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Autore: ciocco    07/11/2007    3 recensioni
C'è Vittoria, maschiaccio dai capelli corti e gli abiti larghi, arrabbiata con il mondo e con un'insospettabile cotta; c'è Federica, allegra, solare, piena di voglia di vivere e d'avventura, compagna di sbronze notturne e maratone di rock; c'è Stefano dai lunghi capelli, innamorato della sua città, della musica e di quella che a parer suo potrebbe essere la donna della sua vita; c'è Ginevra, dark, terribilmente affasciante ma dal cuore incapace d'innamorarsi; c'è Giulio, l'eterno bambino distratto, che pensa solo a giocare e a divertirsi, e poi c'è Filippo, cupo, misterioso, dalla barba incolta e la voglia di ritrovare una misteriosa ragazza. Ci sono le vite di sei ragazzi, diversi tra loro ma amici, talmente amici da condividere praticamente tutto. Ci sono i loro amori, le loro gioie, i loro dolori. C'è la loro musica, la birra, le notti stellate e i viaggi.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6: Una serata dolce amara

Ore nove e trenta: i sei amici sono quasi pronti per la serata. Nelle loro camere si stanno dando gli ultimi ritocchi, ognuno immerso nei propri pensieri.

Filippo, ad esempio, è teso come una corda di violino: il solo pensiero di rivedere Cassandra lo manda in fibrillazione. Sarà bella come la ricorda? O forse anche di più? E lui? Lui, semplice e scombinato liceale, sarà in grado di riuscire a piacere ad una ragazza più grande, sicuramente più interessante di lui, probabilmente ugualmente scombinata? Si domanda tutte queste cose Filippo, mentre, sigaretta in bocca e occhio allo specchio, tenta di darsi un aspetto più interessante possibile. Certo, non può modificare la sua immagine – e sinceramente non ne ha nessuna intenzione – ma mira, almeno per quella sera, a fare bella figura. Voleva radersi, ma ripensandoci – e sotto saggio consiglio di Stefano – ha stabilito che la barba incolta gli dà un aspetto più maturo e gli conferisce un certo non so che vagamente affascinante. Filippo spegne la sigaretta e dà un’ultima occhiata allo specchio: speriamo bene.

 

Stefano è preoccupato. Da quando Vittoria è uscita dalla loro stanza per andare a prepararsi con Federica e Ginevra, lui non fa altro che ripensare alla frase detta quel pomeriggio dall’amica: risolvere la situazione con Fede. Come diavolo sa Vittoria? Lui non le ha mai detto niente dei suoi sentimenti nei confronti della riccia, anzi, se possibile ha evitato di parlarne in assoluto.

Ma, ammesso e non concesso che Vittoria abbia capito tutto da sola, cosa significa "risolvere la situazione?" Forse che anche la Fede prova qualcosa per lui? Stefano non sa proprio cosa pensare. Certo che vorrebbe risolvere la situazione, sarebbe la svolta finale di questo maledetto viaggio, ma non ha proprio idea di come fare. Non può certo andare dalla Fede e dirle che è pazzo di lei! Stefano si scioglie i capelli e li pettina per qualche secondo, ancora immerso nei suoi pensieri. Quella sera si sente pronto a tutto, persino a seguire i consigli di Vittoria.

Il problema sta nel capire come.

 

Giulio è steso sul letto. Si è vestito in pochi minuti, e adesso aspetta gli altri silenziosamente.

Poco distante da lui Filippo è inchiodato davanti allo specchio, a prepararsi per la sua grande serata. Giulio sta pensando a Federica, a quello che si sono detti quel pomeriggio. Non può far finta non di non esserci rimasto male, ma certo non vuole ingigantire la cosa. Doveva aspettarselo, doveva capire che la Fede non sarebbe mai potuta esser interessata a lui. Sapeva che tra lei e Stefano c’era qualcosa, ma chissà: evidentemente aveva bisogno di una conferma. Conferma indubbiamente data dalla faccia stupita della Fede di qualche ora prima. Ad essere sinceri Giulio non ha molta voglia di andare al pub quella sera, ma sa quanto sia importante per gli altri e non ha voglia di fare l’asociale guastafeste. Magari berrà molto, così anche la malinconia verrà messa da parte e ritornerà ad essere il solito Giulio scemo e confusionario. Non gli piace la tristezza, non la sente esser parte di lui: Giulio è uno allegro per natura, e non vuole assolutamente permettere a una cotta andata storta di rovinargli questa sua condizione.

