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Autore: Meggie    20/04/2013    3 recensioni
Blaine arriva a New York per l’audizione alla NYADA.
No. Non è così facile.
È piuttosto: Blaine arriva a New York per l’audizione alla NYADA – e intanto distrugge ogni certezza di Kurt, le ricompone, e gli restituisce anche la parte di cuore che pensava di aver perso.
Così è decisamente meglio.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: 600 anni luce di distanza
Fandom: Glee
Pairing/Personaggi: Kurt/Blaine
Rating: R
Genere: Romantico, Angst, Introspettivo
Warning: Slash
Disclaimer: No, chiaramente Glee non è mio e non ci guadagno nulla (purtroppo).
Riassunto: Blaine arriva a New York per l’audizione alla NYADA.
No. Non è così facile.
È piuttosto: Blaine arriva a New York per l’audizione alla NYADA – e intanto distrugge ogni certezza di Kurt, le ricompone, e gli restituisce anche la parte di cuore che pensava di aver perso.
Così è decisamente meglio.
 

600 ANNI LUCE DI DISTANZA

 
Parte 1/3

It was so easy living day by day,  Out of touch with the rhythm and blues…
È su quelle note che Kurt riceve il primo messaggio. Allunga una mano verso il comodino, cercando il cellulare, e quando vede che è stato Blaine a scrivergli, si mette a sedere sul letto. E mentre nel loft si propaga l’abilità di Billy Joel al piano, Kurt non può fare a meno di pensare che a Blaine piacerebbe essere lì a sentire quel disco, tamburellando le dita sul materasso in un’esatta replica della musica.
Blaine non c’è, comunque, e non è qualcosa che Kurt può dimenticarsi.
Ho ricevuto il calendario delle audizioni alla NYADA… penso che il 14 maggio sarò dalle parti di New York ;)
Kurt osserva quelle parole, sorridendo, prima di rispondergli e abbandonarsi di nuovo sul letto.
Come mai a New York? Non c’è un posto più vicino a Lima? Perderai dei giorni di scuola…
Billy Joel continua a suonare, mentre Kurt mormora sottovoce le parole, chiudendo gli occhi e lasciandosi trasportare dalla musica. Dovrà uscire di casa tra poco, se non vuole arrivare in ritardo all’appuntamento con Rachel, ma la pioggia che sta incorniciando New York al di là delle finestre è molto meno allettante del suo letto.
La risposta di Blaine arriva qualche istante dopo la fine dell’assolo al piano, e Kurt non riesce a non immaginarsi qualcun altro sfiorare i tasti bianchi e neri, qualcun altro cantargli quelle parole.
Quando guarda il telefono, rimane per un attimo immobile a fissare lo schermo, prima che la sua testa registri effettivamente ciò che sta leggendo.
Un posto più vicino non mi permette di rivederti, però.
Oh.
Il suo cuore manca un battito. Kurt stringe i denti con la stessa intensità con cui la sua mano stringe il telefono, e con la stessa determinazione con cui ha eretto una barriera attorno a se stesso. E poi arriva Blaine, Blaine che non arriva, in realtà, perché non ha neppure bisogno di spostarsi da Lima per buttare giù ogni cosa con un pugno di parole e una sincerità di cui Kurt ha avuto paura in passato.
(E adesso? Adesso non ci pensa, perché Blaine non è lì e la distanza è utile, in questo caso, la distanza gli fa dimenticare certe cose.)
(Bugiardo.)
(La distanza gliene fa ricordare altre, di cose. E allora forse non c’è proprio speranza.)
Lascia cadere il telefono sul letto e chiude gli occhi, assaporando le ultime note della canzone. Deve alzarsi, afferrare un ombrello e andare da Rachel, e magari al ritorno possono fermarsi e prendere del take away da quel ristorante vietnamita suggerito da Santana, e poi dovrà necessariamente iniziare ad esercitarsi per quell’assolo che vuole disperatamente per lo show di fine aprile e-
Afferra il telefono, digita velocemente Allora ci vedremo, sperando che non sia passato così tanto tempo dal messaggio di Blaine da fargli pensare che stesse valutando cosa rispondere, come se ci fosse qualcosa da valutare, come se non fosse perfettamente normale per due amici vedersi e-
Chiude gli occhi. Si ricorda dell’ultima volta che ha visto Blaine (si ricorda delle sue labbra e della sua pelle e del suo profumo e di tutta una serie di cose che non ha mai dimenticato e che ha provato ad accantonare solo per venire puntualmente tradito dal suo corpo). E si rende conto che gli manca.
(Gli mancherà sempre. Ormai è venuto a patti con quel sentimento, sa che non se ne andrà, ma almeno può provare a trovare dell’altro. Sta ancora cercando di capire cosa sia, quell’altro, ma è già qualcosa.)
Blaine gli risponde con solo una faccina sorridente e Kurt scuote la testa, scrive un messaggio veloce a Rachel e si alza dal letto.
L’ultima nota del pianoforte di Billy Joel, intanto, lo accompagna mentre cammina verso il bagno.
 
