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Autore: mael_    18/04/2013    4 recensioni
Kurtbastian!
Si guardano, si osservano, sorridono, l'uno non sa chi è l'altro e se lo chiederebbero se non ci fossero le finestre a separarli. Sebastian sa che Kurt disegna, anche se non sa cosa i suoi disegni raffigurino. Kurt sa che Sebastian legge e studia, ma non riesce a capire cosa. E poi si parlano, scrivendosi su dei fogli.
Ispirato al video di You belong with me, di Taylor Swift.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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You belong with me.

 

16 Settembre 2014

Quella musica, oh quella musica era meravigliosa.

Kurt si affacciò alla finestra affascinato, sognava. Sì, sognava. Decisamente, altrimenti aveva dei nuovi vicini e non se n’era accorto. Probabilmente era l’effetto dell’ansia per il suo articolo per Vogue, forse erano le ore a cercare informazioni per conto del suo capo, oppure la voce petulante di Rachel che gli raccontava di quel nuovo ragazzo, Daniel, e quanto era fantastico. Dunque, ora che dormiva, sognava per colpa di quelle cose. E sognava quella meravigliosa voce intonare così bene una canzone a lui sconosciuta. Sognava quella musica che accompagnava il suo cuore accelerato. Sognava quel bellissimo ragazzo dalle mani magiche, che faceva scorrere sulle corde della chitarra e cantava, in maniera spensierata e così dolce. Sognava quella canzone triste, parlare di un cuore spezzato e sperò che non fosse il suo, perché chiunque avesse fatto soffrire quel ragazzo non aveva né occhi, per guardare i suoi meravigliosi tratti delineati, né orecchie, per sentire quella voce melodiosa.

Sì, Kurt sognava. Ne era sicuro, stava sognando lo sguardo di quel ragazzo posarsi su di lui. La musica si fermò. Stava sognando quel sorriso. Gli tremarono le ginocchia e abbassò lo sguardo imbarazzato, diventò paonazzo e si mordicchiò il labbro.

No, non sognava. Era vero.

“Kurt?”

Si girò verso la voce che lo chiamò, guardando Rachel e salutandola con un sorriso. Diede un altro sguardo al ragazzo, lo guardava ancora. Come dispiaciuto di doverlo salutare, fece una smorfia e poi gli diede le spalle, raggiungendo la sua amica.

“Che succede?” chiese la mora.

“Nuovo vicino” fece spallucce Kurt.

23 Settembre 2014

Dio il suo corpo. Sebastian pensò di non aver mai visto nulla del genere. Quelle braccia muscolose, il petto scolpito, il ventre … desiderò ardentemente di trovarsi in quella stanza e baciarlo, leccarlo dove gli capitava, assaggiare la sua pelle, morderlo e marchiarlo, perché quella pelle non rimanesse bianca ma ricoperta da macchie rosse tendenti al viola. Desiderò essere lì per sbatterlo su quella scrivania di legno chiaro, piena di fogli e cartelle che avrebbe volentieri buttato giù da lì. Desiderò guardarlo di nuovo in volto, perché quando l’aveva guardato aveva perso un battito e non aveva mai sentito quella sensazione, strana, se pur piacevole.

Non si definiva uno spione, non era certo colpa sua se il vicino non chiudeva le tende per spogliarsi. Dunque il suo essere l’aveva indotto a pensarci spesso e fantasticare su di lui, dal giorno che l’aveva visto nudo, appena il giorno dopo che era arrivato in quel nuovo appartamento.

E ora era lì, dall’altra parte della finestra, mentre si toglieva la maglietta e … Dio le sue spalle. Sebastian deglutì quando il ragazzo scagliò l’indumento sul letto e lo vide stiracchiarsi, diavolo era così sexy e sentì i brividi percorrerlo lentamente, distruggendolo all’interno, mentre raggiungevano il basso ventre facendogli mordicchiare il labbro.

Si alzò dal letto da dove lo osservava e si sedette al davanzale interno della finestra, volgendo lo sguardo completamente verso di lui. Lo vide avvicinare le mani al bordo dei pantaloni e gli spuntò prontamente un sorriso malizioso.