 

Ginevra finalmente sta sorridendo. Vittoria e Federica sono in camera con lei, avvolte in un turbinio di vestiti, ancora indecise su cosa indossare quella sera. Non sa perché, ma nell’aria c’è un atmosfera di festa, nonostante quello che è successo quella mattina con Vittoria. Le sue amiche sono allegre, sorridenti, e Ginevra non può fare a meno di sorridere anche lei, allegra e decisa ad uscire e a divertirsi. Stanno ultimando le loro mise, dedicandosi particolarmente a Vittoria: quella sera vogliono far uscire tutta la femminilità che è in lei. Vittoria sembrava restia all’inizio, ma adesso si vede che sotto sotto è attirata da questo nuovo look. Non che alla fine ci sia qualcosa di così speciale: è lei che non è abituata a vedersi vestita in quel modo.

" Ma ragazze…siete sicure? Mi sento strana così!"

" Viki, è solo una gonna. Una normale, semplice gonna!"

" Si, lo so, ma…le mie gambe fanno schifo! Dai, sembro uno scozzese!"

Federica si passa una mano sulla faccia, incerta tra lo scoppiare a ridere e l’incazzarsi.

" Non so se te ne sei accorta, ma questa è una gonna scozzese. Quindi…"

Vittoria sbuffa, e Vittoria e la Fede non possono fare a meno di scoppiare a ridere.

" Su, infilati questa gonna e non rompere. Cavolo, Vi, vuoi sembrare una donna per una volta tanto o no?"

" Uffa…e va bene! Ma ricordate, se i ragazzi mi prenderanno in giro sarà esclusivamente colpa vostra!"

" Smettila di fare la bambina! Stai bene, sul serio…Vero Fede?"

" Ovvio che si. Vittoria, non so se ci crederai, ma stasera sei davvero una ragazza carina!"

Scoppiano a ridere tutte e tre, e in un men che non si dica sono impegnate in una mortale battaglia con i cuscini. Ginevra non ricorda l’ultima volta in cui si è sentita così bene: questo viaggio – nonostante l’iniziale tragica partenza – rischia di rivelarsi davvero un’ottima cosa.

" Su, ragazze, ricomponiamoci che i ragazzi saranno sicuramente già belli che pronti"

" Non vorrei fare la rompipalle, Fede, ma vorrei farti notare che qui quella ancora in alto mare sei proprio tu"

Fede lancia un’occhiata alla sua immagine riflessa nello specchio: cavoli, è vero. Non ha ancora deciso cosa indossare, e se continua così non ci riuscirà ancora per molto. Un’altra occhiata attorno a lei, un paio di grida di Vittoria in sottofondo – la Fede non riesce a capire se sono dovute alla sua lentezza o al fatto che Ginevra la sta truccando come mai Vittoria si è mai truccata prima – e Federica è quasi pronta. Lascia che i capelli le cadano sulle spalle esattamente così come sono, nella loro solita posa scomposta e piena di ricci, si aggiusta la treccia rasta sulla spalle ed ecco: è pronta. La festa può iniziare.

