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Autore: YamiNOnekO    18/04/2013    0 recensioni
*Basato sulla campagna LARP Progetto Eden [real fantasy]*
A 30 anni dal 2012, la vita come la conosciamo non esiste più.
A causa di piogge incessanti che hanno sferzato la Terra per più di un anno, l'intero sistema sociale mondiale è collassato. Probabile conseguenza di un esperimento bellico sfuggito al controllo, il virus PE-001 ha preso piede e sfruttato la pioggia come principale via di contagio, trasformando in poche ore gli infetti in esseri folli e assetati di sangue e violenza.
Il genere umano, messo in ginocchio, è stato decimato. Gran parte dei sopravvissuti ha sviluppato la quasi immunità al virus o ne è diventato portatore sano. Ha abbandonato le città per rifugiarsi in piccoli borghi e villaggi tentando di difendersi come meglio possibile in un mondo arido e corrotto inseguendo un sogno, una leggenda che da 30 anni passa di bocca in bocca, da orecchio ad orecchio: Tomorrow, il luogo dove l'infezione non è giunta. Un posto dove ricominciare
Genere: Avventura, Horror, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Giunsero poco distante, di fronte una pila di rifiuti di cartone e plastica. "Ti presento la mia bambina." disse il cacciatore con un sorriso dipinto sulle labbra. Afferrò un lembo di tessuto simil-mimetico che sporgeva da sotto la catasta, lo tirò e il cumulo d'immondizia ricadde lateralmente rivelando un chopper scuro pieno di fondine, borse e saccocce."Metti Bert nella borsa laterale." le chiese mentre sistemava pistola e fucile nelle fondine della moto. Tra il sedile e il bauletto faceva capolino una balestra con faretra incorporata, 3 frecce. "Se tutto va bene fra tre quarti d'ora siamo a Nuova Speranza."
----
Tutto era andato bene.
Erano praticamente arrivati, le luci di Nuova Speranza poco distanti, le sentinelle li avevano di sicuro avvistati.
"Mi raccomando Ragazzina, niente di ostile se non la fa lui per primo. Se facciamo stronzate ci danno in pasto ai macellai, siamo giusto maschio e femmina..."
Arrivarono di fronte un rozzo cancello perimetrale.
"Chi va là?" Fece la sentinella
"Zissou. Ho finito il lavoro per Perez."
Il cancello si aprì malamente, a spingerlo una ragazza che una volta era di una bellezza mozzafiato ma che sicuramente aveva fatto qualcosa che non doveva: Il volto sfregiato in più punti, un occhio cavato, una vita di merda. 
La sentinella suonò il campanaccio, segno che c'era qualcuno d'importante, richiamando l'attenzione della piccola comunità.
NS contava sei edifici, alcuni messi peggio di altri, avevano addirittura una cappella anche se nessuno ci cantava messa da un bel po'. Giunsero alla piazza, di fronte la palazzina del sovraintendente e poi eccolo:
Enorme, pelato, nero, con una rete di cicatrici sul volto ed un sigaro fumante. Il suo sorriso compiaciuto si spense non appena vide che al posto di Bert c'era una ragazza. "E questo che cazzo vorrebbe dire?" Fece il nero.
"Anch'io sono contento di vederti." Replicò sarcastico il cacciatore di taglie.
"Non erano questi i patti!" sbottò il pappone.
"Lo so Perry, c'è stato un imprevisto."
"Imprevisto un cazzo! Dov'è quel figlio di puttana?"
Zissou sospirò. "Ratto, fagli vedere il figlio di puttana.."
La ragazza smontò dalla sella per eseguire l'ordine impartitole.Sganciò la cinghia che assicurava la borsa e ne estrasse quello che restava di Bertie: un ammasso quasi informe su cui a stendo si intravedeva ciò che una volta era stata la faccia dello stupratore. La tenne ben in alto e in vista come fosse un trofeo. "Chiede scusa che noi ha portato un po' di pezzi in meno..." esitò "Ma questo stronzo ha incontrato persona sbagliata" aggiunse poi facendo spallucce per giustificarsi.
 Perez osservò incredulo la testa di Bert mentre masticava stizzito il terminale del sigaro. Lo voleva per sè, chi non l'avrebbe voluto vivo nei suoi panni?