Sul più bello, il ragazzo si girò e lo scoprì. Al che, con espressione sconvolta, si avvicinava alla finestra e chiudeva le tende, lasciando Sebastian a sbuffare per tutta la sera e mandare a quel paese chiunque dei suoi coinquilini che gli chiedeva cos’avesse.

27 Settembre 2014

“E’ gay?”

“Certo che è gay, Rachel!” sbottò Kurt gesticolando. “Mi stava fissando mentre mi spogliavo!”

Rachel sembrò incerta delle sue parole, arricciò le labbra facendo spallucce mentre si versava il succo di frutta nel bicchiere, e ne versava anche a lui.

“Non vorrei che te ne illudi, secondo me dovresti indagare” consigliò mordendo poi un muffin.

“Ma tanto non mi interessa, insomma mi stava guardando mentre mi spogliavo. Se è gay è un pervertito, se è etero ha seri problemi” farfugliò Kurt pensieroso, mentre accavallava le gambe sotto il tavolo e si avvicinava il caffè alle labbra.

“E allora cosa vuoi?” fece lei, come irritata.

“Sei tu che mi hai chiesto perché tengo le tende!” la indicò accusatorio.

“Sì ma tu hai detto che vorresti guardarlo di nuovo! Dunque, fai così, quando ti spogli le chiudi, eh?” fece ironica Rachel producendo un sorriso da ebete.

“Scema.”

Risero entrambi, finendo la colazione.

1 Ottobre 2014

Finalmente il vicino s’era deciso ad aprire le tende, così che potesse osservarlo. Però non lo vide più spogliarsi se non di giacchetti. Non che si distruggesse al pensiero di non rivederlo nudo, perché se Sebastian voleva otteneva qualsiasi cosa, solo gli dava fastidio dover aspettare di incontrarlo, sapere il suo nome eccetera, eccetera …

“Ehi, Sebastian, andiamo al bowling stasera, ti va di …?” incalzò il coinquilino Richard affacciandosi alla sua stanza.

“No, devo studiare …” fece Sebastian. “Sarà per un’altra volta.”

Richard inarcò le sopracciglia notando il vicino entrare nella sua stanza, allora sbuffò fintamente gonfiando le guance, prima di ridacchiare e scuotere il capo.

“Giusto, c’è il ragazzo del palazzo a fianco” lo prese in giro, fingendo eccitazione per l’accaduto, urlando come una ragazzina.

“Cos-” Sebastian si girò verso la finestra e notò il ragazzo, che fino a poco prima non c’era. “No, prima non c’era, devo studiare davvero!” Si spiegò cercando di non ridere, evidentemente felice per l’apparizione del ragazzo. “Sto cercando di fare il serio, Richard, non ridere!” lo intimò puntandogli un dito contro.

“E sentiamo, cosa dovresti studiare?” chiese l’amico incrociando le braccia con aria di superiorità.

“Una poesia di Henry David Thoreau” scrollò le spalle Sebastian “che c’è, non mi credi?” Chiese notando l’espressione del ragazzo.

“Poi te la chiedo, secchione.”

5 Ottobre 2014

Forse aveva dato retta a Rachel e aveva riaperto le tende della sua stanza, per poi chiuderle quando si spogliava, ma ciò non era per il vicino. Era per sé, vivere al buio non era splendido e non aveva bisogno di sprecare la luce quando aveva quella del sole. Per questo erano aperte. Sì, per questo. Doveva convincere Rachel, ma forse prima era meglio se convinceva se stesso.

“Seems to matter what I do, so I’m saving this for you”.

Kurt sgranò gli occhi sentendo la melodia della chitarra, le parole della canzone dei Poets of the fall provenire da fuori. Aprì la finestra e si sedette per guardare il vicino, che seduto sul letto suonava e cantava ad occhi chiusi, tutto preso da quel che faceva. Il suo cuore cominciò a battere e sorrise senza neanche accorgersene, mentre si beava della voce del ragazzo.

