Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran
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Autore: Zaira318    21/04/2013    3 recensioni
[Dal primo capitolo]
Guardò attraverso il vetro che lo separava dalla sua amica. Era pallida e aveva gli occhi chiusi.
Entrò.
Le toccò la mano. Era fredda come il ghiaccio.
La stessa mano che lo riscaldava in inverno, in quel momento era l'essenza dell'inverno stesso.
Sentì gli occhi bruciare mentre si sedeva accanto a lei, in un'altra sedia azzurra.
Le sfiorò il polso sinistro, toccando il suo tatuaggio.
Un punto e virgola. Significava tanto per lei, e sembrava insignificante stretto nella mano di un ragazzo che aveva lo stesso braccio pieno di disegni e colori.
Lei adorava quei tatuaggi. Ogni volta che guardava il braccio del suo amico ne scopriva di nuovi.
Ed le accarezzò il polso, il pollice strisciava sul piccolo tatuaggio dell'amica.
'Perchè non ero con lei?' si domandò, lo sguardo pieno di dolore.
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Il ragazzo si asciugò il sudore che colava dalla sua fronte, si sistemò i capelli rosso fuoco e prese in mano la chitarra.
Si avvicinò al microfono e annunciò che quella che stava per cantare sarebbe stata l'ultima canzone del tour.
Ringraziò ancora il pubblico e iniziò a suonare.
'This is the start of something beautiful, this is the start of something new' cantò mentre suonava una delle sue chitarre quasi distrutte, piene di disegni arancioni e scotch, nel tentativo di farle rimanere intere.
Sotto il palco c'era gente che urlava, qualcuno piangeva, altri agitavano un cartellone per farsi notare.
Il ragazzo cantò l'ultimo verso della canzone, ringraziò nuovamente e si avviò dietro il palcoscenico, con le sue chitarre.
Posò tutto a terra, stando attento a non dare il colpo di grazia alle chitarre, e controllò il suo cellulare.
17 chiamate perse. Per un momento pensò di dover cambiare numero per l'ennesima volta perchè evidentemente qualche fan l'aveva scoperto, poi notò che erano tutte di una sua amica, Amanda.
'Strano' pensò 'Lei sapeva che ero in concerto'
La richiamò. Dopo una lunga attesa rispose qualcuno. Era una voce maschile.
-Chi è?- chiese il ragazzo
-Sono il dr. Jones. Per caso lei conosce la signorina Amanda?- rispose la voce dietro la cornetta
-Sì, sono un suo amico. Perchè?- domandò il rosso
Il dottore prese un gran respiro.
-La sua amica... è in coma. Ha avuto un arresto cardiaco.-
Il ragazzo non sentì le gambe. Gli si annebbiò la vista.
-Come?- balbettò il ragazzo
-La signorina Amanda è in coma per arresto cardiaco.- ripetè il dottore, la voce ferma
Il rosso appoggiò il braccio al muro per non cadere.
-In che ospedale si trova?- chiese dopo essersi ripreso
-Al st. James- rispose il dr. Jones
-Arrivo subito.- disse il ragazzo prima di chiudere.
Prese tutte le sue cose e chiamò un taxi, gli occhi azzurri che giravano per cercarne uno.
Stava per arrendersi quando un tassista si avvicinò e gli diede un passaggio.
'Meno male che il st. James è vicino' pensò il rosso mentre l'autista sgommava tra le strade trafficate di Londra.
Appena arrivati, il ragazzo pagò il tassista, prese tutto e entrò nell'ospedale.
Una donna gli si avvicinò e gli chiese chi fosse.
-Ed Sheeran, devo andare dalla mia amica Amanda. E' in coma.- disse il ragazzo tutto d'un fiato
-Aspetti lì- gli ordinò la donna, indicando una fila di sedie azzurre, pulitissime e sterilizzate come ogni cosa in quel posto.
Il ragazzo si sedette, con le mani tra i capelli, gli occhi che guizzavano seguendo ogni persona vicina a lui.
 
Dopo un po' di tempo un dottore si avvicinò al ragazzo e gli toccò la spalla, leggermente.
La testa di Ed si girò velocemente, gli occhi azzurri pieni di paura.
-Lei è l'amico della signorina Amanda?- chiese l'uomo.
Il ragazzo annuì, senza dire una parola.
-Stanza 237- disse il dottore, indicando il corridoio dietro di sè.
Il rosso farfugliò un 'grazie' e si avviò verso la stanza.
'235, 236, 237.' pensò, lo sguardo che si spostava da una porta all'altra mentre cercava di respirare.
Guardò attraverso il vetro che lo separava dalla sua amica. Era pallida e aveva gli occhi chiusi.
Entrò.
Le toccò la mano. Era fredda come il ghiaccio.
La stessa mano che lo riscaldava in inverno, in quel momento era l'essenza dell'inverno stesso.
Sentì gli occhi bruciare mentre si sedeva accanto a lei, in un'altra sedia azzurra.
Le sfiorò il polso sinistro, toccando il suo tatuaggio.
Un punto e virgola. Significava tanto per lei, e sembrava insignificante stretto nella mano di un ragazzo che aveva lo stesso braccio pieno di disegni e colori.
Lei adorava quei tatuaggi. Ogni volta che guardava il braccio del suo amico ne scopriva di nuovi.
Ed le accarezzò il polso, il pollice strisciava sul piccolo tatuaggio dell'amica.
'Perchè non ero con lei?' si domandò, lo sguardo pieno di dolore.
Guardò l'orologio sul muro, azzurro come tutto. Era mezzanotte. L'orario delle visite era finito da molto.
Una dottoressa entrò e gli disse di tornare a casa, perchè solo i parenti potevano rimanere la notte.
Il ragazzo strinse di nuovo la mano dell'amica, cercando di riscaldarla.
Si alzò.
-Tornerò domani- disse alla ragazza, come se lei potesse sentirlo.
Guardò la dottoressa, gelido come gli inverni passati senza la sua amica.
Poi si avviò verso casa con le chitarre in spalla, sospirando.
   
 
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