18/04/2013
7 recensioniSì, se avete letto l'introduzione e avete aperto comunque la pseudo-storia, complimenti per il coraggio. Se siete giunti qui tramite altro (?), cominciate a tremare.
Ok, adesso mi faccio paura da sola LOL. Meglio che mi scusi in qualche modo per questa cosa.
Allora, parto col dire che sono leggermente partita con la testa perché mi sono beccata una pseudo influenza dopo otto anni. OTTO, da quando cioè ero alta come un tappo e mi accingevo a fare la prima comunione, secondo i miei calcoli. Forse non è stata propriamente una genialata sfidare i nostri coetanei polacchi a fare l'angelo sulla neve sul parco di Danzica a maniche corte, con -8 gradi. Ah, il mio enorme estro ♥
Quindi, ecco le marce conseguenze: pubblico questa roba vecchia di Troia. Anche se, ripensandoci, quando l'avevo scritta, più o meno un mese e mezzo fa, ero probabilmente in fase lucida, fatto alquanto preoccupante. Fatto sta, comunque, che questa cosa c'è ed ho deciso di rovinare le vostre giornate con il luridume pertorito dalla mia mente.
Perché codesto pairing? Onestamente, non ne ho idea. Amo il mio caro dottorino dai capelli lilla, come tutti ben sapete, però l'ho staccato dalla sua amata donzella bionda e l'ho impairingato (?) con l'uomo-montagna dal cappello cornuto, tirando fuori una sorta di fluff e dolcezze varie. Boh, non chiedetemi motivazioni perché non ne ho.
Avendo sparlato abbastanza, lascio voi, pochi rimasti non scappati a gambe levate, alla lettura.
Inutile dire che qualunque insulto verrà accolto con piacere, magari sarà la volta buona che la smetto con le mie trovate.
So, enjoy^^
– Qualche problema? –
Giumaho, faccia perplessa e mani dietro la schiena, si piegò in avanti, avvicinando curioso il naso al monitor.
Lo scienziato dal caschetto lilla che gli dava le spalle sbuffò e aggrottò le sopracciglia, mentre per l’ennesima volta cancellava e riscriveva il testo sullo schermo, picchiettando con foga le dita sulla tastiera. Sembrava impossibile che in tutte quelle ore non fosse nemmeno riuscito a dare uno scheletro a quell’algoritmo che stava progettando.
– Basta! – sbottò, lasciandosi andare sullo schienale e lasciando penzolare le braccia dalla sedia, – Oggi non vuole saperne di andare!
Giumaho diede un’altra occhiata allo schermo nero in cui lampeggiavano svariate parole colorate, per poi sorridere e mettere una mano sulla spalla dell’altro.
– Tu ti preoccupi troppo – disse – per oggi stacca, fidati di me. –
– No! – sbottò lo scienziato – devo finire urgentemente questo programma, non devo prendermi indietro, e poi… –
Fu interrotto dall’altro, che senza controbattere premette un tasto che spense il monitor, per poi spingere la sua sedia lontana dalla scrivania.
– Ehi! – si lamentò, alzandosi – io devo… –
Non poté finire il discorso nemmeno in quel momento, perché fu avvolto dalle possenti braccia dell’uomo.
– Sei troppo stanco – gli sussurrò, mettendo una mano sui suoi capelli lilla – una pausa non può che fare bene. –
Lo scienziato sorrise tra sé.
– Va bene – mormorò – per oggi basta. –
Dopodiché gli circondò il collo, posando la testa sul possente petto e lasciandosi sprofondare nel suo abbraccio.