Mentre la rabbia negli occhi del gigante lasciava il posto alla frustrazione, Zissou smontò dal chopper togliendo con nonchalance la sicura a Lady K. "Gli ho dato la caccia per una settimana."raccontò "l'ho braccato fino in città ed è sempre riuscito a scappare. L'unico sbaglio che ha fatto è stato cedere alla propria debolezza."
"Che vuoi dire?" Chiese Perez
 "La verità è l'arma migliore quando si è a corto di stronzate." pensò.
"Vedi quella gatta sovietica dietro di me? Lui ha provato a farsela e lei gli ha fatto il culo." 
Perez fissò meglio Ratto, aspirò così forte dal sigaro che il fumo gli disegnò un'aureola attorno al volto. "Tu, russa. L'hai ammazzato sola quel bastardo?"
Lei si limitò solo ad annuire. Dentro di sé sapeva perfettamente che in gran parte aveva solo avuto fortuna ma non c'era motivo che anche loro lo sapessero. Se avessero continuato a non accorgersi della sua insicurezza l'avrebbero rispettata (per quanto si possa rispettare una donna in un mondo come quello) "Lui ha spiegato me cosa questo stronzo ha fatto a tua bambina. Mi spiace che tu no potuto ammazzarlo con tue mani. Io ha preso trofeo per te, spera che tu no incazza e apprezza." Sempre tenendo salda nella destra la testa di Bertie, con la sinistra Ratto aprì il borsello che portava legato alla cintura e tirò fuori il fagottino. Lo lanciò a Perez che lo afferrò al volo.
"Io ha portato te sue palle." E di nuovo quel ghigno malefico le si dipinse sul volto.
 Zissou inarcò il sopracciglio di fronte a quella rivelazione."Roba da Commando Suicida... Ma chi cazzo è sta ragazzetta?"
Attorno a loro s'era formata una folla di una quindicina di persone, perlopiù puttane e guardie.
Perez sorrise sardonico mentre stritolava le palle di Bertie. "L'hai accoppato TU, gli hai strappato TU le palle e me lo hai portato TU qua. Rispetto." Si voltò verso Zissou. "Di conseguenza TU hai preso la MIA benzina, il MIO cibo e le MIE pallottole senza fare materialmente un cazzo oltre i tuoi fottuti, porci comodi..."
In un lampo Zissou capì che il seguito della frase non gli sarebbe piaciuto per niente."Perry, sta attento a ciò che stai per dire." Fece glaciale il cacciatore.
"Tu non dici a me di stare attento a come parlo nel mio regno..." La situazione stava per sfuggirgli di mano e alla svelta. "...tu, mercenario, sei solo un povero coglione che non rispetta i patti e che viene a chiedere ricompense che non merita."
"Perez che cazzo stai dicendo? Quella merda è morta, lì ci sono le sue palle!" fece incredulo Zissou.
"Tu dovevi portarmelo VIVO e hai contravvenuto. La russa non lo sapeva quindi non le farò nulla. Anzi, sai che ti dico? Le darò la metà di quanto mi hai chiesto." continuò Perez.
"Nulla da dire. Ho contravvenuto e non merito niente. Dalle la sua parte e ce ne andremo.
"No Zizzù o come cazzo ti chiami. Lei se ne va, tu resti." Il tempo di un sospiro e Zi si ritrovò con quattro pistole puntate addosso.
Il cacciatore diede una scorsa e contò cinque guardie, quattro con pistola, una con un'ascia antincendio e dieci puttane che si godevano la scena quasi come fossero in una "gabbia di sangue".
"Ti stai divertendo, eh Perry?" Fece ironico.
"Oh, non ho neppure cominciato a divertirmi." gli rispore il negro tirando dal suo sigaro.
Per un secondo nella mente di Ratto balenò l'idea di prendere la sua parte e lasciare Zissou nella merda; ma era anche vero che se non fosse stato per il cacciatore di taglie non avrebbe mai avuto l'opportunità di trovare cibo, munizioni e tutto quanto poteva esserle utile e così dannatamente difficile da reperire.
Se fosse riuscita a salvargli la vita, oltretutto, Zissou sarebbe stato in debito con lei, ed è sempre comodo avere qualcuno che che ti deve un favore; figurarsi se il favore da ricambiare era averlo tirato per i peli del culo dalle braccia della morte.
Doveva fare qualcosa, ma cosa?
sospirò forte "Devo essermi fottuta completamente il cervello" pensò, prima di parlare:
"Ferma! Non facciamo cazzate! Risolviamo problema in altro modo. Tu lascia vivo Zissou e io prende solo un terzo di ricompensa." Fece una lunga pausa e le parole le uscirono dense dalla bocca come se volessero restare incollate alla lingua. 
"Perché lo sto facendo? Non so un cazzo di questo tipo e potrebbe, DOVREBBE continuare a non fottermene un cazzo... ma è comunque colpa mia se si trova nella merda fino al collo, sempre se colpa si può chiamare spaccare il cranio a un figlio di puttana che cerca di stuprarti..."
"E se questo non basta facciamo che io ti fa provare donna di Est."
"Ecco, mi sono messa nella merda con le mie mani, complimenti Ox, sei una pazza maledetta..."
Lasciò che le braccia le ricadessero inermi lungo i fianchi e che la testa di Bertie rotolasse sullo sterrato. Strinse i pugni trattenendo il fiato aspettando che la spada di Damocle le piombasse sulla testa.
"Sciocca ragazzina, salvati almeno tu..." Pensò Zissou mentre alzava le mani, Perez nel mentre stava squadrandosi Ratto. "Ma tu guardali i piccioncini... Per prima cosa, russa, a me le donne non mancano come puoi vedere. Poi, nessuno e dico nessuno deve mettersi tra un cane e il suo osso." I suoi denti bianchi in contrasto col volto scuro lo fecero apparire ancora più mostruoso. "Però voglio comunque appagarti. Accetto: tu ti prendi un terzo e io non lo ucciderò..." Sembrava essere fatta ma Zissou si rese conto che Ratto avrebbe dovuto scegliere meglio le proprie parole..."Polàr, spediscilo in gattabuia."
Uno scagnozzo gli si mise alle spalle tenendolo sotto tiro, quello con l'ascia si mise a perquisirlo. Da quel che il cacciatore riuscì a capire Polàr era quello in disparte col revolver, il cappello e gli occhi bianchi. Si lasciò togliere ogni cosa, se avesse provato a fare il cowboy sarebbe morto e avrebbe condannato anche la sua amica. Tanto valeva che almeno lei riuscisse a lasciare quella fogna. 
E poi c'era sempre la remota possibilità che lo aiutasse a evadere...
Perez si avvicinò a Ratto, Polàr accanto a lui seguito da uno scagnozzo."Io ho visto quella testa, bambina..."indicando Bertie. "E non se ne capisce un cazzo. Chi mi dice che anche tu non stia tentando di fottermi? Che prove hai? E sta attenta perché chi tenta di fottermi fa questa stessa fine."Disse, prendendo la testa del killer per i capelli e sventolandogliela in faccia. Ratto era furente e in quel momento non ebbe nessuna paura di sostenere lo sguardo del nero che le si stagliava davanti."Tu vuole prove? io da te prova!"
La collera si avvertiva nella sua voce, ma non stava gridando. Cercava sempre di mantenere il controllo. Era come se Perez la stesse spingendo in trappola e ratti attaccano quando sono in trappola.
Si tolse lo zaino dalle spalle e lo scagliò ai suoi piedi, inginocchiandosi cominciò ad armeggiare con il contenuto e ne estrasse la macchina fotografica.
"Potevi risparmiarti lo spettacolo, negro bastardo."
Mentre si rialzava gli passò la macchina fotografica. "Ecco tua prova!" 
Perez afferrò confuso la fotocamera, stava per accenderla quando realizzò cos'avrebbe visto.L'accese.
La prima foto, l'ultima vittima, un dejà vu che lo colpì più violento di un proiettile. E lui sapeva cosa volesse dire.
Quella scena Perry la vide di giorno ma non fu meno raccapricciante: la piccola Bia nuda, la sua testa sparsa qua e là sul pavimento...
La prima cosa a toccare terra fu il sigaro, seguito dal ginocchio del gigante che cedette per il troppo tremare.Gettò lontano la fotocamera, impaurito.
"V-va bene russa." Tornò a guardarla, parlava lentamente cercando di apparire tranquillo anche se gli occhi urlavano il suo dolore. "Diciamo che ti credo. Polàr, dalle quello che le spetta." Fece rimettendosi in piedi e cercando di riprendere il controllo. "Spero fosse ancora vivo quando gliele hai strappate."
Senza dire una parola il tizio con gli occhi bianchi entrò nella palazzina del sovraintendente.Spero che quando gliele hai strappate fosse ancora vivo.


