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Autore: catchingfire_    21/04/2013    1 recensioni
-Mamma,come hai conosciuto papà?- Ecco. Lo sapevo,lo sapevo che questo momento sarebbe arrivato,lo sapevo che me lo avrebbe chiesto. Ma ora cosa farò? Come faccio a non spaventarla a morte,come faccio a raccontarle i miei incubi? No, ormai non devo nasconderle più niente,deve sapere anche lei degli Hunger Games e di come ho conosciuto Peeta.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katniss Everdeen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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20 ANNI DOPO
 Pioveva. Ero in casa da sola con Samantha;ultimamente era cresciuta parecchio: ancora non riusciva a toccare la credenza ma ci era quasi. Dalla finestra della cucina riuscivo a scorgere un tratto del bosco. Quei fitti alberi selvaggi che non mi nascondevano neanche un segreto erano rinati,ancora più forti di prima. La gocce di pioggia scorrevano sulla finestra,facendo a gara a chi arrivassero prima a toccare il bordo. Ormai gli hunter game non erano che un incubo,un brutto incubo. Erano finiti da ormai più di 20 anni,ma Slow aveva programmato tutto,oh sì,sapeva che sarebbero finiti prima o poi,ma sapeva anche che questi avrebbero lasciato delle cicatrici nelle persone,che non se ne sarebbero mai andate. Sapeva che i vincitori dei ‘giochi della fame’ avrebbero raccontato tutto ai loro figli,nipoti, e non  sarebbero mai finiti. Non veramente. Sentii la sedia muoversi. Annabeth mi  stava scrutando con aria torva da almeno 10 minuti,- Mamma cosa hai fatto?- Ecco,come sua nonna, Anna riusciva a capire perfettamente le emozioni altrui. –Oh niente cara!- Gli lanciai un sorriso sincero che avrebbe dovuto rassicurarla,avrebbe,ma stiamo parlando di Annabeth quindi… Aprii la bocca per incominciare a parlare ma la richiuse subito. Mi divertivo osservarla,aveva sempre una domanda pronta e dovevo dargli una risposta soddisfacente altrimenti erano guai. –Annabeth dov’è tuo padre?- chiesi,ma sapevo già la risposta,volevo solo cambiare discorso ,strano perché andammo a finire nei peggiori discorsi di sempre. – E’ sceso giù al forno con Mike.- Mi rispose guardandomi negli occhi;qualcosa non andava,riconoscevo il suo sguardo fulminante,stava per farmi una delle sue nuove domande,sta volta però una di quelle grosse. –Mamma come hai conosciuto papà?- Ecco. Lo sapevo,lo sapevo che questo momento sarebbe arrivato,lo sapevo che me lo avrebbe chiesto. Ma ora cosa farò? Come faccio a non spaventarla a morte,come faccio a raccontarle i miei incubi? No, ormai non devo nasconderle più niente,deve sapere anche lei degli Hunger Games e di come ho conosciuto Peeta.
Mi sedetti di fronte a lei,cercai di assumere un’espressione tranquilla mentre dentro me era in corso una feroce guerra. Volevo fuggire,come ho sempre fatto,fuggire e non dover raccontare a mia figlia tutto quello che ho passato,non volevo che mi vedesse piangere: Annabeth è come Peeta,mi vede come una persona forte e sicura,senza paure,sarebbe un grave errore dimostrarle che quello che pensa sia una grossa balla. –Annabeth,tanti anni fa,circa 20 anni esistevano qui a Panem dei giochi,giochi terribili,feroci,mortali,trasmessi ogni anno in tv.- Sentii le lacrime scorrermi sul viso ma dovevo continuare,per lei. –Un giorno,il giorno della mietitura,sono stata ‘presa’ per questi giochi,dove solo uno poteva essere il vincitore,tutti gli altri sarebbero morti. Insieme a me era venuto Peeta un ragazzo bello e forte,beh  e che dire dopo circa 3 settimane ci buttarono in quell’arena dove o uccidevamo o eravamo uccisi e io non avevo scelta,dovetti uccidere per continuare a vivere; dopo 2 giorni mi sentii una bestia,un mostro,avevo visto uccidere la mia amica Rue,l’ho vista trafitta da una lancia ma io non potevo fare niente,odiavo Capitol City per quello che ci stava facendo fare,lo odiavo e odiavo me stessa..- Vidi l’espressione orripilata di Annabeth,non so se stava capendo qualcosa ma continuai lo stesso,con le lacrime e i singhiozzi. – Alla fine vinsi,beh non proprio perché vinse anche tuo padre Annabeth,ma per farlo vivere ho dovuto sfidare capitol city,e lì feci forse un grosso errore o forse anche una mossa giusta perché ci tirarono fuori di lì. Per una anno io e Peeta vivemmo nella ricchezza,non sapevo più cosa fosse la fame..- un grosso singhiozzo mi fece bloccare un attimo. –Oh mamma,se non vuoi continuare..- Era spaventata quasi quanto me,decisi di non raccontarle tutto per filo e per segno,non so se più per lei o per me,ma fatto sta che finii di raccontarle tutta la storia: di come diventai un simbolo per la rivolta,di come Peeta mi odiava e subito dopo di come mi amava ancora,dopo tutto quello che gli avevo fatto. Gli raccontai di Finnick,morto in guerra e le raccontai di Prim,la dolce Prim,ma le raccontai anche di me,di come riuscii a superare tutto e di continuare a vivere nonostante tutte le perdite. A fine storia i miei occhi erano gonfi,le guance solcate da grosse lacrime e Anna in silenzio  mi fissava. Forse riusciva a capire cosa avevo provato,o forse no,ma sapeva bene che tutto questo era finito e che ora era grazie a me che lei poteva vivere una vita normale,andare a scuola,avere figli…  Mi ripresi un pochino alla vista degli occhi color ghiaccio di Annabeth, - Mamma..- proseguì lei, -Oh non ti preoccupare sto bene,sto bene- La pioggia ormai era cessata e un raggio di luce entrava nella cucina. –Solo che ora mi vedrai come una bestia,come un animale!- la scrutai.Oh come le volevo bene,come mi rassomigliava –Certo che no,mamma sei ancora più forse ti quello che pensavo,sei la mia eroina- E corsa ad abbracciarmi. Lo so,lo so,non era da me piangere in quel modo ma quando mi diede un bacio alla guancia mi spuntò un sorriso così radioso che mi fece stare bene per tutto il resto della mia vita. In fondo avevo tutto:una figlia,un marito e un nuovo bambino nella mia pancia,pronto anche lui per venire alla luce e vedere il mondo.

  
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