*
 
“Quindi Blaine, il tuo amico di letto, verrà a stare da noi per un paio di giorni?”
Kurt regala a Santana un’occhiata di traverso, prima di addentare una fetta di pane imburrata e borbottare “Non è un amico di letto.”
Santana scrolla le spalle, “Lo so perfettamente. Ma mi sembrava meno problematico di ‘colui-di-cui-sei-innamorato-ma-che-non-bisogna-nominare’, non trovi?”
“Ah ah. Divertente,” Kurt non solleva neppure lo sguardo dal piatto.
“Comunque, perché ce lo stai dicendo?” continua Santana. Kurt la guarda negli occhi, prima di osservare Rachel seduta accanto a lei. Non ha ancora aperto bocca, Rachel, ma continua a guardarlo fisso come se potesse leggergli dentro, come se sapesse tutto e non fosse già abbastanza complicato gestire Santana e la sua dannata bocca e il suo inesistente tatto nelle relazioni con gli altri.
“Perché abitate con me ed è buona educazione-“
“Oh, per favore, Hummel,” lo interrompe Santana, “O sai già che finirai a prendere quell’acuto su cui ti stai esercitando da giorni mentre Blaine inciamperà casualmente nel tuo letto, oppure sei più illuso di quanto non credessi, perché non ti sei mai fatto troppi problemi a portare qui la versione gay dichiarata di Sherlock Holmes, con cui, sono sicura perché le mie orecchie ci sentono benissimo e il mio sesso senso funziona alla grande, al massimo hai raschiato vaschette di gelato dopo aver constatato che infilargli la lingua in gola non l’avrebbe trasformato nella versione gay di James Stewart.”
“Non-“ Kurt si blocca. Sa che se andrà avanti, negherà ciò che tutti, in quella stanza, sanno da sempre. Ma non può neppure dare ragione a Santana, perché Santana non ha ragione, Santana non sa nulla, non veramente, per lei è tutto facile, tutto risolvibile nel sesso e, Kurt l’ha provato, il sesso non risolve nulla.
(È stato divertente. Fino a quando non ha pensato che è stato divertente solo perché è stato con Blaine. E tutto lo riporta sempre a quello, sempre a lui, a lui che non se ne va, che rimane sempre, sempre nella sua testa, e a volte sparisce per un po’ e poi all’improvviso eccolo di nuovo lì, in prima fila a prendersi tutte le sue attenzione. Come se non fosse cambiato nulla. Il sesso è stato divertente. E adesso il suo cuore non fa che ricordargli che è stato anche altro.)
“Kurt, Blaine può restare da noi, ovviamente,” interviene Rachel e per la prima volta da quando è iniziata quella discussione, Kurt è grato che ci sia anche lei.
Le regala un mezzo sorriso, ricevendo in cambio un’occhiata che riconosce perfettamente. Rachel Berry non è mai stata subdola quando si tratta di voler sapere qualcosa. Ma Kurt ipotizza che le debba almeno quello.
(E comunque non c’è nulla da raccontare. Blaine verrà a New York. Blaine è suo amico. Gli sembra il minimo invitarlo a stare da loro invece che fargli spendere soldi per un hotel. È semplice.)
(Bugiardo.)
“Ok,” esclama, afferrando il piatto  e alzandosi in piedi. “Farò sapere a Blaine che è il benvenuto nel loft.”
E quando Santana risponde in un finto sussurro “Giusto. Tanto che è il benvenuto tra le tue gambe lo sa già…”, Kurt fa finta di non aver sentito.
 