*

Stefano sta boccheggiando. Letteralmente. Le ragazze sono appena scese nell’atrio, dopo averli fatti aspettare un’abbondante mezz’ora – in cui Filippo ha raggiunto livelli d’angoscia da record – e lui non ricorda di averle mai viste così belle. Ginevra è favolosa nel suo lungo abito di tulle nero, in puro stile gotico, con i lunghi capelli mossi che le cadono davanti al volto diafano dove spiccano gli occhi blu pesantemente truccati di nero e le labbra rosso fuoco: quella sera il suo fascino è più palpabile che mai. E’ stata la prima a scendere dalle scale e loro tre – sdraiati sui divanetti, ormai ad un passo dal suicidarsi per la noia – non hanno potuto fare a meno di spalancare occhi e bocche, stupefatti. Sono abituati alla bellezza di Ginevra, al suo fascino indiscutibile, ma quella sera sembra tutto ancora più amplificato, ancora maggiore. Ginevra ha sorriso per loro, per poi spostarsi leggermente dalla loro visuale, lasciando il posto ad un’incredibile ed irriconoscibile Vittoria. Hanno stentato a riconoscere il loro piccolo maschiaccio in quella ragazza dal viso incredibilmente dolce che è scesa dopo Ginevra: una gonnellina scozzese le mette in risalto le gambe magre e dritte, i capelli corti lasciano intravedere il viso appena truccato, e un sorriso tranquillo rende tutta la sua persona deliziosa. Giulio è scoppiato a ridere per la sorpresa, per poi dirigersi verso Vittoria e scoccarle un sonoro bacio sulla guancia.

Ma la sorpresa maggiore Stefano l’ha avuta quando, dopo Vittoria, i suoi occhi hanno incontrato quelli di Federica. La sua amica quella sera è indescrivibile. Più affascinate di Ginevra, più sorprendente di Vittoria: semplicemente fantastica. Stefano non riesce a staccarle gli occhi di dosso: Federica non l’ha mai attirato tanto come stasera, nella sua lunga gonna di stoffa colorata, nella maglietta attillata, nei capelli sciolti, vaporosi, negli occhi lucidi e le labbra rosse.

Se Stefano fosse stato incerto nei suoi sentimenti verso Federica stasera avrebbe trovato ogni conferma: è lei quella giusta.

*

Nel pub c’è una confusione indescrivibile. Come ogni venerdì sera infatti il posto ospita una band emergente: stasera è il turno di una cover band dei Guns ‘n’ Roses: inutile dire che i sei amici ne sono più che lieti. I sei si aggirano tra la folla, cercando un tavolo libero: lo trovano dopo qualche minuto di ricerca in uno degli angoli del locale, dove la musica risuona ancora forte ma c’è maggior tranquillità che altrove. Nel passare davanti al bancone Filippo ha avuto un mezzo mancamento: Cassandra non è bella come ricordava lui. E’ ancora meglio.

" Allora Fil? Vai tu a prendere da bere?" Stefano sorride furbo all’amico, strizzandogli l’occhio.

Filippo deglutisce leggermente, poi si alza dal tavolo non senza prima aver tirato un paio di respiri profondi.

" Vado"

Il banco è ingombro di gente, tanto che Filippo fa fatica nel vedere Cassandra. Inutile dire che è agitatissimo: sinceramente non sa come attaccare bottone, e vedere tutta quella folla lì intorno certo non lo rassicura, anzi, semmai tutto il contrario.

" Dimmi"

La voce di Cassandra fa sobbalzare Filippo, ancora immerso nei suoi pensieri: diavolo, è stupenda. Filippo fissa gli occhi color ghiaccio della ragazza: occhi così chiari, così belli non li aveva mai visti. Una cascata di lunghi capelli castani sfiora il delizioso volto della ragazza ed è impossibile non notare il movimento delle sue mani attorno ai bicchieri e alle bottiglie: mani dalle dita lunghe, sottili, con le unghie dipinte di nero e un piccolo neo graziosissimo nell’incavo tra il pollice e l’indice.

" Scusa? Posso servirti?"

Filippo sobbalza di nuovo: era immerso nella contemplazione della ragazza e aveva perso la cognizione del tempo. Cavolo, deve aver fatto un’enorme figuraccia: bell’inizio, davvero bello.

" Si, scusa…Mi dai tre birre chiare e tre scure…"

" Arrivano"

Filippo si scoglie al sol sentire la voce di Cassandra: ha un tono basso per esser quello di una ragazza, un po’ roco – probabilmente la ragazza fuma parecchio – ma l’effetto che ne viene fuori è graffiante, sensuale. Le sei birre arrivano, e Filippo, suo malgrado, si trova costretto a pagare e a lasciare il posto davanti al bancone ai clienti restanti. Tornando al tavolo si dice che, tutto sommato, si può sempre considerare un inizio.

