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Autore: Meow_    20/04/2013    10 recensioni
Un amore nato tra i corridoi di scuola. Una ragazza follemente innamorata del classico bel ragazzo di quinta, ma lui ricambierà il suo amore?
E dopo mille difficoltà, riusciranno ad essere felici?
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Capitolo 20
I don't care





«Okay, ragazze, che facciamo?» chiese Squirtle.
«Non abbiamo molta scelta» gli fece notare Sofia.
«Per favore, abbassate la voce, cazzo!» bisbigliò Mary.
«Scusa» dissero in contemporanea Squirtle e Sofia.
«Comunque Sofia ha ragione» disse Mary.
«Ah-ah!» rispose Sofia.
«Invece dovremmo fare un piano, secondo me» disse Squirtle.
«Oh, tu hai visto troppi film d’azione» rispose Sofia.
«Be’, veramente preferisco i thril-» disse Squirtle.
«Okay, sta’ zitto. Era una battuta» lo interruppe Sofia.
Squirtle sbuffò, Mary fece altrettanto.
«Ci dovrà pur essere un modo per uscire da questo dannato posto!» disse Squirtle.
«La vedo difficile. Non per essere pessimista, ma siamo tutti e tre legati, anche abbastanza stretti – i polsi mi fanno un male cane –, siamo totalmente al buio, non abbiamo idea di dove siamo, siamo stati aggrediti da un pazzo esaltato che stava facendo scoppiare bombe in giro, e poi…» disse Sofia.
«Va bene, va bene, ho capito: staremo qui per sempre e moriremo di fame, di freddo o di qualcos’altro di molto brutto» disse Squirtle.
«Non ho detto questo, però…» disse Sofia.
«Voi due! La volete smettere di litigare? Se continuate così prima o poi quello là tornerà e ci farà fuori direttamente» li interruppe Mary.
«Giusta osservazione» commentò Sofia.

Quasi l’avessero preannunciato, il ragazzo delle bombe andò da loro.
«Stronzetti, cos’è questo casino? Vi siete svegliati, eh?» gridò.
Tutti e tre trattennero il fiato.
«Siete diventati improvvisamente muti? Vi ho sentiti, prima» disse il ragazzo.
«Senti, cosa vuoi d-da noi?» balbettò Squirtle, cercando di apparire coraggioso.
Il ragazzo gli diede un calcio dritto sulla testa, e Squirtle perse i sensi, di nuovo.
«Allora? Voi due avete qualcosa da dire?» chiese il ragazzo.
«N-no» dissero in coro Mary e Sofia.
«Mmh, meglio così. Vedete di non fare altro casino, se no per voi potrebbe mettersi peggio che per il vostro amichetto. Non fatemi tornare qua inutilmente» disse il ragazzo.
Sofia e Mary annuirono nervosamente, anche se lui non poteva vederle.

Passarono qualche minuto in silenzio, finché non furono sicure che il ragazzo fosse ben lontano da loro.
«Cazzo, cosa gli ha fatto?» sussurrò Mary, più piano che poté.
Sofia cercò di arrivare in qualche modo vicino a Squirtle, e quando ci riuscì, senti che stava colando del sangue dalla sua testa.
«Sanguina, è svenuto. Non credo sia qualcosa di grave…» disse Sofia, non molto convinta.
«Oddio, deve aver sbattuto la testa! E se fosse grave, invece? Che cosa facciamo?» chiese Mary, in preda al panico.
«Shh! Abbassa la voce! Non possiamo fare niente. Spera solo che non sia nulla di grave» disse Sofia.
«Ma come siamo finite in questa situazione? Oddio…» piagnucolò Mary.
Sofia avrebbe voluto darle una pacca sulla spalla, ma aveva i polsi legati.
«Vedrai che andrà tutto bene» disse Sofia.
«È strano, sai? Di solito sei tu quella più pessimista, ma stavolta non vedo come possa andare bene» disse Mary.
«Vedrai…» disse Sofia.
Passarono alcuni minuti di silenzio, durante i quali si potevano udire a brevi intervalli di tempo i singhiozzi di Mary.
«Senti…» disse Mary, dopo essersi calmata un po’ «Lui è ancora… Addormentato?»
Sofia gli diede un colpetto, lui rimase perfettamente immobile e in silenzio.
«Sì. Decisamente» rispose Sofia.
«Devo parlarti di una cosa» disse Mary.
Sofia annuì, ma poi si ricordò che lei non poteva vederla. «Dimmi» disse.
«Sai, dopo tutto questo casino… Voglio dire, se riusciamo a tirarci fuori di qui…» disse Mary.
«Ce la faremo» la interruppe Sofia.
«Sì, ecco… Voglio cercare Mr. Sesso. Voglio dirgli tutto quello che penso, e cioè che voglio stare con lui, chi se ne fotte di Alessia e tutto il resto» continuò Mary.
«Oh, ehm, e… Squirtle?» chiese Sofia.
«Capirà» rispose Mary.
«Sì. Giusto» rispose Sofia, col presentimento cheSquirtle non avrebbe capito proprio un bel niente.

