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Autore: YamiNOnekO    18/04/2013    0 recensioni
*Basato sulla campagna LARP Progetto Eden [real fantasy]*
A 30 anni dal 2012, la vita come la conosciamo non esiste più.
A causa di piogge incessanti che hanno sferzato la Terra per più di un anno, l'intero sistema sociale mondiale è collassato. Probabile conseguenza di un esperimento bellico sfuggito al controllo, il virus PE-001 ha preso piede e sfruttato la pioggia come principale via di contagio, trasformando in poche ore gli infetti in esseri folli e assetati di sangue e violenza.
Il genere umano, messo in ginocchio, è stato decimato. Gran parte dei sopravvissuti ha sviluppato la quasi immunità al virus o ne è diventato portatore sano. Ha abbandonato le città per rifugiarsi in piccoli borghi e villaggi tentando di difendersi come meglio possibile in un mondo arido e corrotto inseguendo un sogno, una leggenda che da 30 anni passa di bocca in bocca, da orecchio ad orecchio: Tomorrow, il luogo dove l'infezione non è giunta. Un posto dove ricominciare
Genere: Avventura, Horror, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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"Fottuto pezzo di merda!" pensò Ratto sputando su quello che restava della faccia del suo aggressore.
Il mondo non era mai stato un bel posto. Ultimamente era anche peggio, specialmente per una donna. Ma aveva fatto i conti con la donna sbagliata.
C'era mancato poco questa volta. Era bastato un attimo di distrazione e quel bastardo le si era scagliato addosso cercando di stuprarla. Lei aveva lottato con tutte le sue forze per cercare di liberarsi dalla sua stretta, ma l'uomo era molto più forte e robusto di lei.
In preda alla disperazione aveva cominciato a tastare il pavimento intorno nella speranza di trovare un arma. C'era riuscita.
Con tutta la sua forza aveva scagliato il mattone contro la tempia dell'uomo e una volta tramortito aveva continuato a colpirlo fino a che i suoi lineamenti non erano diventati qualcosa di simile a un Picasso.

"Fottuto pezzo di merda!" pensò Ratto sputando su quello che restava della faccia del suo aggressore.
Il mondo non era mai stato un bel posto. Ultimamente era anche peggio, specialmente per una donna. Ma aveva fatto i conti con la donna sbagliata.

C'era mancato poco questa volta. Era bastato un attimo di distrazione e quel bastardo le si era scagliato addosso cercando di stuprarla. Lei aveva lottato con tutte le sue forze per cercare di liberarsi dalla sua stretta, ma l'uomo era molto più forte e robusto di lei. In preda alla disperazione aveva cominciato a tastare il pavimento intorno nella speranza di trovare un arma.
C'era riuscita.
Con tutta la sua forza aveva scagliato il mattone contro la tempia dell'uomo e una volta tramortito aveva continuato a colpirlo fino a che i suoi lineamenti non erano diventati qualcosa di simile a un Picasso.

Con il cuore che le pompava ancora impazzito in petto, Ratto si appoggiò alla parete per riprendere fiato.

Sentì le lacrime rigarle le guance e tirò su col naso per ricacciare indietro quelle che ancora indugiavano sulle sue iridi. 

 

"Yvan sei un fottuto bastardo" pensò con rabbia " se non ti fossi fatto saltare il cervello sarebbe tutto più facile..."

 

La sua mente la riportò a quella notte.

Allo sparo che l'aveva scossa dal sonno.

All'orrendo presentimento e all'ancor peggiore spettacolo che le si era palesato davanti: Yvan accasciato schiena contro il muro, le sue cervella che avevano ritinteggiato la parete. Stretta nella mano destra la pistola nella sinistra un biglietto scritto in russo.

<<Perdonami Oxana, perdonami perché sono un vigliacco. Non sono riuscito a sparare anche a te. Ti amo>>

 

Con le mani tremanti e la vista appannata dal pianto, Oxana aveva raccolto il biglietto e la pistola: un ultimo colpo ancora in canna, il colpo che Yvan le aveva conservato. 
Da quel giorno aveva iniziato a viaggiare da sola per mesi, vagando come un ratto tra le macerie e i paesaggi desolati del wasteland.
Da quel giorno aveva seppellito il suo nome, sei piedi sotto terra, insieme al corpo esanime del suo uomo.