“‘Cause it seems to be the last piece there is and you haven’t had a chance yet to taste this.”

Chiuse gli occhi appoggiando la testa sul vetro della finestra, lasciandosi trasportare completamente dalla canzone fino alle ultime strofe, dove la voce del ragazzo divenne più forte.

“Oh my love, if it’s all I can do, I’ll take the fall for you … ‘cause I will soar when I lay down with you and give my all for you.”

Kurt rimase un paio di minuti fermo, lì ad occhi chiusi, nonostante la canzone fosse finita. Non sapeva perché, sentiva di dover rimanere lì perché era calmo e tranquillo e proprio non gli andava di alzarsi per uscire con Rachel come le aveva promesso. Però aveva preso un dovere, si alzò e guardò all’interno della camera del vicino, sgranando gli occhi quando si accorse che lo guardava. Serrò le labbra in una linea sottile imbarazzato, e allora il ragazzo sorrise. E stavolta, sorrise anche Kurt.

18 Ottobre 2014

Erano più o meno due settimane che si scambiavano sguardi fugaci, si osservavano a lungo la sera, prima di andare a dormire, oppure quando studiavano e si prendevano “una pausa”, allora lì l’uno si girava verso l’altro e viceversa. Sorrisi, occhiatine a volte dolci a volte maliziose, come a parlarsi silenziosamente, quando nessuno conosceva nulla sull’altro. Si guardavano attraverso le finestre e non facevano altro.

Kurt si innamorò degli occhiali da vista di Sebastian, che indossava quando studiava e lo rendeva ancora più bello. Per non parlare della concentrazione che gli vedeva in viso, quando si corrucciava su qualcosa che forse non capiva e gli piaceva vederlo a quel modo, invece che con gli sguardi carichi di malizia e gli occhiolini ammiccanti, che per quanto fossero attraenti, preferiva guardarlo a quel modo. Si chiedeva cosa studiasse, non riusciva a leggere mai un titolo dei libri che aveva, né quelli per il college, né quelli che leggeva lui. E ne aveva molti, piccolini, come i libri di poesie. Adorava guardarlo suonare, perché chiudeva gli occhi e si lasciava trasportare dalla musica che lui stesso produceva, e che Kurt aveva imparato ad ascoltare prima di andare a dormire.

Sebastian anche si innamorò della concentrazione di Kurt quando disegnava, non sapeva cosa disegnava ma era qualcosa di impegnativo, perché tirava fuori la lingua e si leccava con insistenza le labbra, allontanando spesso il disegno per osservarlo da lontano e vedere se gli piaceva. A volte lo riprendeva e cancellava tutto, altre volte invece sorrideva soddisfatto. Gli piaceva guardarlo cantare, nonostante non accadesse molto spesso, perché i vocalizzi li faceva con Rachel.

2 Novembre 2014

Non era esattamente normale che non aspettasse altro che vederlo, si sedeva alla scrivania e studiava, e lo aspettava. Quando lo vedeva, gli si stringeva lo stomaco ed era così strano, perché non lo conosceva e tutto ciò non gli era mai accaduto. Insomma, quell’impazienza ad aspettarlo tanto da innervosirlo a volte, forse doveva significare qualcosa.

Però rimaneva lì, a guardarlo apposta di sfuggita, chiudendo le tende per osservarlo di nascosto, così che possa essere se stesso senza pensare per forza a lui che lo guarda. Così quando Sebastian lo vede ridere con la moretta, quando lo vede ballare allegramente per la stanza e cantare a squarciagola qualche canzone che proviene dal suo stereo, o quando vede un film e fa una marea di espressioni diverse, Sebastian ride e sente il cuore ridere con lui.

Richard, Jeff e Nick, i suoi coinquilini, se ne sono accorti e sono felici di vedere quella scintilla negli occhi di Sebastian, quando vede il vicino, e di vederlo spesso buttar giù qualche parola per delle canzoni, perché poi scoprono che scrive canzoni d’amore, e le canta con la chitarra.