*

La serata prosegue tranquilla tra le cover dei Guns in sottofondo e le birre che aumentano sempre di più sul tavolo, tra il chiacchiericcio dei sei e la confusione che aleggia in tutto il locale.

Circa mezz’ora prima è passata Lori dal loro tavolo per salutarli e vedere la situazione: Filippo è sull’orlo di una crisi di nervi. Ha passato quasi tutta la sera ad andare dal tavolo al bancone, ma ogni volta non è riuscito a far altro che ad ordinare e a fare una figura meschina con Cassandra: non è colpa sua se non riesce a fare a meno di incantarsi a fissarla!

Vittoria osserva l’amico scolarsi la quarta birra con un’espressione depressa in volto: poveretto, quasi quasi le dispiace per lui. Lei invece si sta divertendo: Giulio è completamente ubriaco e continua a farle il solletico e a giocare con lei, facendola ridere come una pazza e bere una birra dietro l’altra. Neanche lei in effetti è molto lucida: il suo buonumore è salito alle stelle, ogni avvenimento delle ore prima sembra esser svanito e le attenzioni di Giulio le fanno particolarmente piacere. Vittoria continua a ridere sotto gli scherzi e le battute dell’amico, mentre affianco a lei Stefano e Federica sono impegnati in un’interminabile maratona di sguardi.

Hanno bevuto parecchio anche loro, ma sicuramente sono meno sbronzi di Giulio e Vittoria: le loro birre sono state bevute con l’intento di darsi coraggio, di riuscire a fare il primo passo, di smuovere quella situazione che, ormai, comincia a pesare parecchio ad entrambi. Peccato che però nessuno dei due si decida. Federica, dal canto suo, teme che facendo il primo passo possa mettere in rischio la loro amicizia: non è affatto sicura di quello che Stefano provi nei suoi confronti, e certo non vuole rischiare di avere oltre al danno anche la beffa. Per Stefano invece la questione è un’altra: non è se provarci, ma come. E’ sempre stato un tipo riservato su certe cose: provarci con la Fede lì, davanti a tutti i loro amici, immersi nella confusione e mezzi sbronzi non gli sembra affatto una buona idea. Nessuno dei due però riesce a fare a meno di fissare l’altro, come in una specie di trans. La Fede stasera è stupenda, e Stefano non sa ancora per quanto potrà tenere a freno i suoi ormoni senza provocare danni. Non che gli ormoni della Fede gli siano da meno, per carità: anche il batterista ha gran fascino quella sera, con i capelli eccezionalmente lasciati sciolti sulle spalle, una giacca di finto velluto e la secolare kefiah – risale ai tempi di sua madre, sessantottina d’eccezione – avvolta attorno al collo.

Federica e Stefano si scoprono a guardarsi l’ennesima volta. Distolgono contemporaneamente gli sguardi – la Fede arrossisce leggermente e Stefano si schiarisce nervosamente la voce – e prendono un altro sorso dalle loro birre scure. Si, ci vorrà ancora molto alcol. Decisamente.

*

" Ahaha! Dai, Giulio, smettila, mi fai il solletico così!"

Sono le tre di mattina, e i sei amici sono ancora al pub, adesso molto meno affollato e sicuramente più tranquillo. Insieme a loro nel locale ci sono ancora massimo una decina di persone, tutte in procinto di andar via, oltre a Cassandra – finalmente sola al bar, mentre contempla la clientela con sguardo assente – e alla band che sta riponendo gli strumenti.

Vittoria e Giulio sono completamente ubriachi: le loro risate fragorose sovrastano il rumore di tutte le altre voci e i due paiono esser entrati più in confidenza che mai. Vittoria si è completamente sciolta, ha abbandonato ogni forma di timidezza e adesso siede in braccio all’amico, mentre quest’ultimo non fa che tirarle i capelli e riempirla di scherzetti di ogni genere.

Filippo, ormai completamente demoralizzato, beve l’ultima birra della serata: è stato un totale fallimento. D’accordo, Cassandra solo adesso è sola da più di qualche secondo e solo adesso il locale sembra essersi tranquillizzato, ma sinceramente si aspettava di più da questa sera.

