Sei instabile.
Insicura, titubante.
Nello stesso attimo in cui hai appreso la realtà dei fatti, sei crollata.

Sogni, speranze, paure, ricordi.
Tutto sembra svanito, tutto appare sfocato.

Ti senti vuota, inutile.
Erosa, consumata dal senso di colpa, dalla sua mancanza.

Ogni cosa è crollata su di te, bloccandoti sotto un macigno.

Soccombente alla verità, così cruda, inaspettata.
Così ingiusta, pensi.
Così crudele,sussurri.
Così dolente, proferisci.
Così famelica, gridi.

Gridi, atomi e molecole pervasi della tua sofferenza.
Urli, l’aria solcata dallo stesso male che ha oramai cancellato dal tuo volto il sorriso.
Piangi, forse anche le lacrime voglion scappare, straziate dal clima immobile del tuo pensiero.

La passione illuminava i tuoi occhi di una luce così pura.
La passione sembrava irradiar corpo e spirito, incandescenti.
La passione pareva cederti, in un inganno fatale, la calma, stabilità che tanto cercavi, desideravi.

L’unico oggetto del tuo vivere, del tuo essere,ti apparaviva così stabile, sicuro.
Una candela nella tenebra, un faro nel mare, lo andavi definendo.
Avevi impresso quell’amore nella tua mente, come si intaglia un cuore su un albero, aspirando all’infinito, all’eternità.

Ma come una candela, nel buio, in principio illumina, così la fiamma va affievolendosi, terminando.
Come il faro, guida a fiducia, salvezza, i marinai persi nell’immensità del mare, così la luce di questo è destinata a spegnersi, concludendosi nell’ombra.
Come si può creder che un segno scavato nel legno possa stabilire intensità e durata di un rapporto, così questo dovrà fallire, marcire insieme alla stessa pianta, culla del simbolo di un sentimento così effimero.