6 Novembre 2014

Kurt si avvicinò alla finestra, come per confermare che Sebastian non era nella sua camera, e allora mise su un piccolo broncio affettuoso mentre si sedeva sul letto e prendeva uno dei suoi bozzetti per Vogue. Sospirò e si mise a rifinire i contorni del vestito che aveva creato, ispirandosi ad alcuni modelli che gli aveva dato Isabelle. Dopo che l’ebbe finito, si mordicchiò un labbro mentre girava pagina e osservava il disegno che aveva creato del ragazzo della finestra di fronte. Storse la bocca in una smorfia e arricciò il naso mentre tracciava i contorni dei suoi occhi. Avrebbe voluto colorarlo, ma non sapeva di che colore fargli le iridi, così non lo fece e girò pagina per cominciare a disegnare qualcos’altro, senza che pensasse più del dovuto al vicino. Non lo conosceva, non sapeva nemmeno come si chiamava, ma quando lo guardava si sentiva felice, perché nessuno l’aveva mai guardato a quel modo.

Doveva smetterla, piuttosto pensare a Dylan, ragazzo dolce che gli faceva il filo. Così si alzò e, anche se vide entrare il ragazzo nella sua stanza, serrò le tende e si sedette sul letto ad ultimare i bozzetti per Vogue.

8 Novembre 2014

Sebastian si sedette sul letto pensieroso, si mordeva le labbra e guardava per terra sospirando. Il vicino non c’era, quella sera, perché era due ore che studiava nella sua camera e ancora non l’aveva visto entrare. Arricciò le labbra e cominciò a spogliarsi per indossare il pigiama.

Indossò i pantaloni, poi fece per mettere la maglietta e si fermò alla vista del ragazzo che entrava nella stanza e si sedeva sul letto, prendendosi la testa fra le mani. Sebastian strabuzzò gli occhi e si sedette sul letto, osservandolo e constatando che stava effettivamente piangendo come credeva.

Indossò la maglietta, poi prese un blocco di fogli e un pennarello rosso dalla sua cartella, a lato del letto, e vi scrisse sopra. Lo alzò verso il vicino, sperando che alzasse lo sguardo per leggerlo. E come se lo avesse letto nel pensiero, il ragazzo della finestra di fronte posò gli occhi prima su di lui, poi sul blocco tra le sue mani.

Stai bene?

Gli spuntò un leggero sorriso, poco accennato, e Sebastian si rallegrò di aver fatto una buona cosa. Lo vide prendere anche lui un blocco e un pennarello blu, e lo vide scrivere.

Il ragazzo che mi ha chiesto di uscire per un mese, si è fidanzato quando proprio volevo uscirci.

Mi dispiace.

Cambiò pagina.

Mi chiamo Sebastian.

Scrisse ansioso di sapere il nome dell’altro, così glielo mostrò velocemente e sorrise.

Kurt.

Sussurrò il suo nome con un sorriso, poi scrisse.

Notte, Kurt.

Lo vide sorridergli, prima di serrare le tende. Sospirò, posando il quaderno sul comodino, per poi mettersi a dormire, tornando a pensare al ragazzo.

20 Novembre 2014

Ma chi voleva prendere in giro, s’era innamorato -perché sì ormai l’aveva capito- del suo vicino, Kurt, senza neanche sapere nulla di lui. Certo dall’otto novembre si scrivevano per fogli, facendosi domande a vicenda, ma quando proprio Sebastian cercava di sapere sulla sua vita sentimentale o comunque qualcosa di più di quel che sapeva, Kurt gli scriveva che doveva andare via e non rispondeva. Cominciò a pensare che fosse per evitare le sue domande, piuttosto che dovesse andarsene sul serio. Doveva levarselo dalla testa.

Per questo portò nella sua stanza, come si chiamava? Mark, John, Fred? Bah, chiunque fosse, lo portò nella sua stanza per togliersi di testa quel ragazzo gentile e dolce che impacciato gli scriveva, per togliersi dalla testa quel sorriso meraviglioso … No, Sebastian, basta si disse, e spinse il ragazzo sul letto dopo averlo privato della maglietta. Gli salì sopra a cavalcioni e cominciò baciarlo ovunque. Flash della pelle bianca di Kurt gli saltavano in mente, continuava allora e lo mordeva con violenza, facendolo gemere e sussultare, chiunque fosse.

