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Autore: pinkjude    22/04/2013    2 recensioni
ciao a tutti..è la mia prima ff e spero vivamente che non sia un obbrobrio..amo terribilmente questo manga e spero di non aver snaturato troppo i personaggi. Ho deciso di inserire un personaggio femminile in quanto ce ne sono veramente pochi e sarà la protagonista. buona lettura ;)
Genere: Comico, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ayako, Hanamichi Sakuragi, Hisashi Mitsui, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1. Risvegliati e risplendi

“Ma chi le ha inventate..chi?” voglio la sua testa. “Papaaa” sbraito mentre scendo le scale di corsa rischiando di inciampare nell’ultimo gradino come al solito, è da sempre che abito in quella casa, gli scalini sono dispari ma io li faccio due a due. Anche questa è testa..
“Buon giorno raggio di sole” mi dice senza alzare gli occhi dal computer.
“Cosa diavolo è quello strumento di tortura in camera mia?” tapparelle che si muovono da sole? Ma siamo completamente usciti di testa? A me servono almeno cinque minuti per stiracchiarmi sotto le coperte al buio prima di alzarmi, e andare al centro di detenzione.. ehm scuola; non posso svegliarmi  di colpo. Ho i miei ritmi da seguire.
“Oh si le ho fatte installare ieri mentre eri in spiaggia.. vedo che funzionano”sghignazza senza ritegno guardando la mia faccia allucinata da- sono caduta giù dal letto perché credevo che fossero venuti gli alieni a prendermi dato lo sproposito quantitativo di luce riversatosi all’improvviso nella stanza-.
Mi frullano tante domande in testa e anche qualche insulto ma l’unica cosa  che mi esce è un “Perché?” mugugnato con rassegnazione mentre mi spalmo sul tavolo della cucina.
“Per farti svegliare in orario, hanno un timer; io non ci sono per il prossimo mese o più; non voglio che arrivi in ritardo a scuola.. e prima che tu ti lanci in un’appassionante e delirante arringa sul fatto che arrivi sempre in orario, permettimi di ricordarti che arrivi in orario solo alle cose in cui ti interessano e, la scuola non rientra tra queste.”
“Non è che non mi interessi..mi annoia..”bisbiglio probabilmente non troppo piano perché diventa paonazzo prima di calmarsi e riprendere il discorso.
“Lo so che ti annoi ma è importante; hai la fortuna di immagazzinare informazioni in pochissimo tempo e di avere voti eccellenti senza sforzarti troppo, ma questa abilità non ti servirà a niente se collezioni richiami e note per i ritardi..” mi drizzo sulla sedia un po’ indispettita mentre aspetto di sentire il seguito, indecisa se mi piacerà o meno.
“..e comunque non ti chiedo tanto, solo di tenere una condotta esemplare almeno a scuola è per questo che chiudo un occhio con le tue uscite, la spiaggia e quello strumento di morte a due ruote che tieni nel vialetto nonostante ti abbia detto più volte di metterlo in garage. Fino a che il tuo punteggio rimane tra i primi tre dell’istituto puoi continuare a fare quello che vuoi.” arringa mentre spegne il computer e lo infila nella ventiquattrore.
 Mi aspettavo una valanga di restrizioni, dopotutto rimango da sola dei mesi..ma meglio così, evidentemente si fida.“Troppe informazioni appena sveglia pa’.. comunque ho capito..ma le tapparelle elettroniche sono crudeli.. non si può fare nulla in proposito?” chiedo speranzosa..
“Potrei chiamarti tutte le mattine prima di andare a lavoro se preferisci” mi asseconda divertito mentre mi fa ondeggiare due cravatte davanti agli occhi.
“Ma sei pazzo? Vai in un altro paese..con il fuso orario sarebbero le quattro della mattina..”gli dico mentre afferro la cravatta blu e gliela annodo, “sul serio papà la cravatta rosa sarebbe stata l’altra scelta? Oggi pomeriggio quando torno ti aiuto a fare le valige, non andrai all’estero vestito come il cugino del cappellaio matto.”