Ginevra invece è l’unica che sembra esser rimasta più o meno sobria e rilassata: Vittoria e Giulio sono uno spettacolo indimenticabile, e Ginevra sta iniziando a pensare – probabilmente a ragione – che per quei due la sbronza di quella sera non sarà proprio facile da ignorare. Si è divertita Ginevra: per lei questa è stata una tranquilla serata tra amici, niente di speciale, niente d’eclatante o di deludente. Qualcosa che forse serviva a tutti loro per ricordare quanto bene stiano insieme, a prescindere da tutti i casini e i problemi.

Ginevra si alza per andare fuori a fumare: ha bisogno d’un po’ d’aria e di silenzio. La band non è stata affatto male, e anzi, la voce del cantante era qualcosa d’eccezionale: non sa perché, ma le sembra di averla già sentita prima. Mentre sta per aprire la porta Ginevra sente la mano di qualcuno appoggiarsi sulla sua spalla.

" Ciao Gin…Da quanto tempo"

Un ragazzo alto, dalla pelle lattea, leggermente macchiata da lentiggini e un gran ciuffo di capelli rossi che ricopre gli occhi azzurro cielo sorride dolcemente alla ragazza.

" Come stai?"

Ginevra apre la bocca, ma non riesce a farvi fuoriuscire nessun suono.

Peter.

*

" Beh, ragazzi, direi che è proprio ora d’andare"

Federica si alza a fatica dalla sua sedia, barcollando leggermente: Cassandra sta iniziando ad affaccendarsi alle pulizie di chiusura e vuole facilitarle il lavoro sloggiando dal locale quanto prima.

Inoltre non crede che tutti loro siano nelle condizioni di restare in piedi ancora per molto: Vittoria e Giulio sono praticamente da buttare, sommersi in una marea di risatine isteriche e giochetti strani, Filippo è a un passo dal suicidio, Stefano pare esser caduto in una sorta di trance spirituale e Ginevra…un momento…dov’è Ginevra?

Federica si guarda in giro, cercando l’amica con uno sguardo vagamente assonnato e un po’ ubriaco: ah, eccola. E’ in piedi, vicino alla porta, e davanti a lei c’è un ragazzo sconosciuto.

Sembra straniero, almeno a giudicare dalla pelle e dal colore dei capelli, probabilmente inglese o irlandese e, se non si sbaglia, è uno dei ragazzi della band. Ma perché sta parlando con Ginevra?

La Fede si stringe nelle spalle e tenta di far alzare Giulio e Vittoria dalla sedia su cui sono seduti – cavolo, Vittoria è davvero sbronza – riuscendovi solo per metà: Vittoria si alza, ma Giulio cade, andando a finire lungo disteso per terra e trascinando con sé gran parte delle bottiglie un attimo primo appoggiate sulla tovaglia. Il rumore della loro caduta è abbastanza fragoroso da far accorre Cassandra al loro tavolo con un’espressione preoccupata: Federica si gira verso Filippo, che non pare ancora essersi accorto che la ragazza dei suoi sogni è a qualche passo da lui, e che si sta dirigendo verso Giulio, furibondo.

" Diavolo Giulio, che cazzo! Ma è possibile che tu non riesca a combinarne mai una giusta?"

Giulio guarda Filippo con un gran sorrido stampato sul volto, e non trova niente di meglio che scoppiargli a ridere in faccia, trascinando nella sua risata anche Vittoria.

Federica e Stefano – miracolosamente riemerso dalle sue profonde riflessioni – si guardano e scuotono la testa: quei due sono ubriachi all’inverosimile.

" Dai, alzati, idiota…Su, andiamo, appoggiati! Guarda che disastro hai combinato…"

" Ehi…tranquillo, non è successo nulla. Dovrei essere io ad arrabbiarmi, non tu!"

Filippo alza la testa di scatto: Cassandra gli sorride dolcemente, mentre con un braccio sorregge Giulio dal lato destro – lui lo sta tenendo dal sinistro.