Mary e Sofia si erano quasi addormentate, quando sentirono dei colpi fortissimi provenire dal tetto.
«Polizia! Apra!» urlò un uomo.
Nessuna risposta, altri colpi, altre voci.
«Ci apra o sfonderemo questa porta!» urlò una donna.
Mary e Sofia sentirono dei passi, non molto lontani da dove si trovavano.
«Che suc-» disse Mary, ma fu afferrata malamente e la sua frase si trasformò in un urlo.
«Mary!» gridò Sofia.
Il ragazzo la afferrò per i capelli e iniziò a trascinarla per il pavimento.
«Aiuto! Aia! Mi stai facendo male!» gridava Sofia, incapace di sopportare il dolore.
«Zitta un po’, stronzetta!» sussurrò il ragazzo. «Ora voi due state zitte, o io vi uccido»
E la sua affermazione fu confermata dal coltello appoggiato alla gola di Sofia e dalla pistola sulla tempia di Mary.
«Chi c’è là dentro?» gridò l’uomo di prima.
«Ci sono ostaggi?» gridò la donna.
Il ragazzo continuò a non rispondere. I due poliziotti iniziarono a dare colpi così forti che fu subito chiaro che stavano per sfondare la porta.
Il ragazzo rimase in un silenzio di tomba, si limitò giusto a rafforzare la pressione del coltello sulla gola di Sofia.
«State zitte» ribadì il ragazzo.
E chi parla, pensò Mary.
I poliziotti riuscirono a sfondare la porta, e la luce invase il posto dove si trovavano.
Scoprirono di essere in una specie di magazzino sotto terra, mentre i poliziotti stavano su una scaletta di circa tre metri, che dava sulla porta.
Il ragazzo buttò il coltello per terra e  afferrò Mary e Sofia, cercando di scappare, diretto verso un corridoio buio.
I poliziotti iniziarono a sparare, mancando tre colpi prima di beccarlo su una gamba.
«Vaffanculo!» gridò il ragazzo.
Sofia e Mary, paralizzate dal terrore, stavano per terra, ancora legate.
«Butta la pistola!» urlò la poliziotta.
«Col cazzo!» rispose il ragazzo, e inizio a sparare.
I poliziotti riuscirono a schivare ogni colpo, così il ragazzo decise di cambiare bersaglio.
Punto la pistola verso le due ragazze, che giacevano per terra, indifese.
«Fermo!» gridarono i poliziotti, ma il ragazzo non li ascoltò.
Ci fu uno sparo, e poi il vuoto.

Sofia era seduta in un corridoio dell’ospedale, circondata dai suoi genitori e da quelli di Mary, e piangeva in silenzio.
Mary era dentro la sala operatoria da un po’, non aveva niente di grave, ma erano tutti in ansia comunque.
La pallottola aveva sfiorato Sofia, che se l’era cavata con pochi controlli, mentre aveva colpito Mary in pieno. Non aveva toccato niente di importante, ma l’avevano dovuta operare comunque.
Sofia si sentiva in colpa: non avrebbe dovuto trascinare Mary all’appuntamento con Zayn, che poi era ancora dato per disperso.
Nemmeno Squirtle era molto grave. Al momento non si era ancora risvegliato, ma i medici dissero che non c’era nulla di cui preoccuparsi.

Dopo due ore, i dottori dissero che Mary si era svegliata e che potevano entrare a farle visita.
Il giorno dopo Mary aveva quasi completamente riacquistato le forze. Poteva camminare e andare a fare qualche passeggiata per i corridoi degli ospedali.
Sofia era tornata a farle visita, e quando la accompagnò a prendere un po’ d’aria, decise che era il momento di ricordarle una cosa.
«Ti ricordi cos’hai detto ieri? Quando eravamo in quel posto…» chiese Sofia.
Mary corrugò la fronte.
«Mr. Sesso» spiegò Sofia.
«Ah» disse Mary. «Dici che… Dovrei chiamarlo?»
Sofia annuì.
«Va bene» disse Mary, e lo chiamò.
Passarono un po’ di secondi, ma alla fine Mr. Sesso rispose.
«Che c’è?»
«Ciao. Sono Mary»
«Lo so. Che vuoi?»
«Io… Ehm»
«Veloce, ho da fare»
«Qualcosa non va?»
«Ho poco tempo. Parla o riaggancia»
Sofia notò l’espressione allibita di Mary. “Cosa succede?” mimò con le labbra, ma Mary scosse la testa.
«Mi manchi, okay? Volevo dirti che non mi interessa di Alessia, della bambina, del fatto che sei lontano eccetera, io…»
«Sì, va bene, se mi hai chiamato per questo puoi anche riattaccare»
«No! Aspetta. Io… Io ti amo»
«Buon per te. Addio» e Mr. Sesso chiuse la telefonata.
Mary fissò lo schermo del suo telefono per qualche istante, incredula.
Sofia le si avvicinò, le chiese nuovamente cosa stesse succedendo, ma Mary non rispose. Una lacrima le rigò la guancia, e a quel punto Sofia la abbraccio.

«Ben fatto» disse Alessia.
«Sei una stronza» rispose Mr. Sesso.
«Oh, per favore. Non posso credere che quella sfigatella ti ronzi ancora attorno» disse Alessia.
Mr. Sesso abbassò lo sguardo, mentre gli occhi gli diventavano lucidi. 




Hola! Sono sempre in orario, ma che brava! 
Non posso credere che siamo già arrivati al capitolo 20, cavolo. La storia sta per finire (eh già!) quindi spero che tutti questi ultimi capitolo vi piaceranno. 
Grazie come sempre a chi legge e recensisce. Un bacio a tutti. A presto c:
P.S. oggi sono so happy perché ho preso 6 e mezzo in geometria (miracolo!)
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