“Mi ricordi tua madre”mi dice dandomi un bacio sulla guancia prima di uscire di casa.
“Solo perché aveva buon gusto” gli urlo di rimando mentre giocherello con quell’obbrobrio di cravatta prima di buttarla nel cestino e ritornare in camera mia. Nonostante il grazioso siparietto non mi sono scordata che devo andare a scuola e prima devo passare a prendere una certa persona.
 
 “Non è un vestito un po’ troppo appariscente?” mi domanda con un pizzico di gelosia paterna, in effetti non è proprio il mio stile, è un abito rosso mono spalla lungo fino ai piedi ed indosso delle scomodissime scarpe tacco dodici che mi sono autoimposta per essere alta quanto lui; non sono bassa, anzi, ma per 1 e 75 arrivare all’altezza dell’1 e 90 di mio padre è ardua.
“Parla quello in tight.”gli rispondo punta sul vivo,” se non ti vado bene potevi scegliere qualcun’altra come accompagnatrice..”.
“ Non arrabbiarti Ayame, ho detto solo che sei un po’ appariscente, non che non ti voglio qui, è che non sono abituato a vederti in abito così impegnativo, e poi ti stanno guardando tutti..” mi dice a mo’ di giustificazione prendendomi a braccetto. Comunque non è che stanno guardando solo me, anzi, mio padre è ancora un bell’uomo ed è molto alto per essere giapponese il che attira sempre molta attenzione e in più, essendo vedovo e capo di una delle maggiori aziende di import export del paese è sempre guardato da molte donne o predatrici come ci piace chiamarle di solito. Ma questo è un piccolo prezzo da pagare per essere così favolosi!
Finalmente dopo aver salutato un’infinità di persone, che senza il mio prezioso aiuto mio padre non avrebbe ricordato mai, ci incamminiamo verso il salone addobbato a festa per l’occasione. Una marea di oro e fiori danno alla sala un’aurea di opulenza sgradevole dato che si tratta di una raccolta fondi ma, avranno avuto le loro buone ragioni per un tale allestimento. Dopo tutto se la gente si diverte è più ben disposta a spendere.
Seduto nel tavolo più lontano dal buffet e dal bar con, e ,voglio sperare solo, l’aria assorta intravedo Kaede, non credevo possibile che suo padre riuscisse a trascinarlo qui, probabilmente gli avrà promesso qualcosa. Sorrido, anche mio padre ha dovuto comprare la mia compagnia e precisamente una nuova tavola da surf super leggera.
“Papà vado da Kaede nel tavolo in fondo” gli comunico mentre rubo un vassoio dal cameriere agguanto due flute e mi incammino sotto il suo sguardo attonito sibilando  qualche cosa al vento sulla scarsità delle mie buone maniere.
Mi destreggio peggio che un’equilibrista tra i tavoli fino ad arrivare alla meta dove mi accascio in modo veramente poco femminile sulla sedia; il mio trambusto ha fatto aprire un occhio al mio serafico amico “buona sera dormiglione.”lo saluto porgendogli un bicchiere.
“umh lo sai che non bevo, però mangerei quei cosi che, presumo, hai preso ad un ignaro cameriere.”dice indicando il vassoio pieno di tartine.
“presumi bene..comunque sapevo che non bevevi, sono entrambi per me!” dico sorseggiando il primo bicchiere.
 Impegnata da ormai un paio d’ore a sostenere una conversazione a senso unico con Kaede non mi accorgo dell’arrivo di mio padre e del signor Isao Rukawa, entrambi con le mani occupate da vassoi e con per un paio di bottiglie.
“Ragazzi, certo che non potevate scegliere un tavolo più lontano.. dice mio padre appoggiando il tutto e sedendosi.
“Di sicuro l’ha scelto mio figlio”..ride mentre stappa una bottiglia di champagne e riempie i bicchieri.