Giunsero poco distante, di fronte una pila di rifiuti di cartone e plastica. "Ti presento la mia bambina." disse il cacciatore con un sorriso dipinto sulle labbra. Afferrò un lembo di tessuto simil-mimetico che sporgeva da sotto la catasta, lo tirò e il cumulo d'immondizia ricadde lateralmente rivelando un chopper scuro pieno di fondine, borse e saccocce."Metti Bert nella borsa laterale." le chiese mentre sistemava pistola e fucile nelle fondine della moto. Tra il sedile e il bauletto faceva capolino una balestra con faretra incorporata, 3 frecce. "Se tutto va bene fra tre quarti d'ora siamo a Nuova Speranza."

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Tutto era andato bene. Erano praticamente arrivati, le luci di Nuova Speranza poco distanti, le sentinelle li avevano di sicuro avvistati.
"Mi raccomando ragazzina, niente di ostile se non la fa lui per primo. Se facciamo stronzate ci danno in pasto ai macellai, siamo giusto maschio e femmina..." Arrivarono di fronte un rozzo cancello perimetrale.

"Chi va là?" Fece la sentinella
"Zissou. Ho finito il lavoro per Perez."

Il cancello si aprì malamente, a spingerlo una ragazza che una volta era di una bellezza mozzafiato ma che sicuramente aveva fatto qualcosa che non doveva: Il volto sfregiato in più punti, un occhio cavato, una vita di merda.

La sentinella suonò il campanaccio, segno che c'era qualcuno d'importante, richiamando l'attenzione della piccola comunità.

NS contava sei edifici, alcuni messi peggio di altri, avevano addirittura una cappella anche se nessuno ci cantava messa da un bel po'. Giunsero alla piazza, di fronte la palazzina del sovraintendente e poi eccolo: Enorme, pelato, nero, con una rete di cicatrici sul volto ed un sigaro fumante. Il suo sorriso compiaciuto si spense non appena vide che al posto di Bert c'era una ragazza.
"E questo che cazzo vorrebbe dire?" Fece il nero.
"Anch'io sono contento di vederti." Replicò sarcastico il cacciatore di taglie.
"Non erano questi i patti!" sbottò il pappone.
"Lo so Perry, c'è stato un imprevisto."
"Imprevisto un cazzo! Dov'è quel figlio di puttana?"
Zissou sospirò. "Ratto, fagli vedere il figlio di puttana.."

La ragazza smontò dalla sella per eseguire l'ordine impartitole.Sganciò la cinghia che assicurava la borsa e ne estrasse quello che restava di Bertie: un ammasso quasi informe su cui a stendo si intravedeva ciò che una volta era stata la faccia dello stupratore. La tenne ben in alto e in vista come fosse un trofeo. "Chiede scusa che noi ha portato un po' di pezzi in meno..." esitò "Ma questo stronzo ha incontrato persona sbagliata" aggiunse poi facendo spallucce per giustificarsi.

