Film > Sherlock Holmes
Ricorda la storia  |      
Autore: MelaChan    16/04/2013    1 recensioni
Va bene, lo ammetto, questa frase è stata presa e ripresa un'infinità di volte... Ma chi sono io per non poterci scrivere sopra?
Universo parallelo al mio, in cui Mary Morstan esiste e John Watson si sposa con lei. Quest'ultimo chiede una sera a Holmes, in vista delle imminenti nozze, una lezione di ballo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Allora?- lo incalza il dottore, tamburellando con le dita sul ginocchio.
-Allora cosa, Watson?- lo ignora il consulente investigativo, strimpellando qualcosa di indefinito al suo inseparabile violino.
-Allora cosa ne dice di darmi qualche lezione di ballo? Intendo dire, l'ho vista ballare, in più di un'occasione, quando non è impegnato in un caso, o a drogarsi, o a sparare al muro, o a suonare al violino-
-Perché vuole imparare a ballare, Watson?- Holmes posa l'archetto del violino, mentre un'espressione indefinibile si dipinge sul suo volto.
Agita le mani davanti a sè, alzando gli occhi al cielo.
-Perchè mi sposo, se lo ricorda?-
-Ah già- ribatte dandogli la schiena e iniziando a pizzicare le corde del povero strumento quasi con rabbia.
-Holmes...- lo richiama -Mi servirebbe una risposta prima della cerimonia-
-Perchè proprio a me?- gira di poco il capo.
-Pensavo fosse uno spreco inutile di denaro pagare un insegnante quando lei balla così bene-
Holmes sorride. I complimenti lo lusingano. Si volta di scatto, posando bruscamente il violino sul tavolino.
-In tal caso...- gli porge una mano -... Cominciamo!-
Il dottore alza un sopracciglio e la afferra titubante, per poi venire alzato in piedi con forza.
-Le potranno dire tante belle parole sul ballo, che va sentito, che va preso di petto... In realtà, è un mero strumento di affermazione del proprio status in questa assurda società-
Holmes fissa Watson negli occhi, un'espressione quasi di follia demoniaca dipinta in volto. All'improvviso, Watson sente la timida pressione di una mano che gli circonda titubante un fianco, ma è lui stesso a farsi più vicino al detective, che arretra leggermente. Il più alto fissa lo sguardo in quello profondo e perennemente all'erta dell'altro.
-Non dovrebbe mettere un ritmo?- domanda.
-Non è necessario- è quasi un bisbiglio. Nota che il dottore è impacciato, nervoso -Può fare finta che io sia la signorina Morstan, se questo le facilita il compito- continua a bisbigliare.
-Non... non è necessario.-
Le guance del dottore si imporporano leggermente, e si ritrova a chiedersi se Holmes gli abbia fatto quella domanda con il preciso scopo di metterlo ancora di più in imbarazzo.
-Bene-
Entrambi fanno un cenno con il capo e Holmes muove lentamente un piede a sinistra, seguito dal dottore.
-Si rilassi, Watson, non è il ballo della Morte- ridacchiano leggermente e poi il silenzio si impossessa di nuovo di loro, facendoli concentrare sui movimenti del compagno.
Le loro movenze sono timide, impacciate da parte del dottore, mentre sono rabbiose e quasi disperate da parte del consulente investigativo, che interpreta quella 'lezione privata' come un'ultima occasione per convincere l'altro che non approva il suo matrimonio. Dopo qualche piede schiacciato e altrettanti sfioramenti di nasi contro nasi e nasi contro colli e labbra, si sciolgono e prendono ognuno il ritmo dell'altro, unendosi in uno strano incantesimo. Alla fine è Holmes a chiedere una pausa, il fisico provato dalla danza e dal digiuno forzato post-caso risolto troppo in fretta.
-Se la cava, dottore- sussurra sedendosi pesantemente sulla vicina poltrona e asciugandosi il volto con un fazzoletto. Il chiamato in causa resta a fissarlo qualche secondo forse di troppo, notando lo sguardo divenuto improvvisamente attento dell'altro.
-Oh! Oh, grazie, Holmes- le guance si colorano ancora di più.
-Sa cosa le dico, Watson?- un sorriso languido appare sul suo volto -Direi che non ha più bisogno delle mie lezioni-
Quella frase vuole decisamente metterlo alla prova, la cui risposta deciderà le sorti di un rapporto da troppo complicato e confuso. Se il dottore, appunto, risponderà affermativamente, Holmes accetterà o quasi la sua sconfitta e lo lascerà andare; se risponderà negativamente, entrambi potranno permettersi di sperare ancora.
Watson si prende qualche secondo prima di rispondere, riflettendo anche lui sulle parole del consulente investigativo, ma ha già preso la sua decisione.
-Ha ragione, Holmes, la ringrazio per stasera-
Sputa fuori quelle parole, quasi nel terrore di non riuscire a terminare la frase per il groppo alla gola che si sta formando. Afferra velocemente cappotto, cappello e bastone ed esce dalla stanza, abbandonando Holmes ad un'altra notte di melodie ispirate dall'enorme vuoto che gli ha appena procurato.



NOTE DELLA PIGNA
Lo so, sono una persona spregevole... Prendetevela con Steven Moffat e le sue manie di distruggere l'esistenza a tante giovani sognatrici di slash.

Okay, sono calma.
Innanzitutto, ringrazio infinitamente chi arriverà in fondo senza rigurgiti e incubi vari e ancora più quelle anime che vorranno recensire quest'obbrobbrio.
Ma voglio ancora dire grazie speciale alle mie editor nonchè compagne di merenda e di pazzie <3
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Sherlock Holmes / Vai alla pagina dell'autore: MelaChan