Si era fatta carico dell'odio che provava nei suoi confronti per averla abbandonata al suo destino, sola, priva di ogni protezione...
Da quel giorno aveva abbandonato il suo nome e preso in prestito quello del piccolo mammifero. Adesso era крыса. Ratto.

 

Uno scalpiccio fuori dall'edificio in cui si trovava l'aveva riportata al presente ridestandola immediatamente dai sui pensieri.

Tese le orecchie più che poté e restò in allerta. La mano stretta sulla pistola che portava alla cintura. Yvan avrebbe dovuto aspettare, non era ancora pronta per seguirlo all'inferno.

---

La luce rossa del crepuscolo proiettava lunghe ombre sanguinolente sulla città morta. 

Zissou osservava l'edificio dall'ottica del proprio fucile di precisione in cerca del proprio bersaglio.

Gli stava alle calcagna da più d'una settimana e Bertie lo sapeva. Due giorni prima era quasi riuscito a beccarlo tra le rovine dell'ex Rione, ma quello l'aveva ancora fatta franca.

 

A Bertie piacevano le ragazzine e il suo vizietto lo aveva portato a mettere le mani sulla ragazzina sbagliata: la figlia quindicenne di Perez, il protettore del bordello di Nuova Speranza.
L'averla violentata, picchiata ed infine uccisa aveva causato un certo malcontento. Fu un caso che accadde mentre lui si trovava nel piccolo assembramento di abitazioni governato dal signor Perez; c'era andato per divertisi un po' ed invece aveva trovato un ingaggio. In pratica il cacciatore di taglie si era proposto  e Perez gli aveva affidato l'incarico.

La ricompensa promessa era quanto di più ghiotto si potesse desiderare nel wasteland: Un'auto, due taniche di benzina, cibo, acqua, munizioni e una notte con Lela, che poteva volere di più?

"Portamelo qui, vivo. O non se ne fa niente." aveva chiesto Perez. Diciamo che più che chiesto il negro glielo aveva proprio ordinato.

 

 

Zissou sentì una serie di rumori spezzare il silenzio di tomba della città morta: Le grida di una ragazza sqaurciarono l'aria tra i palazzi diroccati dell' ex rione. 

Il cacciatore uscì dalla copertura correndo verso l'entrata del posto, spostò il fucile di precisione a tracolla sulla schiena, non gli sarebbe servito là dentro; meglio la vecchia Lady K.

I rumori di colluttazione cessarono appena prima che raggiungesse l'entrata e si maledì per non esser stato più silenzioso, a quest'ora Bertie l'aveva sicuramente sentito. S'era sputtanato l'infiltrazione.

"Fanculo!" pensò, se non altro dopo una settimana di mangiar polvere finalmente pareva essere la resa dei conti. 

O sarebbe morto lì dentro per mano di quel maniaco assassino o gliel'avrebbe ficcata talmente tanto bene in profondità da sistemarsi per un bel pò di tempo.

L'edificio non era molto alto, tre piani; stimò che il casino veniva dal secondo, imboccò la tromba delle scale, salì e vide un paio di gambe far capolino da una stanza.

Nella penombra non riuscì a veder bene a chi appartenessero, quasi certamente all'ultima vittima di Bertie. 

Questo voleva dire che quel bastardo poteva essere ovunque sul piano.

Zissou strinse forte la sua Lady K, l'adrenalina gli pompava nel sangue. 

Presto sarebbe finita.

---

Ratto premeva le spalle contro il muro, restando nell' ombra e trattenendo il fiato. Aveva imparato presto che in quel mondo di merda ci si poteva fidare solo di sé stessi. 

Mentre sentì i passi sulle scale sfilò il coltello dallo stivale e la pistola dalla fondina.

Fece tutto con estrema cautela attenta a non fare il minimo rumore. 

 

Nascosta accanto allo stipite della porta aveva una pessima visuale ma non si era ancora spostata da quando aveva ripreso fiato.

"merda! non vedo un cazzo di niente" pensò.

Poi eccolo! La sagoma di un uomo sulla porta, se si fosse girato l'avrebbe vista, non c'era più tempo, doveva agire subito!

 

Gli premette la pistola alla tempia e con la voce più ferma che riuscì a trovare disse:

"TU PROVA SOLO A MUOVERE MUSCOLO E TI FACCIO SPRUZZARE CERVELLO DA CULO!"

 

 

   
 
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