Questa
storia narra di due giovani adolescenti che, pur non conoscendosi da tempo, vivono una serata fuori del comune; I personaggi
non mi appartengono, e i fatti narrati sono di pura fantasia.
Capitolo
1:
“Strani
sogni e coincidenze”
Rango era
lì, in piedi, sul tetto di un grattacielo, arrivò lì in cima dopo aver salito tutte le scale di corsa senza fermarsi, vide
quella figura alta e magra sul ciglio del tetto che lo fissava.
Rango: "Ma perché sono qui?".
Si chiese
un po' stupito, quando si accorse di quel ragazzo sentì come una spinta dietro la schiena che lo portava verso di lui, una
volta arrivatogli vicino salì sul cornicione insieme a lui, si guardarono di
sfuggita, Rango guardò giù e un attimo dopo vide cadere il ragazzo a peso
morto.
Rango:
"CAZZO!".
Rango si
abbassò di colpo prendendolo per il piede destro tenendolo sospeso. Rango
guardò in faccia quel ragazzo e quando vide che era Bill
dei TOKIO HOTEL, lo tirò su di peso, un po' a fatica. Una volta portato
sul tetto Bill disse
Bill:
“Grazie mille Rango sapevo di contare su di te!” .
poi
sparì davanti agli occhi di Rango come una nube di fumo lasciandolo
completamente sorpreso.
Rango:
"? non capisco".
Disse Rango
mentre alzava la testa dal pavimento del
tetto. In quel momento Rango si svegliò di colpo dal letto della sua mansarda
con il torace e la testa completamente sudati;
Rango:
"ma che cazzo? Che ore sono?".
Guardò
l'orologio che segnava le sette e mezza di sera. "Ohi ohi
sono in ritardo per la cena!"; balzò fuori del letto, fece la doccia, si
cambiò, si pettinò velocemente, prese i soldi e uscì di casa.
Bill
era lì, in piedi, sul tetto di un grattacielo, arrivò lì in cima dopo aver salito tutte le scale di corsa senza fermarsi, vide
quella figura alta e snella sul ciglio del tetto che lo fissava.
Bill:
"Ma perché sono qui? Sembra il set di spring nicht!".
Si chiese
un po' stupito, quando si accorse di quel ragazzo sentì come una spinta dietro la schiena che lo portava verso di lui, una
volta arrivatogli vicino salì sul cornicione insieme a lui, guardò giù e un
attimo dopo lo vide cadere a peso morto.
Bill:
"Eh no qua non c'e il materasso dopo due metri! C’è una strada
trafficata!"
Si
abbassò di colpo prendendolo per il piede destro tenendolo sospeso. Bill guardò in faccia quel ragazzo, sembrava suo coetaneo,
non aveva tanta barba però non dava l'aria di un sedicenne, lo tirò su di peso,
un po' a fatica. Una
volta portato sul tetto quel ragazzo gli disse
Rango: “E
bravo Bill sapevo che non ti saresti dimenticato di
me”
Detto
così gli sparì davanti agli occhi come una nube di fumo lasciandolo
completamento sorpreso.
Bill:
"? non capisco… perché sto rivivendo proprio
questo video?"
Disse Bill mentre abbassava la testa verso il pavimento del
tetto. In quel momento Bill si svegliò di
soprassalto, era un po' agitato, forse era la poltrona del pullman personale
che non lo faceva dormire bene, poi però sentì di non avere più sonno ma una
voglia di uscire che gli girava dentro di sé. Bill
pensò bene di distrarsi un po' guardando il panorama dal finestrino del
pullman.
Faceva
caldo quella sera d'estate, Rango stava fuori dal bar
seduto sulla panchina a guardare la strada e ad aspettare i suoi amici per
poter cominciare quel sabato sera. Rango era un ragazzo di 18 anni, alto, corporatura snella, capelli castani e due orecchini al
lobo sinistro. Rango era un po' inquieto quella sera, sentiva che qualcosa
quella sera sarebbe stato diverso, che alla fine la serata avrebbe preso una
piega inaspettata ma non sapeva cosa sarebbe potuto essere. Quando Rango vide i
suoi amici arrivare partì per andare a cena. La stessa
sera un pullman stava percorrendo l'autostrada A4 verso Milano. Era il pullman dei Tokio Hotel, trasportava Bill
seduto su una poltrona che guardava i paesi scorrere, Tom
che dormiva, Georg che suonava e Gustav
che mangiava un panino; erano ormai molte ore che erano in viaggio e Bill sentì il bisogno di scendere per andare a divertirsi.
Il sogno fatto un’ attimo prima lo aveva scosso un
po’.
Bill:
“Non c’è un centro commerciale dove fermarsi sul nostro tragitto? Ho voglia di
uscire da questo pullman!”.
L'autista
acconsentì, visto e considerato che avevano molte ore
di vantaggio sulla tabella di marcia, potevano concedersi una sosta. Egli vide
un cartello con scritto "Le Porte Franche", pensò bene di fermarsi
giacché stavano a 12 km da loro.
Autista:
"Bill c fermiamo tra pochi minuti comincia a
prepararti!" sentito l'autista si preparò, indossò un paio di jeans
attillati, una maglietta verde chiaro e una felpa a righe blu scuro e bianco orizzontali, si pettinò e stette ad aspettare
l'arrivo. Una volta usciti dal casello di Rovato
arrivarono alle Porte Franche. Parcheggiarono davanti al benzinaio poco
distante dal centro commerciale dopodiché Bill partì
ed entrò dai parcheggi sotterranei pronto per andare in un locale a bere e a
divertirsi.