Mia era appena uscita da scuola, e camminando lungo il viale alberato vedeva le sue compagne muoversi circondate dai ragazzi, vedeva tutto e le uniche cose che pensava erano:  come fosse possibile essere così aperte e senza pudore. Le sue compagne erano ragazze di 16 anni che ricevevano continue attenzioni per i loro seni, per i loro sederi e probabilmente per il loro fisico. Mia non era brutta, ma si nascondeva. Il suo corpo minuto e ben proporzionato veniva nascosto sotto grosse felpe, spesso scure, ed i capelli lisci e setosi raccolti in una grossa coda affrancata con un mollettone sopra la testa. A scuola aveva sentito che quel sabato i suoi compagni sarebbero andati al mare, come al solito non l’avevano invitata e lei non se ne faceva un gran problema, avrebbe preso un libro in biblioteca e si sarebbe seduta all’ombra di un salice a leggere, era venerdì pomeriggio. Quando tornò a casa però la aspettava una notizia che l’avrebbe resa felice e rattristata allo sesso tempo, sabato pomeriggio sarebbe andata al mare con alcuni suoi compagni del corso: “lettura intensiva”. Il sabato arrivò presto e come previsto Sara la sua amica la passò a prendere con la macchina che le avevano prestato i genitori. Mia uscì di casa e salì in macchina, si sedette e partirono, rotta: il mare. Arrivarono a destinazione quando erano su per giù le 11.00, scesero e cercarono un posticino non molto trafficato e vicino all’acqua. Mezzora dopo il raggiunsero anche il resto del gruppo pranzarono e si tuffarono in mare tutti tranne Mia che si vergognava del suo corpo e preferiva stare sotto l’ombrellone. Mia sapeva benissimo che quel giorno sarebbero arrivati i suoi compagni di classe, ma non si aspettava di trovarli così vicini a lei, infatti i suoi “amici” si erano messi proprio di fianco a loro e Mia non sapeva come comportarsi, alla fine decise di comportarsi come si sarebbe comportato chiunque, salutò e fece a finta di niente per il resto della giornata, anche se non era facile. Il gruppo dei suoi compagni era un gruppo esuberante e sebbene Mia non gli desse molta importanza loro continuavano a prenderla in giro ed a insultare i suoi amici del gruppo. Le ore passavano lentamente ed erano più o meno le 15.00, se ne sarebbero andati alle 18.00, e le insulti dei ragazzi della scuola continuavano, anche se mia notò che non tutti si comportavano così, infatti uno dei ragazzi che doveva avere 16-17 anni  e che non andava nella sua scuola, all’inizio era coinvolto nelle offese, ma dopo un po’ di tempo si era stufato ed era andato a fare un bagno. Mia avrebbe voluto ringraziarlo, anche se non sapeva perché, voleva ringraziarlo perché pur non conoscendola aveva deciso di non insultarla, ma non ne aveva il coraggio, alla fine ne parlò con Sara, che considerava la sua migliore amica, che le consigliò di parlare con quel ragazzo, dicendogli semplicemente: “Grazie!”. Quando arrivò l’ora di tornare a casa Mia prese coraggio e si avvicinò al ragazzo, cercando quasi di contare i granelli di sabbia, gli disse la parola magica: “Grazie!”, lui non capiva il perché di questo ringraziamento allora incuriosito le chiese quale fosse il motivo di quel saluto lei imbarazzata e con le guance rosse gli disse che non c’era un motivo e che gli era solo sembrato carino. A questo punto lui imbarazzato le disse semplicemente: “Prego! Posso essere indiscreto e chiederti il nome?” Mia rispose dicendogli il suo nome e chiedendogli quale fosse il suo, lui con aria arrogante rispose: “Lucas”, si salutarono e salirono sulle rispettive macchine.