*
 
La sera prima dell’arrivo di Blaine, Kurt si muove come in automatico. Rachel lo osserva dubbiosa per la maggior parte del tempo e Kurt le è grato per la decisione di tenersi per sé qualsiasi commento.
Poi c’è Santana.
Santana che lo fissa e distende le labbra in uno dei suoi sorrisi consapevoli, come se sapesse tutto, come se capisse ogni cosa che ha in testa.
(E Kurt vorrebbe guardarla negli occhi e urlarle di spiegarglielo, allora, se ha capito tutto, perché lui non ha idea di cosa stia facendo o di cosa succederà o del perché quella dannata coperta che è sicuro di aver infilato in quella scatola sopra all’armadio ha deciso di non farsi trovare o del perché tutto debba essere così complicato quando le cose dovrebbero essere semplici e naturali e sono amici, sono solo amici e-)
(Oh. La coperta era nella scatola sotto il letto, giusto.)
Santana lo guarda mentre raccoglie lenzuola e coperte dai vari nascondigli del loft e poi, esasperato, fa ricadere tutto sul divano.
Sente gli occhi puntati sulla sua nuca, ma non si gira, non le darà questa soddisfazione e Kurt non avrebbe mai pensato di poterlo dire, ma certe volte rimpiange i tempi in cui erano solo lui e Rachel. Santana è complicata. Non che vivere con Rachel sia una passeggiata, ma è facile distrarre Rachel. Rachel parla di sé e solo di sé e Kurt la può far perdere, facendola vagare negli angoli dell’egocentrismo. Santana no. Santana lo guarda come un falco e non lo lascia andare, pronta ad affondare lì, nei punti in cui è più scoperto, con le sue parole intinte sempre di verità.
Santana gli fa paura, perché non si tira indietro davanti alla possibilità di ferirlo.
Kurt osserva l’ammasso di lenzuola e coperte che ha gettato sul divano. Un miscuglio di fantasie che ben si coordinano col casino che ha in testa. E sospira.
Senza dire una parola, riafferra tutto e si dirige a passo spedito verso il proprio letto. Non ci vuole pensare. Perché se pensa a ciò che sta facendo poi inizierà a doversi dare delle risposte che non è sicuro di voler portare alla luce in quel momento.
(E le sa già. Le ha sempre sapute. E sempre sempre sempre dolorosamente nascoste al di sotto di false parole e ostentata sicurezza. Ma una corazza ha sempre delle fessure e-)
“Oh, hai deciso di ottimizzare sui lavaggi delle lenzuola e far dormire Blaine nel tuo letto, noto.”
(- e Santana conosce sempre il modo per attraversarle.)
Kurt scuote la testa, getta tutto sul letto e inizia a ripiegare la prima coperta.
Non ci pensa e non risponde a Santana ed è tutto semplice, perché lui e Blaine sono amici e-
L’ultima volta in un letto con Blaine, è finito con l’avere due orgasmi nel giro di un paio d’ore.
Ma Kurt non ci pensa. E se non ci pensa, non c’è nulla di complicato.
 