 

Lo intimava poi ad andarsene, con la scusa dei coinquilini, e sperava di non rivederlo mai più, mentre si rinfilava i boxer. Ma non era soddisfatto, perché Kurt era lì nella sua mente, nitido e perfetto come prima che andasse al letto con quel tipo.

21 Novembre 2014

Perché non riusciva a togliersi di mente quell’immagine? Sebastian a cavalcioni su quel tizio, che lo baciava, e poi quando si erano spogliati del tutto e si era avvicinato al ragazzo con bramosia, e anche se non vedeva i dettagli per via del buio nella sua stanza, capiva perfettamente perché il tizio sotto di lui sussultava e inarcava la schiena continuamente.

Non era rimasto lì a lungo, se n’era andato via prima sentendosi come tradito. Ed era scappato da Rachel abbracciandola forte, lei non capiva e aveva chiesto spiegazioni. Così Kurt, quando aveva fatto per dirglielo, aveva capito di essere uno stupido e che sentirsi tradito era una cavolata, perché quel ragazzo non era niente per lui, se non un conoscente con cui si scriveva su dei fogli, senza neanche mai averci parlato al di là di quelle finestre.

Quando si sedette sul letto, dopo aver detto tutto a Rachel nonostante la stupidità della cosa, alzò lo sguardo e vide il blocco di Sebastian fra le sue lunghe  mani.

Tutto okay?

Kurt, per non destare sospetti, si chinò e raccolse il suo blocco e il pennarello blu, così da poterci scrivere. Forse non doveva, era meglio se lasciasse perdere, però aveva già tracciato le lettere col pennarello.

Il ragazzo che mi piace ha baciato un altro, ieri.

Vide Sebastian sussultare e inarcare le sopracciglia, poi lo vide scuotere la testa velocemente e scrivere sul foglio.

Chi?

Mi piaci tu.

Sgranò gli occhi e staccò il foglio, buttandolo da parte.

Dubito che tu lo conosca.

Scrisse invece, mentendogli. Poi cambiò foglio e scrisse ancora.

Non gli piaccio, pazienza.

Si alzò, chiuse le tende, e si mise a dormire.

23 Novembre 2014

Sebastian guardava il foglio sul suo blocco, posato sulla scrivania.

A me tu piaci.

Ma quando aveva fatto per mostrarglielo, Kurt aveva già chiuso le tende e Sebastian s’era arreso. Non c’avrebbe provato più, ormai era evidente che non gli interessava. E lui che per un po’ aveva sperato che la persona che aveva visto baciarsi con un altro fosse lui, anche se l’aveva visto baciarsi con un altro non sarebbe importato. Però non era lui.

Nonostante cercasse di convincersi a smetterla di pensarci, quando vide Kurt uscire con la borsa a tracolla in spalla, si prese il cappotto anche lui e corse giù per le scale, correndogli dietro quando lo individuò andare verso la fermata della metro.

“Kurt!” gridò.

Al che quello si girò confuso, con l’espressione corrucciata mentre si guardava attorno. Poi lo vide e sembrò ruotare gli occhi. Sebastian si avvicinò lo stesso e sorrise. Quando decise di dire qualcosa, si fermò a guardarlo negli occhi rimanendo in silenzio, chiudendo la bocca. Cerulei, color ghiaccio, magnetici, semplicemente meravigliosi. Il cuore accelerò e dovette prendere un respiro in più, mentre lo guardava fare un’espressione di disagio.

“Io, ehm, ti-ti ho visto uscire e … volevo, non so, ti va un caffè?” chiese boccheggiando un poco, mordendosi forte il labbro inferiore.

“Sto andando all’università e …” abbassò lo sguardo arricciando le labbra, controllò l’ora sul cellulare e poi puntò lo sguardo in quello di Sebastian. “No, va bene, sono in anticipo.”

