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Autore: Nezuchan Sketch    16/04/2013    5 recensioni
[League of Legends]Morgana si guardò attorno, confusa. Alle sue spalle, vi era la sua vera casa, dove non poteva più tornare. Lì c'erano la sua famiglia, i suoi amici, la sua vita.
Lì c'era sua sorella, Kayle.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Morgana si guardò attorno, confusa, per poi avviarsi verso quella che sarebbe stata la sua nuova casa, Runeterra. Non sapeva molto di quel posto. In realtà, non ne sapeva quasi nulla. Sapeva che era abitato da strane creature, ma le sue conoscenze si fermavano a quello.
Alle sue spalle, vi era la sua vera casa, dove non poteva più tornare. Lì c'erano la sua famiglia, i suoi amici, la sua vita.
Lì c'era sua sorella, Kayle.
A quel pensiero, Morgana si fermò, quasi sentendo le sue ali lacerarsi di nuovo. Era lei quella a cui aveva sempre guardato. Era stata lei a fare da giudice, giudicante e boia. Kayle le aveva squarciato le ali, disconoscendola come sua sorella, e indicandola, invece, come sua nemica.
Aveva solo tentato di salvare delle vite. Morgana riconosceva che non era innocente, che la sua magia non era 'pura e luminosa' come quella di Kayle. Ma ciò non aveva mai intaccato il loro rapporto. Non fino a quel momento.
Si stava nascondendo dalle truppe di Kayle. Era andata in quelle lande solo per cercare un libro, quando aveva visto una madre tentare si salvare suo figlio. Quella scena le aveva fatto aprire gli occhi. Quella guerra stava durando da troppo, e stava causando morti inutili da entrambe le parti. 
Non erano solo loro ad essere feriti.  Quelle creature che Kayle spacciava per 'malvagie' avevano un cuore e dei valori simili ai loro.  Non poteva permettere a quella inutile guerra di andare avanti. Doveva trovare il modo di  fermare Kayle.
A quel ricordo sorrise, un sorriso storto e triste. Kayle l'aveva sentita, ma non l'aveva  ascoltata davvero. Le aveva detto di smettere di proseguire i suoi studi e i suoi stupidi ideali, e di non preoccuparsi.
Per lei, Kayle era sempre stata sua sorella, si erano sempre protette e difese a vicenda, quando erano piccole. Ma era passato tempo da quei giorni. La guerra aveva corrotto Kayle, eppure, mentre la esiliava, aveva visto una sorta di silente scusa negli occhi di Kayle.
Nonostante ciò, non riusciva a trovare il modo di giustificare le sue azioni. L’aveva privata della libertà di volare e di scelta, rendendola simile a qualunque altro. Con quei tristi pensieri, si diresse verso quel mondo a lei sconosciuto.
 
 
Kayle guardò la figura della sorella sparire all’orizzonte, prima di riporre la spada insanguinata del suo sangue. No, non era più sua sorella. L’aveva ripudiata davanti a tutti, e con quali accuse? Solo quella di avere un’idea diversa. Era stata una stupida.
Ma doveva farlo. Morgana si stava mettendo in pericolo da sola, e lì non era più al sicuro, ormai.  Però non sarebbe neanche stata al sicuro lì fuori.
Kayle si diresse verso i suoi alloggi, con un peso opprimente in petto. Guardò il corridoio vuoto, provando un senso di smarrimento a non trovare Morgana ad aspettarla,trovandola a leggere un libro. Trovava confortante quella routine quotidiana, ma aveva sempre fatto credere a tutti, Morgana inclusa, che quel comportamento le desse fastidio.
‘Non è neanche passata un’ora, e già mi sto pentendo di averla cacciata. Mi avevano chiesto di proteggerla, e l’unica cosa che sono stata in grado di fare è stata mandarla in un luogo sconosciuto.’In quei giorni, pressata dalle altre sfere che volevano che cacciasse la sorella, aveva trattato male Morgana, senza aver cura dei suoi sentimenti, trattandola come un animale indifeso. E la reazione della sorella non si era fatta attendere. Le aveva dimostrato di avere degli artigli affilati, sfidandola apertamente davanti a tutti.
Se fossero state in privato, avrebbe ragionato con calma e avrebbe fatto finta che nulla fosse successo. Ma non erano in privato. Morgana, sfidandola apertamente, l’aveva costretta a reagire, e lei non poteva chiudere un occhio. Farlo avrebbe significato essere deboli e, ad un passo della vittoria, non poteva permetterselo.Arrivata in camera, si tolse l’armatura, buttandola in un angolo, senza neanche badare a pulirla. La spada fece ben presto la stessa fine, e l’angelo si stese sul letto matrimoniale aveva sempre ospitato lei e, spesso, anche la sorella.
Chiuse gli occhi, tentando di prendere sonno, senza riuscirci. Si rigirò nel letto, cercando una posizione confortevole, senza trovarla. Solo dopo un po’ si rese conto che, inconsciamente, stava cercando Morgana.
Ma lei non è più qui. Se n’è andata, e non tornerà mai più.
Le sue lacrime bagnarono il cuscino, senza che lei tentasse di fermarle, anzi, ne aveva bisogno.
Voleva andare da Morgana, voleva dirle che aveva sbagliato ad esiliarla e a ferirla. E l’avrebbe fatto. Eppure, non poteva lasciare la sua patria in balia dei nemici. Se voleva andarsene, doveva vincere la guerra.
 