*
 
A Santana, ha detto che arriverà al loft con Blaine, senza specificare oltre. Lei l’ha guardato con un sopracciglio alzato, come a volerlo sfidare, ma non ha commentato e Kurt non ha aggiunto altro.
A Rachel ha dovuto ammettere che avrebbe saltato la lezione di Improvvisazione della signorina McKenzie, per incontrare subito Blaine al suo arrivo in centro e non lasciarlo andare da solo al loft. Kurt sa benissimo che non sarebbe stato un problema, ci sarebbe stata Santana e lui avrebbe potuto raggiungerlo dopo. Lo sa anche Rachel, che lo guarda con le labbra strette in una linea sottile e la fronte corrucciata, quasi si stesse impendendo di commentare, prima di optare per un titubante “Kurt, sei sicuro?”
Avrebbe voluto risponderle con un “No, certo che non lo sono, ti sembro sicuro Rachel? Non ho idea di cosa io stia facendo e non ho idea di cosa farò, ma potete smetterla sia tu che Santana di guardarmi come se potessi esplodere da un momento all’altro? Non lo so cosa sto facendo, ma a meno che non abbiate risposte, non interferite, ok?”. Invece l’ha guardata sospirando, sorridendo leggermente quando Rachel ha allungato un braccio verso di lui e gli ha stretto la mano.
Ad Adam non ha detto nulla, a parte un generico commento sull’arrivo di Blaine per l’audizione alla Nyada, una settimana prima.
(E ok, l’ha evitato in tutti i modi ieri, giusto nel caso potesse saltare fuori l’argomento. Non sa neppure perché si stia comportando così, quando-)
(Bugiardo.)
A Blaine ha semplicemente detto che l’avrebbe aspettato in centro e che sarebbero andati insieme a Bushwick.
Kurt non sa bene cosa aspettarsi. Sono settimane che non si vedono e l’ultima volta-
(L’ultima volta ha pensato che si sarebbe comportato come un amico. Ed è finito a letto con lui, è finito con lo spogliarlo e accarezzarlo e far scivolare la lingua su parti del suo corpo che aveva cercato di dimenticare con tutto se stesso. L’ultima volta è stata semplice sulla carta, ed è diventata un gran casino nella sua testa.)
Sta sorseggiando il suo caffelatte quando lo vede. Il trolley blu scuro dietro di lui, gli occhiali da sole e-
(Dio Dio Dio, è sempre un colpo al cuore. Sempre.)
- e gli manca il fiato per un momento, solo un momento, quando lo guarda sorridergli a pochi metri di distanza.
“Kurt!” esclama Blaine, avvicinandosi, e Kurt ricambia il sorriso. Respira, Dio, respira. “Ti stavo cercando-“ da tutta la vita “dalla parte sbagliata, sono in ritardo, mi spiace averti-“
“Non preoccuparti,” lo interrompe, sporgendosi verso di lui per abbracciarlo.
Respira. Respira. Respira.
L’odore di Blaine è sempre lo stesso, quel Burberry Brit misto al profumo della sua pelle, e Kurt non può non perdersi per un istante, sopraffatto da ciò che Blaine gli ha sempre provocato, fin dal primo momento.
