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Autore: MelaChan    21/04/2013    0 recensioni
'Piccola' shot con tema San Valentino che trovo anche io molto squallida e totalmente inutile, ma mi faceva sentire in colpa vederla tra le altre pubblicate, quindi ho deciso di tentare la fortuna anche in questo fandom.
E' una JohnLock implicita, quasi inesistente.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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14 febbraio. San Valentino. La Festa degli innamorati.

Che squallore.

Cosa devono festeggiare gli innamorati di così tanto importante? E perchè proprio il 14 febbraio? Se sono innamorati quanto dicono possono festeggiare ogni giorno, non ne serve uno preciso e in special modo prestabilito da enti a loro estranei ed estremamente commercializzato.


John sembra entusiasta da questa idea. Ha trascorso tutto il giorno a telefonare alle sue ex fidanzate e a quella che dalla voce e dai comportamenti del mio coinquilino sembrava essere sua madre, augurando a tutte una buona festa e sussurrando frasi sdolcinate che mi facevano venire voglia di rimettere. Non mi ha nemmeno considerato un attimo. Mi sto annoiando di nuovo, non ho nulla di meglio da fare se non osservarlo e ridere dei suoi comportamenti. Poi dopo quasi mezza giornata di telefonate e risolini trattenuti per puro spirito di sopravvivenza, ha abbandonato l'impresa. Ora si sta mettendo la giacca, lanciandomi qualche occhiata ogni tanto credendo che non lo stia osservando.

-Sherlock, sto uscendo, ti serve qualcosa?- mi domanda e sono sempre sorpreso dalla sua cortesia.

-No, John, assolutamente niente- rispondo subito, cercando di farlo eclissare abbastanza velocemente, così da permettermi di raggiungere la mia scorta d'emergenza di cerotti alla nicotina.

Appena esce dalla porta, mi precipito dal camino davanti alle due poltrone e tiro fuori da un ceppo mezzo bruciacchiato la mia riserva, prelevando due cerotti e applicandomeli immediatamente al braccio. La nicotina mi entra quasi subito in circolo, donandomi una sorta di evasione dal mondo comune, una distrazione. Chiudo gli occhi e unendo le mani le porto davanti alla bocca, appoggiandole sul mento e lasciandomi andare a una sorta di riposo meditativo.

Mi sveglio più tardi, quando il sole sta già calando. John deve ancora rientrare. Mi alzo a sedere e stacco con un gesto deciso i cerotti, notando i piccoli segni dell'adesivo. Stiro le gambe fuori della poltrona e allungo la schiena, sentendo le vertebre scricchiolare. Mi tiro in piedi con fatica e vado in camera da letto, trovando sul letto le mie camice lavate e stirate dalla signor Hudson. Trovo anche un piccolo cioccolatino sul cuscino. Cos'è questa novità? Comunque lo scarto e lo mangio, gustando appieno il sapore dolce e amaro del cioccolato fondente. Metto nei cassetti le camicie e mi butto sul letto, in totale apatia.

John mi ha abbandonato a me stesso.

Noia noia noia.

Socchiudo gli occhi, aggrottando le sopracciglia. Ci penso da questa mattina quando John ha fatto la prima telefonata. Ho sentito uno strano bruciore allo stomaco ed alle mani, quando l'ho visto sorridere attaccato alla cornetta del telefono. Era una sensazione strana, specialmente se unita alla leggera ironia di quei momenti, tuttavia non proprio piacevole. Avrei voluto attirare l'attenzione di John ma non sapevo come e tutto quello che potevo fare era celare il mio disagio dietro qualche risata. Ma perchè mi sentivo cosí, osservando John? Non è la solita sensazione di benessere quando lo vedo, nemmeno di sollievo quando dopo un caso torna da me, sano e salvo. Posso anche notare le sue pupille dilatarsi quando mi trova dopo un inseguimento in cui lo semino.


Mi illumino.

Davvero John...?

-Sherlock, sono a casa!- lo sento urlare dal salotto, chiudendosi la porta alle spalle e posando per terra le borse della spesa.

Apre la porta della mia camera e sbuffa a vedermi di nuovo sdraiato e a fare nulla, glielo posso leggere nell'espressione e nei movimenti.

-John- lo saluto portandomi le mani dietro la testa e socchiudendo gli occhi.

-Sei rimasto tutto il tempo qui?- si toglie la giacca e se la appoggia sul braccio.

-Esatto, non ho trovato nulla di meglio da fare se non studiare la polveresui mobili. Dobbiamo dire alla signora Hudson di pulire dietro gli armadi-

Ridacchia -Lo sai che non è la nostra governante- scuote divertito la testa.

-Lo so bene- apro gli occhi, sentendo le assi del pavimento scricchiolare. Vedo John sedersi sul materasso accanto a me togliendosi qualcosa dalla tasca. Aggrotto le sopracciglia.