 
 
Il nuovo campione della lega sospirò, mettendosi una mano tra i capelli. Era finalmente lì, dopo tanti problemi, e la prima cosa che faceva era quasi ammazzare la persona per cui era entrata nella lega. Non si erano riconosciute. E come avrebbero potuto? Entrambe erano cambiate così tanto dall’ultima volta che si erano viste. Maledì gli invocatori, che avevano giocato questo brutto tiro. E maledì se stessa per essere stata così stupida da non notare che quella era sua sorella. Kayle si guardò allo specchio, notando la sua somiglianza con Luxanna, somiglianza causata dalla mancanza delle ali. Infatti, lei le aveva perse nell’ultima battaglia, quando aveva vinto la guerra. Però, con essa sembrava aver perso anche l’aureola. Non che gliene importasse più di tanto.
Ripensò al match a cui aveva partecipato poco prima. Era andata nella linea di mezzo, dato che era abituata a combattere da sola. Il campione nemico – una donna dai capelli porpora e occhi dello stesso colore – non le diceva nulla. Eppure, avrebbe dovuto capirlo dalle ali mal ridotte, che era lei. Appena aveva compreso come si muoveva il suo nemico, non aveva trovato problemi a costringerla sotto torre. Più di una volta l’aveva fatta arretrare ferita, e non se n’era pentita. Il senso di colpa era arrivato solo quando i suo compagni di squadra si erano complimentati con lei perché riusciva a tener testa a Morgana.
Si era oscurata in viso, ma non si era fermata, pur se aveva perso la voglia di combattere, seguendo la voce dell’evocatore che la guidava.
Uscì dalla sua camera, sentendo un improvviso bisogno di aria fresca e, vagando in giro per la lega, riuscì a trovare un giardino. Questo le ricordava casa e sorrise, iniziando ad esplorarlo con calma. Mentre camminava, notò una figura a lei familiare dormire sotto un albero, con un libro tra le mani. ‘Morgana… non cambierai mai, non è così?’ pensò la bionda, avvicinandosi senza far rumore, per poi toglierle il libro tra le mani per poggiarlo a terra, come aveva sempre fatto in passato. Si sedette al suo fianco, accontentandosi semplicemente di guardarla dormire. Sapeva che, se la sorella fosse stata sveglia, non le avrebbe concesso di restare al suo fianco. Però, Kayle si accontentava anche di rimanere al suo fianco mentre dormiva, pur di starle vicino.
 
Morgana si risvegliò mentre il sole tramontava. Si guardò attorno, come cercando qualcuno, ma non vide nulla: era sola, ma, mentre dormiva, le era sembrato che qualcuno stesse la stesse osservando. Guardò il libro, messo a terra e con una foglia a tenere il segno. C’era solo una persona in tutto il mondo che aveva quest’abitudine, ma ciò provava solo che lei era stata lì. Sorrise tra se e se, contenta, sotto sotto, che la sorella fosse lì. Non le importava se si sarebbero scontrate innumerevoli volte. Se Kayle era lì, voleva dire che era viva. Voleva dire che le voleva bene.



One shot su League of Legend creata inizialmente per un contest che poi è stato annullato xD spero che vi sia piaciuta^^
   
 
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