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Autore: RealMocking    19/04/2013    2 recensioni
STORIA VERA! Lo so che non riuscite a crederci perchè a stento ci credo anche io, ma il sogno della mia vita si é realizzato. Ho incontrato il mio piú grande idolo e ho potuto toccarlo sul serio, non attraverso una foto.Spero che leggendo riuscirete a capire le mie emozioni, mi comprenderete e spererete fermamente nei vostri sogni come me. Tanto prima o poi, se vi impegnate davvero, si avverano.
Lui e la sua moto. La sua moto e lui. E stavolta non erano in una foto.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quante volte, nel nostro letto, di sera, abbiamo cominciato a fantasticare su storie d'amore con Josh Hutcherson? Sono momenti di felicitá perfetta, in cui ci ritroviamo a tu per tu con il nostro idolo piú ambito, il nostro pensiero piú assiduo. Tutte, almeno una volta, lo abbiamo baciato: ha delle labbra fantastiche, vero? Ed é dolcissimo in tutto, anche nel parlare. Sono stati mesi quelli passati a guardare i suoi film, perché il nostro Josh é anche un eccellente attore, e senza i suoi film non lo avremmo mai conosciuto. Non riesco nemmeno a immaginare una vita senza conoscere Josh, e voi? Adesso non rischio di dimenticarlo mai, perché la mia camera é tappezzata da sue foto. Una, in particolare, é una conquista inestimabile: ritrae fondamentalmente lui, ma nella parte destra vi é una figura sfocata che chi mi conosce non farebbe fatica ad identificare con me. Nella mia vita ho avuto la fortuna di poter viaggiare molto. Ció che sto per raccontare é la base delle mie fantasie, solo che ha una differenza: é successo davvero, e io ancora stento a crederci. 

Seguo Josh da quando avevo sei anni, dal momento cioé in cui é comparso come attore. Ero ancora piccola, ma giá guardavo i suoi film continuamente. "Sei troppo grande per lui!" Gridavo a Charlie Ray, quando correva insieme a lui sul monopattino. Peró allora ero giá grandicella, sintomo della mia amata pseudomalattia, ahimé. 

Nella mia vita ho avuto la fortuna di poter viaggiare molto, come dicevo, davvero molto, e mi sono sempre divertita tantissimo. La mia meta piú ambita é l'Australia, e sará raggiunta a natale del 2014. In ogni caso, ricordo che avevo appena visto detention (e avevo appena ottenuto la converse rossa con il logo Josh Hutcherson-All stars) quando partii per l'America. Cioé, partii: si trattava solo di una settimana. Ci ero giá stata due volte, per un viaggio di studio e con la mia famiglia. Stavolta ci andavo con un gruppo organizzato da un'agenzia, quindi durante la giornata ero libera di andare in giro per la cittá senza problemi. La prima volta ero stata a New York, la seconda a Washington (le meraviglie della capitale sono da provare, é una cittá fantastica) e adesso mi dirigevo verso il Pacifico. Los Angeles. Adesso, io che ho una targa gigante *L.A., JHutchPlace* appesa sulla porta, ero esaltata all'idea di poter visitare i luoghi quotidiani del mio Josh, e magari, pensavo, camminare dove anche lui qualche volta aveva camminato. Per me anche questo sarebbe stato il massimo, ma ero concentrata come sempre fondamentalmente a voler visitare la cittá e aggiungere altre foto al mio libro dei viaggi.

Era estate, faceva un caldo pazzesco, e quella mattina uscii dall'albergo con indosso solo una canotta, un pantaloncino e una borsa enorme con dentro tutte le mie cose. La macchina fotografica al collo, mi avviai con tre ragazze, Marta, Alessandra e Ilaria, che avevo conosiuto all'interno del guppo, in giro per Los Angeles. In giro per Los Angeles, come sembrava strano dirlo! "Ciao, mamma, sto andando in giro in una delle cittá piú belle e eccitanti del mondo". E lo é stata davvero. Diffidate dai film, non c'é sempre il tramonto sulla collina di Hollywood. Vi ci puó splendere anche un caldissimo sole che accompagna una lunghissima giornata piena di emozioni e di dolcissima incredulitá, la piú bella della mia vita. Viaggiare per Los Angeles, ecco, forse é un po' piú complicato: non fu proprio un paradiso neppure camminare a piedi, soprattutto perché sembrava che la gente aumentasse come formiche intorno allo zucchero rovesciato. Ecco, il paragone non é il massimo, ma faceva caldo ed era quella la sensazione che mi davano le persone. "Sorridete, persone di L.A., pensavo. Voivivete qui, io dopodomani andró via!" Beh, potete immaginare quanto sarebbe venuta a costare una permanenza piú lunga. Ma nonostante i quattro giorni, devo ammettere che seppi sfruttarli al massimo. 

Ci sono momenti in cui tutto, tutto ció per cui hai sperato in una vita intera e non ti é mai stato dato ti viene offerto su un piatto d'oro. Anzi, di platino. Francamente nemmeno io presto molta fede a quest'ultima spiegazione di ció che é successo, quindi di solito giustifico il mio eccezionale, meraviglioso e irripetibile incontro come una ricompensa per le sentite preghiere di dieci anni. Ripensandoci, forse conoscendo tutte le volte che avevo chiesto di incontrarlo me lo sarei in fin dei conti dovuto aspettare, perché sono state davvero tante. Ma cosí ritorniamo al discorso della pseudomalattia.

In realtá fu Ilaria a guidarci attraverso la cittá, e fu una fortuna perché ci era giá stata ed era un'ottima guida. Voglio dire, per quanto riuscisse a ricordarsi e chiramente con la piantina alla mano.