Perez osservò incredulo la testa di Bert mentre masticava stizzito il terminale del sigaro. Lo voleva per sè, chi non l'avrebbe voluto vivo nei suoi panni?
Mentre la rabbia negli occhi del gigante lasciava il posto alla frustrazione, Zissou smontò dal chopper togliendo con nonchalance la sicura a Lady K. "Gli ho dato la caccia per una settimana." raccontò "l'ho braccato fino in città ed è sempre riuscito a scappare. L'unico sbaglio che ha fatto è stato cedere alla propria debolezza."
"Che vuoi dire?" Chiese Perez 
"La verità è l'arma migliore quando si è a corto di stronzate." pensò."Vedi quella gatta sovietica dietro di me? Lui ha provato a farsela e lei gli ha fatto il culo." 
Perez fissò meglio Ratto, aspirò così forte dal sigaro che il fumo gli disegnò un'aureola attorno al volto. "Tu, russa. L'hai ammazzato sola quel bastardo?"
Lei si limitò solo ad annuire. Dentro di sé sapeva perfettamente che in gran parte aveva solo avuto fortuna ma non c'era motivo che anche loro lo sapessero. Se avessero continuato a non accorgersi della sua insicurezza l'avrebbero rispettata (per quanto si possa rispettare una donna in un mondo come quello) "Lui ha spiegato me cosa questo stronzo ha fatto a tua bambina. Mi spiace che tu no potuto ammazzarlo con tue mani. Io ha preso trofeo per te, spera che tu no incazza e apprezza." Sempre tenendo salda nella destra la testa di Bertie, con la sinistra Ratto aprì il borsello che portava legato alla cintura e tirò fuori il fagottino. Lo lanciò a Perez che lo afferrò al volo."Io ha portato te sue palle." E di nuovo quel ghigno malefico le si dipinse sul volto.

Zissou inarcò il sopracciglio di fronte a quella rivelazione."Roba da Commando Suicida... Ma chi cazzo è sta ragazzetta?"

Attorno a loro s'era formata una folla di una quindicina di persone, perlopiù puttane e guardie.Perez sorrise sardonico mentre stritolava le palle di Bertie. "L'hai accoppato TU, gli hai strappato TU le palle e me lo hai portato TU qua. Rispetto." Si voltò verso Zissou. "Di conseguenza TU hai preso la MIA benzina, il MIO cibo e le MIE pallottole senza fare materialmente un cazzo oltre i tuoi fottuti, porci comodi..."

In un lampo Zissou capì che il seguito della frase non gli sarebbe piaciuto per niente."Perry, sta attento a ciò che stai per dire." Fece glaciale il cacciatore.
"Tu non dici a me di stare attento a come parlo nel mio regno..." La situazione stava per sfuggirgli di mano e alla svelta. "...tu, mercenario, sei solo un povero coglione che non rispetta i patti e che viene a chiedere ricompense che non merita."

"Perez che cazzo stai dicendo? Quella merda è morta, lì ci sono le sue palle!" fece incredulo Zissou.
"Tu dovevi portarmelo VIVO e hai contravvenuto. La russa non lo sapeva quindi non le farò nulla. Anzi, sai che ti dico? Le darò la metà di quanto mi hai chiesto." continuò Perez.
"Nulla da dire. Ho contravvenuto e non merito niente. Dalle la sua parte e ce ne andremo."
"No Zizzù o come cazzo ti chiami. Lei se ne va, tu resti!"

Il tempo di un sospiro e Zi si ritrovò con quattro pistole puntate addosso.Il cacciatore diede una scorsa e contò cinque guardie, quattro con pistola, una con un'ascia antincendio e dieci puttane che si godevano la scena quasi come fossero in una gabbia di sangue."Ti stai divertendo, eh Perry?" Fece ironico.
"Oh, non ho neppure cominciato a divertirmi." gli rispore il negro tirando dal suo sigaro.

Per un secondo nella mente di Ratto balenò l'idea di prendere la sua parte e lasciare Zissou nella merda; ma era anche vero che se non fosse stato per il cacciatore di taglie non avrebbe mai avuto l'opportunità di trovare cibo, munizioni e tutto quanto poteva esserle utile e così dannatamente difficile da reperire.
Se fosse riuscita a salvargli la vita, oltretutto, Zissou sarebbe stato in debito con lei, ed è sempre comodo avere qualcuno che che ti deve un favore; figurarsi se il favore da ricambiare era averlo tirato per i peli del culo dalle braccia della morte.
Doveva fare qualcosa, ma cosa?