E poi sarei io quella che difetta in buone maniere, hanno fatto la mia stessa cosa, solo molto più in grande, se non ci buttano fuori è solo perché avranno staccato degli assegni sostanziosi.
“Bene ragazzi e ora facciamo un brindisi.”
“A che cosa dobbiamo brindare se è lecito chiedere?” di solito quando fanno comunella in questo modo c’è sempre qualcosa  sotto e, dallo sguardo di Kaede, capisco che anche lui la pensa come me. O forse sono semplicemente ubriachi, che dal colorito delle loro guance e dagli schiamazzi che stanno facendo non è da escludere a priori.
“Non sempre ci deve essere una motivazione” dicono in coro per poi mettersi a ridere come due liceali. No ok sono sbronzi, anche perché se no dubito che ci farebbero bere.
“Beh da dove cominciare? Kaede hai detto ad Ayame che andrai nel suo stesso liceo?” incomincia  Isao, e dal mio sguardo perplesso capisce che non mi ha informato; a dirla tutta sono pure un po’ offesa, una notizia del genere..pensavo che avesse scelto una scuola con una squadra di basket come dire..più squadra.
“Potevi dirmelo” sibilo astiosa “e perché proprio lo Shohoku?”
“Era quello più vicino” ribatte incrociando le braccia.
“Beh grazie per le considerazione”bercio per poi scuotere il bicchiere vuoto nella direzione della bottiglia.
“Suvvia ragazzi non litigate.. Ayame lo sai che Kaede è di poche parole” dice mio padre versandomi altro vino “e poi anche tu l’hai scelto per lo stesso motivo”.
“Ok va bene, non importa. Brindiamo!!”  per questa volta lascio correre, tanto saremo nello stesso club, avrò quindi modo di torturarlo in svariati modi per la sua scarsa gentilezza.
“Brindiamo per l’ingresso di Kaede alle superiori e per il tuo mostruoso punteggio nei test finali, soprattutto in matematica e fisica..”fa l’occhiolino nella mia direzione mentre io divento un tutt’uno con il mio abito “ e già me l’ha raccontato tuo padre, dovevi vedere come era soddisfatto..complimenti” guardo colui che si definisce mio genitore in cagnesco, lo sa che non mi piacciono tutte queste smancerie, mi imbarazzano terribilmente.
“Su dai non mi guardare così lo sai che mi piace pavoneggiarmi  della mia adorata figlia..”dice stritolandomi in un fastidioso abbraccio.
Mi giro nella direzione di Kaede e lo vedo sorridere, adora vedermi imbarazzata. Io invece amo vederlo terrorizzato per cui decido di divertirmi anche io.
“Sa cosa pensavo..” incomincio mentre mi svincolo dalle braccia di papà per guardare il padre di Kaede e poi Kaede stesso“..lunedì è il primo giorno di scuola, c’è la cerimonia di apertura  e per evitare ritardi potrei passare a prenderti..”
“Mi sembra una bella idea. lunedì sulle otto?mi domanda suo padre ingenuamente mentre  Kaede che, a quanto pare ha capito dove volevo andare a parare,diventa più pallido del solito.
 “anche otto e un quarto..passo in moto.”
Puntuale che neanche un orologio svizzero mi trovo davanti la residenza Rukawa, sto per suonare il campanello quando una voce cavernosa mi fa sussultare “sbrighiamoci e facciamola finita”dice mentre apre il cancello e mi passa davanti.
“Buongiorno anche a te, siamo scontrosi stamattina”lo sbeffeggio saltellandogli intorno fino a che non arriviamo alla moto.
Gli lancio un casco che prende al volo e mi metto il mio; prima di salire in sella e accendere il motore guardo nella sua direzione “perché sei così perplesso? Vuoi un invito scritto?”.
“Non sono perplesso, mi stavo chiedendo il perché di quei pantaloncini” mi dice mentre sale.
“E’ per non fare vedere le mie mutande a tutto il mondo, e comunque sono i tuoi. Tieniti forte”.
