CrissColfer is
fucking (on)
- Mark! Mark, torna qui! - Sussurrò Lea, tentando di mantenere il
tono di voce basso. - Se ti beccano ti potrai considerare un uomo morto! -esclamò
ancora, cercando inutilmente di far tornare un po’ di buon senso all’amico.
- Oh,
andiamo! Non si accorgeranno mai della mia presenza! - esclamò Mark sicuro di
sé, continuando a muoversi in un modo che lui definiva furtivo tra le roulotte.
Aveva un piano in mente - e questo era geniale secondo il suo modesto parere –
perciò non avrebbe permesso a niente e a nessuno di interferire e di interporsi
tra lui e il suo obiettivo.
- Questo lo
dici tu! Lo sai che Chris ha un udito raffinato - tentò ancora di convincerlo
Lea, fin troppo memore di come l’ira dell’amico potesse essere impetuosa se
provocato nel modo sbagliato.
- Sarà anche
raffinato quanto vuoi, ma mentre è impegnato a fare certe cose di norma non si
presta molta attenzione all'ambiente circostante, a meno che non si debbano
evitare eventuali genitori furiosi e armati di fucile, ma questo non è il loro
caso - rispose Mark, fermandosi a fronteggiare la collega giusto il tempo di
completare la sua argomentazione.
Non avrebbe
rinunciato per niente al mondo. C’era in ballo il suo orgoglio e niente lo
avrebbe persuaso dalla lotta estenuante per rivendicarlo.
E, okay,
forse era anche un po’ curioso.
E impiccione.
E pettegolo.
Ma dopotutto era di lui che si stava
parlando. Per diamine, lui era uno dei più accaniti pubblici sostenitori di
quella coppia. Quando aveva parlato con Lea aveva sperato che la ragazza, che
in quel momento stava cercando di bloccarlo, lo comprendesse, invece si era
ritrovato da solo a dover affrontare quella battaglia.
Ebbene, lui
non si sarebbe tirato indietro. Non era un codardo,
come qualcun altro aveva invece osato sostenere.
- Mark! - Tentò
di richiamarlo Lea, nel tentativo di farlo tornare indietro con scarso successo,
prima di fermarsi perché ormai troppo vicina al bersaglio del suo collega e
almeno lei era intenzionata a non lasciarsi coinvolgere nell’ira colferiana che avrebbe ucciso qualcuno.
- Ti
aspetterò qui pronta a dirti "te l'avevo detto" - bisbigliò al vuoto,
dato che Mark aveva proseguito ed era ormai troppo lontano affinché potesse
udirla.
Riportando
alla mente tutti i migliori film di spionaggio che aveva visto nella sua vita,
il ragazzo in questione si incamminò di soppiatto verso la roulotte di Chris,
curioso di sapere cosa vi avrebbe trovato al suo interno.
Il perché si
trovava in quella situazione non avrebbe saputo spiegarlo nemmeno lui.
Ricordava di
aver parlato con Chord della cosiddetta CrissColfer, ship della quale lui
era fieramente fan fin da prima che i due ragazzi confessassero agli amici del
cast più stretti di stare insieme. E poi Chord, per
qualche assurdo motivo che non ricordava esattamente, gli aveva detto che non
avrebbe mai avuto il coraggio di appostarsi presso la roulotte di Chris, come
in quel caso, o di Darren per verificare la voce secondo cui
approfittassero di ogni pausa dalle riprese per scopare come conigli, come
sospettato ormai da tutto il cast, e per avere la conferma che Darren fosse la
passivona di turno.
Probabilmente
il fatto che mentre parlavano di questo fossero completamente sobri avrebbe
dovuto accendere una lampadina nella mente di Mark e fargli capire il degenero
che regnava ormai sul set di glee.
Così, ferito
nel profondo dall’affermazione infame, aveva giurato all’amico biondo che
avrebbe controllato lui stesso e gli avrebbe portato le prove delle sue
scoperte.
Quando Chord si era voltato per tornare sul set con un ghigno
stampato in volto, Mark si era precipitato in men che non si dica da Lea, per ottenere
informazioni su dove fossero Chris e Darren, che, tanto per cambiare, erano
misteriosamente spariti.
All’inizio
la ragazza aveva assecondato la sua curiosità, ma, quando aveva scoperto il reale
motivo della sua domanda, l'aveva seguito tra le roulotte per cercare
inutilmente di dissuaderlo dal suo intento suicida.
Ma niente
avrebbe tolto dalla testa di Mark quel tarlo insinuato da Chord,
se non il vederli o sentirli attraverso le pareti e le finestre di quella
roulotte.
