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Autore: R e d_V a m p i r e     16/04/2013    2 recensioni
{Mentre fumo sognando
C'è chi lo giudicherebbe un amore malato. C'è chi lo fa già, ad essere onesti. Ma Kise Ryouta è sempre stato un inguaribile testardo.
Perché quando vede Daiki sembra andare in tilt, scollegando il cervello e perdendo qualsiasi razionalità.
[AoKi]
Genere: Introspettivo, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daiki Aomine, Ryouta Kise
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Entri ed esci dal mio cuore con un click
{Mentre fumo sognando


Il pallone da basket rotola per il campetto deserto, andando a fermarsi lungo il bordo fra ciuffetti d'erba spuntati tra le fessure nel cemento per via dell'incuria a cui è stato lasciato. In fondo è un semplice spiazzo recintato con due canestri vecchi che rischiano seriamente di crollare da un momento all'altro, anche se non lo fanno mai, per i ragazzi del quartiere.
Ma quasi più nessuno lo visita più. Forse perché troppo vecchio, forse perché i ragazzi hanno smesso di giocare a basket.
Entrambe le opzioni paiono essere tristi per il giovane seduto con la schiena contro la recinzione metallica dai fili divelti in più punti che grattano fastidiosamente contro la stoffa della casacca del Kaijo, strofinando ogni tanto contro le braccia candide e lasciando lunghi graffi biancastri sulla pelle che pizzicano solo un po'.
Vorrebbe che facessero più male di così. Forse eviterebbe di sentire quell'altro dolore.
Quello che lo porta a guardare verso il campo dove fino a un quarto d'ora prima si disputava un ennesimo one-on-one che l'ha visto, proprio come tutte le altre volte, perdente.
E insieme al fenomeno del Touou sembra essersene andata ogni cosa. Ogni pensiero. Razionale o meno. Così come ogni felicità, angoscia o qualsiasi altra emozione abbia provato nel trovarsi con[tro] lui.


Entri ed esci dal mio cuore con un click
 dalla mia testa vuota proprio come un trip
 ti porti via di tutto poi mi lasci qui
 ti porti via di tutto e poi mi lasci ancora qui.

Eppure dovrebbe saperlo.
Dovrebbe aver capito, almeno, come vanno le cose.
E forse è solo uno stupido, proprio come ripetono Kasamatsu e gli altri ragazzi della squadra. Uno stupido sognatore, ingenuo e infantile, ancora perso nel suo mondo perfetto.
Ma non è più un bambino. Non è più tempo di fiabe e lieto fine. Crescere significa anche sbattere la testa e farsi male.
E a lui è già successo tante volte, eppure non sembra capire l'antifona. Magari è masochista e ama farsi male. Magari è solo veramente un grandissimo, colossale, idiota.
Ma che può farci se quella speranza non vuole saperne di morire, aumentando invece ad ogni sguardo così terribilmente azzurro e ghigno cattivo?
No, non cattivo. Supponente, magari. Da bravo egocentrico stronzo qual è. Ma non può dire che Aominecchi sia cattivo, non può proprio. O forse non vuole.


Mi sento come un bambino
 Che tocca il fuoco e si scotta
 un po’ si illude e ci ripensa
 e ci riprova un’altra volta

Anche se certe volte si chiede se non lo faccia apposta. Così, per il puro gusto di fargli male. Di batterlo in tutti i modi possibili.
Come se Daiki non riuscisse ad esprimersi in altro modo se non schiacciandolo e sottomettendolo. Ferendolo, ancora e ancora, riempiendolo di mille ferite sanguinanti invisibili agli occhi che ama riaprire, una ad una, ogni volta che si rivedono.
C'è chi lo giudicherebbe un amore malato. C'è chi lo fa già, ad essere onesti. Ma Kise Ryouta è sempre stato un inguaribile testardo.
Perché quando vede Daiki sembra andare in tilt, scollegando il cervello e perdendo qualsiasi razionalità.
E ritrovandosi con l'amaro in bocca, quando la razionalità torna e si accorge di essere rimasto di nuovo solo. E' così sfuggente, il giocatore del Touou.
Certe volte se lo domanda. Se ne vale davvero la pena.
Se ha fatto bene a permettere che quello che prima non era nient altro che un idolo, un mito da raggiungere e superare, diventasse qualcosa di più. Finendo inesorabilmente per diventare il centro del suo mondo, calamitando l'attenzione e i gesti.
Aominecchi è sempre stato così tanto egocentrico, ultimamente è solo peggiorato.


Ma in fondo siamo facili
 non servono miracoli
 a noi bastano due calcoli.

Il pallone da basket rotola per il campetto deserto, andando a cozzare contro la suola delle scarpe da ginnastica del ragazzo biondo seduto per terra, che sembra riscuotersi dal suo torpore sollevando sorpreso il viso e sgranando gli occhi dorati, puntandoli davanti a sè, fissando l'alto ragazzo dai capelli scuri così come la sua pelle. Ha l'espressione corrucciata, le sopracciglia arcuate e gli occhi di un azzurro tanto intenso socchiusi.
- Ohi, Kise! -
- Uh? A-aominecchi? -
Lo guarda chinarsi per recuperare il pallone, prima di ritrovarsi a piagnucolare, gli occhioni lucidi, portandosi le mani sul capo dove è appena cozzato quello stesso pallone, lanciato con davvero poca gentilezza dall'altro.
- Iiiiih! Sei impazzito per caso, Aominecchi?! -
L'altro sbuffa, portandosi il pallone contro il fianco e sostenendolo con il braccio, alzando gli occhi al cielo con impazienza.
- Muovi il culo e alzati. Mi è tornata voglia di giocare -
Quella negli occhi di Kise è certamente gioia, tale da illuminargli il viso, rendendo insopportabile per il moro rimanere a guardarlo.
- Mi hai fatto comunque male, cattivo Aominecchi! -
- Piantala di chiamarmi così, idiota! -
Le labbra di Aominecchi sono calde contro le proprie, ma la dolcezza del contatto viene rovinata dalla morsa di denti in cui stringe il labbro inferiore del biondo, ghignando senza allontanarsi dal suo viso ora atteggiato in un buffo broncio infantile, anche se negli occhi arde una fiamma.
- Sta volta ti straccio, Daiki -
- Non farmi ridere e pensa a correre, Ryouta -


E dimmi quando ripassi
 da questa strada interrotta
 che preparo la testa
 a prendere un’altra botta.




__________________________________________________________________________________
Angolino di Red

*Titolo e canzone 'Un'altra botta' di Marco Mengoni.

Primo tentativo di KiseAomine.
Uhm, già. Che dire? Boh. Quindi non dico niente.
See you, chu (?)
   
 
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