 
2. Sei un’atleta.

I dieci minuti più lunghi della mia vita. Appena arrivati all’interno dell’edificio nello spazio adibito a parcheggio lo butto giù in malo modo; era così arpionato alla mia vita che ormai soffocavo. “Kaede hai raggiunto il tuo scopo. Non ti farò mai più salire”.
“Tsk, tutte queste storie per venirmi a prendere e poi ti lamenti anche.” Tenta di fare lo spiritoso, ma il colorito verdognolo della sua faccia parla da solo; desisto dal prenderlo in giro perché sono una persona sensibile.
Comunque non sembra arrabbiato dato che aspetta pazientemente che metta via i caschi e i pantaloncini nel vano sotto la sella, poi rassetto la gonna prendo la borsa e gli agguanto un braccio, “su andiamo, ormai staranno per iniziare”.
Durante la cerimonia siamo divisi per anno, e quindi lo perdo di vista, però incontro una gioiosa Ayako che mi butta le braccia al collo.. “per il quinto anno di fila siamo in classe insieme..non sei contenta?”
“Certo che lo sono! Che domande sceme che fai “.
La super manager del club più sgangherato della scuola e il suo fido vice, non che al club  ci sia molto lavoro da fare ma, è divertente e in più nutro la speranza di trovare un ragazzo alto..per cui è il posto perfetto.
Sono persa nelle mie elucubrazioni mentali che mi scordo di dare la notizia con la N maiuscola ad Ayako, il preside non è neanche alla metà del suo sproloquio ma io non posso più aspettare, la strattono per la gonna costringendola a sporgersi indietro; siamo le più alte per cui siamo in ultima fila : “lo sai chi si è scritto a questo liceo e gioca a basket?” Solitamente è sempre lei a darmi queste notizie, per una volta che ho io informazioni fresche la voglio tirare un po’ per le lunghe:
“il nostro ex compagno delle medie.. Kaede Rukawa.”
“ lo so”risponde atona.
“come lo sai? A me l’ha detto per sbaglio suo padre qualche giorno fa.” Sono un po’ delusa, Kaede non dice gli affari suoi mai a nessuno, l’unica persona che riesce a cavargli qualche parola sono io, o almeno lo credevo.
“l’ho letto nella bacheca degli iscritti al primo anno, sai volevo vedere se c’era qualche soggetto interessante..”
Lo sapevo, non poteva averlo saputo da lui..“che pazza che sei..e, oltre Kaede c’è qualcun altro di interessante?”
“non direi..o almeno io non li conosco; comunque se ti interessa c’è la tua BFF iscritta al primo anno.”mi sussurra sghignazzando.
Sgrano gli occhi spaesata “e chi sarebbe?”
“ma come ti sei già dimenticata della sorella del capitano?.. ti adora..”
“diciamo che adora il fatto che sia amica di Kaede. Comunque finché non rompe può fare quello che vuole”.
“Stavo scherzando suvvia.. senti oggi pomeriggio puoi rimanere a scuola che incominciamo a buttar giù il calendario per gli allenamenti, le partite di allenamento e robe così?”
“Oggi pomeriggio proprio non posso, papà parte domani e gli ho promesso che gli avrei fatto le valigie, sai com’è..sarebbe capace di prendere i cassetti e svuotarli così come sono nelle valigie o di partire in tuta se non lo controllo.”
“Hi hi..povero signor Kenji.. che figlia tiranna che si ritrova”mi dice sorridendo “beh non c’è problema, ti mando degli sms per aggiornarti.”
“Certo tienimi informata. Ne riparliamo dopo comunque, non ho voglia di essere ripresa il primo giorno di scuola.”
 
Libertà finalmente..sto morendo letteralmente di fame, peccato che oggi non mi sono fermata a comprare il bento e dovrò per forza fare un salto alle macchinette.. dove ho messo il portafoglio? Maledetta borsa, sembra un buco nero.
“Ayame..?”
La voce di Ayako mi arriva ovattata.. ma quando è arrivata?sempre di soppiatto come un felino..tiro fuori la testa dalla borsa e vedo una discreta pila di fogli sul mio banco..