Al tramonto decidemmo di prendere un gelato tutte insieme. Per fortuna eravamo su una strada poco affollata da dove si vedeva il mare, e io scelsi fragola e limone. Non lo dimenticheró mai, perché non vidi nemmeno quali fossero i gusti di Marta quano tutto succese. Vidi lui e la sua moto. La sua moto e lui. Aveva un casco nero che si stava sfilando. Una camicia a mezze maniche a quadri blu e un pantalone a mezza gamba, largo, beige, con grandi tasche. E le infradito. E un amico dietro che era sceso dalla moto che Non avevo mai visto prima. É incredibile, se ci ripenso non credo nemmeno a me stessa e mi vengoo i brividi, ma é successo davvero. Io avevo pagato e mi ero girata, vedendo a cinque metri da me Josh Hutcherson in carne, ossa e moto. Avevo avuto uno di quei tuffi al cuore che si provano solo quando c'é un serial killer dietro la porta del bagno o quando sai che stai per morire. Non ho ancora provato, ma scommetto che si prova questa sensazione. Pensai che non era lui, mi girai, in fondo c'era un po' di gente e dovevo essermi per forza confusa. Pensai che poteva essere bennissimo Connor, no? Mi rigirai, in preda al panico. Ho imparato una cosa: quando si é agitati e sconvolti all' ennesima potenza, il cuore non batte piú all'impazzata, ma si ferma di botto. E forse é anche meglio, perché il sangue che pulsa nelle orecchie non impedisce piú di ascolte i propri pensieri. Per trovare supporto cercai la mano di Marta, ed ecco che trovai solo il suo gelato. Mi ritrovai la mano comletamente impasticciata e puzzolente di ció che in seguito avrei scoperto essere pistacchio. Fui presa dallo sconforto. Dovevo fare qualcosa e subito, avrei sprecato un'occasione che mi avrebbe fatta perseguitare dal rimpianto per il resto della mia vita.

- Un foglio.

-Che? 

-Marta dammi un foglio.

Dovevo sembrare posseduta. Lo sguardo fisso in avanti, la voce meccanica e la mano verde. Hulk androide.

-Marta frugó non nella sua, bensí nella mia borsa e mi porse un block notes e una penna. Ah giá, che idiota, li portavo sempre con me.

Ok, non so dove trovai il coraggio. Forse nel rivedere il film della mia vita insieme a Josh. Cioé, insieme al fantasma di Josh. E ora eccolo lí. DOVEVO ANDARE DA LUI, a realizzare il mio sogno.

Forse i miei pensieri non furono cosí filosofici, piú del tipo "muovi il sedere e vai lí", fatto sta che presi come obiettivo la sua moto e feci muovere le mie gambe intorpidite.

Quando mi vide avvicinarmi si giró verso di me, e io vidi Josh Hutcherson che mi guardava, guardava ME. 

-Hallo Josh...

-Ehi! Hi.

Come era dolce! Ragazze, é verissimo che Josh ti mette a tuo agio. E com' é dannatamente bello il suo viso. Lo so, sono di parte, ma lo é. Ed era un sogno. Le lacrime cominciarono a presentarsi ai miei occhi, e io mi sentii una stupida.

-I'm your biggest fan, really..

Che idiota isterica che dovevo sembrare, in lacrime. Lui peró mi assecondó, e mi piace pensare che mi capí, perché disse qualcosa in inglese che non riuscii a sentire (le orecchie avevano ormai una capacitá limitata, avete presente quando si sviene? la vista se ne va subito dopo) e firmó il block notes che avevo in mano.

Mi chiese qual era il mio nome. Due volte.

 

To Chiara, with love

Josh Hutcherson

Please don't cry 

 

-Can I.. 

Feci io, o almeno cosí mi pare, indicando la mia macchina fotografica.

-Sure!

 

Click. La foto ce la fece il suo amico, e in seguito scoprii che non la fece proprio bene.

 

Qui feci la pazzia piú grande della mia vita, perché sapevo che non mi sarebbe piú potuto capitare di incontrarlo. Avevo smesso di piangere, e dicendo - thank you- lo avevo abbracciato. E avevo sentito una delle sue mani sulla mia schiena. Assaporai il momento come ho fatto poche volte nella vita, tentando di ricordare tutte le emozioni che provai. Queste non le racconto perché sono i segreti piú intimi che ho, i tasselli del puzzle di un sogno realizzato dopo tante preghiere.

Di materiale, invece, da quel giorno ho ricavato un autografo di Josh Hutcherson, la seconda cosa piú importante che ho, e una foto purtroppo un po' mossa che fa comunque vedere chiaramente che la mia non é stata una fantasia.

 

Adesso cerco di non piangere quasi mai, proprio come mi ha chiesto lui. Scoppiai in lacrime solo dopo che fu ripartito con la sua moto, e io lo vidi da lontano mentre mi avviavo con le ragazze per tornare in hotel. Se peró ora ci ripenso (ormai si, mi sono capacitata che sia successo) m sento sia fortunata che appagata. In un certo senso, forse mi sembra giusto di averlo potuto incontrare, proprio io, dopo una vita dedicata a lui. In effetti, quelli che noi facciamo sono sogni, fantasie: mi bacio con Josh, mi fidanzo con Josh, mi sposo con Josh, come raccontano la maggior parte delle fanfiction. D'altra parte, non sono i sogni la parte piú bella della nostra vita? Io ho voluto raccontare come anche il mio sia stato un sogno, uno di quei due o tre che durante la vita si realizzano. Grazie, vita.

 

Don't stop dreaming.

 

And please, don't cry.

  
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