-Senti, Sherlock, non fraintendere ma mi ha fatto sentire un po' a disagio, questa mattina, quando facevo quelle telefonate e tu eri lì accucciato sulla tua poltrona a guardarmi...- distoglie lo sguardo e io sono sempre più confuso. Apre la mano rivelandone il contenuto. Un cioccolatino. Un altro -Beh, buon San Valentino-

Lo appoggia accanto a me ed esce dalla stanza, leggermente rosso in viso. Lo prendo e lo scarto, mangiandolo subito. Mi alzo di scatto, aprendo la porta e fiondandomi in salotto, dove trovo John seduto sulla poltrona. Sta armeggiando con il suo cellulare ma lo ignoro.

-Non so cosa dovrei dire in questo caso, ma... Grazie, John!- sento i battiti accelerare e un pizzicore prendermi le guance.

-Oh- risponde posando il cellulare sul bracciolo della poltrona, alzandosi.

Gli porgo una mano e lui la guarda alzando un sopracciglio confuso.

-Cosa... Cosa vuoi fare?-

-Stringerti la mano per ringraziarti, ovvio! Che altro? A volte la tua mente sottosviluppata mi sorprende!- sbotto e lui alza gli occhi al cielo per poi fissarli nuovamente su di me.

-Non si stringe semplicemente la mano alla persona che ti ha appena augurato buon San Valentino-

-Dovrei chiamarti sul cellulare?- domando sempre più confuso. Ridacchia nervoso e quasi imbarazzato, non alzando lo sguardo e torturandosi le mani -Dato che la tua geniale mente non conosce il significato di San Valentino, lascia che ti illustri le maggiori usanze- detto ciò, si allunga e mi abbraccia.

Sono sconvolto. John mi sta... Abbracciando. E' una sensazione piacevole, quasi confortante. Posso sentire il suo cuore pulsare a contatto con il mio. Inconsciamente mi trovo a ricambiarlo, stringendolo tra le mie braccia. Il suo calore si irradia in tutto il mio corpo, facendomi dimenticare per un attimo del mondo che mi circonda. Si stacca, guardandomi confuso.

-Mi hai... Abbracciato...- sussurra.

-E' proprio quello che ho fatto, John- ritrovo lucidità e gli rispondo a tono, come si aspetta da me. Abbassa lo sguardo e si lascia cadere sulla poltrona.

-Non pensavo sarebbe mai successo- continua parlando più a sè stesso che a me -Insomma... Tu...- mi siedo sul bracciolo della sua poltrona. Finalmente mi guarda -Vuoi smetterla di fissarmi? E'... Imbarazzante!- esclama muovendosi a disagio sul mobile. Alzo le mani, notando la sua attenzione.

-Va bene- vado in camera da letto, accorgendomi solo ora dell'ora tarda.

Mi sdraio sul letto, fissando il soffitto e pensando agli ultimi avvenimenti della giornata.

Devo ricredermi su questa tradizione. Un giorno come gli altri per le coppie così indubbiamente e stupidamente importante ha fatto in modo che io potessi capire di più sul rapporto creatosi tra me e John, facendomi sorridere. Avevo dedotto giusto, l'ho sempre saputo che provava qualcosa oltre la semplice amicizia nei miei confronti, non è semplice fiducia, è molto di più. Ci copriamo le spalle l'un l'altro, ci osserviamo l'un l'altro, ci proteggiamo l'un l'altro. In tutti i casi che abbiamo affrontato insieme John si è dimostrato più di un collega, lui è un mio amico, il mio unico amico. Non avrei potuto trovare collaboratore migliore.


Mentre vago con la mente sull'ultimo caso a me proposto, tralasciando l'abbraccio datomi poco fa da John, chiudo inconsapevolmente gli occhi, addormentandomi. Mi risveglio poco dopo, cozzando contro qualcosa accanto a me. Apro gli occhi e trovo John riposarmi accanto, vicino a me. Sorrido ed intontito dal dormiveglia mi avvicino a lui e cingendogli la vita con un braccio lo stringo a me. Appoggio il mento sulla sua testa, abbassando nuovamente le palpebre, più che altro per il disagio creatomi. Prima di addormentarmi di nuovo, lo sento stringermi la mano appoggiata sul suo fianco.




NOTE DELLO SPELACCHIOTTO

Va bene, va bene, linciatemi, uccidetemi e poi sezionatemi per questa schifezza... Ma non è colpa mia, è colpa del fatto che non riesca a trovare qualcuno che condivida San Valentino con me... Ed è colpa di Sherlock e di John che si shippano di brutto senza accorgersene.

Okay,  la smetto.

Ringrazio tutti coloro che hanno aperto questa shot e sono arrivati qui in fondo, sebbene con non poche difficoltà, credo. Spero mi facciate sapere cosa ne pensiate e in extremis ringrazio le mie preziose editor senza le quali non avrei il coraggio di scendere dal letto la mattina <3

  
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