Faccio finta di non vederli, dopotutto possono anche non essere indirizzati alla mia persona.. “si?”
“mi faresti un piccolo favore?”
“dipende..”le dico mentre mi appoggio sullo schienale della sedia e incrocio le braccia per ascoltarla meglio..
“porteresti questi fogli ad Akagi mentre vai giù a bighellonare? Io devo portare delle richieste di permessi in sala insegnanti..”
Bighellonare? Sembra quasi che mi conosca..”sono il vice dopotutto..certo che vado” le rispondo quasi affabile..la fame è troppa per mettersi a discutere sulla reale esigenza di portare dei fogli al capitano tre ore dopo aver iniziato la scuola. Prima li consegno, prima mangio, prima torno al mio posto a sonnecchiare.
Ma perché le terze devono essere in capo al mondo? Oggi non farò in tempo a mangiare niente, me lo sento.
O forse ci riuscirò.. non è la mia presunta BFF, come la chiama Ayako, quella là in fondo che parla con una pertica arancione? E ora lo sta palpeggiando.. o my god.. why? Se la vede il fratello la sfrantuma.. o meglio non lei..lui..figuriamoci se crede che la sua preziosa sorellina si mette a palpeggiare sconosciuti nei corridoi.
Mi avvicino e sento stralci inquietanti di conversazione “che muscoli” e che gambe lunghe..si vede che sei un atleta.”cinguetta contenta piroettandogli intorno con l’aria da fanatica. Ho quasi paura a chiamarla ma non mi va di andare su e giù per i corridoi a cercare il grande Akagi, meglio sbolognare il tutto alla piccola Akagi e andare a cercare un panino o una barretta al cioccolato..ormai a quest’ora non sarà rimasto più un gran che.
“Haruko cara..” giochiamocela bene e andiamo a mangiare.. “hai visto tuo fratello per caso? Lo sto cercando disperatamente..”  parole magiche per quella ragazza.
Come volevasi dimostrare, lascia il povero pel di carota e mi stritola dalla gioia di rivedermi, per fortuna che i fogli non mi cadono..
“Oh Ayame..non ti avevo ancora vista pensavo che non fossi malata..”
“No no sto bene, sono solo arrivata all’ultimo minuto..senti tuo fratello sai dov’è? no perchè devo dargli dei fogli da firmare da parte di Ayako e non ho molto tempo..”
3..2..1..
“Se vuoi glieli porto io..anche perché devo vederlo tra poco, ti risparmio un viaggio..”
Benedetta ragazza, troppo buona..
“Grazie mille Haruko..ci vediamo in palestra, credo che verrai a vedere gli allenamenti..” o mio dio è tutta rossa..
“Si si non me ne perderò uno”.
“Lo immagino..”
“Aspetta un attimo Ayame ti voglio presentare una persona..” così dicendo mi trascina di fronte al ragazzo che stava tastando e ai suoi amici. “questo è Hanamichi Sakuragi..”
“piacere, sono Ayame” gli dico mentre gli stringo la mano
“Non ti sembra persino più alto di Rukawa?”dice mentre si aggrappa al mio braccio stritolandomelo.
Cielo..di quanto mai sarà più alto, mica vado in giro con le sue misure in tasca. “si sembra un po’ più alto” meglio assecondarla.
“Hanamichi..ti interessa il basket?”gli chiedo, ma da come sghignazzano i suoi amici e dalla faccia perplessa che mi fa capisco che quella scema l’ha fermato solo perché è alto. Decido quindi di lasciar perdere. “Vabbé se ti schiarisci le idee e vuoi iscriverti al club chiedi pure ad Haruko o a me.”
“Ciao ragazzi ci si vede in giro..e Haruko.. ricordati i fogli per favore.. grazie”
E anche questa è fatta..ora panino e sonnellino..


A tutti quelli che sono giunti fino alla fine senza lanciare oggetti verso il pc..grazie grazie
  
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