Sospirò forte "Devo essermi fottuta completamente il cervello" pensò, prima di parlare:"Ferma! Non facciamo cazzate! Risolviamo problema in altro modo. Tu lascia vivo Zissou e io prende solo un terzo di ricompensa." Fece una lunga pausa e le parole le uscirono dense dalla bocca come se volessero restare incollate alla lingua. "Perché lo sto facendo? Non so un cazzo di questo tipo e potrebbe, DOVREBBE continuare a non fottermene un cazzo... ma è comunque colpa mia se si trova nella merda fino al collo, sempre se colpa si può chiamare spaccare il cranio a un figlio di puttana che cerca di stuprarti..."
"E se questo non basta facciamo che io ti fa provare donna di Est."
"Ecco, mi sono messa nella merda con le mie mani, complimenti Ox, sei una pazza maledetta..."
Lasciò che le braccia le ricadessero inermi lungo i fianchi e che la testa di Bertie rotolasse sullo sterrato. Strinse i pugni trattenendo il fiato aspettando che la spada di Damocle le piombasse sulla testa.

"Sciocca ragazzina, salvati almeno tu..." Pensò Zissou mentre alzava le mani, Perez nel mentre stava squadrandosi Ratto. "Ma tu guardali i piccioncini... Per prima cosa, russa, a me le donne non mancano come puoi vedere. Poi, nessuno e dico nessuno deve mettersi tra un cane e il suo osso." I suoi denti bianchi in contrasto col volto scuro lo fecero apparire ancora più mostruoso. "Però voglio comunque appagarti. Accetto: tu ti prendi un terzo e io non lo ucciderò..."

Sembrava essere fatta ma Zissou si rese conto che Ratto avrebbe dovuto scegliere meglio le proprie parole..."Polàr, spediscilo in gattabuia."

Uno scagnozzo gli si mise alle spalle tenendolo sotto tiro, quello con l'ascia si mise a perquisirlo. Da quel che il cacciatore riuscì a capire Polàr era quello in disparte col revolver, il cappello e gli occhi bianchi. Si lasciò togliere ogni cosa, se avesse provato a fare il cowboy sarebbe morto e avrebbe condannato anche la sua amica. Tanto valeva che almeno lei riuscisse a lasciare quella fogna. E poi c'era sempre la remota possibilità che lo aiutasse a evadere...

Perez si avvicinò a Ratto, Polàr accanto a lui seguito da uno scagnozzo."Io ho visto quella testa, bambina..." indicando Bertie. "E non se ne capisce un cazzo. Chi mi dice che anche tu non stia tentando di fottermi? Che prove hai? E sta attenta perché chi tenta di fottermi fa questa stessa fine."Disse, prendendo la testa del killer per i capelli e sventolandogliela in faccia. Ratto era furente e in quel momento non ebbe nessuna paura di sostenere lo sguardo del nero che le si stagliava davanti."Tu vuole prove? io da te prova!"

La collera si avvertiva nella sua voce, ma non stava gridando. Cercava sempre di mantenere il controllo. Era come se Perez la stesse spingendo in trappola e ratti attaccano quando sono in trappola.

Si tolse lo zaino dalle spalle e lo scagliò ai suoi piedi, inginocchiandosi cominciò ad armeggiare con il contenuto e ne estrasse la macchina fotografica.

"Potevi risparmiarti lo spettacolo, negro bastardo."

Mentre si rialzava gli passò la macchina fotografica. "Ecco tua prova!" 
Perez afferrò confuso la fotocamera, stava per accenderla quando realizzò cos'avrebbe visto.L'accese.La prima foto, l'ultima vittima, un dejà vu che lo colpì più violento di un proiettile. E lui sapeva cosa volesse dire. Quella scena Perry la vide di giorno ma non fu meno raccapricciante: la piccola Bia nuda, la sua testa sparsa qua e là sul pavimento...La prima cosa a toccare terra fu il sigaro, seguito dal ginocchio del gigante che cedette per il troppo tremare.

Gettò lontano la fotocamera, impaurito."V-va bene russa." Tornò a guardarla, parlava lentamente cercando di apparire tranquillo anche se gli occhi urlavano il suo dolore. "Diciamo che ti credo. Polàr, dalle quello che le spetta." Fece rimettendosi in piedi e cercando di riprendere il controllo. 
Senza dire una parola il tizio con gli occhi bianchi entrò nella palazzina del sovraintendente.
"Spero fosse ancora vivo quando gliele hai strappate."

 

 

   
 
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