20 Dicembre 2014

Erano usciti spesso dopo quella volta, Kurt ne era felice perché aveva trovato un buon amico in Sebastian, nonostante stesse uscendo con Dylan, che s’era lasciato con il ragazzo, perché una scusa per dimenticare Kurt, e avevano deciso di andare a quel famoso appuntamento che non avevano più fatto.

Nonostante a volte pensava a Sebastian, ai suoi occhi che era riuscito perfettamente a ricreare nel disegno, aveva capito che era meglio così, essendo amici, perché conosceva Dylan da più tempo e gli piaceva uscire con lui, era dolce e lo trattava bene, e poi perché a Sebastian lui non piaceva, lo sapeva per certo da quando l’aveva visto a letto con quel ragazzo.

Tornato a casa, nella sua camera, gli squillò il telefono facendo risuonare Bad Romance nell’aria. Lo prese in mano e rispose a Dylan, cominciando a parlare con lui, anche se lo sentiva strano.

“Kurt chi è quel ragazzo con cui esci spesso?” gli chiese il ragazzo all’altro capo del telefono, dopo un po’.

“Uhm, Sebastian? Un amico” rispose tranquillo.

“Hai tanti amici che ti toccano il culo?”

Kurt scoppiò a ridere, ripensando al giorno prima, in cui Sebastian, facendogli una sorpresa, era andato a trovarlo alla Nyada e gli aveva dato una forte pacca sul sedere, facendo sì che il suo cuore saltasse un battito per paura del maniaco che aveva fatto una cosa del genere, il quale non poteva essere Dylan, Kurt lo conosceva troppo bene. Quindi s’era girato e invece di un maniaco, aveva trovato Sebastian.

“No, solo Sebastian, è un idiota” ridacchiò Kurt.

“Ti ha toccato il culo.”

“Non farne un dramma, Dylan, era per scherzare” fece accigliandosi del tono serio che aveva assunto il ragazzo.

“Non mi piace come scherza con te.”

Così partì un litigio, fatto di urla e sbuffi, che finì con Kurt che gli attaccava il telefono in faccia accusandolo di non fidarsi di lui.

Si sedette sul letto infuriato, sospirò poi massaggiandosi le tempie ad occhi chiusi. Aveva bisogno di riposo, sì, quella settimana era stata intensa e forse era meglio se riposasse. Quando aprì gli occhi, vide Sebastian guardarlo. Era in pigiama e teneva gli occhiali da vista e un libro in mano. Kurt ricambiò lo sguardo, rimanendo fermo. Rimase fermo anche quando vide il ragazzo piegarsi e prendere il blocco, lo vide scrivere nonostante sapesse cosa gli avrebbe chiesto, come ogni volta che sembrava star male.

Tutto bene?

Così sorrise della sua dolcezza e prese il blocco per rispondergli.

Stanco di drammi.

Glielo mostrò facendo ruotare gli occhi per fargli capire quanto fosse stufo delle sceneggiate.

 Mi dispiace.

Scrisse Sebastian, e Kurt fece spallucce alzandosi, non vedendo che stava scrivendo altro.

Ti amo.

Smythe alzò la scritta, mostrandogliela. Si rattristì poi, quando vide le tende blu serrate, e sospirò buttandosi all’indietro sul letto, mentre gli occhi pizzicavano.

24 Dicembre 2014

Quando Sebastian venne a sapere della rottura di Kurt e Dylan, urlò forte e rise sotto gli sguardi impauriti dei suoi coinquilini, ma non potevano sapere la sua felicità nel poter finalmente provarci con lui. Ormai aveva tutto in chiaro, era innamorato di quel piccolo artista dalla voce angelica, innamorato di quei meravigliosi occhi cerulei, dei suoi capelli, amava tutto di lui e ora poteva dirglielo, invitarlo a uscire e sperare. E poi era la vigilia, c’era una festa di quartiere quella sera e magari avrebbe beccato qualche vischio sotto il quale portarlo, perché amava anche le sue labbra rosee e non vedeva l’ora di assaggiarle: perché l’avrebbe fatto, sì.

