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Autore: LeSid    22/04/2013    1 recensioni
Si tratta di una storia vissuta dal Decimo Dottore, con una companion completamente inventata, ambientata idealmente subito dopo lo speciale "The New Doctor".
Catherine Pledger è una giovane studentessa da sempre affascinata dalle leggende metropolitane e, tra queste, le storie sul Dottore sono quelle che sempre l'hanno incuriosita maggiormente. Inizia a documentarsi, nella speranza di facilitare un incontro, sperando di avere i mezzi per riconoscere il mito se e quando l'avesse avuto davanti agli occhi.
Ma è il Dottore a incappare in lei, proprio quando decide di prendere una pausa dalle solite peripezie. Catherine, al settimo cielo per essere riuscita a trovare il suo eroe, chiede di potersi unire a lui, quando iniziano strani avvenimenti: carri trainati da cavalli che si materalizzano nel centro di Londra, reperti archeologici che spariscono dai musei, strani bus che fluttuano nel cielo e altre follie sono quel genere di cose a cui il Dottore non può resistere. Sembra che il tempo si stia sovrapponendo in più punti, e solo il Dottore può salvare anche questa volta l'Ordine delle cose.
Il Dottore, il TARDIS e gli altri personaggi di Doctor Who sono di proprietà della BBC. L'uso che ne faccio è per puro intrattenimento.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Nuovo personaggio, TARDIS
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole inondava prepotentemente l'ampio stanzone dove, tra file e file di scaffali ricolmi di libri scritti in tutte le lingue della Terra, si nascondevano alcuni tavoli sui quali i frequentatori potevano impilare e consultare i volumi a loro disposizione. Il frusciare delle pagine e lo strisciare delle copertine sul legno erano gli unici rumori udibili dalle poche persone presenti nella sala, rumori così flebili da non distogliere dai loro pensieri i lettori abbondantemente assorti.

La ragazza con i corti capelli biondi stava in disparte, seduta ad un banco più lontano dagli altri, un buon numero di tomi rifasciati in vari colori occupava il suo piano di lettura. Sembrava non curarsi delle lettere sulle pagine aperte davanti ai suoi occhi, sembrava aspettasse qualcosa, le orecchie tese a cercare di catturare un suono diverso da quelli che viaggiavano nell'aria dello stanzone. Tenendo in mano una matita, ne usava la piccola gomma rossa per colpire l'angolo del libro che aveva dinnanzi, ad un ritmo cadenzato. Sembrava un momento sospeso, un'attesa prolungata in un modo spasmodico, il dilatarsi di istanti fuori dal tempo, un fermo immagine di un film, eccetto per quei piccoli, deboli colpetti sulla carta.

D'un tratto il rumore del TARDIS sì aggiunse a quell'atmosfera ovattata, riecheggiando da un luogo lontano rispetto a quella sala. La giovane colpì più forte con la matita, fermando il ritmico tamburellare. Alzò lo sguardo, cercando di capire da quale direzione venisse quel suono mai udito prima, girando il capo a destra e sinistra per localizzarlo prima possibile, ma i muri spessi le rendevano più difficile il compito. L'ipotesi più probabile era che quella sirena risuonasse nel vicolo che costeggiava il lato destro dell'edificio e, sebbene non fosse sicura, si alzò per andare a controllare. Nel movimento, la giovane scontrò il volume in cima alla pila che aveva costruito dinnanzi a se, rendendo visibile sul libro sottostante un elaborato disegno circolare, inciso in oro sulla copertina bianca: circonferenze, punti, linee ben familiari. La lingua del pianeta Gallifrey.

Incurante, la giovane continuò, a passo spedito, verso la grande porta della sala e da lì attraverso il corridoio con le stesse alte finestre, giù per le scale, sempre più di fretta, fino a giungere nell'atrio monumentale della biblioteca. Il rumore di sirena era ancora udibile, e adesso era più facilmente comprensibile da dove provenisse. Uscì dal portone, e costeggiando l'edificio fino all'angolo, esitò un breve istante prima di voltarsi nel vicolo. D'improvviso era tornato il silenzio, la sirena del TARDIS non risuonava più.

It's him. It has to be him.”, disse, appena prima di girarsi.

Il vicolo di cui ora disponeva una visuale completa era completamente deserto, se non fosse per due cassonetti dell'immondizia addossati al muro dell'edificio e per una cabina blu, di quelle che usavano le forze dell'ordine negli anni '60 per chiamare i rinforzi. La ragazza rimase sorpresa da quel curioso oggetto e continuò a fissarlo, per capire cosa fosse in realtà.

Ad un tratto, la porta della cabina si aprì a metà ed un uomo in un elegante abito blu e cappotto cammello si affacciò, guardandosi intorno. Dopo alcuni istanti si accorse della ragazza che lo stava fissando sbalordita, la ricambiò nello sguardo e le sorrise.

It's not Appalapachia, isn't it? No, no, no. It seems really not Apalapucia.”, disse precipitosamente, dando a quelle parole apparentemente insensate una naturalezza inaspettata, con il tono di chi si aspetta una risposta, prima di chiudere di scatto la porta da cui sporgeva senza dare alla ragazza il tempo di dire alcunché. Porta che, in pochi secondi, si riaprì, permettendo a quell'uomo di fare nuovamente capolino.

By the way, I'm The Doctor.”, riprese, gesticolando e indirizzando un nuovo sorriso alla giovane. “Glad to meet you, miss...”.

Pledger. Catherine Pledger.”, concluse la giovane, presentandosi. “And, yes, sir, this is not Apalapucia!”.

   
 
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