Avrebbe
provato all'amico di avere il coraggio di rischiare l'ira colferiana
e inoltre ci avrebbe guadagnato personalmente.
Niente di
più semplice, no?
E lui sarebbe
stato considerato alla stregua di un eroe per le prove che avrebbe portato.
Avrebbe
ricattato Chris e Darren a vita, fino al punto che persino Chris non avrebbe
avuto il coraggio di arrabbiarsi con lui, per timore che spiattellasse ai
quattro venti che la CrissColfer era reale.
Quando
finalmente arrivò davanti al luogo in cui era sicuro si stesse commettendo il
misfatto, si avvicinò lentamente alla finestra e cercò di vedere qualcosa
attraverso la tapparella chiusa, ma niente. Era impossibile anche solo dare una
sbirciatina.
Chissà quei
due cosa stavano combinando lì dentro per far sì che si segregassero così.
Per un folle
attimo ipotizzò di aprire leggermente la porta per spiare dall'interno, ma poi
scartò subito l'idea, inorridito dall’idea di poter essere colto in flagrante
nel momento di aprirla e di essere quindi ucciso in meno di due nanosecondi.
Ed inoltre
quale folle l’avrebbe lasciata aperta sapendo di essere sul punto di fare delle
cose non proprio consone ad un ambiente di lavoro? Forse Darren era talmente
sbadato da poterlo fare, ma non di certo il genio del male Chris Colfer.
Con lentezza
cercò di girare intorno alla roulotte, nella speranza che dall'altra parte ci
fosse una piccola fessura o qualsiasi cosa che gli permettesse di guardare
all'interno, ma sembrava che quei due si fossero realmente segregati dentro.
Ma Mark Salling non era il tipo di persona che si abbatteva
facilmente.
Niente era
impossibile per lui.
E in quel
momento, non sapeva chi ringraziare per essersi avventurato attrezzato.
Con un ghigno
divertito, aprì la borsa a tracolla che portava con sé e prese un bicchiere di
vetro che aveva abilmente rubato dalla mensa e lo appoggiò
alla superficie esterna del camper, prima di avvicinarvi l'orecchio, nel
tentativo di udire almeno qualche suono.
Ma niente.
Eppure nei
film funzionava sempre, lo facevano sempre i migliori detective di quelliche guardava da bambino! Perché con lui non
funzionava?
Forse era
perché quello era l’angolo della roulotte più lontana dal luogo in cui i due
piccioncini stavano cercando invano di riprodursi.
Dunque provò
di nuovo in vari punti, partendo da quello in cui sapeva trovarsi il letto di
Chris.
Tuttavia il
silenzio continuava a regnare sovrano.
Com'era
possibile che quei due fossero così silenziosi durante un rapporto sessuale?
Non era umanamente possibile.
Per poco non
gli sfuggi un’imprecazione nel constatare la mancanza di suoni.
Era talmente perso nelle sue maledizioni mentali
che per poco non si perse quel suono
ovattato proveniente da un punto vicino alla porta.
Quando
realizzò cosa le sue orecchie avevano appena udito non poté trattenersi dal
mettersi a saltellare sul posto per qualche secondo.
Lo sapeva.
Un ghigno
comparve sul suo volto, perché infondo lui era Mark Salling.
Lui non si sbagliava mai.
Era fatta.
In quel
momento non gli restava che spostarsi un po' più in là e sarebbe riuscito a
captare ogni suono alla perfezione.
E poi doveva
portare le prove a Chord, ma quello sarebbe stato
terribilmente facile, giusto?
Mark sapeva
che i suoi metodi da super spia non l'avrebbero deluso: la pazienza e la
fiducia si erano rivelate fondamentali. Con questo avrebbe provato a tutti di
essere un uomo temerario e soprattutto avrebbe dimostrato che quando quei due
sparivano dal set era per darci dentro – e da ora non sarebbero più state solo
semplici supposizioni.
Ma si sa, niente
va come previsto.
Infatti
Mark, troppo preso dalla felicità per aver finalmente trovato i due in una
situazione compromettente, non si rese conto di essersi avvicinato un po’
troppo alla porta della roulotte.
Quando udì
il secondo suono – e quello sì, era davvero un gemito – si appoggiò alla prima
superficie che trovò, senza prestarci troppa attenzione.
Eppure
avrebbe dovuto, perché proprio nell’esatto momento in cui il suo corpo si
rilassò contro la superficie, la porta su cui si era involontariamente
appoggiato si aprì con uno scatto e Mark riuscì ad evitare per un pelo una
rovinosa caduta all’interno dell’abitacolo.