Quindi cercò qualcosa nell’armadio, per la festa, contento.

“Ehi, ‘Bas, che ne dici?” chiese Jeff entrando, facendo un giro su se stesso per farsi vedere interamente.

“Non male!” sorrise Sebastian facendogli l’occhiolino.

“Stasera c’è anche Dylan, vuoi provarci lo stesso con Kurt?” chiese il biondo.

“C’è anche Dylan?”

“Sì, l’ha invitato Kurt” disse, e uscì dalla stanza.

Sebastian, rimasto solo, abbassò lo sguardo rattristito e si sedette sul letto. Lasciò perdere la ricerca nell’armadio di qualcosa da indossare per la festa, si lasciò cadere all’indietro e chiuse gli occhi, sentendoli pizzicare.

Dopo una mezz’ora stava ripassando letteratura, con gli occhiali posti e uno sguardo concentrato. Prese a sottolineare qua e là, alzava gli occhi per ripetere e memorizzare gli argomenti nuovi che c’erano per il ritorno dal natale. Quando poi serrò il libro per parlare della vita di Walt Withman, sbirciò Kurt, che teneva in mano il blocco.

Vieni, stasera?

Serrò le labbra e si alzò, prendendo il suo blocco. Sapeva che non era credibile, insomma erano in mezzo alle vacanze natalizie, ma proprio non se la sentiva di andare, perciò scrisse:

No, devo studiare.

Kurt arricciò le labbra, prendendo a scrivere.

Speravo che tu ci fossi.

Sebastian sorrise e osservò Kurt alzarsi, prendersi la giacca e uscire. Allora tornò ai suoi studi, rassegnandosi.

 

22:54 Da Jeff: Ehi, Seb, c’è Dylan ma non l’ha invitato Kurt, mi sono sbagliato, perché non vieni?

Abbassò gli occhi e sorrise, osservò il Ti amo sul foglio che aveva voluto mostrargli pochi giorni prima, che però Kurt non aveva visto, si piegò e lo prese, poi si alzò levandosi gli occhiali, dirigendosi verso l’armadio.

25 Dicembre 2014

“Buon natale!” gridava la gente felice e si scambiavano i regali, essendo passati cinque minuti dalla mezzanotte.

Kurt parlava distrattamente con Rachel, si scambiarono i regali tra baci e abbracci, felici del loro terzo natale a New York, e festeggiavano con lo champagne

“Ehi, guarda chi c’è” gli sussurrò Rachel all’orecchio.

Lui girò lo sguardo e notò Sebastian aggirarsi per la sala. Cercava Kurt, e quando lo vide, sorrise e abbassò lo sguardo sulle mani giunte che tenevano un foglio piegato.

Kurt si incamminò verso di lui, quando venne bloccato da Dylan lo allontanò con una leggera spinta. Si avvicinò a Sebastian e sorrise sentendo il cuore agitarsi.

Smythe aprì il foglio, sorridendo timido, e lo mostrò a lui mentre sentiva quelle famose farfalle nello stomaco di cui tutti parlavano, sentì tutto quello che leggeva nelle poesie d’amore nei suoi libri preferiti, si sentì volare.

Ti amo.

Kurt sorrise, tirando fuori un foglio dalla giacca, spiegazzato.

Ti amo.

“Guardate un po’ là su!” gridò Rachel ridendo.

Entrambi alzarono lo sguardo, notando il vischio che pendeva su di loro. Sebastian fece un passo avanti e cinse i fianchi di Kurt, tirandolo verso di sé, e sorrise, prima di baciarlo.

 

 

mael

Okay, io non so che cosa mi sia preso quando ho cominciato a scriverla, perché vi giuro l'ho scritta in pochissimo tempo e ha più parole di una os che sto scrivendo da più giorni. Baaaah. Comunque sia, se è scritta male mi dispiace ma non avevo voglia di farla betare, volevo postarla entro oggi e dato che l'ho finita poco fa, tempo di rileggerla e l'ho postata. Quasi quattromila parole e tanto amore. <3 Hope you enjoyed!

  
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