Il più grande segreto di Tony - Continua
Capitolo 8
Circa mezz'ora dopo, Tony uscì dalla stanza di Ziva, tenendo per mano Stephany. Seduto su una sedia, videro Gibbs, che li aspettava.
Il Capo si alzò, avvicinandosi all'uomo e alla figlia.
Gibbs: "Come sta?"
Tony: "Si è appena addormentata. E' ancora molto scossa." rispose.
Gibbs: "Ho paura che non si riprenderà molto facilmente..."
Stephany: "Papà, ma la mamma sta tanto male?" chiese, stringendogli la mano.
Tony la guardò, non sapeva come rispondere, lo fece Gibbs al suo posto.
Gibbs: "La mamma ha avuto una brutta esperienza con un uomo cattivo, tesoro. Non sappiamo quanto stia male, l'unica cosa che possiamo fare è starle vicini."
Stephany: "Ma se papà si occupa di lei potrebbe guarire prima?"
Tony: "Può darsi."
Stephany stette un attimo a pensare, poi disse, decisa:
Stephany: "Allora finchè non sarà guarita occupati solo di lei, io posso cavarmela da sola."
Tony: "Ma... hai cinque anni, non puoi stare da sola." obiettò.
Gibbs: "Tua figlia ha ragione, Tony. E' meglio se ti occupi esclusivamente di Ziva. Per un po' Stephany e Jeth resteranno con me."
Stephany guardò dolcemente il padre, che alla fine accettò.
Tony: "Va bene, se non è un disturbo..."
Gibbs: "Non disturberà affatto, non ti preoccupare."
Poco dopo, Tony era tornato nella camera con Ziva, che ancora dormiva. Le passò una mano sulla fronte e lei si svegliò di colpo, quasi terrorizzata.
Tony: "Hey, tranquilla, sono io."
Ziva: "D... dov'è Stephany?"
Tony: "Starà per un po' con Gibbs, finchè tu non ti sarai rimessa completamente."
Ziva: "Allora è in buone mani..." gli sorrise, anche se con un'aria un po' triste.
Qualche giorno dopo tornarono a casa.
Tony si occupava di lei 24 ore su 24 ma ancora Ziva non riusciva a superare il trauma: parlava poco e passava molto tempo a piangere, seduta sul divano; Tony cercava di tranquillizzarla, ma ogni suo tentativo risultava vano.
Erano passati quasi dieci giorni dalla brutta esperienza della donna. Quella sera lei e Tony erano seduti sul divano che guardavano un film. L'uomo aveva allungato un braccio dietro Ziva, senza toccarla, e lei si abbracciava le ginocchia, mentre guardava la TV.
Improvvisamente, senza dire nulla, Ziva si avvicinò a Tony, abbracciandolo e poggiando la testa sulla spalla dell'uomo, come per cercare protezione; era segno che, finalmente, stava cominciando a superare la cosa.
Ziva: "Tony, perdonami..." sussurrò.
Tony: "Per cosa?"
Ziva: "Credo di essere stata un po' distante, in questi giorni."
Tony: "Non è vero. Dopo quello che hai passato è normale reagire così."
Ziva si staccò un momento, guardandolo negli occhi, poi fece un respiro profondo e raccontò:
Ziva: "Quando quell'individuo mi ha..." non riuscì a dire quella parola "mi sono sentita come se mi avesse rubato qualcosa di personale, mi aveva privato di una parte di me, della mia anima."
Tony: "Credo di aver capito, tranquilla."
Ziva: "Fino a qualche giorno fa avevo gli incubi ogni notte..."
Tony: "Lo so, lo vedevo."
Ziva: "Ogni volta rivedo il volto di quell'uomo... non ricordo molto, solo che qualcuno gli ha sparato..."
Tony: "Sono stato io, tre volte."
Ziva: "Ti prego, dimmi che l'hai ucciso davvero..."
Tony: "Gli ho dato un biglietto di sola andata per l'Inferno." rispose "Non farà più del male a nessuno."
Ziva: "Per fortuna." disse, poi poggiò di nuovo la testa sulla spalla di Tony, che la strinse di nuovo.
Tony: "Come stai, ora?"
Ziva: "Meglio, con te qui. Ma penso che starò ancora meglio quando nostra figlia tornerà a casa." gli diede un dolce bacio sulle labbra, poi tornarono a guardare il film.
CONTINUA...