Il ragazzo
ci mise un po’ a capire il guaio in cui era finito, perché insomma, non è che
capita proprio tutti i giorni ti trovarsi Darren Criss
e Chris Colfer completamente nudi e appoggiati alla
parete accanto a lui.
Soprattutto
se quest’ultimo aveva la testa ben nascosta tra le cosce del primo che aveva la
mano sulla testa del compagno.
Ancora più
bizzarro se tale testa – e consecutivo membro - si trovava a pochi centimetri
dal suo volto.
Mark si rese
conto di essere rimasto imbambolato a fissare quello spettacolino con ancora il
bicchiere in mano e vicino all’orecchio solo quando Chris sollevò la testa per
allontanarsi leggermente dall’altro.
Ma fu
solamente quando Mark incrociò il suo sguardo che capì che, nonostante avesse
raggiunto il suo obiettivo, era in guai molto grossi.
E non c’era
modo di passarla liscia quella volta.
- Ehm...
Ciao? – Disse leggermente titubante.
- Ciao? –
Chiese apparentemente calmo. – Aspetta un attimo – aggiunse quando vide che
l’altro stava cercando di allontanarsi senza farsi vedere. – Tu appari così,
all’improvviso, entri nella mia roulotte senza bussare e con un bicchiere in
mano e l’unica cosa che dici è ciao? –
- La porta
era aperta, solo uno stupido l’avrebbe lasciata così in casi come questo –
tentò di giustificarsi il ragazzo in questione, mentre la sua mente studiava
una veloce via di fuga.
- Questo non
spiega cosa ci facevi qui! – esclamò ancora, alzandosi e cercando con lo
sguardo i pantaloni e i boxer che Darren gli aveva tolto proprio qualche minuto
prima.
- Ryan! – esclamò
d’un tratto. – E’ stato lui a dirmi di chiamarti perché –
continuò, cercando la scusa ideale per non essere ucciso. Doveva dimostrare a tutti che lui, il mitico Mark Salling, era sopravvissuto ad una sfuriata di Chris. –
Perché devi tornare sul set a girare la prossima scena – disse ancora, sperando
che poi il regista avesse davvero bisogno di lui, in modo da coprirlo involontariamente.
– Ora io vado – aggiunse, mentre Chris lo guardava sollevando un sopracciglio e
Darren si rimetteva le mutande.
Mark non
lasciò a Chris neanche il tempo di aprire la bocca che si precipitò fuori dalla
roulotte discriminata, ignorando volutamente i richiami di Chris e la risata
sommessa di Darren, mentre ringraziava ogni possibile divinità – compreso il
santo panino – della nudità di Chris che gli impediva di inseguirlo.
Con il
fiatone raggiunse Lea, che si trovava ancora dove l’aveva lasciata, e si fermò
un attimo a prendere fiato, prima di scoppiare a ridere di gusto.
- Allora? –
Chiese la ragazza, mentre lo sguardo sul suo volto la preoccupazione si
trasformava in curiosità.
- Beh, la CrissColfer esiste. E quei due scopano davvero come conigli
– si limitò a rispondere prima di ritornare dagli altri, pronto a condividere
quelle informazioni con tutto il cast.
The
End
Salve! =D
Eccomi
tornata, questa volta una one-shot CrissColfer un po’ delirante. Sappiate solo che questa roba – perché non penso si degna di
essere chiamata in altro modo – è nata da dei deliri in chat con Chiara, con la
quale saltano sempre fuori le idee più strane e varie, unita dalla lontananza
forzata da qualsiasi social network perché mi rifiuto di leggere qualsiasi
spoiler sugli ultimi episodi, a cui è stato aggiunto una buona dose di scleri
dovuti ai tre esami che devo dare questa settimana e la prossima, per cui non
sono ben sicura cosa sia nato da questo bel mix xD
Spero solo che vi abbia divertiti tanto quanto ha divertito me scriverla e ogni
tipo di commento, anche negativo e costruttivo, è ben accetto =)
Prima di
dileguarmi – sono le 3 di notte e tra cinque ore mi dovrei svegliare, ma
dettagli – ci tenevo a ringraziare safelia22
per aver betato questa storia senza pretese! Grazie
ancora! <3
Qui potete trovare la mia pagina
di facebook, su cui nei prossimi giorni annuncerò un
progetto in collaborazione con la mia amica Sarah =)
A presto
(spero)
Kisses
<3
- Rose