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Autore: Plllove    17/04/2013    3 recensioni
Il momento della morte di Lori penso sia stato devastante per la maggior parte dei fan di The Walking Dead , perciò oltre al fatto di aver visto la scena volevo provare a metterla per iscritto, cercando di far emergere ciò che Lori in quel momento avrebbe potuto pensare e provare.
Genere: Drammatico, Malinconico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Carl Grimes, Carol Peletier, Lori Grimes, Maggie Greeneunn, Rick Grimes
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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La prigione era nostra. Mio marito Rick, se potevo chiamarlo ancora così, aveva convinto tutti con la sua sicurezza, era certo che ci sarebbero riusciti in qualche modo.
Io mi sentivo di troppo, ero incinta e avrei dovuto partorire a poco ma questo non mi rendeva felice, anzi. Non potevo aiutare nessuno per colpa di questo pancione che non mi permette di compiere alcun movimento. L’unica cosa che potei fare fu aiutare Hershel, quando Rick dovette tagliargli la gamba per farlo sopravvivere da un morso, tanto per rendere l’idea, ero seduta e bendarlo.
Ora però stava meglio, Glenn gli aveva procurato dei bastoni tipo stampelle in modo che potesse camminare, e così fece.
Tutti erano molto disponibili con me, fin troppo,  probabilmente perché gli facevo pena. Ero la moglie incinta del leader del gruppo, il quale mi odiava e se non bastasse anche con un figlio che mi odiava. L’unico amore che sentivo su di me era quello della creaturina che stava per nascere, di cui, tra l’altro, non sapevo neanche il padre! Ci sarebbe potuta essere situazione peggiore di questa? No, non credo. Vivevo in un inferno, nel vero senso della parola.
-Ehi Lori! Come va oggi?- Mi chiese come ogni giorno Carol. Anche lei si interessava molto a me, ma penso che lo facesse perché da un lato era gelosa di me, anche se non avrebbe dovuto esserlo. Io avevo tutto quello che lei aveva perso, una famiglia. Ma non ci pensavo molto, avevamo sempre dei problemi molto più seri e onestamente non c’era tempo per consolarla e starle dietro per ogni cavolata che ha provato a fare. Potrebbe sembrare crudele, però purtroppo ora ci sono altre priorità, non mi riferisco a me, che dobbiamo rispettare. Lei invece piangeva ogni giorno dopo aver perso sua figlia, ero sempre li per lei ma poi le spiegai che prima o poi doveva rialzarsi e continuare a “vivere”, io al suo posto però sarei stata, solo da un lato, sollevata perché almeno sapevo che mio figlio non avrebbe dovuto continuare a “vivere” in questo inferno. Ormai questa non la considero più vita da quando tutto cominciò, non si può considerare tale ciò che non vivi fino in fondo, noi “viviamo” e basiamo la giornata sulla fortuna e sulla nostra forza. Abbiamo ogni secondo il fiato sospeso, non sappiamo cosa succederà o se “vivremo” ancora. Non sapevamo più cosa aspettarci, stavamo diventando animali e io non volevo più avere a che fare con tutto questo.
In quel momento eravamo nell’atrio della prigione, ci guardavamo tutti soddisfatti del posto conquistato, ero con Carl, Maggie, Beth ed Hershel  e dall’altra parte dell’atrio Glenn, Daryl, T-dog e Rick. Mentre tutti si guardavano io cercai lo sguardo di Rick e ad un certo punto lo trovai. Ci guardammo per un po’ fino a quando con coraggio gli rivolsi un sorriso che lui, stranamente, ricambiò.
Improvvisamente tutto quello che si stava riformando in quel momento si bloccò con un allarme che dal niente iniziò a suonare. Ero nel panico.
L’unica scena che ricordo fu quando Rick, mentre urlava il mio nome, cercava di raggiungermi. Ma non ci riuscii, perché io nel frattempo ero entrata nell’edificio con Maggie e Carl. L’allarme stava attirando nuovi zombie, se si risarebbe popolata del tutto sarebbe stata davvero la fine. Stavamo correndo, sbucavano zombie da ogni angolo, Maggie ci guidava ma ad un certo punto gridai per un dolore che non mi permetteva più di andare avanti. Erano cominciate le contrazioni, il bambino o la bambina voleva uscire proprio in quel momento. Che tempismo perfetto! “No ,non adesso!” urlai e Maggie si voltò verso di me.
-Che succede Lori?- Mi chiese agitata.
-Il bambino! Mi sa che..Mi sa che vuole nascere ora!-
-Qui dentro!- Carl nel frattempo trovò una stanza dove avrei potuto almeno riposarmi.
Entrammo nella stanza, Carl chiuse e bloccò la porta. Io mi aggrappai ad una specie di ringhiera. Ero pronta, volevo spingere.
-Maggie, devo farlo… Non ce la faccio più, ti prego.-
-Ok.. Ok…- Era più terrorizzata di me, Carl la guardava  ma neanche lui non sapeva cosa avrebbe potuto fare in quel momento.
Iniziai a spingere, sentivo solo dolore, la testa però non usciva e non capivo il perché. Poi però mi venne un dubbio, Carl era nato con il cesareo quindi di conseguenza anche questo doveva nascere allo stesso modo.
-Maggie, dobbiamo fare il cesareo!-
-Ma io, non, non so come fare!-
-Usa il coltello! Sbrigati!-
Mi distesi con fatica, era dura ma ora sarebbe stato ancora peggio. Ero pronta, avrebbe tagliato ed ero pronta al dolore. Tagliò e dalla mia bocca ne uscì un urlo di dolore che invadeva la stanza poi Carl arrivò e mi mise la mano davanti alla bocca, lo guardai come per ringraziarlo ma ormai il dolore era passato, forse perché ormai avevo perso troppo sangue e non c’era più niente da fare.
-Vado a chiamare Hershel!- Disse Carl piangendo.
-No tesoro… non.. ce n’è bisogno.-
-Ma.. Mamma..- Implorò lui.
-Sapevo che sarebbe successo in fondo ma va bene così.-
-Perché mi vuoi lasciare!-
-Io non ti voglio lasciare, se la cosa più bella che mi sia capitata nella vita assieme a tuo padre. Voi due siete le persone più importanti che ho e che avrò sempre nel mio cuore. Non è colpa vostra, ma di questo mondo, ci sta cambiando troppo e io non ce la faccio a continuare in queste condizioni.-
Si limitò a guardarmi e a piangere, io prima gli accarezzai il viso e poi lo strinsi a me per l’ultima volta dicendogli:- Sei un bambino forte, sicuro. Sono certa che tu la saprai reggere meglio di me però promettimi che questo mondo non cambierà il bambino che io ho cresciuto, dolce e spiritoso. Non lasciare che questo mondo uccida la tua anima per trasformarti in un animale. Ti voglio bene tesoro mio, non dimenticarlo mai.-
Riuscii a dire queste ultime parole prima che Carl, il mio coraggioso Carl, si alzò e con un colpo di pistola non uccise me, ma il mostro che sarei potuta diventare.
  
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