Storie originali > Nonsense
Ricorda la storia  |      
Autore: Kimberly Heiwa    17/04/2013    3 recensioni
Breve racconto nonsense, il primo della mia vita. Anzi, brevissimo testo. Comunque, le uova di cioccolata sono squisite, niente discussioni.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

SI PUÒ FARE!

 

Con i capelli arruffati, gli occhi a serranda e lo sguardo da emerito ebete, fissava la sua tazza di latte. «Che fai, non bevi?» gli chiese allora la madre. Giulio, però, continuava ad ammirare il bianco così pulito della bevanda, con la tipica espressione mattutina da deficiente che aveva ogni giorno stampata in faccia.

«Sai, ho visto delle belle scarpe giù a Roma, ieri. Ah, c'erano anche le uova per Pasqua. Sono buone solo fondenti, però. Tuo padre ha un nuovo portachiavi a forma di mutanda... vai a capirlo!» esclamò la madre, indaffarata a lavare un piatto intonso e a riempire il silenzio.

«Già. Per fortuna oggi non piove. Ma', non c'ho voglia di anda' a scuola! È una purga! Le uova per Pasqua, comunque, mi fanno schifo e non le voglio! Ah, e zia Miranda non la reggo!» intervenne il figlio, improvvisamente sveglio e dotato della parola.

«Ma', voglio quel videogioco! Ce l'hanno tutti e manco solo io! Hai visto il documentario sulle paperelle da bagno, ieri sera alla TV? Beh, oggi non me le metto le scarpe da ginnastica, che dici, a ma'? Fa un caldo che mi si pezza l'ascella solo al pensiero! Giulio, ma ti sei visto allo specchio?! Maronna che faccia!» intervenne l'occhialuto Marcolino.

«A Marcoli', non dire così a tuo fratello! Eddai, a mamma. Vabbè, vado a pulire il bagno, perché dopo che c'è stato vostro padre è peggio di un centro di dissenteria... devo stendere pure la biancheria! Oh, vabbè, chiamerò Giacomina e le dirò di controllare suo figlio, non sia mai che quel malandrino le scappi di casa!» concluse, e scomparì dietro alla lavatrice alta due metri. Ehm, vi consiglio di non immaginarvela, la mettete in soggezione.

La prof. Carlicci, una volta giunta a casa, controllò i compiti. «Ah, vediamo un po' cos'ha combinato il nostro Giulio.» cominciò già sorridente.

Aprì e lesse: " Il gatto suona la chitarra sul tetto. L'acqua è buona, sa di acqua. Oh, vita mia!

Vedi film 1940. A Keith Aring piacevano le aringhe, da buon gabbiano. Giuro che gli occhiali me li ha rotti zio Ciccio con il suo culo lardoso! Me la pagherai, nonna Elisabetta.

Caspita, devo assolutamente cambiarmi la maglia, c'è un odorino... Per i miei gusti cadono troppi uomini a forma di polpetta, al giorno d'oggi. La sera è adorabile quand'è buia. Il monaco non fa l'abito. O forse era il contrario? Ad ogni modo, dopo l'apostrofo non ci vuole mai, e ribadisco MAI, il grassetto. Il mio sogno è diventare stilista di musica pop."

La donna, commossa ed estasiata, sollevò lo sguardo ed esclamò: «Si può FARE! Ca-po-la-vo-ro: 10 e lode, Giulio!». Il giorno seguente, il ragazzo urlò la sua gioia per tutta Roma.

Poveri cittadini. Meno male che non abito lì!

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: Kimberly Heiwa