempre al tuo fianco?»
«Hai un paio di settimane per dimostrarmi che mi ami, che resterai sempre al mio fianco e per guadagnarti a pieno la mia fiducia»
Oh Andrea… non sai che mi hai dimostrato che mi ami in dieci minuti, se non di mento!
«Grazie» risponde improvvisamente serio e tutto intorno a noi scompare.
Non c’è la musica assordante. Non ci sono i suoi amici. Non c’è Elena e le sue domande a trabocchetto. Non c’è Jay. Non c’è nessun senso di colpa o sofferenza.
C’è soltanto il mio amore per questo ragazzo che ha impiegato un po’ di tempo per capire cosa prova nei miei confronti.
C’è soltanto il mio amore per lui e la mia stupidità nell’averlo rifiutato due mesi fa. È vero, la situazione non era tanto diversa da come è adesso, ma forse non avevo ben capito cosa significasse averlo perso per sempre, sapere di non avere più una possibilità con la persona di cui mi sono innamorata e adesso non ho intenzione di scappare.
So che sarà difficile e doloroso con Jay, ma spero vivamente che capirà.
I miei pensieri vengono interrotti dalle mani di Andrea attorno il mio viso e dal suo volto che si avvicina sempre di più al mio.
Sta per baciarmi, me lo sento.
Sento anche il suo respiro caldo sulla mia pelle, il calore delle sue dita sul mio volto e sul mio collo e il mio cuore battere all’impazzata.
È una sensazione che mi fa sentire viva per la prima volta dopo mesi, tanti mesi.
È la sensazione tipica che mi fa sentire di nuovo protetta e amata.
Le sue labbra sono sempre più vicine e io sono prossima al collasso, ma quando manca le mie labbra di qualche millimetro mi rilasso un po’ delusa, un po’ sollevata.
Il suo bacio si posa delicatamente all’angolo della mia bocca e, quando ci guardiamo negli occhi, capisco che non sarebbe stato magico se ci fossimo scambiati il nostro primo bacio dopo mesi in mezzo a questo caos.
Lui sembra intuire il mio pensiero, così mi prende per mani, trascinandomi verso un posto un po’ più tranquillo, ma mentre raggiungiamo quel paradiso che comincio ad agognare, spuntano Luigi e Francesco, credo, i miei nemici giurati ai tempi del liceo, o meglio, del quinto anno.
«Ciao ragazzi» salutano loro e, invece di guardare Andrea, guardano me.
«Ciao» rispondo alzando la mano e sorridendo.
«Come va?» chiede Luigi.
Sbaglio o sembrano davvero tutti cambiati?
«Bene, grazie» rispondo e non mi preoccupo nemmeno di chiedergli come vanno le cose a lui. Non mi interessa, quindi non spreco fiato prezioso che potrebbe servirmi ad altro: baciare Andrea, per esempio.
Francesco continua a guardarmi e il suo sguardo è piuttosto lascivo. Come se fosse sorpreso di qualcosa.
«Piantala, ok?» interviene Andrea, trascinandomi via.
«Cos’è successo?» chiedo preoccupata. Il suo tono non mi è piaciuto per nulla e per un attimo ho di nuovo paura che i suoi amici possano mettersi di nuovo fra di noi.
«Niente. È tutto ok»
«Sicuro?» chiedo preoccupatissima.
«Si, tranquilla. Adesso noi ce ne stiamo qui, tranquilli, insieme, e parliamo, beviamo o quello che ci pare, ok?»
Annuisco e bevo un altro sorso del mio drink, ma purtroppo la spensieratezza di qualche minuto fa mi ha completamente abbandonata.
«Ehi… Gaia» mi chiama lui facendomi sedere su una sdraio.
«Ehi» mormoro prosciugando il bicchiere.
«Stai bene?» chiede. Io lo guardo e capisco che è veramente preoccupato.
«Non lo so»
«Cosa c’è?» chiede ancora.
«Ho paura che se io ti dico di si e noi torniamo come prima e più forti di prima, loro distruggeranno di nuovo tutto»
«No, ehi!» Andrea scuote la testa e mi prende le mani. «Ascoltami bene. So che non ti fidi ancora di me, ma non succederà più quello che è successo in passato. Io non ho molti rapporti con gli amici che avevo un tempo. Le nostre uscite si limitano soltanto ad andare al mare in queste giornate, ma non mi confido più con loro come facevo un tempo, quindi non hai assolutamente nessun motivo per preoccuparti, ok?»
«Ma il tuo tono di prima… quello che hai detto… era Francesco quello, vero?»
«Si, era lui e mi riferivo al fatto che ti stava spogliando con gli occhi e mi ha dato un bel po’ di fastidio»
«Oh» Accidenti!
«Lo ha fatto anche oggi in spiaggia e gli avevo già detto di smetterla di guardarti in quel modo, quindi poco fa mi sono alterato, ma loro non interferiranno con la nostra relazione, quando ci sarà»
Gli sorrido, leggermente più rilassata e annuisco, lasciando cadere la borsa per terra.
«Ok…» mormoro annuendo ancora.
«Stai bene adesso?» chiede «Sei più tranquilla.
«Si, credo di si»
«Non voglio che stai male, quindi qualsiasi cosa tu abbia o ti turbi, dimmelo, ok?»
«Grazie» rispondo abbracciandolo di slancio.
«Ti amo, Gaia» sussurra accarezzandomi i capelli.
Sciolgo l’abbraccio e lo guardo negli occhi, sorridendogli. Lui ricambia lo sguardo, che si è fatto più intenso, e sposta, ogni tanto, gli occhi sulle mie labbra e so che, preso o tardi, accadrà: Andrea mi bacerà e io mi scioglierò; peggio anche del nostro primo vero bacio.
Come qualche minuto fa, il suo viso si avvicina al mio, continuando ad accarezzarmi i capelli. Io cerco di non distoglier i miei occhi dai suoi, ma lui non fa altro che guardare me e poi le mie labbra.
Adesso sento il suo fiato sulle mie labbra e, quando credo che tutto stia per finire all’angolo della mia bocca, la sua si posa perfettamente sulla mia, che si apre automaticamente, come se fosse un riflesso incondizionato.
Le nostre lingue saettano scontrandosi, mentre le mie mani arpionano i suoi capelli cercando di stringerlo il più possibile a me.
Il bacio sembra ardere di passione e forse è davvero così, dopo quasi un anno, invece, pian piano si addolcisce.
Mi stacco per riprendere fiato e lo guardo negli occhi accarezzandogli la guancia.
«Ti amo anche io e si, ti do una seconda possibilità»
Lui mi sorride, con gli occhi lucidi e finalmente, posso veramente sperare che stavolta avrò Andrea finalmente tra le mie braccia.
 

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Vi sarebbe piaciuta questa fine per loro due, eh?
Beh, ora che ci penso sarebbe piaciuto anche a me. Però non si può avere tutto dalla vita.
E' stato un bel what-if da scrivere e spero che a voi sia piaciuto.
Se c'è qualche errore perdonatemi, ma vado di fretta. Domani, lo prometto, lo correggerò ;)
Un bacio e buona notte! <3
Francy

   
 
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