Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: AlessiaVilla    20/04/2013    0 recensioni
"Believe in your dreams, Believe in your destiny"
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Suonò la sveglia, sentii una mano accarezzarmi la faccia. Solo allora capii, il giorno era arrivato.
"Ehi tesoro, svegliati. È ora" sentii mia madre dire sottovoce rivolgendosi a me, ancora avvolta nelle lenzuola che dopo un microsecondo tolsi da me. "Oh mio dio" dissi sottovoce, "Sta davvero per accadere".
Guardai la sveglia : *23 Marzo, sabato* c'era scritto sullo schermo, mille pensieri mi invasero la mia mente: okay, niente panico, oggi è il giorno che aspetto da ben 2 anni, alla mia compagna di banco,Rachel, parlavo di questo giorno ogni minuto. Lei mi sopportava, sapeva quanto quel 19enne era importante per me e quanto la sua musica mi faceva sorridere o mi faceva piangere, mi ero persa il concerto del 9 Aprile ma a questo ci sarei stata e non l'avrei più visto per una sera dietro un fottuto schermo di un computer sentendomi così distante dal ragazzo che da 2 anni orgogliosamente chiamavo "idolo".
Questa sera alle 20.00 si sarebbe finalmente avverato il mio sogno, non avevo il meet & greet o pass speciali, sarebbe davvero stato di più di quanto avessi mai desiderato, avevo solo un biglietto con cui avrei dovuto fare una semplice e normale fila di ragazze che come me volevano assistere al concerto di Justin Bieber.
"Allison, dai forza. Non vorrai mica perdere il treno vero?" Subito mi ripresi da tutti quei pensieri e con un veloce scatto scesi le scale e andai in cucina, mi preparai latte e cereali e li finii in pochi minuti, l'ansia e la felicità erano parte di me.
"Preparati lo zaino con tutte le tue cose, magari anche qualche libro che così almeno quando arriviamo a Bologna in hotel puoi fare qualcosina, eh?" Disse mia mamma con quel suo accento un pò americanizzato. Lei era nata a New York viveva lá con la sua famiglia finchè non fece una vacanza-studio in Italia dove conobbe mio padre, si innamorarono, sposarono e poi mia madre si trasferì a Milano in preda all'amore. Era per questo che in casa mia si parlava molto l'americano, mia madre ci teneva a mantenere e a trasmettere a me e a mio fratello le sue radici, e a me non dispiaceva, anzi, mi era sempre piaciuto parlarlo ,piuttosto che l'italiano. Lo sapevo perfettamente e questo mi aveva sempre dato una mano per studiare inglese a scuola, soprattutto facendo il liceo linguistico.
"Susu, Bieber ti aspetta baby!" Disse mio padre facendomi capire che era l'ora di salire in macchina. Andando verso la stazione centrale di Milano, nel tragitto in auto mi misi le cuffie dell'ipod e iniziai ad ascoltare tutte le sue canzoni, dal primo album all'ultimo, senza sosta.
Arrivate in stazione, io e mia madre scendemmo dall'auto di mio papá che ci salutò con un "divertitevi". Sapevo che quello che stava facendo mia madre era solo per me, e per realizzare il mio sogno, sapevo che non le interessava di Justin ma capì quanto ci tenevo ad averlo davanti agli occhi nel momento in cui ,il 27 ottobre per il mio sedicesimo compleanno, mi regalò quel biglietto del concerto che mi face immediatamente scendere le lacrime dal viso.
Ci fermammo davanti al tabellone dei treni in partenza, vedendo che il treno diretto per Bologna si trovata al binario 7. Erano le sei e mezza di mattina e finalmente partì il treno, il viaggio fu un unico tremolio di gambe e di battiti cardiaci, decisi di inviare alla mia compagna Rachel un messaggio :
"Sto partendo, il mio sogno si avvererà, ti ricordi quelle scritte sul banco tipo - mancano 56 giorni- ora non esistono più baby, sto andando dal mio idolo. Mi mancherai, ti voglio bene"
Dopo circa un quarto d'ora arrivò la risposta :
" Ally sono davvero contenta per te, tutta quell'attesa ora è finita finalmente, sto tremando per te. Divertiti mi raccomando! Ti voglio bene anche io, salutami Justin baby:)"
Quella frase mi fece subito sputare un sorriso sul viso, era incredibile come quella ragazza mi capiva e sapeva cosa provavo o cosa sentivo, era davvero la migliore compagna di banco della storia.
Pensando, mi addormentai velocemente sul sedile del treno, aspettando che il treno finalmente si fermasse.
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"Prossima fermata, Stazione di Bologna" fu quell'annuncio del capotreno a farmi spalancare gli occhi. Da mia mamma ,di fronte a me ,partì una risatina dal modo in cui mi svegliai improvvisamente, "tocca a noi Ally" disse, "Fra poco saremo alla Unipol Arena baby".
Capii che era il momento di alzarsi e di andare.
Arrivammo alla stazione, io in preda all'emozione, mi veniva voglia di urlare. Ero circondata da migliaia di fan pronte per il concerto che urlavano o tremavano e questo mi rassicurava, "Non sono l'unica pazza, vedi mamma?" Mi rispose con un suo solito sorriso, "Dai forza" disse, "Ora dobbiamo prendere il treno per l'albergo, è al bianrio 3" salimmo sul treno e dopo circa 10 minuti passammo davanti all'unipul arena, già moltissimi ragazzi erano lì, "Mamma, dobbiamo andare al piú presto, lasciamo le cose in hotel e andiamo subito all'arena" dissi rivolgendomi a mia madre, "Ally, quei ragazzi saranno lì così presto perchè saranno in parterre, noi siamo in tribuna, possiamo fare le cose con più calma" rispose tranquillizzandomi. "Non riesco a parlare di calma in questo momento"dissi continuando a guardare fuori dal finestrino l folla di fan, "haha, andrà tutto bene" esclamò mia madre finendo la conversazione.
Arrivati alla nostra fermata, scendemmo dal treno e dopo 5 minuti a piedi arrivammo in hotel. Ci diedero le chiavi della camera e mia mamma ne approfittò per chiedere qualche consiglio:" mi scusi, io so che voi affittate auto, secondo lei è meglio che ne affitti una per andare al concerto o è meglio andare in treno?" Chiese alla signora che ci aveva appena consegnato le chiavi della camera "guardi, l'ultima corsa del treno è alle 22.30, non credo che il concerto finisca così presto, le consiglio di affittare una macchina, così almeno al ritorno non deve aspettare taxi o cose varie, prende la macchina e ritorna tranquillamente in albergo" rispose gentilmente la donna. "Okay, lo faremo, la ringrazio" dissi io al posto di mia madre. Salimmo in ascensore, non avevo la minima idea che quella decisione mi avrebbe cambiato la vita.

  
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