Mi togli il respiro. Sempre. Ancora adesso. Ancora adesso, nonostante tutto, devo ricordarmi di fare le cose più semplici quando sono davanti a te. Dovrei odiarti, e non ci sono mai riuscito. Mai mai mai.
Kurt si separa da lui, sorridendo leggermente. “È… è bello averti qui.” Lo è.
(È anche spaventoso. L’ultima volta che Blaine è stato a New York-
Non può pensarci. Sente lo stomaco stringersi al ricordo. Non può pensarci.)
“E io sono contento di esserci,” risponde Blaine illuminandosi ancora di più e Kurt non può vedere i suoi occhi, ma è sicuro che stiano brillando almeno quanto il sorriso che gli sta rivolgendo.
Dio, Blaine, un giorno torneremo mai a comportarci normalmente?
“Ok! Vediamo di tornare al loft e sistemare la tua roba,” si affretta  a dire, cercando di deviare i suoi pensieri su qualcosa di meno pericoloso, “Santana è già a casa e Rachel tornerà poco dopo di noi, penso, così le potrai salutare entrambe. Anche se, ti avverto, Santana è particolarmente stronza in questi giorni, quindi sai come devi comportarti-“
“Annuire e fare finta di ascoltare, sono pronto.”
“Perfetto! E devo ancora finire di raccontarti di cos’è successo l’altro giorno quando ho preso il caffè, perché giuro che stavo per mettere le mani addosso ad una quindicenne. Io non ero così a quindici anni, ne sono sicuro… non lo ero, vero?”
“Non ti ho mai conosciuto a quell’età, ma sono sicuro di no. Da che ricordo, non sei mai stato… come l’hai definita? Una ‘Piccola stronza impertinente che solo perché indossa delle Loubutin e sembra appena uscita da un salone di bellezza non vuol dire che tutto il mondo debba inginocchiarsi al suo cospetto’, ecco. No. Non penso tu sia mai stato così.”
“… non totalmente,” borbotta in un mezzo sospiro.
“… non totalmente,” risponde Blaine facendogli un occhiolino.
Kurt sorride. Il suo cuore manca un battito. E non ha idea di come potrà sopravvivere due giorni con accanto Blaine e comportarsi…
(Non ha neppure idea di come comportarsi, perché è tutto… assurdo. Sono amici. Ed è innegabilmente attratto da lui. Ma non stanno insieme. E Blaine l’ha tradito. E lui non è mai riuscito ad odiarlo. Nessuno ha ancora preso il suo posto. Ha paura ad ammettere che non sa se qualcuno ci riuscirà mai. Hanno fatto sesso poco tempo prima. È stato facile solo a parole, perché in realtà non lo è stato per niente. È ancora il suo migliore amico. Ma sono solo ancora amici?)
Kurt si gira per un istante verso Blaine e Blaine gli sorride, quel sorriso che rivolge sempre e solo a lui, e non ha bisogno di vedere i suoi occhi, riesce ad immaginarli benissimo al di sotto delle lenti scure.
(Blaine è innamorato di lui. E lui è innamorato di Blaine. Sono solo ancora amici?)
 