Per la prima volta in tutta la serata Filippo riesce a non bloccare tutte le sue funzioni vitali alla vista della ragazza.

" Si, lo so, ma questo è un deficiente: sa che quando beve troppo diventa ingestibile, eppure lo fa puntualmente!"

Cassandra ride, mentre molla Giulio tra le braccia di Filippo.

" Che ci vuoi fare…Almeno ci siete voi a controllarlo. A proposito, mi complimento con voi: avete fatto guadagnare una fortuna con tutte le vostre ordinazioni!"

Fede e Stefano ridacchiano sotto i baffi.

" Si, e hai visto che bel cameriere che ti abbiamo mandato ogni volta? Potresti prenderlo a lavorare qui!"

Filippo lancia ai due un’occhiata omicida, ma subito ritorna a rivolgere la sua attenzione a Cassandra, che adesso si sta dando da fare con scopa e paletta per raccogliere i pezzi di vetro rotti da Giulio.

" Si, infatti…Che dici, vuoi iniziare da subito? Ci vorrebbe proprio una mano per pulire tutto questo macello…"

" D’accordo"

Cassandra guarda Filippo con espressione stupefatta.

" Ehi, guarda che stavo scherzando!"

" Lo so, ma se vuoi una mano te la do volentieri…Credo che la nostra serata sia finita ormai: dobbiamo riportare queste due vecchie spugne in albergo, altrimenti potrebbero far danni"

" Beh…a te la scelta! Puoi decidere di restare qui ad aiutare una povera stanca barista sconosciuta o se tornare a riposare con i tuoi amici!"

" Mmm…ti do una mano: la professione di cameriere mi ha sempre intrigato"

Filippo sorride, mentre toglie gentilmente la scopa dalle mani di Cassandra e inizia a dare qualche colpo per terra.

" Ottima scelta. A proposito, io sono Cassandra"

" Filippo. Piacere di conoscerti, Cassandra"

*

" Cosa ci fai qui, Peter?"

" Non mi hai visto? Ho suonato per tutta la sera"

" Veramente intendevo qui in Italia. Mi avevi detto che ti saresti mai mosso da Dublino"

" Le idee cambiano. Cercavo un gruppo nuovo, il mio si era sciolto, e il caso mi ha portato a Perugia"

" E quando hai imparato l’italiano?Lo parli bene…"

" Allora i tuoi insegnamenti hanno dato i loro frutti. Sono in Italia da un anno ormai, qualcosa devo pur aver imparato. Anche se il mio accento è ancora parecchio forte, come puoi ben sentire"

Ginevra sorride. Peter. Erano anni che non lo vedeva. Quanti ricordi sono legati a lui, quante emozioni, quanti sorrisi, quante lacrime. E’ stato il suo primo amore.

Il suo unico amore, per il momento.

L’ha conosciuto l’estate dei suoi quattordici anni: era in vacanza in Irlanda con la sua famiglia, e lui era il cameriere dell’albergo in cui soggiornavano. Aveva diciassette anni – le sembravano un’eternità quei tre anni di differenza tra loro due – lunghi capelli rossi, una miriade di lentiggini sul volto bianco, e l’aveva fatta innamorare con un solo sguardo. Ginevra aveva passato due settimane a struggersi su di lui, sul bel cameriere più grande, senza mai rivolgergli la parola, arrossendo ogni qual volta i loro sguardi osavano incontrarsi durante i pasti, fantasticando su di lui e sognandolo ad occhi aperti. Poi, due giorni prima della sua partenza, Peter le si era avvicinato al termine della colazione e si era presentato. Quella sera, durante una passeggiata notturna sulla collina su cui sorgeva l’albergo – i suoi genitori dormivano, non si erano accorti della sua assenza – Ginevra e Peter si erano ritrovati seduti sotto lo stesso albero. Una notte passata a chiacchierare, a guardare le stelle e a raccontarsi le proprie vite: all’alba Peter l’ aveva baciata– era il primo bacio di lei – ed era andato via.

