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Autore: LovebieberStar    21/04/2013    2 recensioni
Tratto dal testo:
Mi siedo sulla solita panchina,osservo il solito debole chiarore,leggo il solito libro.
E anche lo stesso uomo si siede al mio fianco.
Si gira verso di me e mi porge la mano.
La osservo lentamente.
-Mi chiamo Peter- sussurra accennando un sorriso.
-Brianne- sospiro afferrando la sua mano.
Ripongo le mie mani nelle tasche calde.
Ci scambiamo un lungo sguardo,e ritorniamo alla nostra solita posizione.
Quant'è piccolo questo mondo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Seduta su una panchina con un libro in mano,gustavo il sapore di quella giornata così strana.
Posai il libro al mio fianco e appoggiai la schiena sul verde metallo; qualcosa era diverso.

Le foglie gialline cadevano,il cane si rotolava nell'erba e le coppiette si scambiavano dolci tenerezze; tutto normale apparentemente,ma qualcosa non tornava.

Quella giornata non aveva il solito sapore; ora si era trasformato in un retrogusto amaro rugginoso. 

La frangia scompigliata mi solleticava la fronte,mentre la terra sporcava le mie scarpe.

Sentì il rumore di foglie calpestate da scarpe non lontano di me;udivo le loro grida ormai in fin di vita.
Gli alberi respiravano e le erbacce sopravvivevano;tutto quel non silenzio mi uccideva.

Un respiro raffreddato attira la mia attenzione; mi giro di soprassalto.

Un uomo di circa 30 anni  con le mani in tasca si siede al mio fianco  fissa il vuoto davanti i soi occhi ;faccio lo stesso.
-Bella giornata- sussurra d'un tratto l'uomo.

La sua voce è decisa e delicata.

Annuisco d'istinto anche se non era verità; per me quella giornata era strana.

Ho sempre convissuto costantemente in contrasto tra una parte di me che mi suggerisce di aprirmi al mondo,e l'altra che mi preavvisa dei benefici della solitudine.

Mi sento spesso difficile da gestire; neanche io so quello che sento.
Sento l'uomo fissarmi per un lungo silenzio. Giro la testa verso di lui.

Barba poco tagliata, capelli marroni,e un ciuffo all'insù.
-già - sospiro inutilmente.
Le nostre teste ritornano alla loro posizione iniziale; il ghiaccio inizia a scomparire dalle nostre insicurezze.

Mi giro verso l'uomo e accenno un sorriso,per poi alzarmi ed incamminarmi da qualsiasi parte.
La debole erba viene distrutta dalle suole dei miei sandali,e il mondo sembra riprender vita.

Il giorno dopo stessa storia.
Mi siedo sulla solita panchina,osservo il solito debole chiarore,leggo il solito libro.
E anche lo stesso uomo si siede al mio fianco.
Si gira verso di me e mi porge la mano.

La osservo lentamente.
-Mi chiamo Peter- sussurra accennando un sorriso.

-Brianne- sospiro afferrando la sua mano.

Ripongo le mie mani nelle tasche calde.

Ci scambiamo un lungo sguardo,e ritorniamo alla nostra solita posizione.

Quant'è piccolo questo mondo.

 

  
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