*
 
È strano. È strano versarsi una tazza di the, afferrare un biscotto dal barattolo, girarsi e trovarsi davanti Blaine e Santana seduti sul divano, intenti a guardare una vecchia puntata di Girls, mentre Rachel, rannicchiata sulla poltrona, si sta mettendo lo smalto canticchiando tra sé e sé. È strano vedere come tutto non sia strano per niente. Come se Blaine appartenesse lì, lì con loro, lì su quel divano, lì in quella casa. Lì con lui.
Ma Blaine dopodomani torna a casa, non appartiene a Kurt e non appartiene a New York. Non più.
(Non ancora.)
Prima di andarsene da Lima, ha sempre fantasticato su momenti come quelli. Lui e Rachel e Blaine in un appartamento da qualche parte a New York, intenti a non fare nient’altro che a vivere la città. Non c’è nulla di quel sogno ad occhi aperti nella vita che sta vivendo in quel momento. Blaine l’ha cancellato.
(Blaine l’ha distrutto, quel sogno. E Kurt non ha voluto più saperne di quelle stupide fantasie da adolescente.)
(Blaine glielo sta ridando, quel sogno. E Kurt non sa cosa fare, non sa se prenderlo o rifiutarlo o dargli solo una sbirciatina veloce per accertarsi che sia ancora come prima. O forse migliore. Kurt non sa che farsene di quello che gli offre Blaine.)
(Ma ogni volta che incrocia il suo sguardo, ogni volta che si ritrova a pensare “Mi ama,” con una convinzione che neppure il tradimento è riuscito a far vacillare, il suo cuore perde un battito. Kurt non sa che farsene di ciò che gli offre Blaine, ma questo non significa che non lo veda, che non lo senta. O che non esista.)
“Stavo pensando che potremmo uscire, questa sera, se Blaine ha voglia,” dice Rachel, richiudendo la boccetta di smalto e agitando e mani per far asciugare le unghie, “qualcosa di tranquillo, così da non farti stancare per l’audizione,” prosegue guardando Blaine, “che ne dite?”
Blaine si stringe nelle spalle, lanciando un’occhiata a Kurt, prima di rispondere titubante, “Se volete, ok.”
Rachel batte insieme le mani, sorridendo. “Callbacks?”
Kurt si blocca, la tazza quasi vicina alla bocca e la labbra già dischiuse, pronto a bere. Callbacks gli ricorda di ciò che non vorrebbe mai mai mai rivivere. E che invece lo tormenta ancora, quando meno se l’aspetta. Torna quel pensiero, quel pensiero fisso del “forse non eri abbastanza. Forse eri tu il problema”. Callbacks è solo un luogo, ma a Kurt sembra un anatema.
Anche Blaine ha cambiato espressione. Kurt lo guarda aggrottare la fronte  e aprire la bocca alla ricerca di una risposta che non ha, prima di girarsi a guardarlo, come a voler chiedere il permesso.
Kurt stringe le labbra. Callbacks è solo un luogo. E ciò che è accaduto lì, poteva accadere ovunque.
(E poi, ironia della sorte, nella grande e peccaminosa New York c’è stata soltanto una confessione, mentre nella noiosa Lima… nella noiosa Lima, beh, c’è stato tutto.)
Kurt guarda Blaine, prima di lanciare un’occhiata veloce a Santana, che li osserva come un gatto – la testa inclinata in avanti e gli occhi che scivolano da uno all’altro, come fossero prede da studiare -, e finire col girarsi verso Rachel, Rachel che sembra essersi accorta di ciò che sta succedendo – di quello non detto di quello che c’è stato di quello che è successo di quella notte di quella dannata notte e-
“Se a Blaine va bene, per me è ok,” mormora alla fine, bevendo un sorso di the.
Blaine annuisce, senza distogliergli lo sguardo di dosso, ma continuando a guardarlo come per testare ogni sua reazione.
Kurt non ha idea di cosa traspaia dal suo viso, il cuore a pezzi ormai riesce a mascherarlo abbastanza bene, ma non con Blaine, Blaine gli legge sotto la pelle, e sotto la pelle-
(Sotto la pelle c’è ancora lui, Blaine, che non se ne vuole andare. Gli ha spezzato il cuore e gli ha distrutto ogni sogno. E continua a rimanere lì lì lì, bellissimo e pericoloso, così pericoloso ad un soffio da quel suo cuore rattoppato alla bell’e meglio. Così pericoloso.)
“Perfetto! Vado a prepararmi allora!” esclama Rachel, mentre Santana si alza dal divano occhieggiandoli per un’ultima volta, borbottando un “Sarà divertente.”
Kurt non ne è così sicuro.
 
NOTE:
E finalmente questa storia è finita. La scrivo da quella che sembra essere una vita (poco più di un mese, in realtà XD), e come potete notare non tiene assolutamente conto degli ultimo spoiler, ma è a pari con gli episodi andati in onda :)
Doveva essere una one shot, all’inizio… ma visto che è letteralmente esplosa, ho dovuto modificare il postaggio e dividerla in tre parti. Dato che è finita, ci sarà una parte al giorno (quindi oggi, domani e lunedì :)).
Questa ff ha anche un’altissima componente di musica al suo interno. Per questo ho creato una playlist su Spotify, per racchiudere le sei canzoni presenti in queste – e nelle future – pagine. Sono canzoni che hanno tutte un motivo per essere dove sono e niente, mi piaceva l’idea di creare una sorta di piccolo episodio Klaine, con tanto di canzoni e musiche in sottofondo.
La playlist la potete trovare qui.  (La canzone citata all’inizio è “New York State Of Mind” di Billy Joel. E sì, è stata già usata in Glee, ma è l’unica, tra le sei citate ;))
Il titolo della fan fiction è invece mutuato su una canzone dei Green Day, non presente nella storia, ma che mi sono sentita in dovere di inserire nella playlist per il background che l’ha creata, “2000 Light Years Away”.
E niente, spero che questa storia vi piaccia <3 A domani!

(Come sempre mi trovate su Facebook - Twitter - Livejournal)
   
 
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