Un anno dopo Ginevra era tornata in Irlanda, stavolta da sola, e nello stesso albergo dell’anno passato aveva ritrovato il bel cameriere dai capelli lunghi: stavolta non aveva aspettato che fosse lui a fare il primo passo. La prima notte di vacanza Ginevra e Peter erano tornati all’albero dell’anno prima e lì sotto, esattamente dove si erano dati il loro unico bacio, avevano fatto l’amore.

E adesso Peter è qui, di nuovo davanti a lei, e Ginevra si sente come se avesse di nuovo quattordici anni.

" Sei stupenda, Gin"

Peter le parla in irlandese adesso: si piega in avanti, le sussurra quella frase all’orecchio e le sfiora leggermente il collo con le labbra, facendola rabbrividire.

" Mi sei mancata, Mo Muinrir"

Il labbro inferiore di Ginevra trema visibilmente, chiaro segnale d’un imminente pianto. Da quanto tempo non sentiva quelle parole, da quanto tempo non sentiva il suo cuore battere così forte, i brividi attraversarle la schiena, le gambe farsi tremanti: da quanto tempo non si sentiva così viva.

" Vieni con me stanotte"

Ginevra alza gli occhi, fino ad incontrare quelli azzurri di Peter. Per un attimo i loro sguardi sembrano fondersi, poi Ginevra distoglie il suo: non le può chiedere una cosa del genere.

" Non posso, lo sai"

" Perché Gin? Cosa te lo impedisce?"

" Me lo impedisce la ragione, Peter. Non puoi pretendere che io ogni volta ti segua così, come se per me non contasse nulla quello che succederà: dai per scontato che io sia disposta ancora a soffrire per te. Io invece non voglio più farlo. Non di nuovo"

" Sai perfettamente che non voglio farti soffrire. Voglio solo che tutto torni come prima"

" Non può, Pet, lo sai. Non è l’Irlanda questa, non ci sono gli alberi e le notti fredde, non siamo soli, lontani da tutto e da tutti. Siamo cresciuti ormai, siamo diversi"

" E’ diverso quello che sentiamo, Ginevra? Non credo"

" Lo è invece"

Peter si avvicina a Ginevra, prendendole il mento fra le mani e costringendola a guardarlo.

" Non mi ami più, Gin?"

Ginevra cerca inutilmente di distogliere lo sguardo, onde evitare che Peter si accorga delle prime lacrime che le iniziano a scendere lungo le guance.

" Rispondi"

Ora le lacrime scendono liberamente: lo ama ancora Peter, e nessuno sa quanto desidererebbe andare con lui stanotte, lasciare tutto e tutti, esattamente come due anni prima. Rivuole l’Irlanda Ginevra, la rivuole più di ogni altra cosa.

" Ginevra, io non ti ho mai dimenticata…"

" Nemmeno io, Peter"

" Vieni con me allora…Ti prego"

Ginevra guarda Peter un’altra volta. Poi si gira verso i suoi amici: è Cassandra quella al loro tavolo? E perché Giulio è per terra?

" Ginevra…"

" Andiamo"

Ginevra esce dal locale con passo fermo: è sicura che tutto questo non le porterà nulla di buono, ma per una volta decide di non pensare al dopo. Peter è qui, ed è qui adesso. Domani…Chissà.

 

Ringrazio vivamente chi imperterrito continua a leggermi, chi capita per caso in questa storia e magari le lancia un'occhiata e chi, gentilissimo, commenta anche.

In particolare ringrazio le ultime due ragazze che mi hanno lasciato un loro commento:

Black_Rose: sono contenta che tu abbia potuto ritrovarti nella mia storia e che abbia potuto vedervi anche i tuoi amici. I personaggi di questo racconto sono ispirati a persona reali, e quindi pensare che anche tu e i tuoi amici possiate ritrovarvici mi fa sorridere. Grazie per i tuoi complimenti.

Lady Vivien: Si, so che può essere problematico capire bene ogni personaggio, con il suo ruolo e le sue caratteristiche, ma mi fa piacere che tu abbia saputo apprezzarli. Posso farti una domanda: in che senso "seguire il dialetto"? Grazie per la recensione, mi fa sempre piacere che qualcuno commenti i miei scritti!

Continuate a leggermi, mi raccomando!

Baci, Ciocco

  
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